Scoprire saggezza in un giro in motocicletta.

Vanesa Pizzuto – Il mio amico Stephen possiede una di quelle moto sportive che si vedono spesso nei film. Qualche mese fa mi ha proposto di fare un giro. Lo ammetto, non sono proprio un’appassionata della velocità o delle moto, ma, siccome cerco di affrontare le mie paure, ho accettato. Vestito di nero dalla testa ai piedi, Stephen mi ha consegnato un casco e alcune istruzioni di sicurezza: “Per evitare incidenti, dobbiamo muoverci all’unisono”. Se lui si fosse inclinato a sinistra in una curva, avrei dovuto fare lo stesso anche io per mantenere l’equilibrio. Niente movimenti bruschi, nonostante mi sentissi nervosa. Ho promesso di seguire i suoi consigli e sono salita sull’enorme moto con il suo aiuto.

Dopo aver guidato piano per alcuni isolati, Stephen ha deciso di dare un’accelerata. Il rombo della moto mi ha fatto battere il cuore. All’improvviso ho capito una cosa: non avevo alcun controllo! La strada, la velocità, lo stile di guida, tutte le decisioni erano nelle mani di Stephen. Tra la velocità e la mancanza di controllo, i nervi hanno iniziato a farsi sentire. Ma poco prima che subentrasse il panico, un pensiero mi ha attraversato la mente: “Se questi sono i miei ultimi momenti di vita, è meglio che mi rilassi e me li goda”.

Ironia della sorte, nel momento in cui ho accettato la mia mancanza di controllo, ho iniziato a godermi l’avventura, sentendo il vento sul viso e il sole sulla pelle.
“La fede è l’opposto della ricerca del controllo” afferma l’autrice cristiana Skye Jethani “È rinunciare al controllo. La fede fa sua la verità che il controllo è un’illusione: non lo abbiamo mai avuto e non lo avremo mai. Invece di tentare di superare le nostre paure cercando un maggiore controllo, la soluzione che la vita con Dio ci offre è proprio l’opposto: superiamo la paura rinunciando al controllo”.[1]

A volte pensiamo che maggiori informazioni ci aiuterebbero ad affrontare con più dignità e grazia le sfide della nostra esistenza. Invece, ciò di cui abbiamo bisogno non è un maggiore controllo, ma una maggiore tolleranza all’incertezza. Forse la chiave è sviluppare la resilienza emotiva, accettando i misteri e l’assenza di soluzioni immediate. Francamente, a volte nella vita le risposte arrivano tardi, o non arrivano affatto (almeno da questa parte dell’eternità). Accettare l’incertezza, o perlomeno tollerarla, ci dà la flessibilità emotiva necessaria per adattarci e persino godere di circostanze al di fuori del nostro controllo.

Cosa ha in serbo il 2024? Chi lo sa? Probabilmente una miscela di benedizioni, opportunità e sfide. Momenti di profonda connessione e di bellezza mozzafiato, giustapposti a giorni bui e cupi. Pertanto, quando la vita ci porta a fare un giro veloce in motocicletta e ci troviamo sul sedile del passeggero, accogliamo il dono più sorprendente dell’incertezza, la sua capacità di stimolare il nostro senso di avventura. L’incertezza ci sveglia e ci fa aprire gli occhi al massimo. Ci ricorda che quando nulla è certo, tutto è possibile. Da bambini lo abbiamo capito intuitivamente. Ma, crescendo, spesso lo dimentichiamo. Quindi, nonostante il disagio che porta con sé e la cattiva pubblicità, l’incertezza è un messaggero amichevole: un’opportunità per riscoprire la gioia infantile, per accogliere le sorprese e le avventure, e per lasciare che qualcun altro prenda le redini.

(Vanesa Pizzuto fa parte dello staff di tedNews)

Nota 
[1] S. Jethani, With: Reimagining The Way You Relate To God, Ed. Thomas Nelson, Nashville, 2011.

[Fonte: tedNews. Traduzione: L. Ferrara]

 

 

 

 

 

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