Restano aperti i due ospedali avventisti nei paesi critici dell’Africa occidentale

LLUH2

Notizie Avventiste/ARnews – Medici laureatisi presso la School of Medicine della Loma Linda University sono impegnati nel curare i pazienti nei paesi dell’Africa occidentale maggiormente colpiti dall’epidemia di ebola.

Gillian Seton si trova dallo scorso febbraio nel Cooper Adventist Hospital in Liberia, nell’ambito del programma missionario dell’università, elaborato dalla Chiesa avventista mondiale per dare sostegno finanziario agli studenti medici e dentisti impegnati nei luoghi delle missioni.

Un altro medico, James Appel, arriverà questa settimana in Liberia per affiancare la dottoressa Seton. James Appel ha trascorso gli ultimi dieci anni in Ciad, esercitando la professione di medico di famiglia.

La Chiesa avventista mondiale, in collaborazione con l’Adventist Health International, che ha sede a Loma Linda, ha deciso di mantenere aperto l’ospedale della Liberia, nonostante l’epidemia del virus ebola. L’ospedale ha 45 posti letto, comprende un centro di oculistica e si trova nella cuore della capitale Monrovia, dove vive quasi un terzo degli abitanti del paese (in tutto circa quattro milioni di persone). La Repubblica della Liberia, fondata da schiavi americani e caraibici liberati, è uno stato indipendente dal 1847.

Molti ospedali pubblici nella nazione africana e nelle zone vicine hanno chiuso o rifiutano di prendere nuovi pazienti, ma il personale e gli amministratori del Cooper hanno deciso di restare aperti per curare le malattie non correlate all’ebola. Essi esaminano i pazienti prima che entrino in ospedale, al fine di evitare il più possibile ogni contatto con il virus ebola e garantire la sicurezza di pazienti e personale.

Per la dottoressa Seton, chirurgo generale presso l’ospedale, il bisogno di cure mediche è superiore ai pericoli che si corrono restando lì.

“Il posto più pericoloso dove essere in questo momento è proprio l’ospedale, ma cosa si deve fare se si ha una partoriente che ha problemi? O qualcuno con appendicite o con una grave forma di malaria che mette a rischio la sua vita?”, ha affermato la dottoressa.

Per questo l’ospedale non è stato chiuso, perché i medici hanno visto la disperazione delle persone che cercavano aiuto ed erano state rifiutate da quattro o cinque ospedali perché chiusi a nuovi ricoveri.

Richard H. Hart, presidente dell’Adventist Health International e rettore della Loma Linda University Health, ha informato che le due istituzioni continuano a sostenere l’ospedale Cooper sovvenzionandolo e inviando le forniture ospedaliere. Altro personale sarà inviato in Liberia, e lavoreranno solo coloro che decidono di rimanere.

“Sono orgoglioso del nostro personale al Cooper, particolarmente di Gillian e James che hanno scelto il dovere alla sicurezza, continuando a prestare cure ai pazienti”, ha affermato Hart. Egli ha anche informato che è stata aperta una speciale unità per le malattie infettive in un altro ospedale, per curare i pazienti sospetti di ebola e offrire in questo modo un’opzione fondamentale di riferimento all’ospedale Cooper.

Un altro ospedale avventista, il Waterloo Adventist Hospital in Sierra Leone, sta affrontando la crisi ebola. Sia il Cooper sia il Waterloo hanno bisogno di aiuto esterno per pagare forniture, attrezzature e personale medico supplementari.

Per ulteriori informazioni sulla risposta umanitaria alla crisi, visitare il sito www.ahiglobal.org.

Condividi

Articoli recenti