Dal 3 settembre 2015, giorno in cui il ritrovamento sulla spiaggia turca di Bodrum del corpo del piccolo Aylan Kurdi desto’ l’attenzione di tutto il mondo sul dramma delle morti in mare, almeno 700 (fonte Unicef) tra neonati e bambini sono annegati nel mare (una media di 2 al giorno). E il numero reale potrebbe essere persino piu’ elevato, considerato il grande numero di dispersi.
E così il mare, che dovrebbe essere un luogo di gioco e di divertimento, diventa una grande tomba.
Ma i bambini devono giocare in mare e non morire!
Per questo Ai.Bi., Amici dei Bambini, ha lanciato la campagna “Bambini in Alto Mare” per aiutare concretamente, in Italia e in Siria, coloro che nel dramma della guerra e dell’emigrazione sono appunto i piu’ deboli, fragili e indifesi: i bambini.

Dal 17 settembre al 3 ottobre 2016, inviando un sms solidale da 2 euro o effettuando una telefonata da 2 o 5 euro da rete fissa al numero 45507 e’ possibile restituire un’infanzia felice ai piccoli migranti che ogni anno sono costretti a cercare un futuro migliore attraversando il mare.

All’appello di Ai.Bi. ha risposto Nino Frassica: l’attore messinese e’, infatti, protagonista dello SPOT della campagna solidale, tratto dall’omonima canzone “A Mare si gioca” (di cui è autore Tony Canto, anche lui testimonial della campagna di Ai.Bi) presentata al Festival di Sanremo 2016, ricevendo grande apprezzamento da parte della Critica. Lo spot, tratto dall’omonima canzone, riprende uno dei momenti piu’ toccanti, quello dei bambini che, in maniera innocente, giocano al ‘Gioco dello Scafo’.

Nel concreto Ai.Bi. contribuira’ alla costruzione di un ospedale pediatrico in Siria garantendo cure ed assistenza ai bambini vittime dei bombardamenti. L’ospedale e’ l’ennesima sfida che si pone Ai.Bi, presente dal 2014 in Siria, nelle province settentrionali di Idlib e Aleppo, e recentemente anche nelle aree di Homs e Rural Damasco, con l’obiettivo di contribuire alla sicurezza alimentare e alla protezione dei minori. Tre anni in cui Ai.Bi ha aiutato 25 mila bambini e le loro famiglie “strappate” cosi’ ai barconi mettendole nelle condizioni di poter vivere.
L’ospedale si trovera’ nel nord della Siria, accessibile a circa 450 mila civili: sara’ scavato nella collina fornendo un ambiente sicuro per i pazienti e il personale. Su una superficie di circa 2000 mq all’interno della collina e 300 mq fuori, l’ospedale offrira’ servizi di emergenza cosi’ come pediatria, ginecologia e servizi ostetrici per 300 pazienti al giorno. Con 35 posti letto e 19 incubatrici, l’ospedale potra’, inoltre, fornire la sicurezza ai piu’ vulnerabili.

Su questa campagna Claudio Coppini e Roberto Vacca hanno intervistato Andrea Moroni, responsabile della cooperazione internazionale di Ai.Bi

Il corpo del piccolo Aylan Kurdi, morto per la nostra impotenza e indifferenza

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