G. Marrazzo – Nel 2010, appena in carica, il comitato direttivo della rivista ha elaborato una sua linea editoriale che in breve riassumiamo con queste parole chiavi:

Trasparenza. È possibile parlare di un problema e commentare una notizia purché siano rispettati i principi etici, la completa informazione e soprattutto l’amore per la verità.

Comunicazione e informazione. L’opera avventista in Italia non è un’isola a sé, in altri paesi europei e del mondo stanno maturando reazioni interessanti e intelligenti su questioni riguardanti sia la nostra comunità mondiale sia la società in generale.

Scambio di idee ed esperienze. La chiesa avventista in Italia, in seguito alla massiccia presenza di immigrati comunitari e non, rischia di scivolare verso una polarizzazione inutile se ci si schiera di volta in volta pro o contro determinate vedute, che per quanto consolidate dalla tradizione rischiano di essere comunque delle risposte provvisorie, anche se qualche volta vengono considerate assolute.

Identità e cambiamento. La tensione tra la fedeltà al passato e la proiezione verso l’avvenire può suscitare in alcuni paure e apprensioni, fugate in parte dal desiderio di continuare a servire il Signore nel contesto attuale.

Accoglienza e valore della diversità. I diversi modi di concepire la chiesa avventista, nel nostro contesto italiano, potrebbero creare un clima caratterizzato da qualunquismo e soggettivismo. Come direzione della rivista abbiamo scelto di seguire una via non «pluralista», ma «polifonica», nel senso che è nostra convinzione (o ambizione) riuscire a proporre una sinfonia di più strumenti senza cadere nelle derive teologiche ed etiche evocate da destra e da sinistra.

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