N40-Adra Jesi_progetto spreco zeroNotizie Avventiste/Monia Ciccarelli – Il Comune di Jesi propone il progetto “Spreco zero” per evitare che le eccedenze alimentari e gli oggetti ancora in buone condizioni finiscano nei cassonetti. La sezione dell’agenzia umanitaria avventista della città, Adra Jesi, ha già iniziato a fornire il servizio di distribuzione di alimenti in eccedenza, e in due settimane ha consegnato 220 porzioni di pasti inutilizzati dalle mense.

Adra Jesi è al momento tra le poche organizzazioni a fornire questo servizio e si avvale della collaborazione dell’Associazione “Amicizia a domicilio”, formata da ragazzi cattolici universitari, e di altre persone che già da tempo cooperano alle attività di Adra Jesi.

Per conoscere meglio questa iniziativa, Notizie Avventiste ha rivolto alcune domande a Sergio Ronconi, responsabile del Centro Adra di Jesi.

 Notizie Avventiste: Come nasce e a chi si rivolge il progetto “Spreco zero”?
Sergio Ronconi: Il progetto nasce dalla necessità di recuperare tutte le eccedenze in genere: alimenti dalle mense e nei supermercati, farmaci e vestiario. Il tutto a favore di chi è nel bisogno, dato che il disagio economico che viviamo ha ingrossato le fila del popolo degli indigenti. Quotidianamente siamo tutti alle prese con il problema di come andare avanti, ma per qualcuno il problema è come sopravvivere. Il Comune di Jesi ha abbracciato questo progetto e da prima dell’estate ha chiamato tutte le associazioni di volontariato locale per poter realizzare “Spreco zero”.

N. A.: Adra Jesi è attivamente impegnata in questo progetto. Come si svolge in pratica?
S. R.: In novembre è partita la prima tranche del progetto: raccolta eccedenze di pasti preparati dalle mense nella fase pre-distributoria. Al mattino le mense preparano, indicativamente sulla base della stagionalità, un determinato quantitativo di pasti per case di riposo e scuole. Nell’arco della mattinata, le stesse mense chiamano le scuole per avere conferme riguardo le presenze degli alunni; tutto quello che hanno preparato in più rimane disponibile per “Spreco zero” ed è quindi distribuibile alle persone più bisognose. Alle 11.00 abbiamo la consegna di queste eccedenze abbattute termicamente in contenitori specifici e i nostri volontari contattano, da un elenco fornitoci dai servizi sociali, i beneficiari dei pasti per la successiva consegna presso il Centro Adra di Jesi. Nei turni del pomeriggio accade più o meno lo stessa cosa, ma le eccedenze le raccogliamo dalla società che gestisce le mense per i lavoratori nella zona industriale della città. Due giorni a settimana siamo coadiuvati dall’Associazione “Amicizia a domicilio”. Oltre ad Adra, è coinvolta anche la mensa di S.Francesco di Paola con la quale ci suddividiamo i turni che altrimenti sarebbero doppi.

N. A.: È solo la crisi che impone di risparmiare, dopo anni di consumismo sfrenato e di “usa e getta”, oppure lo “spreco zero” può essere considerato quasi un valore, anche per chi è cristiano?
S. R.: “Spreco zero” deve essere considerato un valore. Da chi è cristiano e da chi non lo è. Proprio ieri sera abbiamo avuto un’altra riunione per valutare il primo periodo di sperimentazione del progetto ed è emersa la necessità di far capire ai beneficiari che dietro vi è l’impegno di tante persone: l’ente che prepara i pasti e ce li fornisce, i volontari che li prendono e li distribuiscono, chi organizza i recuperi, chi gestisce dietro le quinte una macchina organizzativa non semplice. Nessuno pretende celebrazioni e onori, ma è importante tanto il dare quanto la riconoscenza per l’avere. I miei genitori hanno vissuto la guerra e hanno conosciuto la fame, per questo in casa mia, come in quelle di molte persone della mia età, vi è stata sempre una gran considerazione per il cibo e per il fatto che esso non debba andare sprecato. Quando sono diventato membro della chiesa avventista ho preso esempio dallo stile di vita promosso da Gesù, e quindi la questione è diventata ancora più marcata: il dovere di fare buon uso di ogni bene e risorsa disponibile in ogni campo oltre quello alimentare, deve essere prioritario. Dio ha creato la terra per tutti noi ed è un bene da preservare, non da sfruttare fino allo sfinimento per il gusto di sprecare a cuor leggero. Bisogna essere coscienti che le risorse non sono infinite.
Concludendo, questo progetto ci dà la possibilità di fare del bene, secondo le parole di Gesù: “In quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me” (Matteo 25:40).

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