Maol
– Lo scorso 21 maggio, Filippo Rivoli, pastore emerito, si è addormentato nel Signore. Avrebbe compiuto 79 anni il prossimo 7 settembre. Nato a Piazza Armerina, era molto giovane quando decise di camminare insieme con Gesù, arrivando al battesimo il 6 ottobre del 1956.

Dopo aver studiato teologia nell’Istituto «Villa Aurora» di Firenze e nel Seminario avventista di Collonges-sous-Salève, in Francia, entrò in sevizio presso l’Unione italiana nell’agosto del 1966. A dicembre dello stesso anno sposò Zenobia Romano. Con lei ha condiviso tutta la sua vita. Fu consacrato pastore il 16 settembre del 1978.

Nel suo lungo ministero, ha servito le chiese di Gaeta, Rossano, Cosenza, La Spezia, Treviso, Conegliano, Trieste, Pordenone, Asti e Montaldo Bormida. In pensione dal 2000, da diversi anni viveva, con la moglie, a Trieste.

Così lo ricorda il past. Michele Abiusi
Ho conosciuto Filippo Rivoli al mio primo convegno pastorale, in giugno 1974, ed è subito sorta una bella amicizia tra «Filippone» e «Michelone» (come ci chiamavamo affettuosamente). Ciò che subito mi ha colpito di lui è stato l’attaccamento alla chiesa e ai suoi valori, e la sua profonda umiltà; posso dire che in questa virtù mi è stato maestro.

Subentrai a lui nella guida delle comunità di Gaeta, Cellole e Formia nel 1975 e mi resi conto dello spessore delle visite pastorali che faceva e dell’affetto che i fratelli nutrivano per lui, ricambiato da lui ed anche dalla moglie, Zeni, che lo ha sempre affiancato con dedizione.

Sul piano teologico lo consideravo un conservatore, ma sempre aveva un profondo rispetto delle convinzioni altrui.

Filippo era un uomo che sapeva dare tanto amore, e questo arrivava, le persone con le quali entrava in contatto se ne rendevano conto. Non ha mai avuto sete di «potere» perché, fondamentalmente, si sentiva un «servitore» del Signore e della sua chiesa.

Ricordo l’impegno che mise in Calabria per fondare la chiesa di Cosenza. Era un lavoratore instancabile! E non lo dico perché in questi casi si tessono le lodi del defunto, ma perché l’ho conosciuto da vicino e il suo profondo desiderio era quello di portare anime a Cristo, il cui ritorno sentiva imminente. Aveva anche il desiderio di una classe pastorale unita. Fin da quel mio primo convegno pastorale mi invitò, alla fine delle riunioni, nella sua camera d’albergo, insieme ad altri colleghi, per pregare affinché questo si realizzasse.

Mi ha insegnato a pregare fino a notte fonda… e ringrazio il Signore di questo. Spesso raccontava la sua esperienza di ragazzo, quando a Piazza Armerina portava l’acqua agli operai che lavoravano nei cantieri, e concludeva dicendo: «Ora porto l’acqua della vita».

Di quell’acqua ti sei abbeverato, carissimo Filippo, e hai permesso a tanti di dissetarsi. Anche quando eri in pensione, sei rimasto pastore e continuavi a offrire quell’acqua. Ti ho rivisto diverse volte a Trieste, ti ho sentito predicare anche ultimamente e sei sempre stato un buon oratore. Ringrazio Dio di averti conosciuto e di averti avuto come collega nella sua opera. Attendo il ritorno di Cristo per riabbracciarti!

Una serie di riflessioni in video su Hci
Lo scorso anno, il past. Filippo Rivoli ha tenuto una serie di brevi meditazioni bibliche sulla web televisione Hope Channel Italia.

Guarda una puntata.

 

La serie intera è su Hope Channel Italia

 

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