N2-Monteiro assoltoAssolti Monteiro e Moumouni. Condannati gli altri, alcuni all’ergastolo.

Notizie Avventiste – Verdetto diviso in due, quello pronunciato ieri mattina, 12 gennaio, dal tribunale di Lomé, in Togo, che assolve Antonio Monteiro, pastore avventista del 7° giorno, e condanna Bruno Amah, membro della chiesa avventista, al carcere a vita. La decisione della Corte d’Appello di Lomé arriva circa 22 mesi dopo l’arresto dei due uomini e di altre persone, avvenuto nel marzo del 2012, con l’accusa di concorso in omicidio.

In un caso che ha catturato l’attenzione della denominazione globale, Monteiro, Amah e altre tre persone sono stati arrestati circa due anni fa, senza processo e solo sulla base della denuncia di un uomo definito “bugiardo patologico” nella perizia psichiatrica ordinata dal giudice. L’uomo, Kpatcha Simliya, anch’egli detenuto, è stato condannato all’ergastolo.

Todd McFarland, responsabile dell’ufficio legale della Chiesa avventista mondiale, ha fatto parte del team della difesa al processo tenutosi lo scorso fine settimana. La sentenza ha riguardato anche altri due uomini: Beteynam Raphael Kpiki Sama, condannato a 25 anni di carcere, e Idrissou Moumouni, assolto.

N2-Monteiro assolto2La saga durata circa due anni è stata seguita da milioni di avventisti e amici nel mondo, che hanno organizzato conferenze stampa, veglie di preghiera, lanciato campagne di solidarietà sui social media, sponsorizzato l’invio massiccio di lettere e biglietti ai funzionari governativi e diplomatici, e raccolto le firme per una petizione che chiedeva il rilascio dei due avventisti.

“Viviamo sentimenti contrastanti circa la decisione dei giudici”, ha dichiarato John Graz, direttore del dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa della Chiesa avventista mondiale. “L’assoluzione del pastore Monteiro è una buona notizia e siamo felici per lui e per la sua famiglia. Siamo invece sorpresi e molto tristi per la condanna di Amah”.

Monteiro, nato nell’isola di Capo Verde, è missionario in Togo dal 2009, dove ricopre l’incarico di direttore del dipartimento Famiglia presso la Sahel Union Mission della denominazione, che ha sede a Lomé.

Gli arresti e le detenzioni sono arrivate in seguito a una serie di omicidi avvenuti nel paese nel settembre del 2011. Secondo quanto riportato dalla stampa locale e dalla polizia, diversi corpi di donne di età compresa tra i 12 e i 36 anni erano stati trovati ad Agoué, nella periferia nord di Lomé. I cadaveri presentavano segni di accoltellamento e l’asportazione di alcuni organi sessuali. Sangue e parti di animali sono spesso utilizzati nelle cerimonie voodoo, ampiamente praticate in Togo .

Con il passare dei mesi, non essendoci stato ancora nessun arresto, l’opinione pubblica ha fatto pressioni perché si trovassero al più presto i responsabili degli omicidi.

Arrestato, Simliya è apparso in televisione, circondato da agenti della polizia; ha raccontato la storia della serie di delitti e affermato di esserne l’organizzatore. Ha poi fatto il nome dei complici che raccoglievano il sangue e gli organi. Ma, secondo il medico che ha effettuato la perizia su Simliya, gran parte della storia si è rivelata improbabile, compresi il numero delle vittime e i metodi utilizzati.

“Ogni uomo consapevole e ragionevole avrebbe dubbi sul suo incredibile sfogo e sulla fattibilità dei suoi delitti o presunti tali”, riporta il referto psichiatrico del 9 settembre 2012.

In esso si legge ancora che Simliya avrebbe poi ritrattato le accuse, affermando di essere stato picchiato dalla polizia e costretto a fare i nomi delle persone che conosceva accusandoli di appartenere a una rete di traffico di sangue.

Eppure, la sua testimonianza, unica prova del caso, è stata sufficiente per portare i tre giudici e la giuria alle condanne di ieri.

La sentenza è arrivata alle 5 del mattino di domenica 12 gennaio, a conclusione del processo iniziato alle 8.45 di venerdì 10 gennaio.

McFarland ha affermato che Monteiro e Moumouni, i due detenuti assolti, torneranno in libertà già oggi, lunedì 13 gennaio.

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