Maurizio Caracciolo* – Laura Galletti faceva la grafica pubblicitaria, guadagnava bene ma viveva a ritmi vertiginosi. Dodici anni fa, la svolta: decide spontaneamente di privarsi di ogni bene terreno. Oggi, ribadisce di esserne orgogliosa, «fiera di vivere fuori da un sistema con regole fatte da altri. Io non faccio nessun sacrificio, si può benissimo vivere senza denaro, basta cambiare il concetto di piacere…». Un esempio per «consolare» chi ha perso il lavoro o incoraggiare chi vive nella precarietà economica? No, di certo! Laura era ed è single, ha potuto fare una scelta le cui conseguenze ricadono esclusivamente su di lei. Soprattutto è stata libera di scegliere e di non essere una delle tante vittime sacrificali dell’economia, della speculazione, dell’avidità. Eppure, nella sua storia ci sono spunti che devono far riflettere ogni credente, perché la sana esaltazione di un valore come la rinuncia, che i meccanismi impazziti della nostra società ci hanno fatto perdere di vista, hanno alterato il nostro «concetto di piacere». Per leggere l’articolo di Jacopo Storni sul Corriere Fiorentino cliccare qui.

*vicedirettore delle Edizioni Adv

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