Maol/Ann – A Luanda, i dirigenti avventisti dell’Africa meridionale hanno promosso il metodo dei piccoli gruppi su larga scala, in risposta all’appello della Chiesa avventista del 7° giorno mondiale per la missione nelle grandi città.

A dieci anni dalla fine della guerra civile nel paese, il clima sociale è in questo momento favorevole all’evangelizzazione nella capitale dell’Angola, Luanda, dove vivono almeno 7 milioni di persone.

Circa 52.000 gruppi, ciascuno costituito mediamente di cinque persone, si riuniscono regolarmente nelle case. Dopo alcuni mesi, essi si uniranno in gruppi di quattro per realizzare quelli che i leader definiscono «cottage meeting», vale a dire riunioni più allargate ma sempre in un ambito informale e familiare. Il progetto è di avere, per la fine di quest’anno, circa 10.000 di questi incontri in cui si studia regolarmente il Vangelo.

Per decenni, la Chiesa avventista mondiale ha avuto grande difficoltà a sostenere la Chiesa in Angola, a causa dei 30 anni di guerra civile costata la vita a 1,5 milioni di persone. Il quel periodo, la denominazione non ha potuto devolvere la propria offerta del 13° sabato a progetti nel paese.

La Chiesa avventista in Angola ha poche strutture oltre ai luoghi di culto. Il Seminario avventista Bongo, nella città di Haumbo, conta 115 studenti iscritti. Nel campus si trovano anche una scuola media, una clinica e una casa editrice.

L’Angola è ricca di risorse naturali, tra cui diamanti e petrolio. La maggior parte dei prodotti sono importati e per questo Luanda, la capitale, è una delle città più care al mondo. Anche se il paese attira capitali dall’estero, oltre il 40 per cento della popolazione vive in condizioni di povertà.

I dirigenti avventisti sperano che un rinnovato senso della missione, con l’aiuto dello Spirito Santo, possa contribuire a diffondere il messaggio di Gesù e incoraggiare sempre più persone a scegliere un modo più sano di vivere e a impegnarsi nella formazione scolastica.

Condividi

Articoli recenti