E’ il tre di aprile quando Paolo, nome di fantasia, invia un messaggio ad alcuni amici manifestando l’intenzione di suicidarsi aspettando l’ultimo treno. Lo ha fatto un mese dopo; poco prima della mezzanotte di martedi’. Ha preso il treno per tornare a casa e, alla fermata che dista pochi metri dall’abitazione dei genitori adottivi, ha imboccato una strada secondaria, che di fatto lo ha allontanato da casa, gettandosi sotto un Frecciabianca diretto alla stazione di Bari (…) Ma qualcosa lo avrebbe spinto al suicidio e questo qualcosa Paolo lo avrebbe confidato agli amici intimi attraverso fotografie, in cui mostra segni di percosse sul volto, e messaggi audio, alcuni dei quali lunghissimi, ma chissa’ perché dopo la sua morte non si aprono piu’. Messaggi dai quali emergerebbe un profondo disagio e problemi con i genitori adottivi. Secondo chi ha ricevuto questi messaggi, Paolo avrebbe mandato agli amici gli audio di alcune liti con papa’ e mamma. In uno di questi file i genitori, in un momento di ira, gli avrebbero gridato che avrebbero dovuto prendere qualcun altro all’orfanotrofio e non lui (da La pagina cristiana). Ne parliamo con Andrea Panerini, pastore della Comunita’ cristiana “Agape”, Chiesa della comunita’ metropolitana di Firenze

Condividi

Articoli recenti