N16-Yom HaShoah ParmaPatrizia Evola/Notizie Avventiste – Domenica 7 aprile, si è svolta nella sinagoga di Parma la celebrazione dello “Yom Ha Shoah ve la Ghevurah”, la ricorrenza che cade il 27 del mese di Nissan del calendario ebraico, in cui si ricorda l’orrore nazifascista e l’eroismo di quanti vi si opposero.

Erano presenti i rappresentanti delle istituzioni e di varie comunità di fede, tra cui Luciano Mazzoni, presidente del Forum interreligioso di Parma e il pastore Daniele La Mantia che ha rappresentato il Consiglio delle Chiese cristiane di Parma, di cui è quest’anno presidente, e la Chiesa cristiana avventista. Alla cerimonia molto toccante ha partecipato anche il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, che ha ricevuto il distintivo dello Yad Vashem, il museo della Shoa di Gerusalemme, in cui è rappresentato un filo spinato, simbolo delle sofferenze subite, da dove si sprigionano le fiamme della rinascita.

Giorgio Yehuda Giavarini, presidente della comunità ebraica, nel suo intervento ha fatto un breve excursus sull’origine di questa giornata, istituita dallo Stato d’Israele nel 1953, e sulle persecuzioni che questo popolo ha subito non solo durante il nazismo, ma nel corso di tutta la storia, e che subisce ancora. Giavarini ha proseguito ricordando che nel 1930 “gli antisemiti europei gridavano: ‘Gli ebrei vadano in Palestina’. Oggi essi gridano: ‘Gli ebrei fuori dalla Palestina’. È chiara la sintesi che concilia queste due posizioni: semplicemente gli ebrei non devono esistere né qua né là”. Ha poi concluso ricordando che alla radice dell’antisemitismo c’è solamente l’odio per lo straniero, per il diverso. È l’odio per la diversità. “Oggi siamo qua perché questo non abbia mai ad avverarsi”, ha ribadito.

“Abbiamo un obbligo e un debito nei confronti della comunità ebraica, che ci richiama a un momento di riflessione e vicinanza”, ha affermato il pastore La Mantia.

Nella cerimonia, il rabbino di Parma, David Elia Sciunnach, ha letto un Salmo e ha acceso 6 ceri per simboleggiare i 6 milioni di ebrei uccisi durante la pazzia nazista. È seguita la lettura dei nomi degli ebrei di Parma e Piacenza deportati e sterminati, erano in gran parte bambini. Poi, il suono dello “shofar”, il caratteristico corno liturgico di montone, ha reso veramente toccante la cerimonia. In questa occasione una televisione locale e la giornalista della Gazzetta di Parma hanno intervistato il pastore La Mantia e il dott. Mazzoni. La comunità ebraica ha poi salutato gli ospiti con dolci tipici della loro tradizione.

Per leggere una rassegna stampa dell’evento cliccare qui.

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