Sessantesima Assemblea Mondiale della Chiesa Avventista

Sessantesima Assemblea Mondiale della Chiesa Avventista

san antonioAl via il 2 luglio a San Antonio, in Texas.

Notizie Avventiste – “Sorgi! Risplendi! Gesù ritorna!” è il tema della Sessantesima Assemblea mondiale della Chiesa Avventista del Settimo Giorno, il maggiore organo amministrativo della denominazione, che si aprirà a San Antonio, in Texas, giovedì 2 luglio, presso l’Alamodome and Henry B. Gonzalez Convention Center.

All’appuntamento quinquennale non mancheranno i 2.566 delegati che arriveranno da tutti i paesi in cui è presente la denominazione ed eleggeranno i vertici della Chiesa a livello mondiale (o Conferenza Generale) e delle 13 regioni sparse nei diversi continenti. Il loro compito amministrativo non si ferma qui. Dovranno discutere e pronunciarsi sui vari temi in agenda, votare i rapporti, dedicare del tempo ai progetti missionari ed evangelistici che saranno presentati e scegliere le linee guida della Chiesa per i prossimi cinque anni.

Sicuramente uno degli argomenti caldi e più attesi riguarda le consacrazione delle donne al ministero pastorale, che approda all’Assemblea Mondiale dopo uno studio approfondito sulla teologia della consacrazione, realizzato da ognuna delle 13 regioni della chiesa tramite una commissione appositamente formata. Le conclusioni saranno poste sul tavolo a San Antonio. Un’intera giornata delle dieci di lavori  sarà dedicata a questo tema.

Oltre a un incontro amministrativo, la Sessantesima Assemblea Mondiale sarà un meeting spirituale in cui si loderà il Signore, si condivideranno le esperienze, si rifletterà sull’evangelizzazione, si presenteranno i progetti e i nuovi programmi. Focus particolare sarà posto sui giovani e sulle loro idee innovative e creative per trasmettere Gesù. Si parlerà della situazione della libertà religiosa nel mondo e dei credenti perseguitati per la loro fede.

Spazio sarà dato all’utilizzo dei media e della moderna tecnologia. Per la prima volta, i delegati potranno esprimersi tramite il voto elettronico, mandando in pensione la scheda cartacea.

In concomitanza con l’Assemblea Mondiale, che si chiuderà sabato 11 luglio, la Chiesa organizzarà vari progetti di aiuto e di servizio a San Antonio, di cui potranno beneficiare tutti cittadini.

Gesù, il sabato e le opere redentrici

Gesù, il sabato e le opere redentrici

NA - Notizie AvventisteFrancesco Zenzale – Testi biblici di Giovanni 5:1-16 e Giovanni 9:1-7. Nelle precedenti esperienze spirituali, Gesù si muove, manifestando la grazia redentiva di Dio, in giorno di sabato, nell’ambito ecclesiale (sinagoga), familiare (casa) e in Galilea, lontano da Gerusalemme, dal tempio e dal potere legislativo centrale: il Sinedrio. In questi racconti miracolosi troviamo Gesù a Gerusalemme: nel primo in occasione di una festa non precisata, nel secondo nella festa dei tabernacoli o delle capanne.

Le due guarigioni si espletano all’aperto, per strada e “presso la piscina o porta delle pecore, chiamata in ebraico Bēthesdá”, che in aramaico significa “casa di misericordia”. I due uomini guariti sono malati cronici: uno invalido da trentotto anni, solo e abbandonato a se stesso (Gv 5: 5, 7); l’altro cieco dalla nascita (Gv 9:2), ma con un’essenziale differenza. Nel paralitico rileviamo una responsabilità personale (Gv 5:14), nel cieco la conseguenza del peccato in generale (Gv 9: 2-3; Rm 5: 12).

“In entrambi i casi Cristo disse all’uomo di agire. Al paralitico disse: ‘Levati, prendi il tuo lettuccio, e cammina’ (5: 8); al cieco: ‘Va’, lavati nella vasca di Siloe’ (9: 7). Entrambe queste azioni sono in contrasto con le leggi rabbiniche sul sabato; entrambe sono usate dai farisei per accusare Cristo di trasgressione del sabato (Gv 5: 10, 16; 9: 14-16). In tutti e due i casi Cristo rifiutò l’accusa, argomentando che le sue opere di salvezza non sono precluse ma piuttosto contemplate dal comandamento del sabato (Gv 5: 17; 7: 23; 9: 4). La giustificazione di Cristo è espressa in particolare da una frase memorabile: ‘Il Padre mio opera fino ad ora, ed anche io opero’ (Gv 5: 17; cfr. 9: 4)” (S. Bacchiocchi, Riposo divino per l’inquietudine umana, ed. ADV, Falciani, Impruneta (Fi), 1983, p 135).

Tale difesa, che ci permette di cogliere un nuovo significato sul sabato: compiere opere di redenzione, ci induce a credere che Gesù agisca di proposito. Infatti, avrebbe potuto guarire questi due infermi in un altro giorno della settimana o avrebbe potuto farlo senza ordinare al paralitico di portarsi via il letto e al cieco di lavarsi nella vasca di Siloe (9:7), evitando così di accentuare il conflitto esistente con i membri del Sinedrio e i farisei. Ma se Gesù avesse agito nel silenzio o in un altro giorno della settimana, lasciandosi dominare dal pensiero altrui, avrebbe dimostrato di non essere una persona libera e di non operare in armonia con la volontà del Padre, e si sarebbe privato dell’occasione di chiarire il vero significato del sabato. Avrebbe appoggiato indirettamente tutte quelle arbitrarie restrizioni che la classe dirigente aveva imposto agli ebrei, relative all’osservanza del giorno festivo.

Pertanto, Gesù con queste due guarigioni ci invita a vivere nel settimo giorno compiendo opere redentrici, fuori dalle mura della chiesa o dall’ambiente familiare. Il credente è chiamato a vivere il discepolato, acquisendo un atteggiamento compassionevole verso i meno fortunati che sono fuori dall’ovile (Gv 10:16), rispondendo in concreto ai relativi bisogni e offrendo loro la gioia della salvezza.

“Il sabato è per Cristo il giorno in cui operare per la redenzione dell’uomo nella sua totalità. Ciò è confermato dal fatto che in entrambe le guarigioni Cristo cercò nello stesso giorno gli uomini guariti e, avendoli trovati, supplì alle loro esigenze spirituali (5: 14; 9: 35-38). I suoi oppositori non potevano percepire la natura redentiva del suo ministero sabatico perché ‘giudicavano secondo le apparenze’ (7: 24). Per loro il lettuccio e il fango sono più importanti delle riconciliazioni sociali (5:10) e del recupero della vista (9:14) che questi oggetti simboleggiavano. Fu dunque necessario per Cristo agire contro la concezione prevalente per reintegrare il sabato nella sua funzione positiva” (S. Bacchiocchi, op. cit. p. 136).

Per domande o assistenza pastorale: assistenza@avventisti.it

Televisione – Protestantesimo

Televisione – Protestantesimo

Protestantesimo_papa in chiesa valdeseDomenica 5 luglio all’una di notte su Raidue, la rubrica Protestantesimo trasmette un nuova puntata con il servizio “Il cammino ecumenico cambia direzione?”. La recente visita di papa Francesco alla Chiesa Valdese di Torino, da tutti riconosciuta come importante evento storico, fa sorgere la domanda su come cambierà la relazione ecumenica. Commenteranno l’evento teologi cattolici e protestanti.

Le repliche della puntata andranno in onda lunedì 6 luglio, all’una di notte, e lunedì 13 luglio, alle ore 8.00 circa, sempre su Raidue.

Le trasmissioni sono disponibili anche sul sito della Rai: www.protestantesimo.rai.it

Per vedere le puntate in archivio clicca su video

Sessantesima Assemblea Mondiale della Chiesa Avventista

È finita l’emergenza ebola in Liberia

liberia-ebola1La soddisfazione di ADRA che nel paese ha lavorato con impegno.

Notizie Avventiste/ADRAnews – 42 giorni consecutivi senza nuovi casi di contagio e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 9 maggio, ha dichiarato ufficialmente che la Liberia ha debellato l’ebola. È durata un anno la battaglia contro il virus che ha contagiato 11.000 persone e ne ha uccise 5.000. L’ebola ha avuto una vasta e veloce diffusione, soprattutto nelle comunità con condizioni sanitarie precarie e inadeguate. La Liberia è lo stato dell’Africa occidentale maggiormente colpito, insieme alla Sierra Leone.

Adra International (Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso) esprime soddisfazione, e a essa si unisce anche Adra Italia.

“Siamo contenti degli interventi messi in atto dal network internazionale ADRA Emergency Response”, afferma l’agenzia umanitaria italiana, “di cui il nostro ufficio nazionale fa parte e per i quali sono state destinate le donazioni e le raccolte fondi messe in atto. I progetti realizzati sono stati svolti in Liberia e Sierra Leone, e hanno riguardato principalmente la fornitura di beni di prima necessità, l’attuazione di programmi di prevenzione e formazione igienico sanitaria”.

In pratica, tutte le 19 comunità oggetto degli interventi hanno ricevuto e applicato le procedure preventive e di sensibilizzazione contro la diffusione del virus, e il 100 per cento dei loro abitanti hanno usato e continuano ad usare le 190 postazioni sanitarie installate nelle tre province. In tutte le comunità sono stati costituiti dei comitati sanitari per la formazione igienico-sanitaria della popolazione; circa 170 persone di questi comitati hanno ricevuto formazione adeguata a poter svolgere in futuro ulteriori programmi.

200 famiglie sopravvissute al virus hanno ricevuto beni di prima necessità (prodotti alimentari, kit sanitari, ecc.) e supporto psicologico.

Sono state distribuite forniture di materiale sanitario (guanti, maschere, alcool, ecc..) al personale medico di alcuni ospedali attivi nella ricezione e cura di persone affette da ebola.

“Siamo lieti di apprendere che tutti gli obiettivi preposti da questi interventi sono stati raggiunti o sono in fase di raggiungimento, e ci auguriamo che l’eliminazione del virus possa presto verificarsi anche in Sierra Leone”, aggiunge ADRA Italia che conclude “ADRA Liberia ringrazia tutti gli uffici nazionali che hanno preso parte agli interventi del network, e desideriamo condividere questi ringraziamenti con tutti i donatori che hanno contribuito alla realizzazione di questi interventi”.

Il Messaggero Avventista – Luglio/agosto 2015

Il Messaggero Avventista – Luglio/agosto 2015


Commentiamo con il pastore Saverio Scuccimarri, direttore della rivista Il Messaggero Avventista, i contenuti del numero di luglio-agosto.

Iniziamo con il suo editoriale dal titolo: “La forza della propaganda”, legato al suo articolo “Il razzismo in Sudafrica”. Il 18 luglio si ricorda a livello internazionale Nelson Mandela. Il pastore Scuccimarri ha voluto indagare sul periodo dell’apartheid e sul comportamento delle religioni e delle chiese, compresa quella avventista, che aderirono sostanzialmente alle leggi dello Stato. Come mai accadde questo?

“Ecumenismo. Una parola che fa ancora paura – Collaborare con gli altri è parte integrante del nostro mandato” è il titolo dell’articolo del pastore Daniele La Mantia. Nell’ecumenismo ci sono opportunità o rischi?

Il pastore Paolo Benini continua con la sua riflessione sul libro biblico del profeta Daniele con l’articolo “Predizione autentica”. A quali conclusioni giunge?

Il pastore Hanz Gutierrez, professore di liturgia e musica presso la Facoltà Avventista di Teologia,  ha scritto l’articolo “Un dono di Dio che parla alla mente e al cuore”. Il sottotitolo è costituito da una frase di Platone: “La musica è una legge morale: essa dà un’anima all’universo, le ali al pensiero, uno slancio all’immaginazione, un fascino alla tristezza, un impulso alla gaiezza e la vita a tutte le cose”. In che modo la Bibbia, e quindi Dio, si esprime in merito alla lode, al canto, alla musica degli strumenti e alla voce umana?

Dora Bognandi, direttore aggiunto del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste, ci parla dell’intitolazione nella capitale di una piazza a Martin Lutero, padre della Riforma protestante. Il Comune di Roma ha identificato l’area a Colle Oppio, di fronte al Colosseo. RVS Roma ha intervistato il 15 luglio 2009 l’architetto Carlo Giliberti, membro della chiesa avventista di Roma Lungotevere scomparso circa due anni fa, proprio nel periodo in cui si fece sostenitore di questo progetto presso la chiesa avventista e presso la Consulta delle Chiese Evangeliche di Roma. Il comune capitolino ha dato da poco risposta positiva. Perché è importante una piazza dedicata a Martin Lutero?
 
Intervista a cura di Mario Calvagno, caporedattore di RVS Roma.

Convegno “Quanto zucchero?” – Elena Alquati

Convegno “Quanto zucchero?” – Elena Alquati


Intervento di Elena Alquati, presidente dell’associazione “L’Ordine dell’Universo”, nell’ambito del convegno “Quanto zucchero? Lo zucchero nella cultura alimentare”. Ha parlato di alimentazione vegana nei bambini. L’incontro si è tenuto l’11 giugno a Roma, presso la Sala Tatarella, all’interno del Palazzo dei Gruppi parlamentari.

 

 

 

 

Notizie in breve da San Antonio

Notizie in breve da San Antonio

CGsessionVincenzo Annunziata – L’Assemblea Mondiale è un evento che ogni avventista dovrebbe vivere almeno una volta nella sua vita di credente (leggi qui un esperienza). Immaginate che il sabato si arriva a una partecipazione di 70.000 persone, un coro che canta all’unisono anche se i suoi componenti arrivano da varie regioni del mondo!

Qui di seguito troverete alcune notizie spicciole, curiosità, il dietro le quinte, che permettono di avere una dimensione dell’assemblea anche se lontani da essa.

orologioCon San Antonio vi è una differenza di fuso orario di 7 ore. Noi siamo “avanti” quindi riceveremo le notizie in ritardo rispetto alla nostra giornata, ma saremo puntuali nel farvi partecipi delle importanti decisioni che verranno prese, e anche di alcune minori!

Delegati e costo
Quest’anno saranno presenti alla sessione circa 2.600 delegati provenienti dalla Conferenza Generale (CG), dalle 13 Divisioni, dalle Unioni, dalle Federazioni e Missioni; sono dirigenti, rappresentanti di istituzioniimpact e membri laici.

Ogni anno la CG mette da parte 1,4 milioni di dollari per l’Assemblea Mondiale. Il costo effettivo è di 7 milioni di dollari, ma se consideriamo anche le spese sostenute dai delegati per viaggi, pasti e soggiorni, arriviamo a circa 20 milioni di dollari. Qualcuno potrebbe obiettare: “Ma non sono tanti? Non c’è un’altra soluzione?”. Nessun’altra denominazione si riunisce su base mondiale per eleggere i propri leader, per ascoltare le relazioni e prendere decisioni sulle modifiche al proprio credo e ai regolamenti. Al fine di mantenere l’unità in tutto il mondo, la democrazia ha un costo.

La partecipazione alla sessione è libera, è aperta a chiunque, ma solo i delegati possono votare.

offertaOfferta del sabato
Da anni l’offerta che viene raccolta durante la sessione e in tutte chiese del mondo è destinata a progetti evangelistici. Quest’anno, sarà raccolta sabato 11 luglio ed è stato deciso di devolverla ai giovani di tutto il mondo. Immaginiamo l’effetto che potrà avere su di loro! Ovunque, in ogni Divisione del mondo, il 100 per cento dei fondi provenienti dall’offerta speciale saranno destinati alle attività missionarie giovanili. Guarda il breve video che presenta il progetto su: http://www.hopechannel.it/missioni/date-loro-le-chiavi

votazioneVotazione
Quest’anno, per la prima volta nella storia della CG, sarà utilizzato il sistema di votazione elettronico; questo permetterà di avere la privacy e di gestire le votazioni in tempo reale. È finita l’epoca in cui i delegati alzavano il loro cartellino di colore giallo!

Esposizione
Durante la sessione della CG, i delegati, gli ospiti e chiunque altro sarà presente avrà la possibilità di “girare” tra i vari stand allestiti dalle istituzioni, dalle associazioni, dagli enti avventisti di tutto il mondo. Ci saranno oltre 600 stand che promuoveranno le stand1loro attività con dvd, libri, depliants, ecc. Anche la nostra Villa Aurora sarà presente insieme alla casa editrice ADV.

La giornata del delegato
Come trascorre la giornata un delegato? Ogni giorno, una riunione riservata agli organizzatori sarà seguita dal culto mattinale e dai lavori amministrativi. Dopo pranzo, nel primo pomeriggio, riprenderanno i lavori amministrativi e, la sera, ci saranno i report delle Divisioni. Ognuna presenta le maggiori attività evangelistiche svolte nel stand2proprio territorio.

Ted Wilson negli ultimi cinque anni. Intervista di Chad Stuart

Ted Wilson negli ultimi cinque anni. Intervista di Chad Stuart

TedWilsonBannerDevo ammettere l’esistenza di un conflitto interiore mentre si avvicinava l’intervista con Ted Wilson sui cinque anni di presidenza della Conferenza Generale. Il conflitto è reale e la tensione persistente. Da un lato, ho profondo affetto e rispetto per Wilson: è veramente uno dei leader cristiani più sinceri e genuini che abbia mai incontrato. Ammiro molte cose di lui: il suo matrimonio, il suo ruolo di padre, la passione condivisa per l’evangelizzazione, l’amore per questa chiesa.

Ma non posso negare le grandi differenze nell’approccio a quella che alcuni considerano la questione determinante di questo momento (la consacrazione delle donne al ministero), né posso negare che la mia esperienza pastorale sia stata resa più difficile dagli attacchi di membri di chiesa che a volte erroneamente citano il fratello Wilson come ispirazione del loro zelo da crociate.

Ho deciso di farvelo incontrare così come lo conosco: una persona complessa, premurosa, poliedrica, che lotta con uno degli incarichi a mio parere più difficili. Se ho sbagliato il mio approccio, tutta la colpa è di una recente lettura di 1 Corinzi 13, che mi dice, tra le altre cose, “l’amore è benevolo” (1 Cor 13: 4). E mi auguro di essere trattato allo stesso modo se sarò intervistato, un giorno, da un ragazzo così giovane da poter essere mio figlio.

Appena sono entrato nel suo ufficio, il fratello Ted Wilson si è scusato per aver dovuto posticipare di quindici minuti il nostro incontro perché aveva pregato con un addetto alla manutenzione nel suo ultimo giorno di lavoro presso la sede della Conferenza Generale. È questo tipo di tocco personale che, in questo edificio, rende Wilson caro a tanti. Sia quelli che sono in sintonia con lui su varie questioni, sia coloro che non concordano con le sue posizioni, tutti parlano della sua bontà personale. I biglietti di auguri che ogni persona nell’edificio ha ricevuto da lui quando era vicepresidente; i fiori posti sulla scrivania di un dipendente ritornato da un periodo prolungato di assenza per problemi di salute o per un lutto in famiglia. I colleghi parlano del suo calore, del suo autentico atteggiamento cristiano, della sua compassione, del suo amore per le persone, che siano d’accordo o meno con lui. Come la gentilezza di invitare nel suo ufficio un addetto alla manutenzione con il quale pregare, nonostante il suo calendario estremamente pieno.

Sono aspetti spesso sconosciuti a coloro che hanno familiarità con il presidente della Conferenza Generale solo attraverso la sua posizione sulla consacrazione delle donne o il suo sermone inaugurale del 2010 alla Conferenza Generale. In quella occasione domandò che non ci fossero applausi durante il sermone, richiesta dettata da un atteggiamento di umiltà, ma che fu interpretata da molti in senso opposto.
L’umiltà e la gentilezza traspaiono quando, seduto davanti a Wilson, iniziamo a parlare del giorno della sua elezione di cinque anni fa:

“Quando partecipi a un’assemblea e sei tra coloro che possono essere considerati per gli incarichi nella chiesa di Dio, non sei sicuro di che cosa accadrà. Così, ti metti completamente nelle mani di Dio e riconosci che sei qui per servire e che nessuno ti deve qualcosa, che devi tutto al Signore… Quando sono stato nominato, ero seduto nello stadio e ascoltavo alcuni rapporti. Sono stato contattato e mi hanno detto di andare subito in un determinato luogo dove mi è stato comunicato ciò che il comitato di nomina mi proponeva. Ho provato una sorta di sensazione opprimente, perché certamente nessuno di noi è mai preparato o pienamente in grado di ricoprire un incarico del genere. È solo quando confidiamo nel Signore e nella sua guida che troviamo la forza. Era una sfida e naturalmente ho chiamato mia moglie Nancy per parlarle; anche lei era molto sopraffatta… Per essere onesti, nessuno di noi è in grado di gestire tutte le esigenze che questa posizione dirigenziale comporta. Siamo solo servi del Signore in questo incarico, dobbiamo fare affidamento solo su di lui e pregare molto, chiedere di essere guidati, di ricevere saggezza ogni giorno. Cerco di non far passare un giorno senza chiedere quanto dice il testo di Giacomo 1:5, e domandare la saggezza. Una volta ogni tanto posso dimenticare, e probabilmente in quel giorno mi dispiace, perché ho un disperato bisogno di saggezza”.

wilson3aTed Wilson ha spesso trovato saggezza e guida tramite suo padre, Neal Wilson, che è stato presidente della Conferenza Generale dal 1978 al 1990.

“Avrei voluto che mio padre e mio nonno fossero stati lì, ma il nonno era morto molti anni prima. Sia il nonno sia mio padre erano pastori. Papà era stato colpito da alcuni piccoli ictus [nel 2010] e non poté partecipare all’assemblea. Ricordo di averlo chiamato per dargli la notizia e poi sono andato a trovarlo. E, naturalmente, l’ho rivisto spesso e mi sono preso cura di lui. Ma non sono sicuro che papà abbia compreso appieno il significato di ciò che era accaduto… Voglio dire, ecco siamo qui, in questo ufficio. Questa è la scrivania dove era seduto mio padre quando era presidente, proprio la stessa scrivania e c’erano anche alcuni altri mobili quando era qui. È lui che, lavorando con i suoi officer, ha trasferito la sede della Conferenza Generale da Takoma Park a Silver Spring. È stato in questo ufficio per circa un anno e mezzo o giù di lì.

Quando ho parlato con lui, non sono sicuro che abbia pienamente compreso le implicazioni, ma sorrideva e mi incoraggiava. Questo è stato importante per me. In tutta la mia vita i suoi consigli sono stati decisivi. Lo guardavo, lo ascoltavo e mi insegnava; è stato il mio miglior mentore terreno. E poi, alla fine, quando non riesci a comunicare tutto ciò, è un po’ diverso, strano”.

“Sono sicuro che sarebbe stato orgoglioso,” gli dico, ma Wilson pensa ancora a suo padre…

“È morto sei mesi dopo, un po’ più di quattro anni fa”, afferma mentre estrae una foto dalla sua Bibbia. “È una foto dei miei genitori quando erano in Egitto, credo, prima che nascessi. Erano sposati da sei anni, no, forse otto anni, quando sono nato”.

“Che cosa ti rendeva simile a tuo padre e allo stesso tempo diverso da lui?”, gli chiedo.

“Beh, papà, naturalmente, era un amministratore esperto che aveva anche il cuore di un evangelista. Ha lavorato per molti anni sia in Egitto sia nell’amministrazione. Era un pastore. Quindi, in alcune di queste cose siamo molto simili. Ma le nostre personalità, ovviamente, erano un po’ diverse. Papà mi ha trasmesso alcuni valori che ritengo siano stati estremamente importanti: l’onestà, l’imparzialità, l’essere dalla parte dei più deboli e delle persone che non hanno voce; essere disposti a prendere posizione per le proprie convinzioni, ma di farlo in modo appropriato; essere equilibrati nel modo di affrontare le cose; ascoltare le persone. Papà aveva grandi doni per molte cose, una era di raccontare in modo molto dettagliata un’esperienza che aveva vissuto. Aveva anche il dono insolito di ricordare i nomi e i fatti. Era capace di vedere qualcuno dopo 20 anni e di chiamarlo per nome, chiedere notizie sulla sua famiglia, ecc. Credo che questo sia un dono naturale, ma è stato anche perfezionato e affinato dalla sua esperienza in Medio Oriente. In arabo, i nomi significano qualcosa e se non si pronunciano correttamente con l’inflessione giusta, si può insultare qualcuno. Quindi penso che si fosse concentrato su come imparare a pronunciare un nome correttamente e fissarlo nella mente. Papà mi ha insegnato molto… Ma ora abbiamo divagato parlando di lui”.

wilson1aTed Wilson lo ritiene un divagare, ma è un lato di lui che abbiamo bisogno di vedere. Quelli come me che la pensano diversamente da lui sulla consacrazione delle donne; coloro che si sono a volte sentiti a disagio con alcune sue dichiarazioni o presentazioni pubbliche in cui Wilson appare formale e intenso, hanno bisogno di vedere che egli è più di queste idee. Siamo portati a essere più gentili quando vediamo l’umanità e lo spirito che anima la persona dalla quale differiamo.

Vorrei anche sentire la sua opinione suoi successi in questo quinquennio, ma si affretta a ricordarmi che non è né lui né un singolo gruppo della Conferenza Generale a meritare credito per i successi:

“Alcune delle cose che mi entusiasmano di più sono quelle in cui il Signore ha riversato le sue grandi benedizioni, e in cui abbiamo ottenuto un incredibile sostegno da molte Divisioni. Vorrei solo iniziare dicendo che la Conferenza Generale non è una super-organizzazione con leve di potere che basta spingere per far accadere tutto come una sorta di sequenza automatica, ovunque, in tutto il mondo. Lavoriamo in un sistema di comitati, in un sistema collegiale. Dobbiamo ascoltare la guida dello Spirito Santo, in un ambiente dove più voci possono contribuire alla direzione generale”.

Sento che stiamo per prendere una strada secondaria. Torneremo ai successi fra un momento…

“Ecco perché un’Assemblea Mondiale è così importante. Affronteremo alcune grandi questioni”.

“Ho sentito parlare di alcune di esse”, dico… Ted Wilson sorride.

wilson2“Sì, dalle dottrine fondamentali alla consacrazione, alcuni cambiamenti nel manuale di chiesa che forse non faranno tremare la terra, ma di certo ci saranno opinioni diverse. E queste opinioni possono essere mantenute e portate avanti, quelle convinzioni basate sullo studio personale della Bibbia e dello Spirito di Profezia, sulla preghiera e sull’influenza dello Spirito Santo. Queste convinzioni possono essere condivise. Ma quando si prende un voto, allora, dopo, abbiamo bisogno di serrare i ranghi e andare avanti insieme. E questo probabilmente sarà il più grande banco di prova per la chiesa”.

Sei preoccupato?

“No, non proprio. Non ho alcun dubbio che la chiesa andrà avanti con grande dinamicità perché è guidata dallo Spirito Santo. Non è guidata dal presidente della Conferenza Generale o da qualche altro individuo. Se lo Spirito Santo non fosse in questo movimento, ci saremmo da tempo disintegrati. È un movimento profetico con un messaggio profetico su una missione profetica. Senza questo, la Chiesa Avventista del Settimo Giorno sarebbe solo un’organizzazione come tante. Non sono preoccupato. Certo ho alcune ansie, ma credo che lo Spirito Santo farà qualcosa di straordinario e vedremo le persone, qualunque sia l’esito delle votazioni, umiliarsi davanti al Signore, e la Chiesa andare avanti con la sua missione. Ma lavoriamo in modo collegiale, certo: ci consultiamo, ci incontriamo, ci parliamo. Per esempio, prima di ogni Consiglio di primavera e Consiglio annuale, abbiamo un Consiglio di presidenza con tutti i vicepresidenti del Conferenza Generale, tutti i presidenti delle Divisioni, tutti gli assistenti del presidente. Dura un’intera giornata e parliamo di molte cose. A volte l’ordine del giorno è molto pieno; a volte lo è meno. Preghiamo insieme, ci ascoltiamo reciprocamente, arriviamo a un consenso su molti punti, anche se su alcuni non troviamo accordo.

Ma nell’ultimo Consiglio annuale, abbiamo avuto degli incontri con gli alti dirigenti, tra i quali i nostri segretario e sottosegretario, tesoriere e vicetesoriere. È stato incredibile vedere che un approccio tranquillo, cristiano di risolvere i problemi ha contribuito a produrre qualcosa che per la maggior parte delle persone è unità. Questa è la potenza dello Spirito Santo: non c’è alcun grande tributo a qualcuno di noi… ma siamo insieme, ci chiariamo e continuiamo a procedere.
Quindi ci consultiamo, parliamo, ascoltiamo e preghiamo insieme. E così si costruisce il consenso”.

Usciamo adesso dalla strada secondaria e ritorniamo ai successi…

“Abbiamo visto come Dio ha operato attraverso il progetto del Gran Conflitto che ha offerto diverse edizioni dell’omonimo libro: la versione classica; l’edizione La grande speranza, che conteneva una selezione di 11 capitoli; e la versione per bambini. Circa 140 milioni di copie sono state distribuite in tutto il mondo, con circa 25 milioni di download della versione classica su Internet.

Poi, naturalmente, ci sono due programmi così preziosi agli occhi di Dio e molto vicini al mio cuore. In primo luogo, Mission to the Cities, che lo Spirito di Profezia ha indicato, un centinaio di anni fa, da svolgere nelle città. Molte persone hanno dedicato tanto tempo e lavoro nelle città, ma non abbiamo implementato il pacchetto completo di avere chiese e membri di chiesa che lavorano con i giovani, distribuzione di stampa evangelistica, integrazione dei media, ristoranti vegetariani, centri sanitari, promozione della salute, servizi che abbiano impatto nella società. Legato a questo, alla periferia di ogni grande città, dovremmo avere un centro benessere, un centro di formazione per le persone che lavorano in città, e un luogo dove alcune persone possono vivere e fare i pendolari. Ovviamente, alcune persone devono vivere nelle città, e lo faranno sempre, almeno fino alla fine. Abbiamo dunque questo quadro completo, ma ci manca ancora un modello totale che funzioni. E questo è il prossimo passo che faremo, lo spero davvero, in modo che possa essere replicato in molti posti senza spendere milioni di dollari. I membri di chiesa dicono: ‘Sì, possiamo farlo’. Così si può realizzare il 75 o l’80 per cento di questo modello in ogni grande città. Poi dobbiamo realizzare un ministero pratico della salute globale. Potrebbe essere qualcosa di semplice, per esempio istruire i membri di chiesa su come parlare ai vicini di casa degli otto rimedi naturali: buon esercizio, dieta e tutto il resto. Diventerà un obiettivo ancora più forte in futuro.

Un’altra cosa importantissima su cui ci stiamo concentrando e sviluppando rapidamente è l’enfasi sui media, i social media, la televisione, la radio e naturalmente Internet.

Lo informo che non fa un ottimo lavoro con Twitter…

“In futuro lo faremo; il mio ufficio probabilmente dovrà entrare di più nei social media. Io non sono su Facebook personalmente, ma riconosco che è il luogo dove sono tantissime persone”.

Dovrei forse dirgli che Facebook sta passando di moda?
Un’altra area di successo che ho osservato è nell’ambito dell’evangelizzazione pubblica. Sono stato così orgoglioso di Ted Wilson, perché, come presidente della Conferenza Generale ha personalmente predicato in intere serie evangelistiche… non una sola, che sarebbe già più di quanto abbia fatto la maggior parte dei suoi predecessori, ma molte!

“Quante serie hai tenuto in questo mandato? È davvero stupefacente, il presidente della Conferenza Generale in prima linea nelle campagne evangelistiche…”.

“Sì, questo fattore si trova molto in alto nella mia lista di priorità, perché sono edificato personalmente, promuoviamo la Bibbia e la verità in essa contenuta, e Dio manda le sue benedizioni. Quindi c’è un risultato grazie alla potenza dello Spirito Santo”.

E crei un modello per i leader…

wilson5Sì, aiuto le persone a capire che è qualcosa che possono fare anche loro. Laici, amministratori della chiesa, direttori di dipartimento, pastori, tutti possono essere coinvolti; e ognuno deve farlo nel proprio contesto. Abbiamo tenuto riunioni ora a New York City, ed è stato emozionante per me ritrovarmi nella chiesa dove ho iniziato il ministero pastorale, la Lower Manhattan, nel Greenwich Village. Poi ci sono stati incontri a Port Moresby, in Papua Nuova Guinea. Durante un incontro di ‘mietitura’, ho fatto un appello alla platea di 20.000 persone e 500 persone si sono avvicinate al pulpito per il battesimo. È semplicemente incredibile e meraviglioso. Sono felice di predicare questi sermoni!

L’entusiasmo e la gestualità di Ted Wilson aumentano quando parla di evangelizzazione…

“Durante una predicazione, il programma delle diapositive si è inceppato e non riusciva ad andare avanti. Ho continuato a predicare, cercando di spingere i tasti, ma non è successo niente. Alla fine ho detto: ‘Ho un piccolo problema tecnico’. C’erano dalle 15.000 mila alle 20.000 persone, tutte sedute per terra, molto tranquille e ordinate. È stato incredibile. Poi ho aggiunto: ‘Forse possiamo cantare un po’, intanto che cerchiamo di risolvere il problema’. Allora qualcuno ha cominciato a cantare, ma poi ancora non funzionava. Alla fine, Barry Oliver, il presidente della Divisione, si è alzato e ha cominciato a parlare sullo stesso tema. Lavora in Papua Nuova Guinea da molti anni e parlava con loro in inglese pidgin. Dopo circa 15 minuti, ancora il problema non si risolveva così ho deciso di passare a un altro argomento. Abbiamo iniziato la nuova sequenza di diapositive e il programma andava bene. In pratica stavamo trattando un soggetto e poi abbiamo parlato di cielo. In seguito il presidente della Divisione mi ha chiesto: ‘Hai cambiato un pochino?’. ‘Sì’, ho risposto, ‘avevo appena iniziato’. Bisogna adattarsi.

È incoraggiante sentire che anche il presidente della Conferenza Generale deve affrontare gli stessi problemi che sperimentiamo noi tutti nell’evangelizzare…

“Poi abbiamo avuto una serie a Ho Chi Minh (la vecchia Saigon), molto emozionante. È stata la prima volta dal 1975 (nessuna gloria per me, ma al Signore) che una persona non indigena ha avuto il permesso di predicare in una serie pubblica del genere. Abbiamo avuto un battesimo. Avevano preparato circa 35 persone per essere battezzate.

E abbiamo avuto un’altra serie di conferenze nei pressi di Manila e poi un grande evento nella capitale delle Filippine, nell’International Convention Center.

Presto [dal 13 al 31 maggio] organizzeremo un’importante programma a Harare. Stanno facendo un lavoro fenomenale in Zimbabwe. Ci sono forse 5.000 piccoli gruppi all’opera ad Harare, che preparano tutti questi incontri. Vogliono organizzare incontri a Bulawayo, in un’altra città chiamata Gweru e in tutto lo Zimbabwe. Terremo le riunioni ogni sera, senza sosta, per due settimane. Poi, l’ultimo sabato, si spera di avere 30.000 battesimi in tutto lo Zimbabwe. Vedremo ciò che il Signore provvederà”.

A questo punto gli chiedo: “Il prossimo novembre terremo le prime riunioni evangelistiche pubbliche, dopo quasi 20 anni, nella chiesa Spencerville [a sei miglia dalla sede della Conferenza Generale]”.

“Favoloso! Sono molto entusiasta!”.

Trascorriamo ancora qualche minuto a parlare di evangelizzazione, sulla necessità di avere più giovani nel ministero e al servizio della Chiesa. Che cosa vuole dire in conclusione?

“Accadono tantissime cose meravigliose e le persone devono ricordare che questa non è solo una chiesa. Si tratta di un movimento. Il Signore ci ha chiamati per un motivo particolare. E questa è probabilmente una delle mie maggiori sfide nell’incarico che ricopro: aiutare i nostri membri di chiesa a realizzare ciò a cui Dio ci ha chiamato. E abbiamo tutto il cielo a nostra disposizione per compiere questa missione, tramite la potenza del Signore. Ecco perché il risveglio e la riforma sono così importanti”.

Ho fiducia che Dio guiderà veramente questo movimento alla sua gloria, per compiere la sua missione nel mondo.

Breve storia dell’Assemblea Mondiale

Breve storia dell’Assemblea Mondiale

csm_gcsession1888_5fc9c66ff0L’Assemblea Mondiale è il luogo in cui sono eletti i dirigenti della Conferenza Generale e delle regioni, e votate le modifiche allo statuto della Chiesa Avventista del Settimo Giorno. I delegati ascoltano anche i rapporti di ciascuna delle 13 regioni amministrative della denominazione. I delegati con diritto di voto rappresentano le regioni del mondo per numero di membri di chiesa e per auto-sostenibilità delle regioni amministrative. La statuto stabilisce che almeno il 50 per cento dei delegati deve essere composto da laici, pastori, insegnanti e dipendenti non amministrativi, di entrambi i sessi, e che rappresentino i gruppi di età e nazionalità presenti nel campo. I membri di chiesa hanno anche la possibilità di rivedere amici di tutto il mondo.

Come si è trasformata nel tempo
Oggi, l’Assemblea Mondiale si svolge negli stadi di football, ma le foto dei primi incontri mostrano i delegati in posa davanti all’ingresso di una piccola chiesa. A quei tempi, i leader del movimento arrivavano al meeting, nello stato americano del Michigan, in treno o in calesse, provenienti per lo più dal Midwest e dagli Stati Uniti del nord. Oggi, circa un terzo dei membri del movimento risiede in Africa e un altro terzo in America Centrale e Sudamerica. Il Brasile è il paese con il maggior numero di avventisti: 1,3 milioni.

csm_gcsession1936_a966a0f657Gli inizi
I leader avventisti si incontrarono a Battle Creek, nel Michigan, nel 1863, “al fine di organizzare una Conferenza Generale”, affermano i verbali di quella riunione. L’incontro iniziò la sera del 20 maggio e i delegati scelsero un presidente e un segretario. Durante l’assemblea, i delegati redassero uno statuto e il regolamento. Stabilirono inoltre che la Conferenza Generale doveva essere diretta da un presidente, un segretario e un tesoriere. Oggi, la stessa struttura ufficiale permane a tutti i livelli amministrativi della chiesa.

Battle Creek fu la città che ospitò 26 delle prime 31 Assemblee Mondiali. La prima a svolgersi a ovest del fiume Mississippi fu nel novembre del 1887, a Oakland, in California. Tre volte l’Assemblea Mondiale fu organizzata fuori dagli Stati Uniti: in Austria, nel 1975; nei Paesi Bassi, nel 1995; in Canada, nel 2000. San Antonio sarà la sessantesima Assemblea Mondiale.

csm_gcsession2010_3d40bc7c1eFrequenza degli incontri
L’intervello tra un’assemblea e l’altra si allungò nel corso degli anni. Fino al 1891 si tennero ogni anno; fino al 1905 furono organizzate ogni due anni. Dopo una pausa di quattro anni, seguita da un’altra pausa durante la prima guerra mondiale, si riunì di nuovo nel 1918. In seguito, l’Assemblea Mondiale si tenne ogni quattro anni fino alla Grande Depressione; poi si svolse nel 1930, nel 1936 e nel 1941. Dal 1970, l’incontro amministrativo mondiale divenne quinquennale, secondo quanto scritto nello statuto della chiesa.

Luoghi degli incontri
Le recenti Assemblee Mondiali sono state organizzate negli stadi di baseball e di football negli Stati Uniti, in Canada e in Europa. Pochi altri luoghi al mondo offrono i comfort necessari per un tale evento: oltre 70.000 posti a sedere, personale di supporto locale che parla inglese (la lingua ufficiale della chiesa), trasporti affidabili e convenienti, sicurezza alimentare per un grande gruppo.

Domande frequenti sull’Assemblea Mondiale

Domande frequenti sull’Assemblea Mondiale

san antonioD.: Perché la Chiesa Avventista del Settimo Giorno organizza un’assemblea amministrativa ogni 5 anni? Qual è lo scopo dell’Assemblea Mondiale?
R.: L’Assemblea Mondiale è un raduno spirituale globale e un incontro amministrativo voluto dallo statuto della denominazione, che si tiene ogni cinque anni a partire dal 1970. Il suo scopo è quello di eleggere i dirigenti a livello mondiale, impostare la direzione che la chiesa deve seguire nel successivo quinquennio e votare le modifiche allo statuto, alle dottrine fondamentali e al manuale di chiesa.

D.: Quanto costa alla chiesa? Non si potrebbe trovare un modo alternativo per gestire l’attività della chiesa e risparmiare denaro, viaggi e tempo?
Il bilancio mondiale della Conferenza Generale ogni anno mette da parte 1,4 milioni di dollari per i costi diretti dell’assemblea quinquennale. In tutto sono 7 milioni di dollari, vale a dire meno di 8 centesimi all’anno per membro di chiesa. Se aggiungiamo i costi indiretti, come trasporto aereo, alloggio e programmi delle unità amministrative locali, il costo totale arriva a circa 20 milioni di dollari, che sono un dollaro per ogni membro di chiesa.
Nessun’altra denominazione si riunisce a livello mondiale per eleggere i propri leader, ascoltare i rapporti e ricevere offerte da ogni parte del mondo per essere distribuite in tutto il pianeta. Riprodurre il tipo di infrastrutture necessarie per raccogliere e comunicare, al fine di mantenere l’unità della chiesa nel mondo, potrebbe costare dieci volte di più.
Qui ci sono due articoli in inglese di Adventist News Network che aiutano a capire meglio:
Reexamining Session Format
Top Six Considerations for Picking a General Conference Session Host City

Segnaliamo anche l’articolo in italiano pubblicato su Notizie Avventiste:
Fra un anno la Sessione Mondiale della Conferenza Generale

D.: Quali punti sono all’ordine del giorno per essere votati in questa sessione?
R.:
Una giornata sarà dedicata alla discussione sulla teologia della consacrazione pastorale e a come si relazioni con il genere. Saranno votati i cambiamenti alle dottrine fondamentali, il più significativo è l’aggiunta della frase “creazione in sei giorni letterali” nel punto di fede sulla creazione. Saranno anche votati cambiamenti allo statuto e al manuale di chiesa, il più importante è il protocollo disciplinare per la cattiva condotta sessuale. Inoltre, saranno accettate per voto le nuove Unioni create nel corso di questi ultimi cinque anni.

D.: Bisogna essere un delegato per partecipare all’Assemblea Mondiale? Quanti delegati ci sono? Come sono scelti e qual è il loro compito?
R.:
L’Assemblea Mondiale è un incontro aperto e chiunque può partecipare, ma solo i delegati e gli invitati possono parlare e solo i delegati possono votare. Quest’anno, parteciperanno circa 2.600 delegati votanti. Ogni unione nomina i delegati per rappresentare il suo campo. Inoltre, sono scelti anche i delegati in rappresentanza delle istituzioni ecclesiastiche.

D.: Quali benefici ricevono i membri che partecipano all’Assemblea Mondiale?
R.:
Acquisiscono una comprensione della chiesa mondiale e di come funziona. Vedono e incontrano talmente tante persone provenienti da altri paesi e gruppi linguistici come non avviene in nessun altro incontro nella chiesa e forse nel mondo.

D.: Come si svolge una giornata tipo dell’Assemblea Mondiale?
R.:
Per coloro che lavorano dietro le quinte, la giornata inizia con un comitato direttivo in cui fanno il punto sull’agenda di quel giorno. Il primo incontro pubblico è il culto del mattino, seguito da una sessione di lavoro che dura fino a pranzo; poi i lavori riprendono nel pomeriggio. La sera, le regioni del mondo hanno la possibilità di mostrare missioni, sfide e opportunità, il tutto presentato con i colori e lo stile dei costumi nazionali e della musica. Durante il giorno, nel centro congressi si possono visitare gli stand che offrono idee e risorse su una vasta gamma di ministeri.

D.: Come sono eletti i dirigenti della chiesa? Quali cariche sono decise all’Assemblea Mondiale? In quale momento è eletto il presidente della Conferenza Generale?
R.:
È il comitato di nomina che propone i nomi dei dirigenti, dei direttori e dei direttori associati dei dipartimenti della Conferenza Generale e dei presidenti delle Divisioni. Il presidente della Conferenza Generale è scelto per primo e si unisce al comitato di nomina per offrire raccomandazioni su tutte le altre candidature, che il comitato può accettare o rifiutare.

D.: In che cosa questa Assemblea Mondiale sarà diversa e uguale a quelle dei quinquenni passati?
R.:
Una novità di quest’anno è l’uso del voto elettronico, che consentirà una maggiore privacy rispetto alle sessioni precedenti, quando i delegati usavano una scheda per votare. Inoltre, è la prima Assemblea Mondiale tenuta a San Antonio. Come è avvenuto già negli ultimi decenni, si svolgerà in uno stadio di football al coperto, con un centro congressi adiacente. Inoltre, oltre 60.000 persone sono attese nei due sabati dell’assemblea.

D.: Come si potrà essere aggiornati sui lavori dell’assemblea?
R.:
In Italia, il dipartimento Comunicazioni dell’UICCA invierà ai membri di chiesa una newsletter speciale giornaliera con le notizie di quanto avviene a San Antonio. Inoltre, grazie a Hope Channel Italia e alla collaborazione dei delegati italiani presenti all’assemblea, sarà registrato quotidianamente un “video-giornale” che riassumerà gli eventi e le curiosità del giorno.

D.: Quali altre attività accessorie si svolgeranno in concomitanza con l’Assemblea Mondiale, alle quali le persone possono partecipare?
R.:
I membri di chiesa e gli ospiti avranno l’opportunità di attuare progetti di servizio nella città che ospita l’Assemblea Mondiale, tra cui l’iniziativa “Impact San Antonio”, gli eventi di My Whole Life Matters e di More Campaign. Inoltre, la Divisione Nordamericana ospiterà un convegno pastorale, nella vicina città di Austin, prima dell’assemblea.

Assemblea Mondiale. Uno sguardo all’interno del comitato di nomina

Assemblea Mondiale. Uno sguardo all’interno del comitato di nomina

NAD_CaucusL’Assemblea Mondiale è il maggiore organo amministrativo della Chiesa Avventista del Settimo Giorno e si svolge ogni cinque anni. Nei 10 giorni di lavori sono eletti i dirigenti della Chiesa e si decidono le linee guida sul modo in cui essa dovrà compiere la missione.

Per agevolare l’attività amministrativa ufficiale, gli oltre 2.000 delegati hanno l’importante compito di votare le raccomandazioni dei precedenti incontri del Comitato Esecutivo, il secondo più alto organo di governo della denominazione.

Tuttavia, quando è il momento di eleggere i dirigenti, tra i quali il presidente della Chiesa mondiale, i presidenti delle Divisioni e i direttori dei vari ministeri o dipartimenti, sono selezionati 252 delegati per formare il comitato di nomina. Chi sono questi delegati? Come vengono scelti? Quali sono esattamente le loro mansioni?

Formazione del comitato
Il comitato di nomina è composto da 233 delegati provenienti dalle 13 Divisioni e da 19 delegati della sede mondiale della Chiesa, nota anche come Conferenza Generale (CG).

Il procedimento elettorale ha inizio con l’elezione del comitato di nomina, che si forma subito, nel primo giorno dell’Assemblea Mondiale. I delegati, infatti, si riuniscono nei gruppi (o caucus) delle rispettive Divisioni. Ogni Divisione può inviare il 10 per cento dei suoi delegati nel comitato di nomina. La Conferenza Generale, dal canto suo, può inviare l’8 per cento dei suoi delegati. Altro fattore importante, quando si tratta di scegliere i delegati per il comitato di nomina, è che essi siano debitamente accreditati e presenti all’Assemblea Mondiale.

Inoltre, i delegati scelti per far parte del comitato di nomina non possono essere eletti alle cariche dirigenziali della Conferenza Generale e delle Divisioni (presidente, vicepresidente, segretario, sottosegretario, segretario associato, tesoriere, vice tesoriere, tesoriere associato, direttori dei dipartimenti, responsabili del Servizio Auditing) e a quelle di officer delle Divisioni. In altre parole, se un delegato ricopre già un incarico e ha probabilità di essere riconfermato all’Assemblea, non può far parte del comitato di nomina. Nasce spontanea una domanda: “Chi rimane allora per farne parte?”. I comitati di nomina sono pieni di presidenti e dirigenti delle Unioni e delle Federazioni, da membri laici, dai responsabili delle istituzioni (scuole, ospedali, sanatori ed Ellen G. White Estate).

Attori chiave nel comitato di nomina
I 252 membri del comitato di nomina, una volta scelti, vanno in una stanza privata dove iniziano subito a svolgere le proprie funzioni, cominciando con la designazione di presidente, vicepresidente, segretario e segretario associato del comitato. Appena eletto, il presidente del comitato di nomina si insedia e si procede alla scelta degli altri tre ufficiali che vengono informati delle loro responsabilità. A questo punto, il gruppo, diretto dal presidente, inizia il lavoro di selezione dei principali leader della Chiesa.

Bob Kyte, presidente di Adventist Risk Management, nell’Assemblea del 2010 è stato presidente del comitato di nomina. Per lui, un elemento da considerare è la diversità presente nella stanza, non solo in termini di più lingue, ma anche di prospettive differenti sui migliori metodi che il comitato può adottare nel processo di selezione dei nomi.
“Una delle sfide più grandi era cercare di mescolare le culture di tutto il mondo su come si svolgono i compiti nella Chiesa”, ha affermato Kyte.

L’inglese è la lingua ufficiale di tutte le sessioni amministrative della Chiesa mondiale, ma ci sono traduttori presenti durante le riunioni del comitato per assicurare che le informazioni siano effettivamente comprese da coloro che parlano altre lingue.

Altri due attori chiave del comitato di nomina sono i gestori del sistema elettronico tramite cui si esprimono i voti durante le riunioni. Essi documentano ogni nome proposto e tutti i voti conteggiati per ogni incarico. I loro dischi sono conservati presso l’Ufficio archivi, statistiche e ricerche della Chiesa.

Le nomine
All’inizio di ogni giorno, uno degli ufficiali del comitato di nomina presenta una riflessione spirituale. I leader chiedono la presenza di Dio e la sua guida nei lavori.
“Abbiamo pregato prima di ogni voto, chiedendo al Signore di guidarci nella scelta “, ha affermato Kyte.

Il primo incarico a essere preso in considerazione è quello del presidente della CG. Una volta eletto, il presidente ha funzione di consulente del comitato di nomina per la designazione delle altre cariche. Si scelgono quindi i nomi del segretario e del tesoriere della CG e poi i restanti incarichi.

Deciso un nome, un officer del comitato lo notifica al candidato, ma prima informa della non rielezione chi ricopriva già quell’incarico. A volte, sotto la guida dello Spirito Santo, fa più di una semplice notifica.
“In alcuni casi abbiamo incoraggiato i candidati ad accettare la candidatura”, ha spiegato Cindy Tutsch, direttore associato emerito dell’Ellen G. White Estate, che è stata segretaria del comitato di nomina dell’Assemblea Mondiale 2010.

Notificato il nome, gli officer del comitato di nomina sono scortati nella sala in cui si svolgono i lavori assembleari. Il presidente della sessione in corso interrompe tutto ciò che è in fase di discussione per ascoltare il rapporto del comitato di nomina (che può presentare un nome o un gruppo di candidature).

Sebbene il comitato di nomina abbia il compito di fare solo delle proposte, è raro che i delegati respingano un suo rapporto. Se, dopo lettura del rapporto, un delegato ha delle riserve è invitato nel comitato di nomina per esprimere le sue preoccupazioni. Quindi esce e il comitato decide se mantenere la nomina.

L’interazione della Chiesa
Anche se costituito da un pugno di persone rispetto ai 18,4 milioni di avventisti nel mondo, il comitato di nomina ha un ruolo fondamentale per il funzionamento della Chiesa avventista del settimo giorno. È importante che i 252 delegati scelti siano in sintonia con lo Spirito Santo e riescano ad assegnare tutte le cariche durante l’Assemblea.
“È un privilegio assoluto vedere l’interazione della Chiesa”, ha aggiunto Tutsch.

La violenza contro le donne avviene anche nelle nostre chiese

La violenza contro le donne avviene anche nelle nostre chiese


“Non puo’ restare inosservata la presentazione fatta il 5 giugno della ricerca statistica Istat sulla “violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia” commissionata dal Dipartimento delle Pari Opportunita’. La prima rilevazione in assoluto era stata fatta nel 2006, ben otto anni fa. Oggi a che punto siamo? I dati attuali prendono in considerazione gli ultimi cinque anni sino al 2014. Si conferma che una donna su tre tra i 16 e i 70 anni ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, dato che spesso si riscontra anche all’estero, e non c’e’ differenza che sia una donna di provenienza italiana o migrante, il 31% la subisce, ovvero 6milioni 788 mila donne. Da chi? Malgrado le paure inconsce che le “ondate di immigrazione” creano nell’immaginario della popolazione italiana, alimentate dai Salvini di turno, chi commette violenza, quella piu’ grave, sono proprio i partner, gli ex o i parenti e gli amici di famiglia, sono infatti oltre il 62%, vatti a fidare! Solo le “molestie sessuali” che nel nostro immaginario sono del classico esibizionista dall’impermeabile beige aperto all’improvviso, sono da imputare a sconosciuti per il 76% dei casi” (blog di Simona Lanzoni, Vice presidente di Fondazione Pangea Onlusda da ilfattoquotidiano.it). Ma fenomeni di violenza contro le donne si verificano anche all’interno di famiglie cristiane? Purtroppo si’, ci dice Franca Zucca, responsabile del dipartimento “Ministeri femminili” dell’Unione italiana delle chiese avventiste. Tra le iniziative prese dalla Chiesa avventista per contrastare il fenomeno, anche un recente “prontuario” che illustra la situazione della violenza di genere e da’ preziosi consigli alle donne vittime di abusi

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