Maol – La sera di domenica 16 agosto, il past. Giuseppe Laguardia si è addormentato nel Signore all’età di 65 anni. La sua improvvisa scomparsa ha lasciato attoniti e nel dolore tutti coloro che lo conoscevano e lo amavano. Giovedì scorso era stato ricoverato in ospedale a Catania per un ictus; domenica era peggiorato ed era stato trasferito in rianimazione dove si è spento.

«Ci sono donne e uomini destinati a compiere grandi imprese da cambiare il corso della storia e per questo saranno ricordati nei libri. Ce ne sono altri le cui gesta non saranno mai riportate sugli annali, eppure la loro vita ha avuto l’effetto… quale profumo di odore soave. Giuseppe (affettuosamente Pino o Pinuccio) è stato, per chi lo conosceva, il pastore, il collega, il capo scout, il fratello, l’amico. In ognuno di questi aspetti ha sempre dato tutto se stesso» ricorda il past. Gabriele Ciantia che per anni è stato direttore del Campo Siciliano.

Nato a Potenza nel novembre del 1954, Giuseppe Laguardia aveva studiato teologia per due anni a «Villa Aurora», a Firenze, e per altri due anni nel Seminario avventista di Collonges-sous-Saléve, in Francia, come era obbligo a quel tempo per completare gli studi teologici. Era entrato in servizio nell’opera nel 1979, come pastore della chiesa di Monreale. Nel 1981 aveva sposato Maria Concetta Ferrante. La loro famiglia è stata rallegrata da quattro figli: Emanuela, Raffaele, Gabriele e Cristina. Nel 1990 è arrivata la consacrazione al ministero pastorale. Giuseppe aveva una fede profondamente radicata in Gesù. Ed è stata questa fede a permettergli di affrontare ogni sofferenza nella vita, come la perdita prematura della sua cara moglie, nel marzo del 2001.

Nei lunghi anni di pastorato in Sicilia, ha servito le chiese di Monreale, Campobello, Agrigento, Ragusa, Gela, Niscemi, Caltagirone, Palermo, Palermo ghanese, Messina, Plaesano, Lentini, Augusta e Siracusa. Amante della musica, ha composto diversi canti per i giovani. Credeva nell’attività evangelistica radiofonica e collaborava con Radio Voce della Speranza nella realizzazione di vari programmi. Dall’ottobre del 2019 era in pensione. La sua scomparsa lascia un grande vuoto.

«La vita di Pino è stata intensa, sia nel bene sia nel male» aggiunge il past. Ciantia «Ho condiviso con lui, in questi ultimi dieci anni, tanti momenti a dialogare, lui era entusiasta di quello che faceva; a consigliarci, a sostenerci; ogni volta concludevamo i nostri incontri con l’immancabile battuta di Pino. Quando è andato in pensione, come pastori del Campo Siciliano, abbiamo sentito la sua assenza ai nostri incontri pastorali. Ora ci mancherà ancora di più. Ma se fosse ancora tra noi, lui che sapeva sdrammatizzare, con una delle sue battute, ci direbbe “non siate tristi, ci rivedremo tra non molto”. Ciao Pinuccio!».

Siamo vicini con tutto il nostro affetto e la preghiera ai figli Emanuela, Raffaele, Gabriele e Cristina, alle loro famiglie e a tutti i parenti.

I funerali si terranno domani mattina, 18 agosto, alle ore 11, nella chiesa avventista di Catania, in via Sapri 18, officiati dal past. Stefano Paris, presidente dell’Unione italiana. Potranno partecipare solo i parenti.

Messaggi di cordoglio possono essere inviati alla figlia Emanuela: emanuela.laguardia@istruzione.it

 

Ricordando Pino

Marco Carmina (Radio Voce della Speranza Catania) – Con Pino Laguardia ci siamo trovati tante volte assieme per fare dei programmi. Era uno dei miei interlocutori preferiti perché era sarcastico, autocritico, molto profondo. In settimana è stato poco bene, ha avuto un Tia che è stato un po’ l’avvisaglia di quello che ha avuto. È stato un bene che in questo periodo fosse dalla figlia a Catania, perché altrimenti sarebbe stato solo a casa sua a Mazara.

Ci siamo sentiti ieri, lo avevo chiamato per sapere come stava, e lui mi aveva proposto di fare un programma radiofonico assieme, lo avremmo cominciato probabilmente a ottobre e il tema sarebbe stato il silenzio di Dio, o quantomeno l’apparente silenzio di Dio. Mi aveva presentato tutte le sue idee, aveva argomentato il perché Dio tace e perché certe volte è meglio che Dio taccia. Quindi ci eravamo lasciati, ieri, con l’idea che dovevamo cominciare questa nuova avventura e lui era molto entusiasta di questo. Ero felice che lui avesse da condividere delle riflessioni per i nostri radioascoltatori. È stato un fulmine a ciel sereno apprendere della sua scomparsa. Mi mancherà tanto in questa strada da percorrere assieme fino al ritorno di nostro Signore.

Mario Calvagno e Carmen Zammataro (Radio Voce della Speranza Roma) – Una notizia agghiacciante quella della scomparsa del caro pastore e amico Pino Laguardia. Lo avevamo conosciuto negli anni in cui lavoravamo per Awr Mazara del Vallo. Proprio in quella cittadina insieme alla sua preziosa famiglia, trascorreva le ferie estive e quelle delle festività natalizie. Un uomo sempre pronto a servire la chiesa e a rispondere ai bisogni delle persone. Molto preparato, umile e capace di risollevare gli animi di chi era scoraggiato.

La costante presenza di Dio nella sua vita, la fede incrollabile nel suo amore, gli davano ogni giorno la forza di andare avanti nonostante la grave perdita della sua amata Cettina e le difficoltà da affrontare con la cara figlia Cristina. Il suo esempio e quello della moglie hanno fatto crescere i lori figli in modo meraviglioso.

A Mazara, quando era presente, suonava la chitarra insieme a Mario. Testimoniavano anche con il canto e la musica dell’amore di Dio a un nutrito gruppo di membri e di simpatizzanti riuniti la sera per studiare la Bibbia e per consumare dei cibi. Quando ci siamo trasferiti, ha collaborato con noi a Rvs Roma con una lunga serie di programmi che riguardavano la fede nei suoi diversi aspetti. Programmi validi anche oggi. Era il racconto delle sue esperienze personali con Gesù che arrivava al cuore degli ascoltatori.

Ci eravamo rivisti a Roma quando veniva nella chiesa di Appia, e anche ai vari incontri nazionali. Tutte le volte avevamo la sensazione di non esserci mai lasciati. Ci abbracciavamo e ricordavamo le esperienze comuni vissute a Mazara al servizio del Signore. Era un po’ sofferente l’ultima volta in cui ci siamo incontrati a causa di problemi ortopedici che lo attanagliavano, ma non perdeva mai il sorriso. Ci incoraggiavamo a vicenda perché lui era un vero amico e un vero fratello. Lascia un vuoto enorme. Un grande dispiacere ci pervade, ma è la certezza di rivederlo al ritorno di Cristo che ci dà speranza e consolazione.

Lina Ferrara (HopeMedia Italia) – Sono ancora sotto choc per la scomparsa di Giuseppe, da sempre «Pinuccio» per me. Lo avevo conosciuto a Potenza il giorno del mio battesimo nel giugno del 1975. Ci eravamo ritrovati a Villa Aurora per studiare teologia e siamo stati classe uscente nel 1977, insieme con altri dieci studenti e studentesse. Pinuccio era una persona speciale, lo stimavo molto, come un vero fratello. Era umile, sempre allegro, con la battuta pronta, capace di sdrammatizzare le situazioni, appassionato della Parola. Dopo il biennio fiorentino eravamo partiti per completare gli studi nel Seminario avventista di Collonges, in Francia. Eravamo stati classe uscente insieme anche lì, dove avevamo completato gli studi del corso di «evangelista».

Ricordo ancora la partenza da Collonges. Abbiamo viaggiato per oltre un migliaio di chilometri nella Renault 4 di mio fratello, carica fino all’inverosimile di bagagli, con mio padre alla guida, mia madre davanti e sul sedile posteriore mia sorella, io e Pinuccio che reggevamo altri pacchi sulle gambe. Abbiamo viaggiato così da Collonges fino a casa – lui a Potenza, noi a Scanzano Jonico – con qualche sosta, ma sempre nell’allegria, grazie al suo carattere gioviale.

Quello stesso autunno, Pinuccio aveva iniziato il suo ministero nell’opera. Non ci siamo rivisti spesso negli anni, ma ogni volta che ci incontravamo ai convegni o alle Assemblee era come se il tempo non fosse mai passato.

Le vicissitudini della vita non erano riuscite a spegnere il suo sorriso né la luce che brillava nei suoi occhi limpidi. La beata speranza in Gesù lo ha sempre sostenuto e sostiene anche noi che gli volevamo bene e siamo nel dolore. In quel giorno, quando il Signore ritornerà, sappiamo che asciugherà ogni lacrima e la morte non sarà più. In quel giorno riabbracceremo anche Pinuccio.
Vieni Signor Gesù, ti aspettiamo con ansia.

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