Podcast: Download (38.3MB)
In questa seconda puntata prendendo a pretesto un fatto di cronaca, il dottor Varrasi e Claudio Coppini con l'ausilio del Cannocchiale ci portano a riflettere sulla verità, quella umana, pratica, rifuggendo da quella filosofico- specialistica o spiritual- religiosa.
Come dice Platone, la verità è corrispondenza della realtà, ma la realtà è estesa e profonda, ha molte facce e, sopratutto, non sta mai ferma per poter essere catturata.
Per non parlare poi del ruolo dell’osservatore e del suo punto di vista!
È evidente, insiste Varrasi, che molti giudizi umani sono fallibili, relativi, contraddittori, anche se l’umanità ha bisogno di certezze, di verità immutabili.
Questa esigenza di sicurezza e di riferimenti fissi è così forte che gli uomini la verità spesso la deformano, la frammentano, oppure la sostituiscono con l’illusione che, alle giuste dosi, sembra regalare grandi soddisfazioni.
Ma allora la verità è relativa? Non è detto.
Come dice il filosofo Hegel, “la verità è l’intero”, una specie di paesaggio, come vede il Cannocchiale, dove coesistono alberi riconoscibili con frutti succosi, piante misteriose che possiamo evitare per paura o a cui possiamo accostarci per curiosità. E poi un bosco talmente fitto che per addentrarvici, ci vuole una bella dose di coraggio e di forza.
E poi, secondo il dottor Varrasi, che si richiama a esperienze professionali psicoanalitiche, la verità è fatta a strati: possiamo procedere dalla superficie alla profondità, dall’apparenza (con i vari tipi di maschere umane) alla sostanza, da sopra – cioè dai principi più evoluti – per inabissarci verso il basso, oppure al contrario partire terra terra per alzare il nostro sguardo verso il cielo.
Secondo il Cannocchiale di Varrasi, la ricerca della verità è un viaggio quantomai interessante, che dura per tutta la vita. Ognuno fa il suo percorso e arriva a un certo punto della via. Il monito è di non stare fermi o passeggiare tutto il tempo nel proprio cortile, né comportarsi come Ponzio Pilato di fronte al Cristo, che pone la domanda sulla verità ma che poi se ne lava le mani.