Se Dio esiste e interagisce con il mondo, come potrebbe essere assolutamente vera una teoria esaustiva che lo esclude fin dal principio? Una riflessione sulla scienza delle origini.

Norel Iacob – "Per quanto possa sembrare strano, gli scienziati non conoscono ancora le risposte ad alcune delle domande più basilari su come si sia evoluta la vita sulla terra. Prendiamo gli occhi, per esempio. Da dove vengono, esattamente?". Con queste parole inizia un ampio articolo pubblicato dal Guardian nel giugno del 2022.

Quando è utilizzata per spiegare la comparsa dell’occhio, la teoria della selezione naturale (componente centrale dell’evoluzionismo) è "assurdamente sommaria e contraddittoria". Per prima cosa, inizia a metà della storia, dando per scontata l’esistenza di cellule sensibili alla luce, lenti e iridi, senza spiegare da dove provengano. Né offre delle spiegazioni adeguate sul modo in cui componenti così delicate e facilmente disgregabili si siano unite per formare un singolo organo. E la teoria tradizionale non si limita solo agli occhi. Il primo occhio, la prima ala, la prima placenta. Come siano comparsi… non abbiamo ancora una risposta valida. L’idea classica del cambiamento graduale, un felice caso alla volta, è finora caduta nel vuoto".

L’articolo presenta una storia dello sviluppo del pensiero evoluzionistico e della ricerca da parte dei biologi in accordo con la spiegazione più completa (l’unica teoria) dell’evoluzione – che si suppone spieghi come tutta la vita sulla terra si sia sviluppata da una prima molecola – e termina con un suggerimento ipotetico per cui, forse, una teoria unica non esiste né vada ricercata.

In aggiunta al sommario informativo, il lettore occasionale può trovare istruttivo il tono onesto dell’articolo, che mostra i successivi cambiamenti di paradigma in biologia e le conseguenti controversie, la cui profondità è paragonata dall’autore a quella degli scismi teologici. Anche la biologia è un campo di battaglia per le interpretazioni.

Pertanto, sebbene i cristiani non abbiano ragione di allontanarsi dalla scienza ma, al contrario, debbano incoraggiare e sostenere lo sviluppo della conoscenza scientifica, è importante rilevare che nell’ambito delle grandi teorie (unificanti o meno) nel settore della scienza delle origini, è necessario e utile rimanere costantemente cauti. Le questioni estremamente significative in questo campo sono ben lontane dall’essere chiarite e i ripetuti mutamenti nel paradigma scientifico ci aiutano a capire che nessuno dovrebbe scommettere tutte le proprie convinzioni sulla veridicità di alcune teorie contemporanee sull’evoluzione della vita sulla terra.

Inoltre, come osservano diversi scienziati cristiani, finché la scienza delle origini opera all’interno di un paradigma naturalistico, che esclude la possibilità di interazioni di Dio con il mondo naturale, tutte le teorie proposte potrebbero essere mancanti di dettagli decisivi per acquisire la completa energia esplicativa che si cerca. In sintesi, se Dio esiste e interagisce con il mondo, come potrebbe essere assolutamente vera una teoria esaustiva che lo esclude fin dal principio?

(Norel Iacob è direttore di Signs of the Times Romania e ST Network).

[Fonte: st.network. Traduzione: V. Addazio]

 

 

 

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