In questo numero presentiamo il saggio di Paolo Lombardi “Un segreto ricomporsi. Albert Speer: dalla memoria individuale alla storia” (ed Le Lettere, 2013). La memoria e’ un guardiano, una sentinella benevola che si oppone alla disgregazione del passato nell’oblio? Pochi uomini, al pari di Albert Speer, l’ex ministro degli armamenti e architetto di Hitler, provavano l’acutezza della necessità di ragionare sul proprio passato mostruoso e sulla propria parabola, e al contempo di trovare in quel passato il conforto di un senso che ridesse qualche forma di dignita’ al proprio vivere presente. Dopo aver vissuto come un satrapo al centro del potere nazista, insensibile alle tragedie che avvenivano attorno, imputato a Norimberga e poi detenuto per venti anni nel carcere di Spandau come massimo criminale di guerra, Speer intraprese un’opera di rievocazione del proprio passato nazista, che lo aveva reso corresponsabile e complice di crimini inauditi e smisurati, fino a ricreare una narrazione di se’ nel nazismo e del suo paese nel nazismo come innocenza perduta, narrazione le cui fortune andarono persino oltre la sua persona. Fu un lavoro durato più di venti anni, forse non del tutto trasparente allo stesso Speer, dipanando il quale finiscono per emergere alcune delle caratteristiche di quel farsi continuo e oscuro, di quel segreto ricomporsi che è la memoria umana. Paolo Lombardi e’ stato presidente del Centro Studi Storici di Psicoanalisi e Psichiatria di Firenze ed è autore di numerosi saggi. L’intervista e’ a curadi Roberto Vacca

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