Da qualche tempo le notizie infondono nell’animo una sensazione di angoscia, di paura e di smarrimento. Stiamo assistendo a una guerra contro il terrorismo. Tutto questo crea in alcuni uno stato di diffidenza verso il diverso. Altri reagiscono partecipando a manifestazioni in favore della pace. Si dimentica però che queste vittime innocenti sono state uccise dalle armi che noi occidentali abbiamo venduto a vari Paesi, compreso il Califfato.

Un testo biblico dice in sostanza: «Avverrà, negli ultimi giorni, che il monte della casa del Signore si ergerà sulla vetta dei monti […]. Molti popoli vi accorreranno, e diranno: “Venite, saliamo al monte del Signore[…]”. […] essi trasformeranno le loro spade in vomeri d’aratro, e le loro lance, in falci[…]» (Isaia 2:2-4).

Ci vogliono uomini capaci di trasformare le loro spade in vomeri, in strumenti di lavoro, quindi di pace. Un testo contenuto nella Bibbia (Romani 15:33) afferma che Dio è il Dio della pace. Noi siamo figli di un Dio di pace: oggi, invece, siamo artigiani della guerra.

Riflessione a cura del pastore Daniele Benini, direttore delle Chiese Cristiane Avventiste dell’Italia centrale.

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