tavole leggeI dieci comandamenti spiegati da Benigni

Riccardo Orsucci – Ho seguito con grande aspettativa e molto interesse su Raiuno il monologo di Roberto Benigni riguardo ai dieci comandamenti.

Se Benigni fosse soltanto un comico mi verrebbe da dire che ormai in Italia sono soltanto loro a dire la verità, sui temi sociali, politici, umani e anche di fede. Ma Roberto è molto di più di un comico, è un intellettuale di spessore, un genio della comunicazione. In queste due sere ha rivelato al grande pubblico di avere una sensibilità e un’anima così profonda da poter parlare di Dio a una società che rifiuta di parlarne e di farsi ascoltare per 90 ininterrotti minuti per serata (senza pubblicità).

E pensare che quando un “professionista” della Sacra Bibbia parla in pubblico lo si tollera per una manciata di minuti…

La prima sera Roberto ha parlato dei primi tre o quattro comandamenti, a seconda della tradizione cattolica o ebraica. Ha lasciato spunti utili per coloro che hanno difficoltà a credere nell’esistenza di Dio e ci ha confortato nel dirci dell’impossibilità dell’uomo di capire e spiegare Dio. Ha detto che i comandamenti sono leggi di libertà per la vita degli uomini, degli animali e per il bene della terra. Ha spiegato che “non usare il nome di Dio invano” significa non servirsi di Dio come scusa per i propri affari e le proprie guerre… Ha innalzato il comandamento del riposo del sabato per ritrovare la propria anima e il proprio equilibrio nella società e nell’ambiente in cui viviamo. Ha richiamato l’attenzione sulla vanità della materia e sul valore del silenzio nella ricerca di Dio e nell’ammirazione di tutto ciò che Dio ha fatto.

La seconda serata Roberto ha messo in luce i comandamenti che riguardano le relazioni umane partendo dalla famiglia (onora i genitori) e continuando con il valore della vita (non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire il falso contro il prossimo) e finendo con il comandamento che sancisce la presa di coscienza di possedere una coscienza, per usare le parole di Benigni.

È stata una predicazione senza pausa, un invito al cambiamento per ritrovare i valori della famiglia, della vita, della sessualità, dell’altro come parte di me stesso, della verità e dell’onestà per riscoprirsi parte di un tutto infinito. Benigni ha voluto chiamarci alla vita, a goderne in piena libertà invitandoci ad esprimere la maggiore qualità di Dio e dell’uomo: l’Amore.

Tutto condito da una dialettica che solo il regista e premio Oscar toscano possiede; e un entusiasmo nel parlarci di ciò che lui ha scoperto in Dio e nei dieci comandamenti che credo abbia fatto riflettere credenti e anche non credenti, pastori e laici, mostrandoci che di Dio si può e si deve parlare e che le sue leggi non sono teorie superate ma proposte serie di vita regalateci da un Dio che ci ama gratuitamente e desidera soltanto vederci felici.

Grazie Dio di questo dono, dei dieci comandamenti, e grazie Benigni perché nessuno aveva mai parlato di Dio come hai fatto tu, per tre ore e davanti a dieci milioni di spettatori.

Per ascoltare alcuni commenti raccolti dalla radio Rvs di Firenze, nel programma l’Altro Binario, cliccare qui.

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