Cosa succede a chi gioca d’azzardo, a chi continua a giocare e a chi gioca troppo così da diventare un giocatore problematico e/o un giocatore patologico.

Ci facciamo questa domanda perché troppo spesso il giocatore o la giocatrice d’azzardo vengono giudicati come persone con un vizio oppure semplicemente degli “stupidi”, così che quando si ammalano (perché di malattia si tratta) di Disturbo da Gioco d’Azzardo (non si chiama più ludopatia) allora diventano dei “poveretti” che “se la sono cercata”.

Se questo è un gioco” sta invece scoprendo le carte. Grazie al lavoro di studio e confronto insieme ad Avviso Pubblico e ai molti esperti che il progetto intercetta, ma anche alle testimonianze di ex giocatori e giocatrici, il progetto può mettere a disposizione informazioni e conoscenze utili a tutti. Perché chiunque di noi in qualsiasi momento della propria vita può incorrere nel rischio di cadere nella trappola dell’azzardo.

Cosa succede a chi gioca d’azzardo, dunque, lo spiega, lo racconta e lo dimostra molto bene la ricercatrice e antropologa del Mit (Program in Science, Technology, and Society) Natasha Dow Schull nel libro Architetture dell’azzardo. Progettare il gioco, costruire la dipendenza. Un testo fondamentale.

Con quindici anni di ricerca sul campo a Las Vegas, l’antropologa mostra come il ritmo elettronico delle slot spinga i giocatori in uno stato di trance che loro chiamano “la zona della macchina”. In questa zona le preoccupazioni quotidiane, le pressioni sociali e anche la coscienza della propria dimensione fisica scompaiono. Una volta entrati nella zona, le persone continuano a giocare non per vincere ma per continuare a giocare, il più a lungo possibile. Se l’obiettivo delle persone è perdersi nel gioco, l’obiettivo dell’industria è massimizzare i profitti.

Puoi approfondire il tema nel blog La Vita come un Gioco dove scoprire cosa succede a chi gioca d’azzardo e cosa potrebbe succedere anche a te.

“Se questo è un gioco” è il progetto di Fondazione Adventum e Avviso Pubblico, che ci accompagna in un percorso di presa di consapevolezza dei rischi legati al gioco d’azzardo e risponde a domande, esigenze e richieste di aiuto, smascherando tutti gli inganni dell’azzardo di massa.

Il progetto è finanziato dall’Otto per mille avventista.

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