NA - Notizie AvventisteDavide Romano/Notizie Avventiste – Sarebbe auspicabile, e sotto molti aspetti “urgente”, una normativa europea che garantisse e tutelasse i diritti della coscienza e la libertà religiosa, come diritto inviolabile della persona, in tutti i paesi membro; in tal modo si eviterebbero discipline nazionali estremamente diverse ed eventuali derive confessionali o autoritarie, come la recente esperienza ungherese insegna.

Ad affermarlo sono i direttori nazionali del dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa (Aplr) della regione Inter-Europea della Chiesa avventista, che dal 3 al 6 giugno si sono riuniti a Pomezia, in provincia di Roma, per il loro vertice annuale.

Alla sessione hanno preso parte i responsabili Aplr di diversi paesi europei quali Portogallo, Germania, Svizzera, Romania, Bulgaria, Belgio e Italia.

Durante i suoi vari interventi, Liviu Olteanu, direttore Aplr della regione Inter-Europea, ha evidenziato le diverse situazioni della libertà religiosa in Europa, con le relative criticità. I condizionamenti storici, in nazioni di lunga tradizione comunista come la Romania e la Bulgaria, segnano pesantemente la considerazione che in quei paesi si ha della sfera religiosa e dei diritti della coscienza, pur in un regime di dichiarata e ufficiale libertà di orientamento individuale.

Nel corso delle riunioni, ha sovente preso la parola Ganoune Diop, direttore aggiunto al dipartimento Libertà Religiosa della Chiesa avventista mondiale, che ha incoraggiato i presenti a proseguire nell’impegno costante di rendere il nostro mondo un posto migliore e libero, in obbedienza alla vocazione profetica che ci è stata rivolta e alla responsabilità che ne deriva.

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