Nella macroregione comprendente la Libia, l’Egitto, l’Etiopia, l’Eritrea e i territori vicini, esiste da anni la tratta di esseri umani. Ne sono vittime prevalentemente i rifugiati e i migranti. Rapimenti, torture,mutilazioni, forse espianto di organi a scopo di lucro, sono le pratiche agghiaccianti esercitate da gruppi appartenenti a diverse tribù dell’area. Perché le autorità si disinteressano di questi fatti? Qual è la risposta delle chiese? I mezzi d’informazione dedicano un’attenzione sufficiente al fenomeno? Intervista al sacerdote eritreo Abba Musiè Zerai, presidente dell’Agenzia Abescia, a cura del pastore avventista Davide Romano, direttore aggiunto del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa dell’Unione Italiana delle Chiese cristiane avventiste del settimo giorno.

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