Grecia. Ambulatorio mobile avventista opera in un nuovo campo profughi

Grecia. Ambulatorio mobile avventista opera in un nuovo campo profughi

csm_Adventist_Help_c39673e2ffIl pullman “Adventist Help” offre cure mediche e servizi sanitari nel campo Oinofyta, che ospiterà fino a 2.000 rifugiati.

tedNEWS/Notizie Avventiste – Grazie a un accordo tra la Chiesa cristiana avventista in Grecia e l’Associazione di imprenditori avventisti in Europa (ASI Europa) il pullman “Adventist Help”, attrezzato ad ambulatorio mobile, è di nuovo pronto per aiutare i rifugiati.

Lo scorso anno, circa 100 volontari medici e paramedici hanno assistito i migranti sull’isola greca di Lesbo, fornendo immediato aiuto ad alcune delle oltre 500.000 persone approdate dalla Turchia, dopo un rischioso viaggio nel Mar Egeo. Ora l’ambulatorio mobile si è trasferito in un nuovo campo profughi, a un’ora a nord di Atene, e si occuperà di tutti i servizi medici nel campo di Oinofyta.

“Si tratta di un nuovo campo allestito nei locali di una fabbrica abbandonata, progettato per ospitare 2.000 rifugiati”, ha affermato Michael-John Von Hörsten, medico molto attivo durante la prima fase degli interventi. Si è occupato di creare collegamenti con altri volontari, le organizzazioni umanitarie e il governo greco.

L’accordo firmato il 7 aprile significa che l’aeronautica militare greca, gestore del campo, ha dato ora ad ASI le chiavi del cancello e dell’edificio principale. In questa nuova fase si spera di aggiungere programmi di sensibilizzazione sanitaria, un settore che può coinvolgere i membri della chiesa avventista locale. I volontari saranno incoraggiati a partecipare alle attività del progetto che comprendono assistenza medica, infermieristica e distribuzione alimentare.

Il progetto durerà fino alla fine del 2016, sarà costantemente sotto controllo e potrà rinnovarsi su base annua.

La decisione di passare dalla costa a un nuovo campo profughi è stata presa dopo il recente accordo tra il governo turco e l’Unione europea. Vi è quindi una diminuzione del numero di rifugiati che arrivano con le barche, mentre la chiusura della rotta dei Balcani lascia molti rifugiati bloccati in Grecia.

(Foto: tedNEWS)

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Crisi siriana cinque anni dopo

SiriaContinua il “peggior disastro umanitario del nostro tempo”, secondo Amnesty International.

EUDnews/Notizie Avventiste – Marzo 2016 segna un triste traguardo per la Siria: sono trascorsi cinque anni dall’inizio delle manifestazioni contro il governo che hanno portato all’attuale conflitto. Da allora, un numero straordinario di persone sono morte nella guerra civile che ha prodotto dolore, lacrime e distruzione nel paese. Inoltre, 4,8 milioni di persone sono state costrette a rifugiarsi nei paesi vicini, altre centinaia di migliaia sono arrivate in Europa, e 6,6 milioni di persone sono sfollate all’interno della Siria. La crisi continua ed è “il peggior disastro umanitario del nostro tempo”, secondo Amnesty International. Ma ha anche provocato una crisi globale, con il maggior numero di rifugiati e sfollati dalla seconda guerra mondiale.

Mentre la gran parte dei rifugiati siriani si trovano nei paesi vicini, come Libano, Turchia e Giordania, altri hanno cercato sicurezza in Europa (Germania, Svezia, Francia, Regno Unito?. Nel 2015, più di 476.000 rifugiati hanno chiesto asilo nella sola Germania. Questi numeri senza precedenti hanno portato sfide logistiche, dilemmi morali e sconvolgimenti politici. Ma hanno anche presentato opportunità di servizio.

Il personale e i volontari dell’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (ADRA) in Europa hanno risposto accogliendo i rifugiati a braccia aperte. Ecco un’istantanea del contributo che ADRA offre in tutta la regione.

Libano: ADRA finanzia una scuola per 120 bambini rifugiati siriani di età compresa tra i sei e i dodici anni. 270 famiglie di profughi in Libano hanno ricevuto assistenza in denaro, durante l’inverno, per l’acquisto di stufe, combustibile, coperte e indumenti pesanti.

Iraq: gestione di un campo profughi e fornitura di prodotti alimentari e di istruzione per le famiglie e i bambini che sono fuggiti dalla guerra.

Giordania: gestione di un programma di formazione in oltre 50 scuole che ha contribuito a fornire materiale scolastico a più di 5.000 studenti e di migliorare la formazione degli insegnanti.

Macedonia: preparazione di pacchi alimentari da distribuire ai rifugiati che arrivano in treno alla frontiera.

Croazia e Slovenia: distribuzione di alimenti e fornitura di ripari a migliaia di profughi arrivati nei due paesi.

Germania: ADRA lavora con altri 12 gruppi, sotto un’organizzazione ombrello, per raccogliere donazioni in denaro e donazioni per i rifugiati.

Serbia: nella capitale è aperto un centro di informazione per i richiedenti asilo e di servizi vitali per i rifugiati.

Austria: mobilitazione dei membri delle chiese cristiane avventiste per assistere i rifugiati arrivati nella comunità, concentrandosi sull’integrazione a lungo termine.

(Foto: UNHCR)

Grecia. Ambulatorio mobile avventista opera in un nuovo campo profughi

Rifugiati: gli stranieri in mezzo a noi

refugees-strangersLilya Wagner/ARnews/Notizie Avventiste – Ogni volta che dico alle persone: “Sono una rifugiata”. Ricevo la solita risposta: “Sì, siamo tutti migranti su questa terra”. Allora ripeto: “Sono una vera rifugiata, una genuina”. E ciò genera risposte più interessanti come: “Non lo sembri affatto”; oppure “Come mai non hai l’accento?” o meglio “Pensavo che dovessi avere un accento!”.

Sì, sono una rifugiata genuina. L’arrivo del comunismo in Estonia, la mia terra natale, costrinse mio padre a prendere la sua famiglia e a fuggire nel cuore della notte. Dato che era il presidente della Federazione Estone delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno, la polizia segreta, il temuto KGB, prese di mira mio padre e la sua vita era in pericolo.

Arrivammo in Germania, dove restammo senza casa e vagammo da un posto all’altro, cercando di stare al sicuro e di rimanere in vita, mentre mio padre continuava a servire le chiese. Questo ci permise di non andare nei campi profughi e, alla fine, arrivammo negli Stati Uniti, grazie all’intervento e al sostegno della Chiesa avventista mondiale e del governo americano.

Essendo cresciuta in diversi posti, a meno di dieci anni parlavo quattro lingue e trovavo interessante la vita, fatta di pericoli, spostamenti e stranezze, perché mi aveva reso diversa. Potevo parlare quattro lingue, sapevo chi erano Stalin e Hitler al di là dei racconti nei libri di storia, avevo conosciuto la fame più nera, dormito sotto le stelle stretta ai miei genitori e sentito lo stomaco torcersi al suono di ogni sirena. Sì, avevo vissuto tutto questo, ma non conoscevo i semplici giochi americani, non avevo idea di cosa fare con un telefono e pensavo che tutto negli Stati Uniti fosse gigantesco. Ho cercato di inserirmi nel tessuto americano e di dimenticare tutto il passato, e in ciò mi ha aiutato il diventare cittadina statunitense all’età di 14 anni. Eppure non è stato facile, perché io e la mia famiglia eravamo comunque stranieri, anche se nella chiesa siamo stati accolti come fratelli.

Perciò mi addolora sentire la propaganda anti-rifugiati negli Stati Uniti in questo momento. L’America è una terra fatta di diverse popolazioni, ma quelli arrivati di recente sono meno accettabili rispetto a quelli che sono venuti anni fa, anche molto tempo prima di me?

Credo davvero che oggi sia il momento di dire: “Cosa farebbe Gesù?”.

Durante un corso di formazione che conducevo per i centri sociali di una città americana in cui vivevo, qualcuno mi aveva mostrato alcuni giornali in cui si parlava dell’antipatia della popolazione nei confronti di coloro che erano arrivati più di recente. I giornali risalivano ai primi decenni del ‘900. Togliendo i riferimenti etnici, gli articoli sembravano parlare dei rifugiati e degli immigrati di oggi, mentre in realtà si trattava di tedeschi, irlandesi e italiani! Purtroppo, alcune cose non cambiano mai.

Ripensando a quando ero una rifugiata e un’immigrata, anche se ora sembro un’anziana donna americana, ricordo sia le azioni meschine sia quelle gentili di persone che hanno contribuito a risistemare la nostra vita e ci hanno accolto in questo paese. Ricordo le donne della chiesa che ci donavano i vestiti e gli oggetti per la casa. Mi ricordo l’aiuto e l’incoraggiamento dei miei insegnanti. E potrei andare avanti.

Sì, siamo tutti i profughi che vagano sulla terra, in attesa di redenzione, ma mentre siamo qui, cerchiamo di contribuire ad aiutare quelli che sono i rifugiati di oggi, nonostante le differenze.

(La dott.ssa Lilya Wagner è direttore del Philanthropic Service for Institutions, a Silver Spring, nel Maryland, USA)

Grecia. Ambulatorio mobile avventista opera in un nuovo campo profughi

La crisi dei rifugiati non riguarda solo la chiesa in Europa

refugee-western-adventistsOgni comunità può impegnarsi ad essere le mani e i piedi di Gesù nella maggiore emergenza umanitaria di questa generazione.

Chad Stuart/ARnews/Notizie Avventiste – Molti in Occidente sono rimasti colpiti dalla drammatica foto del piccolo Aylan, il bimbo siriano di 3 anni, annegato in mare e trasportato dalle onde sulla spiaggia greca. Dopo che l’immagine è diventata virale, vi è stato inizialmente un grido delle nazioni occidentali a fare qualcosa. Per noi ha significato offrire assistenza in qualche modo alla crisi dei rifugiati siriani; ma trascorso il ciclo mediatico di tre giorni, troppi in Occidente hanno semplicemente voltato pagina. Dopo tutto era solo un bambino…

Dalle tante immagini di disperazione che sono sotto gli occhi di tutti e dopo aver parlato con chi lavora in prima linea, durante il vertice dell’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (ADRA) in Croazia, lo scorso gennaio, è chiaro che il ciclo di notizie passa, ma questa tragedia umana rimane.

Ci sono, finora, oltre 12.000 minori non accompagnati e orfani, registrati nei campi profughi in Macedonia. Questi bambini sono i più vulnerabili ed esposti ai mali del mondo, come lo sfruttamento sessuale e la schiavitù. I rifugiati non hanno mai smesso di arrivare in Europa; in posti come la Serbia, 4.500 persone al giorno sono ancora in viaggio, nonostante l’inverno, per sfuggire alla guerra, alla tortura, alla fame e alla persecuzione. E sì, ci sono ancora i corpi, anche quelli dei bambini, sbattuti dalle onde sulle spiagge europee.

Siamo grati a Dio che, seppure tanti siano capaci di dimenticare le immagini di Aylan, in Europa molte ONG non lo fanno, compresa ADRA Europa che svolge attività di soccorso e assistenza per i rifugiati in 17 paesi. L’esempio di queste persone, e dei volontari di tante associazioni, molti dei quali sono giovani, mi hanno fatto capire che cosa significhi essere veramente le mani e i piedi di Gesù.

Ho partecipato al vertice di ADRA sui rifugiati con il desiderio di dare aiuto nell’ondata di migranti che dal Medio Oriente si abbatte sull’Europa e oltre. Sono andato via avendo nel cuore più di un desiderio, sono partito con la volontà di non dimenticare, di non chiudere gli occhi, di non pensare che sia solo un bambino che annega nelle acque europee; sono partito con la decisione mia e della mia chiesa di collaborare con i nostri “fratelli” e le nostre “sorelle” in Europa, nell’essere le mani e i piedi di Gesù.

Ci sono molte chiese qui, in America del Nord, che potrebbero fare molto per questa crisi con il minimo sacrificio. Ma anche se il sacrificio fosse grande, non ne varrebbe la pena, se significasse che un bambino in meno sarebbe trovato morto sulle coste europee?

Voglio invitare le chiese a non chiudere gli occhi, a non aspettare l’azione dei comitati di Federazione, Unione o Regione. Cercate di impegnarvi oggi! Potreste aiutare la chiesa in Grecia (che ha 450 avventisti) a formare un team di ADRA. Potreste chiedere di fare volontariato con ADRA in uno dei 17 paesi dove opera. O raccogliere nelle vostre città ciò che serve per i migranti e inviarlo. Non possiamo essere chiesa a parole, in quella che è la maggiore emergenza umanitaria di questa generazione.

(Chad Stuart è pastore della chiesa cristiana avventista “Spencerville” di Silver Spring, nel Maryland, USA)

Grecia. Ambulatorio mobile avventista opera in un nuovo campo profughi

Vertice avventista sugli interventi nella crisi dei rifugiati in Europa

Adventist-ADRA-migrant-Slovenia-Jan21-1ADRA e i dirigenti della Chiesa hanno discusso su come migliorare la risposta alle necessità dei migranti.

Victor Hulbert/Notizie Avventiste – Non è facile rimanere seduti comodamente in albergo, sapendo che a poche decine di chilometri ci sono migliaia di rifugiati in transito in un centro si assistenza, per poi riprendere la loro lunga marcia. Ma i dirigenti degli uffici dell’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (ADRA) e della Chiesa cristiana avventista di diversi paesi europei sono riuniti proprio per coordinare la risposta alla crisi dei migranti nel continente.

I partecipanti alla due giorni del vertice europeo per i rifugiati, tenutosi a Zagabria, in Croazia, hanno deciso di avere un coordinatore regionale per garantire adeguata assistenza ai rifugiati in tutta Europa, anche in paesi come la Macedonia, dove gli uffici di ADRA sono gestiti esclusivamente da volontari, e in Grecia, che non dispone di un ufficio ADRA. Il coordinatore regionale lavorerà con i coordinamenti di ADRA in tutta Europa.

Il vertice ha inoltre cercato i modi per aumentare i finanziamenti nell’assistenza ai rifugiati; per migliorare la comunicazione all’interno della chiesa, con il pubblico e con i rifugiati; e per formare i membri delle chiese avventiste e insegnare come interagire con i rifugiati.

Adventist-migrant-Jasna-Barberic-Jan21I partecipanti hanno ascoltato attentamente l’intervento di Jasna Barberic, alto funzionario dell’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, che ha condiviso storie di successo e di bisogni insoddisfatti, in particolare per quanto riguarda la mancanza di interpreti. Ha pianto per le 4.000 vittime del mare nel 2015, morte nel tentativo di raggiungere l’Europa. “È davvero preoccupante se pensiamo che il nostro obiettivo primario è quello di salvare vite umane”, ha affermato J. Barberic.

Oltre 1 milione di persone sono entrate Europa lo scorso anno, molte in fuga dai conflitti in Siria, Iraq e Afganistan; altri 29.500 migranti sono finora arrivati via mare quest’anno.

Al vertice sono stati presentati i rapporti sugli interventi avventisti nella crisi dei migranti: un ambulatorio mobile è parcheggiato sulla spiaggia a Lesbo, in Grecia; ADRA opera nei paesi di transito dei rifugiati, come Macedonia, Bulgaria, Serbia, Croazia, Slovenia e Ungheria; inoltre, ADRA e membri di chiesa lavorano con i rifugiati in Germania, Norvegia, Svezia e Finlandia, paesi in cui molti migranti vogliono stabilirsi.

Tante le sfide evidenziate, a cominciare dal freddo. Maja Ahac, che coordina il lavoro di assistenza in una stazione ferroviaria in Slovenia, dove transitano molti rifugiati, ha raccontato che le condizioni meteo sono proibitive e, pur lodando il lavoro della sua squadra di volontari, ha anche preso atto delle difficoltà che devono affrontare i profughi a causa delle cattive condizioni di viaggio, le malattie, gli abusi sessuali che si verificano durante il viaggio. Ha parlato anche di violenza verbale e di minacce dirette sia ai migranti sia a coloro che cercano di aiutarli.

Adventist-ADRA-migrant-summit-Jan21Maja Ahac, come gli altri relatori provenienti dai paesi attraversati dai rifugiati, ha espresso preoccupazione per l’incombente crisi dei finanziamenti. “Saremo a corto di soldi entro la fine di marzo”, ha affermato.

Spesso, un aiuto concreto può essere semplice ma molto apprezzato. Un rappresentante di ADRA ha ricordato la gioia dei profughi in Macedonia, dopo la distribuzione di 350 marsupi e di 300 metri cubi di indumenti invernali. A Slavonski Brod, il più grande centro di accoglienza dei rifugiati in Croazia, gli operatori di ADRA hanno scoperto che una delle loro iniziative più popolari erano i 18 pannelli con 720 postazioni per ricaricare i cellulari, sistemati fuori dal loro container-ufficio. In Serbia, ADRA gestisce un centro di informazioni a Belgrado, che offre assistenza per le domande di asilo, sostegno psicologico, uno spazio per far giocare i bambini e dove le mamme possono allattare.

Si tratta di un nuovo ruolo per l’agenzia umanitaria avventista europea, che un tempo lavorava soprattutto inviando aiuti nei paesi lontani, ma ora sono le comunità europee a essere piene di migranti bisognosi. Per questo il personale di ADRA cerca di lavorare con le chiese locali per fornire sostegno ai rifugiati. In Germania, si offrono corsi di lingua, attività durante il tempo libero dal lavoro e aiuto per far capire i valori e la cultura locale. In Svezia, le chiese offrono assistenza ai rifugiati ospitati in una ex casa di cura avventista, che il governo ha trasformato in centro profughi. Tra le altre cose, insegnano a sciare ai migranti, abilità essenziale nell’inverno svedese.

Per i partecipanti al vertice di Zagabria, l’integrazione è cruciale e molte attività sono svolte con questo obiettivo.

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Chiesa norvegese distribuisce Bibbie ai rifugiati siriani

Norvegia_bibbie_rifugiatiGrazie alla Società Biblica che ha generosamente donato i testi in arabo e persiano.

Tor Tjerandsen/ANN/Notizie Avventiste – Natale è arrivato in anticipo per un gruppo di rifugiati siriani che hanno ricevuto Bibbie in lingua araba e persiana, sabato 19 dicembre, nella chiesa cristiana avventista del settimo giorno di Vadso, in Norvegia.

Lo scorso anno, un gran numero di rifugiati è arrivato nel paese scandinavo attraversando il confine con la Russia, che si trova vicino a Vadso, nella parte settentrionale della Norvegia. Elias Samer Nema, un profugo ospite del centro di accoglienza della città, ha chiesto a una volontaria se conoscesse una chiesa con un ambiente semplice e un servizio di culto non elaborato. “Certo che la conosco”, gli ha risposto la donna, avventista, in arabo fluente. Il sabato successivo, Elias era nella chiesa avventista locale e da allora la frequenta regolarmente.

Una delle poche cose che Elias è riuscito a portare con sé dalla Siria è la sua Bibbia. L’ha usata per raccontare di Gesù agli altri rifugiati e ha cercato di far loro avere una Bibbia. Hilde Huru, anziano della chiesa cristiana avventista di Vadso, ha parlato della cosa con la Società Biblica norvegese che ha donato diverse Bibbie in arabo e persiano per essere distribuite.

“Abbiano notato profonda gratitudine negli occhi delle persone che hanno ricevuto le Bibbie. È stato un gesto molto importante per loro”, ha affermato H. Huru.

Uno dei profughi apparteneva a una chiesa clandestina in Iran e non aveva mai posseduto una Bibbia per paura che si scoprisse la sua fede cristiana e la sua vita fosse in pericolo. È stato molto emozionato quando ha finalmente ricevuto una Bibbia che poteva definire sua.

Per sopperire alle difficoltà di comunicazione, dato che i rifugiati parlano poco l’inglese, gli avventisti locali utilizzano il traduttore di Google sugli smartphone e così interagiscono con i migranti e in qualche modo arrivano a capirsi.

Il sabato mattina, durante la condivisione della Parola in gruppi (denominata Scuola del Sabato), nella chiesa cristiana avventista di Vadso c’è un gruppo veramente multilingue. Huru prepara le copie dei temi di condivisione e discussione in arabo e persiano per i rifugiati, in modo che possano studiarli insieme. Anche se le persone del posto e i migranti faticano a capirsi, comprendono però la Parola di Dio che leggono in arabo, persiano e norvegese.

“Non ho mai incontrato nessuno in Medio Oriente con un tale amore per Dio”, ha affermato uno dei profughi. E H. Huru spera che questa impressione non svanisca.

(Foto: Hilde Huru/ADAMS)

 

Grecia. Ambulatorio mobile avventista opera in un nuovo campo profughi

ADRA Slovenia ha aiutato 30.000 migranti in due settimane

ADRA_Slovenia_distribution_of_foodwaterI politici discutono, l’inverno è arrivato e alcune frontiere si chiudono, ma ci sono persone che non possono restare a guardare.

Victor Hulbert/tedNEWS/Notizie Avventiste – I telegiornali sono pieni di storie dei rifugiati e ogni giorno i volontari di ADRA Slovenia (Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso) ne hanno sentite tante, strazianti.
Mentre distribuiscono cibo, acqua, prodotti per l’igiene e vestiti caldi presso la stazione ferroviaria, incontrano un siriano di 28 28-year-old-kurdanni. Racconta che sette membri della sua famiglia sono stati decapitati perché curdi e un suo parente ha dovuto assistere all’uccisione delle figlie. Non sorprende che i restanti 13 membri della sua famiglia siano fuggiti. “Tutto ciò che vogliamo è una vita normale”, dice.

Queste storie motivano i volontari. Un pensionato avventista presta servizio fin da quando la crisi dei rifugiati è iniziata. “Sono in pensione quindi ho più tempo”, afferma l’uomo, “Oltre a questo, mi piace lavorare con le persone e i volontari qui sono fantastici”.

Lavora tre volte Volunteersalla settimana per 12 ore. “Facciamo dei turni, il che significa che siamo impegnati una settimana di giorno e una settimana di notte”, spiega e aggiunge che ogni giorno è diverso e ci sono anche delle cose belle, ma “alcuni giorni sono solo scioccanti. E quei colpi rimangono in noi per un po’”.

Un ragazzo parla della sua famiglia siriana andata in l’Egitto due anni fa. Il padre, ingegnere civile, non riusciva a trovare lavoro. In preda alla disperazione, hanno deciso di andare in Europa. Almeno ora sono insieme come famiglia Family-syrians-via-Egypte hanno la speranza di costruire una nuova vita in Germania. Poi il giovane si rivolge alla ragazza accanto a lui e spiega: “Questo è il mio amore. Siamo felici insieme da due anni. Stiamo aspettando che la nostra famiglia sia in un posto sicuro e poi ci sposeremo”.

Sono 280.940 i rifugiati entrati Slovenia quest’anno. E altri continuano ad arrivare nonostante l’inverno. Circa la metà di essi passa da Brežice – Dobova, l’area in cui ADRA Slovenia concentra gli aiuti. Qui si raccolgono e smistano donazioni in merci; i prodotti per l’igiene e per l’infanzia sono i più richiesti. ADRA Slovenia ha una responsabilità primaria nel prendersi cura dei rifugiati presso la stazione ferroviaria di Dobova, dove la maggior parte dei rifugiati entrano nel paese e sono registrati.

Volontari e coordinatori continuano ancora a distribuire generi di prima necessità a circa 3.000 rifugiati durante ogni turno, anche se il numero dei migranti si sta riducendo a causa del freddo. Nelle ultime due settimane di novembre ADRA si è occupata di 30.464 rifugiati, fornendo aiuti umanitari di base; mentre nei  mesi di ottobre e novembre sono stati 110.000 in totale i migranti aiutati.

Afgan-got-a-real-boatOgnuno di questi numeri è una storia. Una storia di paura, disperazione e ora di speranza, pur se con un futuro ancora incerto. Un giovane racconta di aver viaggiato in auto, in pullman, in barca e in treno per arrivare dall’Afghanistan. “Voglio andare in Germania”, dice, “ Siamo stati fortunati a fare la traversata su una barca vera e propria. Era affollata (65 persone), ma il mare era calmo e così siamo arrivati senza problemi. Lungo la strada qualcuno diceva che non avremmo potuto rimanere in Germania e che saremmo stati costretti a tornare in Afghanistan. Ma pur se c’è una minima possibilità di vita migliore, siamo disposti a correre il rischio”.

Come altri coordinamenti dell’agenzia umanitaria avventista in tutta Europa, ADRA Slovenia fornisce anche supporto a Grecia e Serbia. È solo uno dei tanti uffici del network di ADRA e di altri gruppi umanitari che offrono aiuto a Lesbo, in Grecia; a Dunkerque e Calais, in Francia; e negli altri paesi.

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ADRA Svizzera e Serbia. Soccorso e protezione di bambini e famiglie di rifugiati

csm_12027240_1713530315567664_5467640621680190815_o_9a74ddf06cI paesi sulla rotta dei Balcani sono sopraffatti dal numero degli arrivi e i bisogni sono grandi.

APD/Notizie Avventiste – Il flusso di rifugiati verso l’Europa è in corso da mesi e sembra essere senza fine. I paesi sulla rotta dei Balcani sono sopraffatti dalla quantità di persone in arrivo e le esigenze sono grandi. Con l’inverno che avanza rapidamente, aumenta la sofferenza della gente che arriva non sufficientemente vestita e soprattutto i bambini patiscono le temperature in calo.

ADRA Serbia ha risposto presto al problema e ha aperto un centro di informazioni in un punto di transito a Belgrado. I rifugiati ricevono informazioni dettagliate sui propri diritti e doveri. Squadre mobili, che sono regolarmente al lavoro a Belgrado, diffondono in maniera più capillare questo servizio.

Con l’avvicinarsi della stagione invernale, molti rifugiati evitano di fermarsi a Belgrado per raggiungere il Nord prima possibile. Il sostegno da parte delle agenzie serbe si concentra sul confine con la Croazia. Pochi si preoccupano dei valichi di frontiera di Macedonia e Bulgaria.

Team mobili distribuiscono vestiti e scarpe invernali e articoli per l’igiene ai profughi al confine con la Macedonia. Inoltre, come avviene con il centro informazioni di Belgrado, i rifugiati ricevono informazioni sui loro diritti e doveri. Il personale è accompagnato da traduttori preparati per parlare con i rifugiati in modo da essere sicuri di dare alle persone tutto l’aiuto di cui hanno bisogno.

Molti sono esausti per il viaggio e sono spesso traumatizzati quando arrivano in Serbia. Oltre all’assistenza di base (prodotti alimentari, per l’igiene e per l’inverno), hanno anche bisogno di cure mediche e sostegno psicologico.

ADRA Serbia invia i suoi team mobili nella regione di Presevo, vicino al confine con la Macedonia. Le squadre sono composte di almeno due persone: un traduttore e un assistente sociale. Grazie alle competenze linguistiche, il team può instaurare un rapporto di fiducia con le persone e trasmettere informazioni adeguate sui loro diritti e doveri. In seguito a questo contatto, le squadre sanno sempre esattamente quali sono le esigenze dei rifugiati.

I migranti hanno disperato bisogno di articoli per l’igiene, di giacche impermeabili, stivali o coperte. La squadra acquista piccole quantità di prodotti per evitare lo spreco e poter subito avere sempre gli articoli necessari secondo le reali esigenze delle persone da soccorrere.

Tutti i volontari delle squadre mobili di ADRA sono addestrati a riconoscere i sintomi di stress e traumi. Pertanto, possono, se necessario, inviare le persone presso le istituzioni competenti in Serbia, per ricevere l’assistenza di cui hanno bisogno.

Grecia. Ambulatorio mobile avventista opera in un nuovo campo profughi

Studenti inglesi distribuiscono aiuti nel campo di migranti in Francia

Adventist-dunkirk-newbold1-Dec8Un’esperienza “straziante, terribile e umiliante” per le condizioni in cui vivono i rifugiati

Tednews/Notizie Avventiste – Un gruppo di studenti e insegnanti del Newbold College, in Inghilterra, la scorsa settimana è andato nel campo di profughi migranti a Dunkerque, in Francia, per portare assistenza umanitaria.

Sette studenti e tre docenti hanno attraversato la Manica per distribuire cibo, sacchi a pelo, vestiti, asciugamani, coperte, articoli da toeletta e altri prodotti ad alcuni dei 2.000 migranti che vivono nel campo.

Newbold, un college avventista con sede a Bracknell, in Inghilterra, ha concordato il viaggio con l’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso della Francia.

Sharon Louise,Adventist-dunkirk-newbold3-Dec8 studentessa di Newbold, ha affermato di aver insistito per partecipare al viaggio, perché “il pensiero di tutte quelle persone che camminano per giorni, settimane o addirittura mesi per trovare sicurezza mi aveva perseguito”.

Ha poi descritto la realtà del campo come la peggiore che si possa immaginare e ha finito per passare la maggior parte della sua visita a comunicare attraverso le fotografie.
“Quando ci siamo di nuovo seduti, in silenzio, nel minibus per il lungo viaggio di ritorno a casa, ho chiesto a ognuno di riassumere la propria sensazione con una sola parola”, ha raccontato Sharon, “Questo è ciò che è venuto fuori: straziante, terribile, disumano, sporco, devastante, che fa riflettere, inaccettabile, diverso, terribile, umiliante”.

Il campo di Dunkerque è stato costituito con soli 60 migranti, ma il numero è salito a circa 2.000 quest’inverno, quando centinaia di migliaia di persone si sono riversate in Europa da paesi dilaniati dalla guerra come la Siria, l’Iraq e l’Afghanistan. Gli avventisti di tutta Europa assistono i rifugiati dando loro cibo, vestiti e riparo, mentre i leader europei lottano per rispondere al più grande afflusso di migranti nel continente dalla seconda guerra mondiale.

Alastair Agbaje, cappellano di Newbold e organizzatore del viaggio a Dunkerque, ha raccontato di aver incontrato una giovane famiglia irachena arrivata nel campo da due settimane.
Adventist-dunkirk-newbold2-Dec8“La loro tenda si trova su una pozza di fango e acqua, e hanno un figlio di 2 anni le cui mani sono sempre gelate”, ha affermato Agbaje, “Eppure, la famiglia è stata molto ospitale e conserva la speranza, nonostante la situazione sia disastrosa. Questo scenario e le situazioni di molte altre tende che abbiamo visitato, mi hanno spezzato il cuore”.

Agbaje ha spiegato di essere andati nel campo per offrire assistenza a persone che hanno disperato bisogno di tutto e di essere stato incoraggiato a farlo dalle numerose donazioni ricevute per questo viaggio.
“Quando il mio vicino di casa ha saputo che sarei andato nel campo profughi mi ha dato 200 sterline in merci: sacchi a pelo, abbigliamento impermeabile e frutta. E ha promesso un ulteriore sostegno per il prossimo viaggio che abbiamo già in programma. Questo mi ha fatto capire che ci sono persone generose, che desiderano dare una mano”.

Grecia. Ambulatorio mobile avventista opera in un nuovo campo profughi

ADRA interviene sulla crisi dei rifugiati in Europa

logótipo ADRAIn un comunicato stampa, l’agenzia umanitaria avventista chiede ai governi di attuare politiche di accoglienza e rispetto dei diritti umani. Fa appello ai cittadini di trattare i rifugiati come vorrebbero essere trattati loro stessi in una simile situazione.

ADRA UE/Notizie Avventiste/EUDnews – Sono migliaia i rifugiati che arrivano in Europa ogni giorno e ci rendiamo conto che ci sono nuove difficoltà e continue tensioni. Chiediamo una soluzione politica ai problemi delle famiglie sfollate, i nostri leader devono agire con responsabilità e prendere le decisioni necessarie per proteggere tutti i soggetti coinvolti.

Allo stesso tempo, ci rivolgiamo alla popolazione locale perché tratti i rifugiati come vorrebbe essere trattata essa stessa. La tensione generata da questa crisi è sotto gli occhi di tutti, e il mondo vede che famiglie indifese sono maltrattate, scacciate e sfruttate.

Rendere i diritti umani dei rifugiati una priorità. Politici e cittadini devono riconoscere che il modo in cui si trattano i profughi non deve essere definito dai confini fisici che essi sono costretti ad attraversare, né dalle identità religiose e culturali che ogni individuo porta con sé.

Con l’84 per cento di profughi provenienti dai paesi in guerra e insicuri (dati UNHCR, 2015), si tratta di una crisi di rifugiati e deve essere trattata come tale. Ci aspettiamo che i cittadini europei, i nostri governi e le organizzazioni rispettino l’umanità e la dignità di ogni persona. Ci aspettiamo un trattamento umano, servizi igienici sicuri, assistenza medica quando necessario, e il rispetto dei diritti umani fondamentali.

Chiediamo di vedere come priorità crescente non solo il dare ai rifugiati cibo e riparo, ma anche assistenza linguistica, mediazione e comunicazione con le istituzioni, accesso ai servizi disponibili e sostegno psicosociale.

Un altro elemento fondamentale è la protezione di quanti vivono questa crescente emergenza. La fatica fisica dovuta ai viaggi e trasferimenti è niente se confrontata alla sofferenza che molte di queste persone vulnerabili devono affrontare. Le politiche dei governi e dei funzionari devono dare priorità alla sicurezza e l’esempio nell’accoglienza.

Quando ai rifugiati vengono negati i diritti fondamentali, non sono gli unici a pagarne il prezzo. Gli occhi del mondo sono sull’Europa ora, ma questa è una crisi globale, e ogni decisione viene esaminata molto attentamente. Il rispetto dei diritti umani e l’agire con compassione mandano un chiaro messaggio di forza in questa fragile e complicata situazione.

ADRA (Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso) si schiera unita per la tutela dei diritti dei rifugiati. Riconosciamo l’umanità in questa crisi, così come il valore di ogni individuo coinvolto. Siamo impegnati a ridurre l’impatto di una situazione opprimente e insopportabile per tanti uomini, donne e bambini, al meglio che possiamo. Vi esortiamo a fare tutto quanto è in vostro potere per tutelare i diritti e far rispettare la protezione dei rifugiati all’interno dei vostri confini.

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