Dieci giorni di preghiera 2021

Dieci giorni di preghiera 2021

HopeMedia Italia – Anche quest’anno potremo vivere insieme le esperienze della comunione fraterna, del nostro legame con Gesù.
Forse un po’ diversamente rispetto allo scorso anno, forse non in presenza ma a distanza con l’ausilio della tecnologia.
I Dieci giorni di preghiera si terranno dal 6 al 15 gennaio sul tema “Vogliamo rinascere” e si concentra sull’importanza di sperimentare il risveglio personale oltre alla gioia di affidarsi a Dio in ogni aspetto della vita.

I Dieci giorni di preghiera fanno parte dell’iniziativa “Revival and Reformation” della Chiesa avventista mondiale. È a disposizione il fascicolo con le letture per i dieci giorni speciali che puoi scaricare dalla pagina gestionecristianadellavita.avventista.it/10giornidipreghiera
Qui troverai anche dieci video che ti accompagneranno giorno per giorno.

Le riflessioni in video sono state registrate proponendo ai coniugi di pastore e pastori impegnati nell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste di presentare un proprio contributo.
La proposta ha lo scopo di offrire una condivisione di fede e di preghiera alternativa a quella a cui siamo abituati. Per questo il Dipartimento della Gestione Cristiana della Vita ringrazia tutte e tutti coloro che hanno accettato di partecipare al progetto con il loro intervento.
Novità di quest’anno: possibilità di seguire in diretta un programma speciale che andrà in onda da mercoledì 6 a venerdì 15 gennaio su hopemedia.it tutte le sere alle ore 19.30 con i pastori del Campo Siciliano. 

Vi invitiamo a ricercare un risveglio spirituale per mezzo della forza dello Spirito Santo. Mentre pregate, rivendicate la promessa fatta da Dio a Zorobabele: “Non per potenza, né per forza, ma per lo Spirito mio, dice il Signore degli eserciti” (Zaccaria 4:6). In altre parole: “Ciò che state progettando non avrà successo né con la potenza di un esercito né con la forza umana; sarà il mio Spirito a realizzarlo! Io, il Signore Dio Onnipotente, faccio questa promessa”.

Qui sotto il programma in diretta su HopeMedia Italia (Hmi)

1° giorno – 6 gennaio: “Il dono più̀ prezioso di Gesù” – Luca 11:13 – past. Stefano Paris  
2° giorno – 7 gennaio: “Accettare il dono” – Efesini 3:18 – past. Gianfranco Irrera
3° giorno – 8 gennaio: “La chiave è la sottomissione” – Romani 12:1 – past. Gabriele Ciantia
4° giorno – 9 gennaio: “Rendere concreto il risveglio spirituale” – Giacomo 4:2-3 – video registrato con Viviana Balabanian (Firenze)
5° giorno – 10 gennaio: “Quale è la differenza?” – 1Corinzi 2:16 – past. Jonathan Madrid
6° giorno – 11 gennaio: “La soluzione di Dio alle nostre battaglie” – Luca 9:23-24 – past. Felix Cobbinah
7° giorno – 12 gennaio: “Rivendicare le promesse di Dio” – Matteo 7:7 – past. Vicenzo Caputo 
8° giorno – 13 gennaio: “Ubbidienza a Gesù” – 2 Corinzi 5:17 – past.Daniele Passaretta
9° giorno – 14 gennaio: “Lavoro per Dio o è Dio a operare attraverso di Me? – Galati 2:20 – past. Abigaela Trofin
10° giorno – 15 gennaio: “Vogliamo rinascere insieme” – Zaccaria 4:6 – past. Dinca Constantin

Durante queste serate, il programma in diretta su Hmi, preparato dal Campo Siciliano, si svolgerà seguendo questa scaletta:

  • Benvenuto 
  • Presentazione distretto e preghiera 
  • Attività bambini (a cura del Mib Sicilia) 
  • Testo biblico 
  • Riflessione 
  • Condivisione soggetti preghiera 
  • Conclusione

Testo e video giornalieri su: uicca.it/10giornidipreghiera

Diretta serale dal Campo siciliano su hopemedia.it/diretta

Per la locandina, clicca qui

Un nuovo anno è un dono. Messaggio speciale di Ted N.C. Wilson per il 2021

Un nuovo anno è un dono. Messaggio speciale di Ted N.C. Wilson per il 2021

HopeMedia Italia – Il nuovo anno appena iniziato è come una tela bianca davanti a noi da poter dipingere con le decisioni e le scelte che faremo. Non sappiamo cosa ci riserva anche se le premesse sembrano presentare giorni e mesi che saranno ancora critici a causa del coronavirus.

Nel suo messaggio di buon anno, il past. Ted Wilson, presidente della Chiesa avventista mondiale, ci invita a “essere fiduciosi e sicuri” in Dio, “mentre seguiamo e ci fidiamo di Gesù nel 2021”.

“Un nuovo anno è un dono” precisa Wilson “l’opportunità di un nuovo inizio… di cambiare le vecchie abitudini e di fare scelte migliori”. E parla di quanto sia importante la salute.

[Traduzione e doppiaggio del video a cura di Espoir Medias (www.magazineavventista.com)]

Un Natale solidale a Jesi e Conversano

Un Natale solidale a Jesi e Conversano

HopeMedia Italia – “A Natale mettiti in pigiama” è stato lo slogan di Adra Jesi, il coordinamento locale dell’agenzia umanitaria avventista che opera nella città marchigiana e nei dintorni con progetti solidali e la partecipazione a iniziative benefiche del Comune jesino.

Dal 16 al 23 dicembre, i volontari di Adra hanno allestito uno stand in pieno centro città.
“Il banchetto della solidarietà era presente in Corso Matteotti” ha spiegato Michele Abiusi, pastore emerito “Il nostro era l’unico banchetto autorizzato. Abbiamo distribuito, in cambio di un’offerta libera, una quantità di pigiami nuovi, nella loro confezione, che ci erano stati donati”.

Una ventina sono stati i volontari che si sono avvicendati al banchetto allestito in chiave natalizia. “Le persone che si avvicinavano e prendevano i pigiami lasciando un’offerta” ha aggiunto Abiusi “avevano maggiore consapevolezza dell’attività svolta da Adra e dalla Chiesa avventista”.

200 pigiami ceduti – 123 da donna, 50 da uomo e 27 da bambino/a – è il bilancio finale dell’iniziativa. Il ricavato sarà utilizzato per progetti sociali a Jesi.

“Attraverso queste pagine” ha concluso Abiusi “vorrei esprimere il mio personale ringraziamento innanzitutto a Dio che ci ha permesso di svolgere questa esperienza con un tempo meteorologico magnifico, all’amministrazione comunale che ci ha concesso il permesso di realizzare il banchetto solidale, e poi a tutti i volontari che hanno messo il cuore in questa iniziativa”.

Conversano 
A Conversano, in Puglia, la sezione locale di Adra ha realizzato un altro progetto solidale.
“Tutti gli anni nel periodo natalizio” ha affermato Antonietta Fantasia “il momento più atteso dai bambini è quello dell’apertura dei pacchi-dono che sono sotto l’albero! Tutti i bambini esultano di gioia quando scartano i loro pacchi e all’interno vi trovano i giochi tanto desiderati e tanto sperati! Adra di Conversano si è chiesta se quest’anno i bambini di tutte le famiglie della nostra città avrebbero potuto vivere le stesse emozioni”.

Non volendo lasciare nessun piccolo senza regalo e per sostenere le famiglie in difficoltà, l’agenzia umanitaria ha invitato la cittadinanza a donare un gioco, anche usato purché in ottimo stato. “La risposta all’appello è stata generosa e molto partecipata da tanti bimbi di famiglie benestanti” ha aggiunto Fantasia “Alcuni bambini sono venuti presso la nostra chiesa per donare con gioia il proprio gioco preferito, sapendo che avrebbe reso felice un loro coetaneo”.

Anche la distribuzione dei giocattoli è stata un successo e ha evidenziato quante persone vivono un periodo critico. “Numerose, infatti, sono state le famiglie che, in tre pomeriggi, hanno potuto prelevare dei giochi che hanno preso posto sotto l’albero di Natale e sicuramente portato gioia a tanti bimbi. Inoltre, le famiglie hanno potuto prendere capi d’abbigliamento e scarpe” ha spiegato Fantasia che ha concluso “Non ci stanchiamo di fare il bene! Un sentito grazie ai numerosi donatori che sono i primi protagonisti di questa catena d’amore”.

Adra Croazia sui luoghi del terremoto

Adra Croazia sui luoghi del terremoto

La Croazia è stata colpita duramente dal terremoto. “Metà della città è scomparsa. È come Hiroshima” ha detto scioccato il sindaco di Petrinja, Darinko Dumbovic. L’ospedale è stato colpito gravemente e le squadre di soccorso sono ancora al lavoro”.

Dag Pontvik, direttore di Adra Italia, dopo aver parlato con Slavica Marceta, direttrice dell'agenzia umanitaria avventista in Croazia, ha affermato: “Lei insieme a un suo collaboratore si trovano nelle zone colpite in questo momento, per valutare la situazione e cercare di identificare la migliore azione d’intervento“.

Nella zona di Petrinja si sono verificate diverse scosse di assestamento dopo il terremoto di magnitudo 5 di lunedì. Secondo il Servizio sismologico croato, il nuovo sisma ha raggiunto un'intensità di 6.2. I media croati riportano un bilancio di almeno sette morti. Il terremoto è durato circa 20 secondi ed è stato avvertito da quasi sei milioni di persone. Praticamente è stato percepito su tutto il territorio della Croazia, ma anche in Slovenia, Bosnia ed Erzegovina e Serbia.

La popolazione croata ha bisogno di tutto l’aiuto possibile.

Puoi sostenere e dare speranza con un tuo contributo.

Conto corrente bancario IBAN: IT 72 S 01030 03203 000002465824

N.B. specificare nella causale “Emergenza Croazia”.

 

[Fonte: https://adraitalia.org/terremoto_croazia]

Scuola del Sabato. Il Libro di Isaia nello studio quotidiano della Bibbia

Scuola del Sabato. Il Libro di Isaia nello studio quotidiano della Bibbia

Hope Media Italia – L'unicità del libro di Isaia, considerato il più grande profeta della Bibbia, è oggetto di studio della guida tematica prodotta dalla Chiesa avventista per il primo trimestre del 2021. Il titolo generale è Isaia: “Consolate il mio popolo”. Gli spunti di studio quotidiano sono stati scritti dal teologo Roy Gane, nato in Australia e professore di Bibbia ebraica e lingue mediorientali antiche presso il Seminario teologico avventista della Andrews University, negli Stati Uniti. La sua specialità è la legge biblica, tra cui le norme sul funzionamento del sistema rituale israelita nel santuario. Ricordiamo che il prof. R. Gane è stato anche uno dei traduttori della Common English Bible pubblicata nel 2011, oltre che autore di diversi libri.

Sul tema, l’Agencia Adventista Sudamericana de Noticias (Asn) ha intervistato il prof. R. Gane.

Asn: Qual è il contesto generale e quello storico del libro di Isaia? 
Roy Gane: Isaia prestò servizio nel regno meridionale di Giuda durante un periodo di cambiamenti sconcertanti e di letale pericolo per il popolo eletto di Dio. La carriera profetica di Isaia durò dall'ultima parte del regno del re Uzzia, che morì intorno al 740 a.C., durante i regni di Jotham, Acaz ed Ezechia, fino probabilmente all'inizio del regno di Manasse nel 680 a.C. Informazioni sui dati storici contestuali per questo periodo si possono trovare in 2 Re 15-21 e 2 Cronache 26-33. 
Il popolo di Giuda divenne compiacente durante il lungo, pacifico e prospero regno di Uzzia, dimenticò di avere bisogno del Signore e la propria responsabilità verso di lui; ma fu bruscamente svegliato dagli eventi internazionali.

Asn: Stiamo parlando del periodo del predominio dell'Assiria nella regione, giusto?
R. G.: Sì. Il re assiro Tiglate-Pileser III iniziò a regnare nel 745 a.C. e a espandere il suo impero. Quando minacciò i regni di Siria e Israele settentrionale, questi si unirono contro Giuda e cercarono di costringere Acaz ad aderire al patto. Dio, tramite Isaia, lo esortò con forza ad avere fede che il Signore lo avrebbe protetto dalla coalizione siro-israelita (cfr. Isaia 7). Invece di fidarsi di Dio, Acaz si rivolse al potere umano per chiedere aiuto: corruppe Tiglat-Pileser per aiutare Giuda contro i suoi nemici, così il re assiro invase la Siria e il nord di Israele. Ciò mise Giuda sotto la pericolosa influenza assira. Acaz era malvagio e idolatra, ma suo figlio, Ezechia, era fedele a Dio e istituì una riforma religiosa completa. Quando Ezechia fu liberato dall'Assiria, il re assiro Sennacherib invase Giuda e assediò Gerusalemme. Solo un miracolo poteva salvare Giuda in modo che il popolo potesse continuare la sua esistenza come gruppo distinto da cui sarebbe venuto il Messia. Ezechia supplicò Dio di liberare Giuda, cosa che Dio, tramite Isaia, promise di fare. L'angelo del Signore fece morire 185.000 soldati assiri così Sennacherib dovette tornare in Assiria (cfr. Isaia 37). In questo modo, Dio salvò miracolosamente Gerusalemme e Giuda.

Tuttavia, quando i messaggeri di Babilonia andarono da Ezechia dopo che Dio lo aveva guarito da una malattia mortale, il re mostrò loro con orgoglio il suo tesoro, invece di glorificare Dio. Di conseguenza, Dio, tramite Isaia, predisse la futura schiavitù a Babilonia (cfr. Isaia 39). Gran parte del resto del libro di Isaia (capitoli 40-66) profetizza un futuro ritorno e la restaurazione dall’esilio a Babilonia. Questi messaggi avrebbero dato speranza al popolo di Dio, incoraggiandolo a fidarsi di lui, anche se sopportavano le conseguenze dei propri errori.

Asn: Qual è l'obiettivo di questo studio trimestrale del libro di Isaia? 
R. G.: L'obiettivo è fornire un'introduzione a Isaia che faciliti e ispiri uno studio più fruttuoso di questo incredibile libro. Isaia è una composizione ampia e complessa che è stata scritta in sofisticati stili letterari per persone la cui cultura e ambientazione storica differivano dalla nostra. Tuttavia, comprendendo il contesto storico del libro e i modi in cui ha comunicato con il suo pubblico originale, i cristiani moderni possono comprendere l’elevato messaggio proveniente dal cuore di Dio che parla alle persone in ogni tempo e luogo. Isaia è così ricco di pensieri divini da rendere infiniti i benefici spirituali pratici dello studio di questo libro. 
Con lui apprendiamo i pericoli del dimenticare il nostro patto con Dio e di usare le attività religiose come copertura ipocrita per la depravazione morale, che implica il maltrattamento degli altri. Ma ascoltiamo anche l’appello misericordioso di Dio al pentimento e la sua offerta di perdono. Soprattutto, Isaia ci chiama a una fiducia incrollabile in Dio, "il Santo di Israele", che può guidarci in qualsiasi crisi e condurci a una nuova e migliore era di benessere, sicurezza e armonia con lui.

Asn: Sappiamo che il libro contiene profezie considerate classiche, cioè condizionate in un determinato momento. Ma ci sono anche profezie che puntano a Gesù e ai nostri giorni, giusto? 
R. G.: Sì. Isaia è considerato una profezia classica perché il suo messaggio divino era rivolto a persone in un determinato momento e luogo. Il libro le chiama a scegliere il pentimento e la fedeltà a Dio per godere delle sue benedizioni condizionali, piuttosto che subire le conseguenze del rifiuto. Per incoraggiare a fare la scelta giusta, Isaia promette gloria e prosperità future a coloro che sono leali nel seguire Dio. Ciò include benedizioni come l'elevazione di Gerusalemme e del suo tempio a una destinazione internazionale per i Paesi che cercano la saggezza divina (cfr. Isaia 2:2-4); pace anche tra gli animali (cfr. 11:6-9; 65:25); lunga vita (cfr. 65:20); e "nuovi cieli e nuova terra" (cfr. 65:17). 

La nazione israelita, popolo eletto di Dio, avrebbe potuto ricevere tutte queste benedizioni promesse. Ma, in ogni caso, alla fine si adempiranno nel grande "Israele" spirituale, formato da persone di tutte le nazioni, inclusi noi, che accettano la salvezza e la signoria di Cristo. "Le nazioni cammineranno alla sua luce e i re della terra vi porteranno la loro gloria” (Apocalisse 21:24). 
Un'era migliore in futuro richiede che Qualcuno guidi e liberi il popolo di Dio dalle difficoltà e dai pericoli. Divenne chiaro al popolo di Giuda, ai tempi di Isaia, che i re discendenti di Davide non erano in grado di risolvere i loro problemi. Ezechia era fedele a Dio, ma anche lui aveva commesso un errore catastrofico nel mostrare agli inviati babilonesi tutti i suoi tesori (cfr. Isaia 39). Dio aveva promesso che il lignaggio di Davide sarebbe continuato per sempre (cfr. 2 Samuele 7:12-16; Salmo 89:3-4; 28-37). Ma era necessario un discendente di Davide che fosse saggio, giusto e potente, e che fosse un governante ideale. 

Tramite Isaia, Dio aveva rivelato progressivamente il profilo di questo governante messianico ("unto"), che sarebbe nato da una giovane donna e sarebbe stato chiamato "Emmanuele" o "Dio con noi" (cfr. Isaia 7:14). Le caratteristiche di questo Figlio che avrebbe occupato in modo permanente "il trono di Davide", andavano ben oltre quelle di un normale re umano: "Consigliere meraviglioso, Dio potente, Padre dell'Eternità, Principe della pace" (9:5, 6). Questo brano indica che il Figlio sarebbe stato divino. Proveniente dalla stirpe di Iesse, sarebbe stato un nuovo Davide e lo Spirito del Signore si sarebbe posato su di lui per dargli saggezza e conoscenza in modo che potesse giudicare con piena giustizia (11:1-5). Più avanti nel libro, ci sono quattro notevoli poemi sul Servo di Dio (42:1-9; 49:1-13; 50:4-9; 52:13-53:12). 
Dalle descrizioni di tali poemi, questo servo è lo stesso sovrano divino profetizzato nei precedenti brani messianici. Tuttavia, per liberare il suo popolo e portare giustizia, sarebbe stato vulnerabile, avrebbe sofferto e, alla fine, sarebbe morto per esso. Isaia 61 parla anche del messianico Servo di Dio, sul quale riposa lo Spirito di Dio e che è unto dal Signore "per recare una buona notizia agli umili…" (vv. 1-3). Molti testi del Nuovo Testamento identificano Gesù Cristo come il Messia profetizzato da Isaia (ad esempio, Matteo 1:23; Luca 4:16-21; Atti 8:30-35).

Asn: Se volessi convincere qualcuno dell'importanza di leggere e studiare il libro di Isaia, quali sono i tre motivi che gli daresti? 
R. G.: Primo, Isaia rivela in modo potente e meraviglioso il carattere affidabile e amorevole di Dio, e la sua grande potenza, dando prove concrete che le persone devono avere fiducia e cooperare con lui in tutte le circostanze, anche le più difficili. Secondo, Isaia mostra che Dio conosce il futuro, nominando persino Ciro un secolo e mezzo prima di liberare il popolo ebraico dall'esilio in Babilonia (cfr. Is 44:28; 45:1). Pertanto, possiamo essere sicuri che le promesse di Dio al suo popolo non ancora adempiute, come un futuro tempo di pace e "nuovi cieli e una nuova terra" (65:17), si realizzaranno con certezza. Terzo, Isaia descrive in dettaglio il profilo del Messia (Chrīstós, nel greco del Nuovo Testamento) in modo da poterlo identificare chiaramente in Gesù di Nazaret. Qualcuno che è un discendente di Davide ma anche il Figlio di Dio, un Servo di Dio sofferente ma anche un potente Re che governerà per sempre con giustizia e pace.

[Fonte: Asn]

Non concupire. Il decimo comandamento

Non concupire. Il decimo comandamento

Michele Abiusi – L’ultimo comandamento della Torah completa e riassume il pensiero della seconda tavola della legge: “Non concupire la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo” (Esodo 20:17).

Dio parla ancora di rispetto del prossimo, della sua famiglia e delle sue proprietà, ma questa volta si situa a livello dei pensieri, dei desideri, prima ancora dell’azione. È un precetto preventivo, cioè vuol prevenire il male, il furto, l’adulterio, l’omicidio, la maldicenza o la falsa testimonianza, bloccando sul nascere i pensieri malvagi contro il prossimo.

Ogni azione ha la sua origine nel pensiero. Ricordo la storia di Caino e Abele. Prima che Caino uccidesse il fratello, Dio gli aveva parlato mettendolo in guardia: “Il Signore disse a Caino: ‘Perché sei irritato? E perché hai il volto abbattuto? Se agisci bene, non rialzerai il volto? Ma se agisci male, il peccato sta spiandoti alla porta, e i suoi desideri sono rivolti contro di te; ma tu dominalo!’” (Genesi 4:6,7)

Dio tentò di evitare il peggio parlando con amore a Caino perché prendesse coscienza di cosa il suo pensiero stesse sviluppando. Dominare il desiderio significava fermare in tempo la mano omicida. Anche Gesù si espresse su questo principio: “Voi avete udito che fu detto: ‘Non commettere adulterio’. Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore’” (Matteo 5:27,28).

Come per il comandamento “non uccidere” Gesù amplia il significato dicendo di non dire neppure “stupido” all’altro, così l’adulterio per il Maestro inizia già dal desiderio. In altre parole, Gesù invita a un controllo della propria mente, a un’“igiene mentale”, diremmo oggi. Colui che riesce a dominare la propria mente e i propri desideri è una persona che si pone in un cammino di libertà.

Con l’ultima parola si passa dai comandamenti, la cui obbedienza può essere verificata da chiunque, al principio che annuncia un rapporto spirituale con Dio. Solo lui saprà se io desidero… È quindi un invito a una religione libera da apparenze e da riti più o meno magici. Potrò vivere una fede di libertà quando avrò sviluppato un rapporto con Dio reale, profondo e del tutto personale.

Desiderare ciò che non è mio, ciò che appartiene all’altro, credere che ciò che possiede il prossimo sia importante e indispensabile per me, pensare che la mia felicità provenga da ciò che l’altro possiede o rappresenta, tutto questo desiderio eccessivo dell’“altro” rivela il rifiuto di me stesso. Non sono soddisfatto di come sono, di cosa faccio, della mia famiglia o di cosa possiedo. Più mi concentro sugli altri più mi svaluto. Perdermi negli altri è rifiutare di vivere pienamente ciò che sono, è… morire poco a poco.

Quindi “non desiderare” o “non concupire” ciò che è del mio prossimo, significa riconoscere, accettare e valorizzare se stessi e la propria famiglia. Significa, in definitiva, porre i presupposti giusti per essere felici.

Dal primo al decimo comandamento 
Adesso osserviamo, in conclusione, il collegamento tra il primo e l’ultimo dei dieci comandamenti, passando rapidamente dagli altri. Le dieci parole iniziano parlandoci di un Dio di misericordia, che capisce le sofferenze umane e interviene per salvare. Il Signore della Torah è il Dio che libera: “Io sono il Signore, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù”.

Quando si conosce e si accetta un Dio simile non è possibile metterlo in secondo piano o scartarlo a favore di altre persone o di statue e immagini, chiunque esse rappresentino. Le nostre preghiere, le nostre richieste devono rivolgersi a Dio. Solo lui ci perdona, solo lui ci salva, solo lui ci è Padre. Un giorno, a nome del gruppo degli apostoli, Pietro rispose a Gesù che proponeva loro di scegliere chi seguire. “Simon Pietro gli rispose: ‘Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna; e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio’” (Giovanni 6:68,69).

Le dieci parole continuano invitandoci a un etica sociale in cui riconosco i miei e gli altrui diritti. Rispetterò la mia famiglia (onora tuo padre e tua madre…) ma anche la tua (non commettere adulterio…); rispetterò la mia e la tua esistenza (non uccidere…, non rubare…, non dire il falso).

Le dieci parole terminano dicendoci che a questo punto non posso desiderare nient’altro e nessun altro…
Mi sono avvicinato a Dio, ho compreso il valore di credere in lui e di amarlo; mi sono avvicinato al mio fratello, ho capito il mio e il suo valore e ho accettato la mia responsabilità nei suoi confronti. Ho capito di essere ciò che mi basta. Sono libero, sono felice e tutto questo grazie a Dio.

Con un tale Dio-Padre non posso desiderare niente e nessun altro!

 

 

 

Romania. Rinnovato il contratto con Adra per aiutare le vittime di violenza domestica

Romania. Rinnovato il contratto con Adra per aiutare le vittime di violenza domestica

La licenza di esercizio garantisce assistenza e sostegno continui a donne e bambini.

HopeMedia Italia – L’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (Adra), in Romania, ha rinnovato la licenza operativa per il “Centro di accoglienza ed emergenza delle vittime di violenza domestica”. Il rifugio si trova nella capitale, Bucarest, e offre alloggio, vitto, cure mediche di emergenza, consulenza psicologica, consulenza sociale e assistenza di un avvocato alle donne fuggite da relazioni violente.

“Casa Adra è un luogo in cui donne e bambini vittime di abusi iniziano un nuovo percorso e riacquistano la loro dignità di persone” ha affermato Robert Georgescu, direttore esecutivo dell’agenzia umanitaria avventista in Romania “Siamo lieti di poter creare un’atmosfera accogliente, invitante e familiare in cui i professionisti offrono aiuto concreto e soluzioni adattate alle esigenze individuali”.

Oggi, i servizi offerti da Casa Adra sono necessari più che mai. La pandemia ha interrotto il ciclo lavorativo e scolastico, creando ulteriore stress per le famiglie. Non appena è iniziata la crisi sanitaria globale, il centro ha subito un’ondata di casi, raddoppiando il numero abituale.

“La violenza domestica è stata ampiamente ignorata durante l’era comunista” spiegano da Adra “Ora viene affrontata sia a livello sociale sia legale grazie al Consiglio d’Europa che mira a ‘prevenire la violenza, proteggere le vittime e punirne gli autori’”. La violenza domestica nel Paese è un ciclo che Adra vuole rompere tramite l’educazione e la consapevolezza pubblica.

“Ottenere il nuovo accreditamento e la licenza non è solo il risultato del lavoro di un team per adeguare i servizi alla nuova normativa in materia. Si tratta di operare in un ambito difficile, in cui la mentalità dell’aggressore e quella della vittima sono abbastanza ben radicate nella nostra coscienza di persone” ha ribadito Valentina Sturzu-Cozorici, responsabile dei progetti di Adra in Romania.

Il contratto quinquennale è considerato un riconoscimento a Casa Adra che dal 2009, anno in cui è stata fondata, ha assistito oltre 2.300 vittime di violenza domestica, di cui 950 hanno ricevuto alloggio. 
“La vita di molte beneficiarie è cambiata perché hanno sperimentato uno stile di vita diverso, privo di violenza fisica, verbale, economica, mentale, sessuale e religiosa, basato su valori spirituali. Invece, hanno coltivato abitudini sane, esercizio fisico, attività ricreative e ricevuto formazione ” ha aggiunto Sturzu-Cozorici.

Adra è il braccio umanitario internazionale della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno ed è presente in 118 Paesi del mondo. Con il suo lavoro sostiene le comunità e cambia la vita alle persone, fornendo sviluppo sostenibile e soccorso in caso di calamità.

Per conoscere meglio Casa Adra visita il sito adra.ro/doneaza.

[Foto: Casa Adra. Fonte: Eud News]

Ultimissime dalla Croazia

Ultimissime dalla Croazia

Martedì 29 dicembre 2020, dopo il forte terremoto di magnitudo 5.2 del giorno precedente, un nuovo sisma pari a 6.2, seguito da una serie continua di scosse di assestamento, ha colpito nuovamente l’area croata e si è sentito molto forte a Zagabria, la capitale della Croazia.

La Chiesa avventista in Croazia non ha ricevuto segnalazioni di membri deceduti o feriti, ma le chiese di Sisak e Zagabria hanno subito danni.

I dirigenti sono ancora in attesa di aggiornamenti sulla situazione delle chiese di Sunja e Donja Mlinoga, mentre il traffico verso la regione Banovina è bloccato e molte zone non hanno corrente elettrica e Internet.

La dirigenza ha già iniziato a preparare i soccorsi e molti volontari di Adra (Agenzia Avventista di Sviluppo e Soccorso) hanno dato la loro disponibilità ad aiutare.

Il pastore della comunità di Sisak, Daniel Purda, ha contattato tutti i membri della chiesa del distretto e sta valutando la situazione.

Gioiamo per la preghiera esaudita!

Gioiamo per la preghiera esaudita!

Dichiarazione del presidente della Chiesa avventista mondiale dopo il rilascio di Elie Henry e di sua figlia Irma.

HopeMedia Italia – Il past. Elie Henry, presidente della Chiesa avventista in America Centrale (Iad), e sua figlia Irma, responsabile della terapia intensiva dell’ospedale avventista di Haiti, sono stati rilasciati il 28 dicembre a Port-au-Prince, capitale haitiana. Entrambi stanno bene. Padre e figlia erano stati rapiti la sera del 24 dicembre mentre erano diretti a casa in macchina dopo essere usciti dall’ospedale avventista. Ted N.C. Wilson, presidente della Chiesa mondiale, ha espresso gioia e ringraziamento al Signore per la conclusione positiva della preoccupante vicenda. Di seguito riportiamo la dichiarazione di Wilson sul rilascio degli Henry.

“È con cuore grato a Dio che ci rallegriamo con la famiglia Henry dopo aver appreso la meravigliosa notizia, diffusa dalla Regione Interamericana della Chiesa, che Elie Henry, presidente di quella Regione, e sua figlia Irma sono stati rilasciati lunedì dopo essere stati rapiti ad Haiti. Il mio vuole essere un tributo a tutti coloro che hanno pregato e lavorato per questo risultato molto positivo. Lode a Dio che ha ascoltato le nostre preghiere. Siamo stati molto preoccupati per questa situazione da quando è avvenuto il rapimento giovedì sera, perciò la notizia del rilascio è una meravigliosa benedizione di Dio!!

Abbiamo imparato molto sull'efficacia della preghiera tramite questa difficile esperienza e desidero ringraziare tutti coloro che hanno pregato. Il Dio che serviamo è meraviglioso! Abbiamo anche imparato che è molto meglio pregare di più e non far circolare informazioni speculative sui social media riguardo a questioni delicate come questa, che avrebbero potuto mettere a maggior rischio coloro la cui vita era in gioco. Grazie per aver pregato di più…

Come sappiamo dalle profezie bibliche riportate nei libri di Daniele e Apocalisse, dalle parole di Cristo riportate in Matteo 24 e dalle descrizioni dettagliate degli ultimi giorni della terra come delineate nel libro Il gran conflitto, in futuro dovremo affrontare molte sfide difficili. Tuttavia, ci viene data la bella certezza che "Non abbiamo nulla da temere per il futuro, tranne quando dimenticheremo il modo in cui il Signore ci ha guidato e il suo insegnamento nella nostra storia passata". Mentre continuiamo ad andare avanti, affidiamoci completamente al Signore! Continuiamo a pregare per la famiglia Henry e a gioire insieme per la meravigliosa provvidenza di Dio. Lodiamo il suo nome! Gesù ritornerà presto!”

[Foto e fonte: Adventist News Network]

 

 

Rilasciato il Presidente della Divisione Interamericana dopo quattro giorni di prigionia

Rilasciato il Presidente della Divisione Interamericana dopo quattro giorni di prigionia

Il pastore Elie Henry, presidente della della Divisione Interamericana della Chiesa avventista e la figlia Irma, sono stati rilasciati e sono rimasti illesi il 28 dicembre 2020 a Port-au-Prince, Haiti. Il pastore Henry e Irma sono scomparsi la sera del 24 dicembre 2020.

“Ho parlato con il pastore Henry e mi ha informato che lui e Irma sono tornati a casa a Port-au-Prince, e stanno tutti bene”, ha detto il pastore Leonard Johnson, segretario esecutivo della chiesa interamericana.

“Lodiamo Dio per la sua protezione nei loro confronti”, ha continuato il pastore Johnson. “I nostri dirigenti e membri della chiesa in tutta l’America e nel mondo hanno pregato per la loro liberazione, e siamo contenti e grati a Dio”.

A nome dell’amministrazione della Divisione, il pastore Johnson ha ringraziato le persone e le organizzazioni che hanno lavorato instancabilmente e coloro che hanno pregato per il ritorno in sicurezza del pastore Henry e Irma.

Vittoria garantita nonostante sfide e incertezze. Messaggio del presidente Eud

Vittoria garantita nonostante sfide e incertezze. Messaggio del presidente Eud

 

HopeMedia Italia – Il past. Mario Brito, presidente della Regione Intereuropea (Eud) della Chiesa avventista, ha rivolto alle comunità della denominazione il tradizionale messaggio di auguri per il nuovo anno. Non è mancato il riferimento a quest’anno particolare e neanche l’invito ad affidarsi saldamente a Dio. Ecco le sue parole:

“Il 2020 passerà alla storia come l'anno in cui un nuovo virus è stato trasmesso rapidamente in tutto il mondo. La paura, la confusione e la disperazione si sono diffuse nei cuori delle persone quando i Paesi, uno dopo l'altro, sono finiti in lockdown totale o parziale. Molte persone sono state contagiate e sono decedute, tante altre hanno perso il lavoro mentre l'economia mondiale iniziava a subire gli effetti negativi della pandemia.

In mezzo a questa e ad altre difficoltà che potremmo dover affrontare, vorrei incoraggiarvi vivamente a scegliere con decisione di mettere l’intera vostra vita, ivi comprese ogni paura e incertezza, nelle mani del nostro Padre in cielo. Dobbiamo coltivare la fiducia nel Signore e fissare nella nostra mente tutte le benedizioni che abbiamo ricevuto da lui, impedendo a paure e dubbi di intaccare la nostra fede. Egli sa cos’è meglio per noi e promette la vittoria a tutti coloro che ripongono la loro fiducia in lui. In altre parole, con la sua potenza in noi, riusciremo a superare qualsiasi cosa che possa turbarci o scoraggiarci.

Sta a noi scegliere come intendiamo vivere il nuovo anno e il resto della nostra vita. Vogliamo essere sempre immersi nella paura, nell’ansia o nella depressione? Sfide e problemi sono sempre con noi; ciò che in definitiva fa la differenza, nel bene o nel male, è il modo in cui li affrontiamo.

Concludo con il pensiero di un uomo forte e resiliente, Paolo da Tarso, che ha affrontato molti problemi e difficoltà, ma li ha superati con la forza proveniente da Dio. Paolo scrive nella Lettera ai Romani: ‘Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?’ (Rm 8:35). ‘Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati’ (v.37). ‘Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno’ (v. 28).

Auguro a voi e alle vostre famiglie le più abbondanti benedizioni di Dio in questo periodo dell'anno e per l’intero 2021!
Felice anno nuovo!”. 

[Foto e fonte: Eud News]

Rapito il presidente della Divisione Interamericana

Rapito il presidente della Divisione Interamericana

La famiglia Henry continua a lavorare attivamente per il rilascio del pastore Elie Henry, presidente della divisione e di sua figlia Irma, responsabile della terapia intensiva dell’ospedale avventista di Haiti.

Entrambi sono stati rapiti da ignoti a Port-au-Prince, Haiti, dalla notte del 24 dicembre 2020.

La famiglia Henry chiede a tutti di non speculare sui social network considerato anche che sono state diffuse notizie false sul suo rilascio. Sono richieste solo preghiere.

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