L’iniziativa di una chiesa avventista di Saragozza porta visibilità agli emarginati.

Notizie Avventiste – Incontrare un mendicante e gettare qualche spicciolo nelle sue mani tese. È un’azione che può far sentire a posto. E se invece diventiamo noi la “moneta”? È quanto devono aver pensato i giovani e gli adulti della chiesa avventista di Las Fuentes a Saragozza, in Spagna. Un sabato pomeriggio, sono usciti insieme per svolgere un’attività dal nome singolare “La moneda eres tú” (La moneta sei tu).

“Consiste nel prendersi cura delle persone che vivono per strada o che escono per cercare sostentamento per la giornata e per le loro famiglie” spiega Ania López sul sito revista.adventista.es.
“Lo scopo dell’iniziativa” continua “non è quello di dare loro una coperta, vestiti caldi o cibo, sebbene anche questo venga offerto. Lo scopo è trascorrere del tempo con quella persona, ascoltarla, farla sentire visibile e amata e, se possibile, mantenere una relazione a lungo termine”.

I giovani della comunità avventista hanno già svolto questa attività in precedenza. La novità, questa volta, è nel coinvolgimento anche degli adulti.
“In Matteo 25 Gesù dice che tutto ciò che abbiamo fatto a uno dei suoi minimi fratelli, lo abbiamo fatto a lui. Ma avverte anche che tutto quello che non abbiamo fatto a uno dei suoi minimi fratelli, non lo abbiamo fatto a lui” ricorda López.

Dopo una preghiera comunitaria in cui i partecipanti hanno affidato a Dio l’attività che si apprestavano a svolgere, il gruppo è uscito per le strade.

Da invisibile a visibile 
“La prima persona che abbiamo incontrato si trovava davanti a una parrocchia” racconta López “Era un’anziana zingara che abbracciava il suo corpo per scaldarsi. Abbiamo iniziato a parlare con lei e ha cominciato a raccontarci la sua vita. Come è passato velocemente il tempo! Siamo stati con lei per circa due ore. La gente ci guardava in modo strano, non essendo abituata a vedere un gruppo di giovani che ridevano con una persona che incontravano tutti i giorni per strada, così sovente da diventare invisibile ai loro occhi”.

“Ci ha raccontato della sua famiglia e di sua nipote di 15 anni, che soffre di una malattia cronica. Ci ha parlato della venuta di Gesù e ha espresso il suo desiderio di vivere in un mondo migliore e di essere finalmente con il Signore. Prima di andare via, abbiamo pregato insieme e abbiamo deciso di pregare per la sua famiglia. Ci ha detto che era grata per quel poco tempo che avevamo trascorso con lei perché, a differenza di altri giorni in cui si sentiva sola e a volte piangeva anche nel vedere la vita e le ore che passavano, quel pomeriggio si era sentita accompagnata e felice”.

Gente di strada, che ha il nostro stesso Padre 
Il gruppo ha incontrato anche due donne, una ragazza di 18 anni e sua suocera. Conversando insieme, la giovane ha parlato del suo “Dio” al quale si rivolge ogni giorno.
“Abbiamo scoperto” dice López “che aveva uno zio che osserva il sabato dal tramonto al tramonto e non mangia carne di maiale. Dopo averci raccontato le loro esperienze, abbiamo deciso di dare loro i nostri recapiti e, siccome non sapevano né leggere né scrivere, hanno salvato i nostri numeri sul telefonino con due cuori per ricordarsi che eravamo noi. Le abbiamo invitate a non perdere la buona abitudine ad andare in chiesa e ci siamo accordati per andare a prenderle il sabato successivo, in modo che possano venire in chiesa con noi”.

Queste sono alcune delle persone “con cui abbiamo avuto il privilegio di condividere un paio d’ore e che per un attimo sono passate dall’essere invisibili a migliaia di passanti, a diventare persone per noi visibili. Un’esperienza che ha arricchito loro e noi. Un modo per sentire il Signore più vicino” conclude López.
(LF)

[Foto e fonte: revista.adventista.es]

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