Lina Ferrara – Ogni mattina all’alba, Marian è già all’opera: toglie i rifiuti dai marciapiedi, strappa le erbacce, sradica i rovi dai fossati, libera gli alberi dalle foglie secche e dai rami spezzati, controlla la salute delle piante. Cosa c’è di speciale? Marian è un barbone romeno, in Italia da alcuni anni, che ha deciso di fare qualcosa per il quartiere di Roma nord dove vive. Conosce le piante e la natura, e così mette a disposizione gratuitamente queste sue abilità per il bene della comunità.

Non lasciatevi ingannare da capelli e barba incolti. Marian è amato e apprezzato dagli abitanti per la sua onestà e gentilezza, e per il servizio che svolge ogni giorno, instancabilmente, cambiando il volto delle strade. Una volta, con i pochi spiccioli racimolati, era andato a comprare piccone, vanga e altri attrezzi, e il negoziante glieli ha regalati.

I media lo hanno definito «il Forrest Gump della Cassia» o «l’angelo custode della città», ma l’uomo non dà importanza a tutto ciò, continua a svolgere questa specie di «missione» che si è proposto.

Inevitabile pensare alla missione affidataci da Gesù. Possiamo prendere esempio da questo semplice signore che ha iniziato «a fare». È questo il servizio: umile, silenzioso, costante, gentile, ma estremamente efficace.

Nella società della crisi si riscopre il valore della solidarietà che sembrava quasi completamente cancellato dagli ultimi decenni di apparente benessere e di carriere rampanti. Così succede che i fruttivendoli regalano frutta e verdura a chi non ha soldi; i responsabili dei supermercati spesso non denunciano chi prende alimenti che non può pagare; i pizzaioli donano i loro prodotti a chi ha veramente fame.

Servizio e solidarietà devono caratterizzare anche la nostra presenza come sale della terra. È tempo di agire.

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