Michele Abiusi – “Qual è il senso della vita? Ci sono tante risposte a questo interrogativo quanti sono gli uomini sulla terra. Eppure una sola risposta è valida per tutti: chi ha veramente assaporato l’Essere sa, una volta per tutte, che il senso della vita umana non è altro che il divenire testimone del divino, dell’esistenza” – K.G. Duckheim.

Cosa corrisponde a verità? Come posso migliorare la mia vita? Qual è la speranza che non verrà mai delusa? Sì, qual è il senso della vita?

Chi non si è mai posto domande del genere? Per i cristiani la Sacra Bibbia è parola di Dio. Pertanto è la fonte primaria per trovare le risposte ai quesiti fondamentali della vita, soprattutto al senso della vita. Per Duckheim si tratta di “assaporare” l’Essere che noi seguaci di Gesù riteniamo rivelarsi nelle pagine della Scrittura. Uno strumento o, per meglio dire, un metodo efficace per permettere alla parola di dischiudersi alla nostra mente e di esercitare la sua positiva influenza è la lectio divina.

Lo scopo della lectio divina è ricercare Dio nella sua parola, la Bibbia, attraverso una lettura meditata e partecipativa del testo ispirato. La possiamo chiamare anche “lettura pregata della Bibbia”, dato che la preghiera entra naturalmente, come vedremo in seguito, in questo processo di lettura.

Gesù menzionò l’aiuto di cui abbiamo bisogno per capire il senso dei testi biblici quando disse: “il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto” (Giovanni 14:26). Fu lo Spirito Santo di Dio a spingere i profeti a portare il suo messaggio e a metterlo per iscritto: “degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo” (2 Pietro 1:21). “Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio” 2 Timoteo 3:16. Lo stesso Spirito agisce in noi sollecitando le nostre facoltà mentali e spirituali quando meditiamo la Scrittura.

Che cos’è la lectio divina? È un modo di accostarsi alla parola, che implica la partecipazione totale delle nostre facoltà intellettuali e spirituali alla rivelazione divina. Il primo termine lectio, in latino, significa lettura. Si tratta di un modo particolare di leggere le Scritture:
– è ascolto di Dio che ci parla attraverso le Scritture;
– è anche una lettura profonda e meditata delle Scritture;
– è una lettura sapienziale non tanto per quanto ci dà, ma perché ci fa essere discepoli migliori.

La sapienza in senso biblico infatti non deriva solo dai nostri sforzi per comprendere la Bibbia, ma soprattutto dall’applicare quanto già preparato per noi. In questo processo di crescita spirituale possiamo e dobbiamo avvalerci di tutti gli strumenti che i moderni studi biblici mettono a nostra disposizione, ma non possiamo fermarci qui. Infatti la seconda parola, divina, implica la sfera spirituale e ciò significa che dobbiamo rispondere a quanto leggiamo nel testo sacro cercando i modi per applicare nella nostra vita le lezioni che ci vengono impartite dalla parola.

In questo senso la lectio divina è un ascolto della parola implicante una risposta da parte del lettore che può chiedersi: che cosa mi vuol dire questo passo? Quale significato può avere nel mondo d’oggi? Come posso adempiere l’insegnamento implicito nel testo? Cosa mi rivela della personalità di Dio? In tale risposta è fondamentale la preghiera.

Nella lectio divina confluiscono anche la meditazione, la contemplazione e ovviamente la lettura.

In questo senso la lectio divina è una ricerca del divino. Non è una lettura veloce, quindi, né per immagazzinare informazioni, ma una lettura contemplativa in vista della preghiera, rafforzando il rapporto con il nostro meraviglioso Dio.

Lectio divina significa perciò “lettura pregata della Parola”. Si può pregare anche usando le parole di alcuni salmi o di altre preghiere bibliche, meditando ogni parola quasi fosse nostra e attuando un processo di adattamento-assimilazione delle parole ispirate con il nostro sentire.  Questo tipo di analisi biblica implica quindi una risposta da parte del lettore che troverà nei vari libri delle Scritture uno spunto per un dialogo spirituale con Dio, avendo interiorizzato il messaggio biblico.

La lectio divina quando non sappiamo come pregare
Il testo di Romani 8:26 dice: “lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili”. Nella vita capitano momenti difficili e dolorosi in cui siamo talmente provati che non troviamo le parole per esprimerci in preghiera. In questi casi la Bibbia ci viene in aiuto perché possiamo leggere dei versetti appropriati, come i salmi, a mo’ di preghiera. Essendo la Bibbia il prodotto dello Spirito Santo di Dio, leggendola con devozione e raccoglimento, possiamo immedesimarci nelle sue parole, vivendole intensamente come se fossero nostre.

In questo tipo di lectio divina è come se nel testo della Scrittura si innestassero le parole che escono dal nostro cuore dando nuova vita al testo stampato. Si crea come una nuova concatenazione di eventi: Dio ha ispirato gli uomini che scrissero il testo biblico; lo stesso Spirito agisce in noi per rendere nostre le parole ispirate.

 

Condividi

Articoli recenti