Notizie Avventiste – Dmytro Zelinsky, 45 anni, avventista del settimo giorno, è stato condannato a una pena detentiva di tre anni da scontare in una prigione a Kolomyia, nell’Ucraina occidentale, per obiezione di coscienza al servizio militare, riporta l’agenzia stampa di lingua tedesca Adventistischer Pressedienst-Apd
L’uomo era stato assolto a giugno di quest’anno. Due mesi dopo, il 28 agosto, la Corte d’appello di Ternopil ha accolto la richiesta del pubblico ministero Roman Harmatiuks di annullare la sentenza di assoluzione e ha condannato Zelinsky a tre anni di reclusione con effetto immediato. Il pubblico ministero non ha spiegato all’organizzazione norvegese per i diritti umani “Forum 18” il motivo per cui aveva presentato ricorso in appello. Ora Zelinsky è in carcere ma non si scoraggia e vuole portare il suo caso davanti alla Corte Suprema di Kiev..

Forum 18 riferisce che i tribunali ucraini hanno comminato tre pene detentive agli obiettori di coscienza, due delle quali sono state successivamente annullate; nove pene detentive sono state sospese e sono state pronunciate due assoluzioni alle quali la Procura si oppone. Sette procedimenti penali sono ancora in corso. 

No al servizio civile 
L’ufficio di reclutamento aveva respinto la richiesta scritta di Zelinsky di essere esentato dal richiamo alle armi per motivi di coscienza e di essere assegnato al servizio civile alternativo, "poiché tale sostituzione non è prevista dalla legislazione attuale", come recita la successiva sentenza del tribunale. 
Un funzionario dell’ufficio di reclutamento del distretto di Kremenets, che non ha fatto conoscere il suo nome, si è rifiutato di spiegare perché la richiesta di Zelinsky è stata respinta. "Non rilasciamo tali informazioni", ha detto a Forum 18.

Nella sentenza di giugno, che assolveva Zelinsky, il giudice Tetyana Klim, del tribunale distrettuale di Kremenets, faceva riferimento all’art. 35 della Costituzione ucraina che dice: "Se l’adempimento del servizio militare contraddice le convinzioni religiose di un cittadino, l’adempimento di questo servizio deve essere sostituito da un servizio alternativo (non militare)". 
Il giudice Klim aveva inoltre osservato che il decreto presidenziale di novembre 2018, in cui sono stabilite le disposizioni della legge marziale, non contiene alcuna restrizione ai diritti di cui all’art. 35, e che diverse sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo hanno confermato il diritto all’obiezione di coscienza. 
"Pertanto, il diritto alla libertà di credo e di religione, che è sancito dall’art. 35 della Costituzione [ucraina] e comprende il diritto di sostituire il servizio militare con un servizio alternativo e non militare, è protetto dal suddetto decreto del Presidente dell’Ucraina" ha scritto il giudice Klim nella sua sentenza "Non ci sono altri atti legali che limiterebbero questi diritti anche al momento, nelle condizioni della legge marziale".

Aumento degli incriminati
L’avventista Dmytro Zelinsky viene nominato anche in un articolo del quotidiano italiano Avvenire del 16 novembre scorso (intitolato “Fra Mosca e Kiev è sempre più guerra ai pacifisti”). Il giornalista Riccardo Michelucci riporta, tra l’altro, i dati dell’ultimo rapporto del Movimento pacifista ucraino, che mostrano “una crescita esponenziale di uomini e ragazzi incriminati” per aver rifiutato di arruolarsi o per aver abbandonato l’esercito. 
“Il rapporto” si legge nell’articolo “cita anche un documento del 21 agosto 2022 in cui il Ministero della Difesa di Kiev ufficializzava la sospensione del servizio alternativo a quello militare a causa della legge marziale”. Si tratta di una pratica che le stesse istituzioni ucraine hanno ritenuto illegittima, dice il rapporto, “soprattutto nei confronti di chi rifiuta il servizio militare in base al proprio credo religioso. Ciononostante, alcuni obiettori sono stati condannati a pene detentive dai tre ai cinque anni”.
Tra di essi vi è anche Dmytro Zelinsky.

Conclude Avvenire del 16 novembre: “La mancata attuazione delle garanzie costituzionali sul servizio alternativo per i credenti è stata al centro anche di un incontro svoltosi alcuni giorni fa a Kiev tra il Consiglio delle Chiese e delle organizzazioni religiose ucraine e il primo ministro Denys Shmyhal. 
‘Invece di perseguirli – è stato suggerito – sarebbe opportuno coinvolgerli nel rafforzamento della difesa dello Stato al di fuori delle formazioni militari’”.

[Foto: Iryna Zhukova/Forum 18]

 

 

 

 

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