UICCA_Bilancio_Sociale-2014Maol – È uscito il nuovo Bilancio Sociale della Chiesa cristiana avventista relativo all’anno 2014. Pubblichiamo qui la premessa a cura del past. Stefano Paris, presidente dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno.

Chi volesse sfogliare il Bilancio Sociale può farlo online su: www.avventisti.it/bilancio-sociale

Premessa.
«Poiché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere; fui forestiero e mi accoglieste, fui ignudo e mi rivestiste, fui infermo e mi visitaste, fui in prigione e veniste a trovarmi» (Mt 25:35,36)

Cara lettrice, caro lettore, se ha tra le mani questo volume, è perché le è stato donato per farle sapere come la comunità cristiana avventista, sin dalla sua nascita, e fino ad oggi, tiene in alta considerazione il desiderio di servire il prossimo in ogni sua dimensione, da quella sociale a quella fisica e spirituale. La Chiesa Cristiana Avventista può essere infatti definita la chiesa del servizio. Per questo motivo essa è sorta e si è sviluppata.

Il suo interessamento per le persone di ogni età, ceto sociale, razza e sesso l’ha portata in tutto il mondo a rendersi conto delle varie necessità umane. Ha sviluppato perciò un impegno particolare dal campo socio-umanitario a quello della prevenzione, della salute, dell’educazione, dei diritti umani.

La presentazione di questo Bilancio Sociale non vuole essere assolutamente un modo per esaltare il nostro operato né tanto meno una sorta di esibizione delle attività svolte, ma semplicemente e umilmente una analisi del nostro essere comunità. Un modo per valutare che cosa abbiamo fatto e che cosa ancora c’è da fare. È l’occasione per enfatizzare il nostro legame con il territorio, un’occasione per riaffermare il concetto che essere chiesa vuol dire impegno a migliorare la qualità della vita della società in cui siamo inseriti. Solo quando la missione è declinata in più modi ed è vissuta da tutti noi può ricevere il consenso positivo dell’opinione pubblica che non deve, però, essere mai il motivo e lo scopo della missione della chiesa.

Sicuramente possiamo fare ancora molto e, anche se continueremo ad essere una piccola goccia in un più grande mare, la nostra voglia di spenderci per il bene comune e per il prossimo vorrà essere sempre tra le nostre priorità. L’educazione, il servizio, la prevenzione, il sostegno, la solidarietà ci permettono di toccare il cuore del vangelo perché una chiesa che non ama e che non esprime il suo amore non è chiesa. Anche se sfoglierà velocemente queste pagine spero che esse possano suscitare in lei la voglia di fare suoi alcuni di questi progetti, spero che possa sentire la stessa passione che ci ha animato fino ad oggi e che, nonostante le difficoltà che tutti noi stiamo vivendo, potrà sostenerci per permetterci di proseguire il cammino verso quei valori che sono eterni e immutabili. «È più bello il dare che il ricevere».

 

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