Comunicato dell’Uicca sul conflitto in Medio Oriente.

A oltre un mese da quel 7 ottobre che segna la data del drammatico riacuirsi del conflitto israelo-palestinese, l’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno partecipa con sgomento, nella preghiera, al lutto per le molte vittime innocenti che quel conflitto sta generando.

La terra di Gaza è sottoposta a sofferenze disumane e aggiorna di continuo la conta del già altissimo numero di vittime civili. Auspichiamo che corridoi umanitari vengano sempre più sollecitamente aperti per mettere in salvo le tante migliaia di donne, uomini e bambini che rischiano conseguenze fatali.

Le immagini e i reportage da quelle terre narrano di intere generazioni segnate dal lutto, dal dolore e dal tramonto di ogni speranza di riscatto, e potenzialmente esposte, dunque, all’insano sogno di una rivalsa futura.

Non possiamo al tempo stesso non ricordare la penosa sorte degli ostaggi israeliani, incolpevolmente trattenuti da una organizzazione terroristica senza scrupoli e senza onore. Per la loro sorte, al momento oscura, ci uniamo al dolore delle famiglie e all’attesa trepidante di poter gioire per la loro liberazione e il loro ritorno a casa.

Urge un tempo di tregua e di silenzio, di gesti di umana pietà e di dialogo sincero e critico, non funestato dal rombo delle armi e dalla minaccia della morte. Urge un tempo per tornare a costruire ciò che si è distrutto, per appianare i sentieri della pace e della concordia, e vivere in una sicurezza che sia garanzia di incolumità per tutti i popoli.

Avvertiamo oggi una distanza siderale da questi scenari, ma Dio saprà effondere il suo Spirito nei cuori e saprà trovare donne e uomini di tutte le religioni e di tutte le etnie che sappiano donare e ricevere parole di pace e di perdono.

Nel nostro mondo non ancora trasformato nel regno di Dio, la pace rimane una condizione agognata. Cionondimeno, l’incessabile azione di Dio nella storia genera il fiorire di speranze fragili ma concrete. A queste speranze fragili e pur necessarie, aspirino i cristiani per essere mediatori di gesti di pace e di fratellanza verso ogni popolo della terra. A questo obiettivo, come avventisti del settimo giorno, vorremmo recare testimonianza e dedicare le nostre preghiere e la nostra opera continua.

 

 

 

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