Giuseppe Marrazzo. Passeggiando sulla spiaggia del parco naturale di San Rossore (Pisa), Elena Pochini trova, tra tronchi erosi dalla salsedine, una bottiglia con il classico messaggio arrotolato. Emozionata come una bambina, srotola il foglio e legge. Viene dalla Danimarca, è scritto in inglese con calligrafia tonda tipica di un adolescente e dice: «Hallo, sono felice che qualcuno abbia trovato il messaggio…», firmato, Helene, stesso nome di colei che l’ha trovato. In epoca di internet, sms e in piena comunicazione tecnologica una ragazzina di 14 anni affida un messaggio alle onde del mare e alla fine la bottiglia si ferma sulla spiaggia toscana, come nel film «Le parole che non ti ho detto» con Kevin Costner. Che cosa vuole dire questa ragazzina? Si sente triste? Ha preso una cotta per un coetaneo, ma non è corrisposta? Ha bisogno di ricevere conferme emotive? Questo episodio apre uno «spaccato» sul mondo degli adolescenti. Quell’età di mezzo dove non si è più bambini ma neppure adulti; età stupenda in cui senti emozioni così forti da attraversare come una corrente partendo dalle unghie dei piede alla cima dei capelli. Quegli stessi giovani che tra qualche giorno, zaino in spalla, faranno nuove amicizie, in aule scolastiche e troveranno nuovi insegnanti e altri testi su cui chinarsi per proseguire la formazione alla vita. Su, coraggio! Non siete soli.

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