Lezioni spirituali da Mary Jones e la sua Bibbia

Lezioni spirituali da Mary Jones e la sua Bibbia

Il racconto del pastore norvegese che ha ripercorso il cammino della giovane.

Atle F. Aluwini – Nei 60 giorni prima della Pasqua, gli avventisti in Norvegia hanno la tradizione di riflettere in modo più profondo sulla Bibbia e sull’attività missionaria della Società biblica norvegese. Nel preparare il mio sermone su questo tema, ho anche cercato una storia per i bambini.

Ebbene, se c’è una storia che illustra la fede e l’impegno di un giovane nei confronti delle Scritture, è quella di Mary Jones e della sua determinazione a procurarsi la Bibbia nella sua lingua. Quando ho appreso che Mary aveva impiegato sei anni per risparmiare i soldi necessari all’acquisto di una Bibbia, sono rimasto stupito dal potere ispiratore della vita di questa adolescente del XIX secolo. Così, colpito dalla fede e dall’esperienza di Mary, ho cominciato a sognare di ripercorrere il cammino (42 km) da lei affrontato nel 1800 quando aveva 16 anni.
Leggi anche: Una Bibbia per tutti.

Dal sogno alla realtà!
Ho scritto la prima bozza di questo articolo dalla piccola chiesa del villaggio di St. Michaels Church a Llanfihangel-y-Pennant, nel cuore del Galles del nord (Regno Unito), dove Mary Jones aveva vissuto da bambina. Situata all’interno del Parco nazionale di Snowdonia, “è una zona selvaggia con alte montagne, valli profonde, foreste, fiumi che scorrono veloci, cascate e molti laghi e bacini artificiali” (dal sito https://visitbala.org.uk/).

Finalmente ero arrivato dopo aver completato il cammino da Bala, iniziato il giorno prima. La maggior parte delle persone di solito vanno nella direzione opposta, dal villaggio natale di Mary verso Bala e terminano presso il centro turistico “Mary Jones”. Ma, ovviamente, dopo aver acquistato la Bibbia, Mary tornò a casa. E, percorrere il tragitto da Bala al suo villaggio, mi ha permesso di vivere anche la gioia della giovane mentre camminava, e a volte correva, verso casa, portando con sé non una Bibbia, ma ben tre copie! Non sapeva che tutti i suoi sforzi per riuscire ad avere la Bibbia ispirarono il reverendo Thomas Charles a diventare una figura centrale nella fondazione della Società biblica britannica e forestiera (British and Foreign Bible Society) nel 1804.

Questa esperienza è stata un’opportunità per pregare e riflettere sulla mia chiamata e sul mio ministero di pastore e coordinatore del Dipartimento della preghiera presso l’Unione avventista norvegese. Sapevo che il mio compito era seguire la guida del Signore e prestare attenzione alla voce sommessa dello Spirito Santo.

Lezione 1. Dio è qui
Sono partito da Bala un lunedì mattina, alle 8.15, e ho preso la stretta via lungo il lato est del Llyn Tegid, il lago di Bala. È stato un inizio incantevole, con panorami meravigliosi e senza problemi di percorso, in cui ho semplicemente seguito la strada. Presto sono arrivato alla chiesa di St. Gywer. Qui ho trovato una tomba che recava il seguente epitaffio: “Il bacio del sole per il perdono. Il canto degli uccelli per l’allegria. In un giardino si è più vicini al cuore di Dio che in qualsiasi altro posto sulla terra”.
Lungo tutto il percorso ho sentito la presenza del Signore e questa breve poesia su una tomba ha confermato che, prestando attenzione ai piccoli dettagli, sarebbero seguite altre lezioni.

Lezione 2. Aiuto da Sion
Nel piccolo villaggio di Llanuwchllyn, avevo bisogno di trovare la strada da seguire. Lì ho incontrato un uomo amichevole, che camminava insieme a suo nipote e al suo cane di razza golden retriever. Abbiamo parlato del mio viaggio e poi ci siamo salutati. Dopo che se n’era andato, mi sono seduto per occuparmi di un dito del piede. Pochi minuti dopo, l’uomo è tornato e, mentre lo guardavo con un po’ di imbarazzo, mi ha detto che avrei potuto chiamarlo in qualsiasi momento se avessi avuto bisogno di aiuto per la strada. Ci siamo scambiati i numeri di telefono e ho scoperto che il suo nome è, sì, “Sion”, che nell’originale gallese significa “Dio è misericordioso”. Il suo aiuto e il suo sostegno sono stati molto preziosi e graditi, e ho sentito di aver ricevuto aiuto dall’alto, da Sion, come leggiamo nelle Scritture: “Il Signore ti risponda nel giorno dell’avversità; il nome del Dio di Giacobbe ti tragga in alto, in salvo; ti mandi soccorso dal santuario, ti sostenga da Sion” (Salmo 20:1, 2).
Avevo appena ricevuto la lezione spirituale numero due e sapevo di dover aspettare di più.

Lezione 3. Puntare in basso
Sion mi aveva detto la strada da seguire ma, nonostante le sue indicazioni, ero salito troppo in alto sul fianco della collina e di conseguenza ho dovuto deviare a destra e scendere fino a un punto più basso. Così sono finito in un’aia. Un cane ha iniziato ad abbaiare e ho provato la fastidiosa sensazione di aver commesso un’infrazione. Pochi minuti dopo, un’auto si è avvicinata da dietro, si è fermata e dal finestrino abbassato ho ricevuto la “testimonianza diretta” della conducente! “Non hai una mappa?” ha esclamato la donna. “Mi dispiace” ho risposto “sono sul cammino di Mary Jones”.
Ebbene, a volte sbagliamo anche con una mappa (la Bibbia) in mano. Ma un sano principio biblico è quello di “restare bassi”. Gesù disse: “Ma quando sarai invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, affinché quando verrà colui che ti ha invitato, ti dica: ‘Amico, vieni più avanti’. Allora ne avrai onore davanti a tutti quelli che saranno a tavola con te” (Luca 14:10).
Lezione numero tre: puntare in basso. Se Dio ha altri piani, ti chiederà di salire.

Lezione 4. Dio guida
Dirigendomi a sud-ovest, ho scoperto che la possibilità di commettere errori di percorso era ampia. In diversi punti il sentiero si divideva in due. In un’occasione ho girato a destra e un minuto dopo ho trovato un grande albero che bloccava il passaggio. Questo mi ha spinto a ricontrollare l’applicazione “Ordnance Survey” e, sì, ero sulla strada sbagliata.
La lezione numero quattro mi veniva incontro: Dio guida e può bloccare la strada per rimetterti in carreggiata. Ma rimani umile, controlla di nuovo e cambia rotta.

Lezione 5. Principio guida
Più tardi, la strada si è divisa di nuovo, ma questa volta nemmeno l’app “Ordnance Survey” era chiara. Ho deciso di seguire il principio appreso quel giorno, restare bassi, e così ho fatto. Ho preso il sentiero più in basso e senza saperlo mi sono allontanato dal sentiero di Mary Jones. Ma, ancora una volta, ho scoperto che Dio aveva qualcosa da mostrarmi.
Proprio al lato di questa “strada bassa” su cui mi sono ritrovato, è saltato fuori un tesoro: un’antica chiesa, nascosta dagli alberi, dietro un cancello importante. Sono entrato nella cappella e ho scoperto la preghiera di Francesco d’Assisi, i cui versi ho sentito e imparato per la prima volta a scuola, quando avevo dodici anni. È una preghiera nota alla maggior parte dei cristiani, ma ora mi è tornata alla mente. “Perché è nel dare che riceviamo, è nel perdonare che siamo perdonati, ed è morendo che nasciamo a vita eterna”. Quando sono uscito sul sagrato, ho visto la scritta: “Io sono la risurrezione e la vita”.
La lezione numero cinque mi è giunta con queste parole: a volte nemmeno la Bibbia è chiara; quindi, resta sui principi fondamentali condivisi in Galati 5:22-23, che elenca i frutti dello Spirito. “Rimanere bassi” è stato il mio principio guida e Dio mi ha mostrato di nuovo che aveva qualcosa di molto importante da dire.

Lezione 6. Usare l’attrezzatura che si conosce
Prima di lasciare la Norvegia per andare nel Galles, non ero sicuro di quali calzature indossare. Inizialmente avevo deciso di prendere un paio di scarponi da montagna nuovi, mai usati. Ma poi ho optato per le scarpe che utilizzo quasi tutti i giorni. Avevo la certezza che non mi avrebbero dato problemi e questa scelta si è rivelata corretta. Il primo giorno ho camminato per undici ore e, nonostante fossi completamente esausto, i piedi stavano bene.
Lezione numero sei. Quando sei pronto per una sfida, usa la tua attrezzatura collaudata. Non sperimentare metodi sconosciuti, ma attieniti a ciò che sai che funzionerà.

Lezione 7. Affrontare la delusione
Mi avvicinavo a Llyn Mwyngil e mancava solo un’ora alla fine del mio viaggio. A un tratto ho incrociato un asino, il primo e unico visto durante il viaggio. Avrei dovuto scattare una foto, ma la batteria del cellulare era scarica. Subito dopo sono passato davanti all’hotel Minffordd che aveva esposto il cartello “Aperto – Nessun posto libero”.
Immediatamente il mio pensiero è andato a Giuseppe e Maria in viaggio verso Betlemme. Ero molto stanco e una terribile visione ha iniziato a farsi strada nella mia mente. “No, Signore, ti prego, non farmi vivere l’esperienza di Giuseppe e Maria!”.

Volevo trascorrere la notte in un hotel nella parte alta di Llyn Mwyngil. Non avevo idea se sarebbe stato al completo oppure chiuso, in ogni caso non avevo prenotato. A questo punto la vocina dentro di me si faceva sentire con un messaggio che non ero pronto ad accettare. Ho continuato a camminare, ma mi aspettavo cose spiacevoli. Ho detto di nuovo al Signore: “No, Gesù, ti prego, non ho bisogno di vivere un’esperienza simile a quella di Maria e Giuseppe. Lasciami solo immaginare come fu per loro, senza doverlo sperimentare di persona. Ti prego Signore, risparmiami!”.

Come avrete già immaginato, l’hotel era chiuso per ristrutturazione! Poi ho incontrato il direttore e, prima che potessi dire qualcosa, ha dato un’occhiata alla mia condizione, ha notato che ero stravolto e abbattuto, e mi ha detto: “Prosegua per altri 20 minuti lungo la strada e arriverà all’hotel Tyn-Y-Cornel. Hanno camere disponibili. Manderò un messaggio per informare il personale del suo arrivo”.
Lezione numero sette. La vita è piena di colpi di scena; le delusioni sono dietro l’angolo. Non si può avere un piano di emergenza per ogni circostanza della vita, ma Dio è sempre alla guida.

Avrei potuto condividere un altro paio di lezioni apprese lungo il cammino, ma per il momento concludo con alcune parole del Salmo 37, che trovo molto significative: “Riponi la tua sorte nel Signore; confida in lui, ed egli agirà” (v. 5).

Post scriptum
Ho in programma di tornare nel Galles alla fine di aprile del 2025 e invitare più persone a intraprendere questo percorso. Forse Dio ha delle lezioni anche per voi? Sion, il mio nuovo amico, si è già iscritto. Fatemi sapere se volete vivere l’esperienza di Mary Jones, un cammino di preghiera nel bellissimo Galles… Scrivete a: atle.aluwini@adventist.no

(Atle F. Aluwini è pastore delle chiese avventiste del distretto di Moss e coordinatore del dipartimento della preghiera all’Unione norvegese).

[Foto: Atle F. Aluwini Adventist Media Exchange. Fonte: tedNews. Traduzione: L. Ferrara]

 

 

 

 

Intensificare la missione in Europa

Intensificare la missione in Europa

Quattro giorni di incontri in Portogallo per condividere esperienze e discutere nuove strategie con uno scopo comune: la crescita della chiesa nel vecchio continente. I dirigenti: “È necessario creare una cultura che permetta di fare discepoli e fondare chiese”.

Notizie Avventiste – Il Dipartimento Missione Avventista della Regione intereuropea (Eud) della Chiesa ha organizzato l’ultimo di tre corsi di formazione sull’evangelizzazione e la creazione di nuove chiese nel contesto europeo. L’incontro tenuto a Vimeiro, in Portogallo, dal 15 al 18 aprile, è stato il seguito di due appuntamenti precedenti, in Spagna e Romania, con l’obiettivo di discutere gli strumenti per comprendere la diversità e la mentalità in Europa, e le metodologie per accelerare l’azione missionaria nel vecchio continente, con un focus sulle opportunità di fondare nuove chiese in territori in cui la presenza avventista è inesistente.

Florian Ristea, direttore dei Dipartimenti Missione Avventista, Scuola del Sabato e Ministeri Personali, ha sottolineato l’importanza di comprendere il contesto di ciascuna comunità per preparare un vero piano missionario, ricco di esempi su come adattare l’impegno evangelistico al gruppo di persone che si vuole raggiungere. “Ha anche spiegato l’importanza della formazione dei dirigenti e la loro vocazione per questa opera fondamentale nel portare avanti il messaggio avventista, così come la necessaria integrazione di tutti i mezzi e gli strumenti disponibili, compresi i media” riporta Paulo Macedo sul sito Eud News.

Nei quattro giorni di formazione, erano presenti anche il direttore associato del Cspm, Jonatan Contero, e il presidente dell’Eud, Mário Brito
Il Centro per la Missione secolare e post-cristiana (Cspm) della Chiesa avventista globale ha lo scopo di aiutare la denominazione a comprendere meglio le persone secolarizzate e postmoderne, perché sperimentino un’esperienza reale con Dio. 

Il presidente Brito ha sottolineato l’importanza di adattare e personalizzare il messaggio avventista agli gli interlocutori, in modo che sia per loro comprensibile e abbia significato. Ecco perché questo tipo di formazione è così importante. 
“Quando cerchiamo di aiutare gli altri, siamo noi stessi a crescere. Le persone capiscono quando ci preoccupiamo del loro benessere. Le persone secolarizzate sono consapevoli dei loro bisogni e molti sentono un vuoto interiore. In quel vuoto vi è un’opportunità” ha commentato Brito.

Circa settanta partecipanti, provenienti dalle Unioni avventiste dei venti Paesi di competenza della Regione intereuropea, hanno condiviso le esperienze sugli effetti e i risultati dei loro progetti. Tra i relatori intervenuti ricordiamo: Gabriel Monet, del Campus Adventiste du Saléve, in Francia; e Marvin Brand, della Federazione avventista svizzera-tedesca.

Dall’Italia era presente Mariarosa Cavalieri, direttrice nazionale del Dipartimento Ministeri Personali e Scuola del Sabato, che ha aiutato i presenti a comprendere la missione avventista nel nostro Paese, dove è forte la tradizione cattolica e allo stesso tempo il processo di secolarizzazione avanza. 
Clicca qui per guardare l’intervento di Mariarosa Cavalieri.

La Svizzera è stata indicata come un esempio concreto della diversità europea. La piccola nazione di otto milioni di abitanti è divisa in ventisei cantoni e ha quattro lingue ufficiali. Qui, cinquemila avventisti, provenienti da cinquantotto chiese riunite in due Federazioni, mantengono accesa e diffondono la fiamma del messaggio avventista.

La Regione intereuropea, dalla sua sede di Berna, in Svizzera, offre ispirazione a sei Unioni di Federazioni e cinque Unioni di chiese. In questi territori sono presenti case editrici, scuole, centri media, ospedali, centri sanitari, ecc., che forniscono risorse a 20 Paesi, e in 18 lingue.

[Foto e fonte: Eud News] 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giornata della Terra. Adra International invita a un’azione globale

Giornata della Terra. Adra International invita a un’azione globale

Il tema di quest’anno, “Pianeta vs plastica”, mette in evidenza il riciclo nell’ambito dello sviluppo sostenibile.

Notizie Avventiste – L’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (Adra International) guida un movimento globale, #GoGreenWithAdra, che mira a promuovere la gestione dell’ambiente, ad aumentare la consapevolezza dei problemi ambientali globali e a instillare un senso di responsabilità negli studenti e negli individui di ogni provenienza per contribuire a un pianeta più sostenibile.

In occasione della Giornata della Terra (22 aprile), le comunità di tutto il mondo sono state invitate a partecipare a questo movimento e a realizzare attività come la pulizia dell’ambiente, il giardinaggio e la piantumazione di alberi. Condividendo i progetti sui social media e utilizzando l’hashtag “#GoGreenWithAdra”, le persone possono collaborare a questa azione collettiva verso la conservazione e la sostenibilità ecologica.

L’agenzia umanitaria avventista, con le sue sedi nazionali, è testimone in prima persona di come i disastri meteorologici, la deforestazione, la siccità e gli incendi boschivi cambino e distruggano la vita di moltissime persone in tutto il mondo.


“Con un clima sempre più instabile, il mondo si trova ad affrontare sfide senza precedenti per anticipare e rispondere alle conseguenze della volatilità climatica” ha affermato Imad Madanat, vicepresidente di Adra International per gli aiuti umanitari “Grazie all’ampia rete di sedi nazionali, Adra è ben posizionata per realizzare i progetti nelle zone più vulnerabili e rafforzare la resilienza e la capacità delle comunità di resistere agli effetti delle catastrofi naturali. Nella Giornata della Terra rinnoviamo il nostro impegno nei confronti delle persone che serviamo, del nostro pianeta e del creato. I nostri progetti hanno l’obiettivo di dotare le popolazioni più a rischio degli strumenti necessari per prepararsi e mitigare i disastri imprevisti, proteggendo allo stesso tempo l’ambiente”.


Il tema della Giornata della Terra di quest’anno, “Pianeta contro plastica”, attira l’attenzione sull’urgente necessità di affrontare l’inquinamento dovuto a questo materiale non biodegradabile, che rappresenta una minaccia significativa per la vita marina, le falde acquifere, la salute del suolo e il benessere umano. In risposta, Adra è alla guida di progetti attenti all’ambiente in tutto il mondo, tra cui iniziative come progetti di agricoltura rispettosa del clima nella Repubblica Democratica del Congo, promozione degli orti domestici e dell’agricoltura biologica nelle Fiji, creazione di serre nelle regioni soggette a siccità di El Salvador, facilitare gli sforzi di rimboschimento in Madagascar e introdurre colture resistenti alla siccità nelle comunità che affrontano l’insicurezza alimentare in Honduras e Kenya.

Inoltre, il Comitato internazionale della Croce Rossa (Icrc) e il progetto pilota EcoAct collaborano con le sedi Adra in Canada e Germania per creare il “calcolatore del carbonio umanitario”. Lo studio aiuta Adra a determinare le emissioni di gas serra derivanti dai progetti realizzati in tutto il mondo, promuovendo l’obiettivo dell’organizzazione di salvaguardare l’ambiente e le comunità in cui opera.

[Foto: Aiden Zinke/Adra International. Fonte: Adra International

Formazione a Bruxelles dei responsabili Aplr europei

Formazione a Bruxelles dei responsabili Aplr europei

Essere ambasciatori della Chiesa e costruttori di ponti.

Notizie Avventiste – Sono arrivati a Bruxelles da vari Paesi europei i responsabili nazionali del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa (Aplr) della Chiesa avventista per il loro incontro di formazione. Dal 18 al 21 marzo, si sono riuniti presso la sede permanente dell’Associazione internazionale per la difesa della libertà religiosa (Aidlr). All’evento, organizzato dal Dipartimento Aplr della Regione intereuropea (Eud), hanno partecipato anche i segretari generali delle sedi nazionali dell’Aidlr. Nel corso dei tre giorni, hanno avuto l’opportunità di apprendere dai loro colleghi le sfide di ciascun Paese e i progetti in opera. L’incontro di Bruxelles è stato anche una buona occasione per conoscere meglio le istituzioni europee e il loro lavoro nel campo della libertà di religione o di credo. Per l’Italia era presente Francesca Evangelisti, assistente di direzione dell’Aplr.
“È estremamente costruttivo e interessante potersi relazionare con i colleghi europei e anche internazionali, ricevere idee e stimoli. Sono momenti di grande crescita per ognuno di noi” ha affermato Evangelisti.

Gli ospiti 
L’incontro è stato arricchito dalla presenza di Ganoune Diop e Nelu Burcea, rispettivamente direttore e direttore associato del Dipartimento Aplr presso la sede della Chiesa avventista mondiale, che hanno presentato i principi fondamentali, la visione e la strategia del lavoro dell’Aplr, e il suo contributo alla missione della denominazione.
Altro importante ospite è stato John Graz, già responsabile mondiale dell’Aplr e attuale direttore del Centro Internazionale per la Libertà Religiosa e gli Affari Pubblici (Cirlap) con sede a Collonges-sous-Salève in Francia. Graz è anche rappresentante permanente dell’Aidlr presso le Nazioni Unite a Ginevra.
Ai lavori era presente anche Ian Sweeney, direttore dell’Aplr presso la Regione transeuropea (Ted) della Chiesa. Sweeney ha fornito una panoramica delle sfide che la sua Regione affronta nel suo territorio.
Un punto culminante è stato l’intervento del prof. Stefan Höschele, docente di teologia sistematica e studi avventisti all’Università di Friedensau, in Germania. Il professore ha presentato il suo libro sulle relazioni interconfessionali avventiste e spiegato la storia del dialogo interreligioso della Chiesa fin dalla sua nascita, differenziandolo dai vari livelli dell’ecumenismo esistente.
“Il dialogo interreligioso della Chiesa avventista si è sempre basato sulla sua missione, mai sul desiderio di costruire nuove strutture o organizzazioni fini a se stesse”, ha precisato.

A rappresentare l’amministrazione Eud era presente il segretario esecutivo Barna Magyarosi che ha tenuto le riflessioni spirituali, basandole su alcune lezioni dell’Antico Testamento sul servizio e la leadership, e proponendo le esperienze del re Saul, di Baruc e di Mosè. Magyarosi ha rivestito anche il ruolo di cappellano con l’incaricato di incontrare, assistere e sostenere i presenti su loro richiesta.

Gli interventi
Paulo Macedo
, direttore del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa (Aplr) all’Eud, ha aperto l’evento con un messaggio di benvenuto. Ha poi spiegato il lavoro del suo Dipartimento, ovvero organizzare eventi regionali, informare, formare, sostenere e rappresentare le sedi nazionali a livello europeo. Le riunioni di formazione sono momenti importanti per creare collaborazione e sinergie tra i responsabili nazionali dell’Aplr.

Ganoune Diop ha presentato una panoramica della storia e dei propositi dell’Aplr sin dalla sua nascita nel 1901. Gli obiettivi principali di questo importante Dipartimento sono, quindi, quelli di tutelare il buon nome e l’immagine della denominazione, fare da interfaccia con lo Stato e, infine, gestire i casi legislativi che coinvolgono la Chiesa nella sfera pubblica.
“È assolutamente necessario non isolarci come Chiesa. Dobbiamo combattere la disinformazione che coinvolge la nostra denominazione e proteggerci dai pregiudizi che ci circondano. È in gioco la credibilità della nostra Chiesa” ha sottolineato Diop.

Nelu Burcea, che è anche il rappresentante della Chiesa alle Nazioni Unite, ha descritto il lavoro e gli obiettivi della denominazione all’interno di questa importante istituzione globale.
“Il mio ruolo è generare contatti strategici all’interno delle Nazioni Unite e tutelare l’immagine della Chiesa nel contesto internazionale”. Al termine della sua presentazione, Burcea ha mostrato e distribuito un dossier ufficiale della Chiesa da lui elaborato.

Nel suo intervento, John Graz ha parlato di come trovare, formare ed essere ambasciatori della Chiesa.
“Voi siete ambasciatori e il vostro dicastero può essere identificato in qualche modo con un Ministero degli Esteri nazionale. Rappresentate la Chiesa, non voi stessi, e avete il dovere di proteggere l’immagine e gli interessi della vostra Chiesa” ha esortato Graz, rivolto ai presenti.
“Costruite una rete di ‘ambasciatori’ locali” ha consigliato “educandoli per essere la futura leadership, e cercate sempre di costruire ponti con i vostri interlocutori”.
“Abbiate cura anche della vostra immagine” ha concluso Graz “Studiate bene i protocolli e le procedure; curate la vostra integrità morale e siate umili. Siate costanti, leali e fedeli, e date sempre gloria a Dio!”.

Durante l’evento, tutti i rappresentanti Aplr nazionali del territorio Eud hanno presentato un rapporto sulla situazione della libertà religiosa nel loro Paese e sul lavoro che svolgono come Dipartimento. Hanno evidenziato le sfide, le opportunità e le prospettive legate al loro lavoro. Il confronto con altri colleghi ha permesso loro di ampliare la propria visione e trovare nuove soluzioni.

La rappresentante italiana ha condiviso due problematiche. “Una è che la legge sulla libertà religiosa risale al 1929 e ed è la legge sui culti ammessi. Ci sono state diverse proposte di rimodernala ma nessuna è andata in porto. Abbiamo invece le leggi di intesa che la singola confessione religiosa stipula con lo Stato italiano. Queste leggi, quindi, sono molto personalizzate sulle richieste della singola confessione religiosa. Il problema è che si tratta di un iter estremamente lungo e difficoltoso, e al momento c’è ne sono soltanto 13, su circa 800 gruppi religiosi organizzati in Italia. Quindi, tutti quelli che non hanno stipulato un’intesa, con lo Stato, si rifanno alla legge del ‘29” ha spiegato Francesca Evangelisti nella breve intervista rilasciata ad Andreas Mazza, del team Aplr presso l’Eud, a margine dei lavori.

Non siete soli 
“Questo incontro è stato importante perché ha rivelato ai partecipanti che non sono soli, ma possono contare sulla collaborazione dei loro colleghi nazionali, regionali e mondiali” ha affermato Paulo Macedo. “Abbiamo tra noi non solo esperti in ambito religioso e istituzionale, ma anche in diritto, nelle comunicazioni, ecc. Insieme possiamo affrontare le numerose sfide che si presentano. La nostra visione è quella di formare insieme un’unica forza sinergica” ha concluso Macedo.

[Foto: David Milard e Andreas Mazza. Fonte: Eud News]

Principi biblici e sessualità al Comitato di primavera della Chiesa mondiale

Principi biblici e sessualità al Comitato di primavera della Chiesa mondiale

Il rapporto speciale dell’Eud ha evidenziato le sfide esistenti.

Notizie Avventiste – La Regione intereuropea (Eud) della Chiesa Avventista del Settimo Giorno ha condiviso una presentazione speciale con i membri del Comitato esecutivo della denominazione mondiale il 9 aprile, durante il Consiglio di primavera. In questo evento annuale, tenutosi a Silver Spring negli Stati Uniti fino al 10 aprile, il presidente dell’Eud, Mario Brito, ha parlato delle recenti sfide affrontate a livello regionale e ha sottolineato la necessità di pazienza e di attenti processi decisionali per mantenere l’unità della Chiesa e sostenere i suoi principi, riporta Alyssa Truman sul sito di Ann.
“Mentre affrontiamo queste situazioni difficili, vogliamo dire alla Chiesa mondiale che i dirigenti della Regione intereuropea sostengono pienamente la teologia, i principi e gli insegnamenti della Chiesa”, ha affermato Brito.

L’Eud si è trovata in prima linea nel dibattito in corso sulla sessualità umana all’interno della Chiesa. La Regione, e la denominazione in generale, hanno affrontato questioni legate a coloro che praticano l’intimità tra persone dello stesso sesso e al loro rapporto con la Chiesa, nonché a come lavorare con pastori e dirigenti che promuovono posizioni contrarie alle dichiarazioni ufficiali avventiste sulla sessualità. In risposta a tali sfide, la dirigenza dell’Eud ha riaffermato il proprio impegno a sostenere la verità biblica pur dimostrando compassione e rispetto per tutti gli individui.

Brito ha riconosciuto che, se la Chiesa non deve respingere chi ha un orientamento diverso da quello che la Bibbia presenta come ideale, dobbiamo anche rispettare coloro che pensano e agiscono diversamente.
“Gesù ha detto: ‘Poiché Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui’” ha ricordato Brito ai presenti “Come cristiani e discepoli di Cristo, abbiamo la responsabilità di sostenere i principi biblici e il potere di Gesù Cristo per superare tutte le nostre mancanze”.

I dirigenti dell’Eud, ha sottolineato Brito, hanno trascorso innumerevoli ore incontrandosi e discutendo con i presidenti delle Unioni e delle Federazioni avventiste, oltre a partecipare alle riunioni del Comitato esecutivo, per affrontare le diverse questioni che sfidano la Chiesa per quanto riguarda la sessualità. Uno di questi problemi affrontati da Brito è stato il numero di settembre 2023 della rivista Adventisten Heute, la pubblicazione della Chiesa avventista tedesca. La questione era incentrata sul tema Lgbtq+ e si mostrava contraria alle dichiarazioni ufficiali della denominazione globale. Brito ha riferito che i loro numerosi incontri hanno portato “i due presidenti delle Unioni [avventiste tedesche] a prendere l’iniziativa di dedicare il numero di febbraio 2024 di Adventisten Heute per presentare la posizione della nostra Chiesa sui temi Lgbtq+ e compensare la visione unilaterale del numero di settembre 2023”.

Quindi, Brito ha evidenziato l’importanza di impegnarsi nel dialogo e nell’educazione a tutti i livelli della denominazione.
“Siamo profondamente convinti” ha detto “che dobbiamo continuare a educare i nostri membri di chiesa, soprattutto le giovani generazioni, a comprendere meglio il concetto biblico di sessualità e a vivere secondo l’ideale stabilito da Dio”.

Risorse per genitori, insegnanti e pastori 
L’esperienza dell’Eud mette in luce le sfide legate all’affrontare la sessualità all’interno della Chiesa e l’importanza di bilanciare la verità biblica con un approccio compassionevole. In un rapporto sul lavoro della Human Sexuality Task Force, Audrey Andersson, vicepresidente mondiale della denominazione, ha rimarcato che la Chiesa avventista deve andare oltre il rilascio di dichiarazioni ufficiali come ha fatto in passato e, invece, fornire opportunità per discussioni oneste sulla sessualità all’interno della Chiesa.

“La sessualità è una conversazione che appartiene alla Chiesa” ha affermato Andersson durante la sua presentazione “Dobbiamo parlarne, condividere le nostre esperienze e avere conversazioni sensibili e bibliche. Se non dialoghiamo, le persone cercheranno altre fonti e non rifletteranno le verità bibliche”.

Per sostenere membri e dirigenti nell’affrontare queste sfide, la Chiesa Avventista del Settimo Giorno ha promosso il sito web humansexuality.org, attivo dallo scorso anno.
“Crediamo che l’approccio più compassionevole che possiamo adottare sia quello di presentare la verità di Dio su questo dono molto importante che ci ha dato” ha evidenziato Gina Wahlen, redattrice del sito. Per questo motivo, il sito fornisce una solida base biblica per comprendere la sessualità umana e offre varie risorse, tra cui articoli, storie, video e sezioni di domande e risposte.

Andersson ha inoltre sottolineato l’importanza di promuovere il sito web per far sì che i membri di chiesa siano consapevoli di questa preziosa risorsa. “Il sito è l’inizio della conversazione” ha affermato Andersson. “Possiamo fare di tutto per mettere le informazioni sul sito, ma se la gente non sa che esiste, perdiamo il nostro tempo”.

I dirigenti sono stati incoraggiati a collaborare e a promuovere questa risorsa sviluppata per pastori, genitori e insegnanti attraverso i loro siti web e newsletter. Andersson ha ribadito che “non ha valore finché le persone non lo usano”.

Le esperienze e l’impegno della Regione intereuropea incarnano in qualche modo le stesse sfide sulla sessualità che la comunità ecclesiale globale deve affrontare in un mondo in continua evoluzione. L’approccio della Chiesa a questi problemi ha implicazioni di vasta portata per la sua unità, la missione e la testimonianza pubblica. La denominazione rimane impegnata a fornire risorse accessibili ai suoi membri e a coloro che cercano una guida biblica su questo argomento.

[Foto e fonte: Ann] 

È risorto!

È risorto!

Se mai esiste una nota di grazia nella storia, è questa!

David Neal – “Nella storia del mondo è stato compiuto un solo atto di amore puro, non macchiato da secondi fini: il dono di sé di Dio in Cristo sulla croce per i peccatori immeritevoli. Ecco perché, se cerchiamo una definizione di amore, non dobbiamo guardare in un dizionario, ma al Calvario".[1]

"Gesù!" esclamarono E in quel momento egli scomparve dalla loro vista. Dopo aver consumato a metà il loro pasto, i discepoli si ritrovarono di nuovo in stato di shock, alle prese con questo sorprendente capovolgimento degli eventi, sopraffatti, in uno stato di gioia quasi estatica.

In quella stanza buia e scura, li immagino alzarsi dalla tavola, guardarsi l’un l’altro sconcertati, controllarsi a vicenda per confermare i loro pensieri. “Avete visto quello che ho visto io? Lo sconosciuto? Era Gesù! Lo sapevo, lo sapevo!” esclamò Cleopa.
“Ed essi dissero l’uno all’altro: ‘Non sentivamo forse ardere il cuore dentro di noi mentre egli ci parlava per la via e ci spiegava le Scritture?’” (Luca 24:32).

Cosa succede quando una persona è in cammino e diventa sempre più consapevole che Gesù non è solo una figura interessante nella storia? Cosa succede quando la storia di questa Persona pienamente Dio e pienamente uomo – la sua vita, i suoi insegnamenti e la sua capacità di vincere la morte, l’evento che la maggior parte di noi teme di più – ha un impatto sulla nostra esistenza a livello intellettuale ed emotivo? Cosa succede quando la luce si accende? Cos’è quel fuoco?

"Sentii il cuore stranamente riscaldarsi"  
Il 24 maggio 1738, John Wesley raccontò la storia del suo cammino. “La sera mi recai molto mal volentieri presso un’associazione in Aldersgate Street (Londra), dove si leggeva la prefazione di Lutero alla Lettera ai Romani. Verso le nove meno un quarto, mentre si descriveva il cambiamento che Dio opera nella persona mediante la fede in Cristo, sentii il mio cuore stranamente riscaldarsi. Sentii di confidare in Cristo, solo in lui, per la mia salvezza; e mi fu data la certezza che Cristo mi aveva tolto i peccati, i miei, e mi aveva salvato dalla legge del peccato e della morte”.[2] 
John Wesley, il fondatore del movimento metodista, visse l’esperienza del "cuore caldo” in quella che oggi è denominata la "Cappella di Wesley", ad Aldersgate, a Londra. 

Lasciamo Wesley ora, perché Luca continua a narrare la sua storia. Per essere sicuro di non perdere l’attenzione del lettore nemmeno per un secondo, racconta il senso di urgenza dei discepoli: “E, alzatisi in quello stesso momento, tornarono a Gerusalemme” (Luca 24:33 pp.). 
Entusiasti per una notizia straordinariamente bella, la migliore in assoluto, passarono alla modalità “dobbiamo tornare a Gerusalemme e dirlo agli altri”. Non potevano aspettare fino al mattino per fare il viaggio di ritorno di sette miglia. E anche se avessero pernottato a Emmaus, avrebbero potuto dormire sapendo ciò che sapevano? Partirono.subito “e trovarono riuniti gli undici e quelli che erano con loro” (v. 33 up.).

È risorto, ma cosa significa? 
Se pensate che il vangelo abbia già raggiunto la sua luce massima in questo racconto, dovrei rispondere con un “sì, ma”, perché le parole “È risorto” sono la risposta a ogni domanda; ma ciò che Luca non ha ancora condiviso è il significato di questa affermazione.

Leggendo i commenti su Luca e su come scrive, alcuni autori affermano che ha un obiettivo teologico. E se fosse così? È il più bello della storia dell’universo! Il punto di vista più spassionato è quello di Donald Guthrie, che nella sua Introduzione al Nuovo Testamento sottolinea: "Nessuno negherebbe che lo scopo di Luca sia teologico", ma "è più vero dire che Luca fa emergere il significato teologico della storia".[3]

A differenza della Lettera di Paolo ai Romani, Luca non redige un trattato di teologia. Racconta una storia, e nella riga successiva di questa vicenda troviamo un’altra svolta inaspettata che dimostra il significato della risurrezione, e la teologia del vangelo che risplende come non mai. “Il Signore è veramente risorto” (Lu 24:34 pp), è una frase di per sé grandiosa, ma ancora incompleta. Per quanto queste parole siano emozionanti, rimane ancora l’elemento “e allora?”. Qual è il problema? Che differenza fa?

La nota di grazia nella storia 
“Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone” (Lu 24:34).
Avete letto quello che ho appena letto anche io? “…ed è apparso a Simone”? Simone il fifone? Ma davvero? Il tizio volgare che rinnegò Gesù? Perché Luca osa menzionare il pescatore della Galilea, sicuro di sé e schietto, che non ebbe il coraggio delle sue convinzioni? “Tutta bocca e niente azione”, direbbe qualcuno: una scusa sufficiente, se ce ne fosse bisogno, per cancellarlo dalla storia. Lasciamo che si perda nel racconto come discepolo fallito!

“Ma andate a dire… a Pietro” 
Tra i discepoli riuniti in quella camera a Gerusalemme, qualcuno avrebbe avuto motivo di chiedersi se Simone sarebbe stato il prossimo Giuda? Mentre il Vangelo di Marco riporta la storia della risurrezione (Mc 16:1-8), Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e Salome incontrano il “giovane” seduto nel sepolcro. Egli dice loro: “Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; egli è risuscitato; non è qui” (v. 6). E sorprendentemente anche in questo caso, Pietro viene menzionato in modo speciale: “Ma andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea” (v. 7). Se mai vi è stata una nota di grazia nella storia, è questa!

E qual è il significato del vangelo? 
Luca e Marco avevano tutte le buone ragioni per cancellare Pietro dalla storia. Che imbarazzo! Ma non potevano, perché “il forestiero” che camminava sulla strada di Emmaus, che spiegava la storia della crocifissione dalla “legge e dalla testimonianza”, andò sulla croce per Pietro! E il senso del vangelo è: “Fate in modo che Pietro lo sappia!”,

Questa è la storia. Non ci sono più colpi di scena nel racconto di Luca. Nella complessità, nella confusione e disperazione del momento, Luca offre la speranza che cerchiamo. Certo, la speranza si trova nella Parola di Dio ma, lungi dall’essere parole aride e antiche, anche se sempre vere, è una storia di redenzione.

A chi di noi non è capitato di avere dei momenti da “Simone il fifone”? Chi di noi, nei periodi di crisi profonda e inaspettata, non ha faticato a prendere a cuore le frequenti parole “non temere” della Scrittura?[4] Vi è qualcuno che è confuso e dubbioso mentre cerca di affrontare e risolvere i complessi problemi della vita? Eppure, è proprio grazie alla risurrezione e al suo significato, e alla scelta di Pietro, che abbiamo la possibilità di trasformare questioni difficili, complesse e inquietanti in una calma profonda.

Per me sono riassunte al meglio in quattro parole del verso di un inno conosciuto: “Riscattati, guariti, risanati, perdonati”.[5]

Tre urrà per Dio, il fuoco dentro di noi brucia ancora!

(David Neal è direttore del Dipartimento Comunicazioni presso la Regione transeuropea della Chiesa avventista)

Note 
[1] John Stott, The Cross of Christ (La croce di Cristo), p. 212.  
[2] The Journal of the Reverend John Wesley (Il diario del reverendo John Wesley), vol. 1, p. 102. 
[3]. Donald Guthrie, “Luke’s Gospel”, New Testament Introduction, p. 94. 
[4] https://www.soulshepherding.org/fear-not-365-days-a-year/ 
[5] Terzo verso dell’inno di Henry F. Lyte (1793-1847), "Praise, My Soul, the King of Heaven".

[Fonte: tedNews. Traduzione: L. Ferrara]

 

 

 

 

 

 

Il cordoglio della Chiesa avventista per le vittime dell’attentato a Mosca

Il cordoglio della Chiesa avventista per le vittime dell’attentato a Mosca

La denominazione condanna ogni atto di violenza e terrorismo.

Notizie Avventiste – “È con dolore nel cuore che i cristiani avventisti del settimo giorno hanno appreso la notizia della morte e del ferimento di persone innocenti e pacifiche per mano di un gruppo armato. Molti sono rimasti feriti e la loro vita è in pericolo”. Inizia così il comunicato che la Chiesa avventista della Regione euroasiatica ha diffuso subito dopo l’attentato, la sera del 22 marzo.

Un gruppo armato è entrato nell’edificio dove era in corso un concerto e ha sparato a sangue freddo sulla folla presente in sala, uccidendo 137 persone e ferendone più di 180.

La denominazione ha espresso sentite condoglianze alle famiglie e agli amici delle vittime per la tragedia avvenuta al Crocus City Hall vicino a Mosca e prega per la guarigione dei feriti e perché episodi simili non accadano mai più.

“La vita umana è un dono inestimabile di Dio e nessuno ha il diritto di violarla” continua il comunicato “La Chiesa avventista condanna qualsiasi attacco alla vita umana e non esiste alcuna giustificazione alla violenza e al terrorismo”.

“Preghiamo affinché Dio tocchi i cuori di tutti coloro che sono stati colpiti da questo dramma e conforti coloro che hanno perso i loro cari. La speranza nel Signore aiuti tutti noi a superare questa tragedia!” conclude il comunicato.

[Fonte: Regione euroasiatica della Chiesa avventista]

 

 

 

Adra al Forum umanitario europeo 2024

Adra al Forum umanitario europeo 2024

In un mondo che trema, dobbiamo ritornare ai valori che ci rendono umani.

Notizie Avventiste – Si è conclusa il 19 marzo, a Bruxelles, la due giorni del Forum umanitario europeo, una delle conferenze più importanti per le organizzazioni benefiche, organizzato dalla Commissione europea e della Presidenza belga del Consiglio dell’UE. Era presente anche Adra Europa (Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso) e i rappresentanti delle sedi di Belgio, Norvegia, Danimarca, Repubblica Ceca, Indonesia e Germania.

Il forum si è svolto sullo sfondo del rapido aumento della necessità di aiuti umanitari in tutto il mondo. In un tempo in cui i conflitti diventano sempre più complessi e prolungati, gli aiuti si politicizzano e la vulnerabilità cresce a causa dei cambiamenti climatici.
“Nel mondo lottiamo con un numero sempre più alto di crisi e con la riduzione dei finanziamenti, con l’aumento della violenza, con minori sforzi per arrivare alla pace, con più disastri naturali e con una preparazione insufficiente” ha affermato Thomas Petracek, direttore dei programmi di Adra Europa.
“I partecipanti a questo forum” ha aggiunto “lavorano sulle soluzioni e Adra ne fa parte. Il nostro mondo globalizzato sta diventando più complesso e pertanto le soluzioni richiedono il dialogo internazionale e l’adattamento alle nuove realtà”.

La necessità globale di aiuti umanitari ha raggiunto livelli senza precedenti. Si stima che nel 2024 quasi 300 milioni di persone in tutto il mondo avranno bisogno di assistenza umanitaria e protezione a causa di guerre, disastri climatici e altri motivi. Secondo Adra, per sostenere quante più persone possibile con risorse limitate e budget in calo, tutti gli attori devono trovare soluzioni insieme.
“In un mondo che trema, dobbiamo ritornare ai valori che ci rendono umani, valori che Gesù Cristo ha vissuto servendo le persone nel suo lavoro quotidiano” ha detto Petracek “Gesù è diventato un operatore umanitario prendendosi cura dei più vulnerabili intorno a lui. Con il suo approccio calmo e gentile, ha ispirato migliaia di persone a seguirlo per servire l’umanità, me compreso. E Adra sostiene i suoi principi che hanno riportato speranza ai poveri, quella speranza di cui il nostro mondo ha bisogno, condividendo compassione, giustizia e amore”.

Dopo aver ricordato che il centro congressi dove si è svolto il forum è vicino a una chiesa e la piazza di entrambi gli edifici si riempiva di partecipanti che parlavano insieme mentre camminavano durante le pause, Patracek ha concluso: “Questa piazza simboleggia il dialogo internazionale, il centro congressi rappresenta la professionalità e la chiesa i valori. Dobbiamo tutti e tre rendere il nostro mondo più sicuro e di nuovo più umano”.

Il forum ha riunito oltre 1.400 rappresentanti provenienti da numerosi Paesi d’Europa e del mondo.

L’agenzia umanitaria Adra 
Adra, il braccio umanitario della Chiesa avventista, offre soccorso e assistenza allo sviluppo alle persone in più di 118 Paesi, indipendentemente dalla loro etnia, appartenenza politica, genere e credo religioso. In Europa è presente in 30 Paesi. Collaborando con le comunità, le organizzazioni e i governi locali, l’agenzia è in grado di fornire programmi culturalmente rilevanti e costruire capacità locali per un cambiamento sostenibile.
In Italia, Adra è attiva con 40 coordinamenti in altrettante città. Per saperne di più, visita il sito adraitalia.org.

[Foto e fonte: Adra Europa]

Presentare la propria musica all’Assemblea Mondiale 2025

Presentare la propria musica all’Assemblea Mondiale 2025

Notizie Avventiste – Nel 2025, dal 3 al 12 luglio, si terrà a St. Louis l’Assemblea Mondiale della Chiesa avventista (o Sessione della Conferenza Generale), primo organismo amministrativo della denominazione a livello globale. Anche in questa sessantaduesima Sessione, la musica avrà uno spazio importante e sarà l’occasione per tanti musicisti avventisti di poter far ascoltare i loro canti e brani.

“La musica è una delle nostre espressioni più care di adorazione e un punto culminante di ogni Sessione della Conferenza Generale” dicono gli organizzatori sul sito dedicato “Con la ricchezza, la bellezza e la varietà di ogni cultura, la musica dell’Assemblea Mondiale è un assaggio del cielo qui sulla terra!”.

I musicisti avventisti del settimo giorno di tutto il mondo sono quindi invitati a presentare la domanda di partecipazione a questo evento quinquennale, compilando l’apposito modulo cliccando qui.

“Aprire e leggere il modulo senza inviarlo è un buon modo per ricevere risposte ai vostri interrogativi e conoscere le informazioni necessarie “precisano gli organizzatori “Da notare che alcune domande appaiono solo in base alla risposta data a una domanda precedente”. 

Nella domanda di partecipazione è richiesta la registrazione del proprio brano per l’audizione.  

La scadenza per la compilazione e l’invio del modulo di partecipazione è il 31 marzo 2024, alla mezzanotte ora locale (Eastern Time) negli Stati Uniti.

Importanza della musica 
La musica è una via di comunicazione con Dio. È “uno dei mezzi più efficaci per imprimere nel cuore le verità spirituali” – E. G. White, Education, p. 168. Pertanto, è una parte importante e integrante della Sessione della Conferenza Generale 2025.

“Attraverso il canto e la musica strumentale, vogliamo portare gloria a Dio e adorarlo. La musica ha lo scopo di creare un’atmosfera edificante, di nobilitare e purificare i nostri pensieri, di promuovere il nostro impegno verso il Signore e nello sviluppo del carattere di Cristo nella nostra vita e in quella degli altri” affermano gli organizzatori. 
“La musica dell’Assemblea Mondiale deve rivolgersi sia all’intelletto sia alle emozioni” concludono “Deve rivelare creatività ed essere equilibrata”.

Il modulo va compilato dal musicista o da un rappresentante del gruppo musicale. Ogni musicista, o gruppo, può inviare al massimo cinque canzoni o brani tramite moduli separati per ogni canto o brano musicale.

Tutte le informazioni, in inglese, sono sul sito www.gcsession.org/2025-music/ 

 

 

 

 

 

 

Un libro ha cambiato la mia vita

Un libro ha cambiato la mia vita

“La mia sete di capire Dio cresceva a ogni capitolo”. L’esperienza di Velko Smatik, iniziata grazie ai social. L’importanza di diffondere le pubblicazioni.

Salve, mi chiamo Velko Smakic e lavoro come colportore evangelista nel mio Paese natale, la Serbia. Recentemente ho vissuto delle esperienze in cui ho visto lo Spirito Santo toccare i cuori e le menti delle persone con cui sono entrato in contatto tramite i libri che vendo. Ma prima di parlarvi di questo, desidero raccontare come lo Spirito Santo ha agito nel mio percorso di conversione.

Un libro che mi ha cambiato la vita 
Quattro anni fa, non sapevo nulla di Dio e assolutamente niente di cosa significasse essere un avventista del settimo giorno. La situazione è cambiata un giorno mentre scorrevo l’elenco delle storie (feed) nella mia pagina Facebook e mi sono imbattuto in una citazione attribuita a Ellen G. White. Mi ha colpito profondamente, quasi come una medicina per la mia anima. Incuriosito, ho iniziato a seguire quella particolare pagina Facebook.

Pochi giorni dopo, gli amministratori della pagina, che erano membri di chiesa, hanno annunciato l’invio di un libro in omaggio. Ho risposto subito e dopo poco tempo ho ricevuto per posta una copia del volume La speranza dell’uomo. Mentre leggevo le pagine, la mia sete di comprendere Dio diventava più forte a ogni capitolo.
Ansioso di discutere del libro, ho contattato gli amministratori della pagina Facebook. Mi hanno invitato a incontrarli e a partecipare al servizio religioso del sabato. Dopo aver conosciuto i miei nuovi amici per un anno, mi sono convinto dell’importanza di credere e seguire il Signore, ho chiesto di essere battezzato e sono diventato un avventista del settimo giorno.

Ma questo è solo l’inizio! 
Questa è essenzialmente la mia storia di conversione, ma è solo l’inizio del mio viaggio! Ho sentito il primo suggerimento dello Spirito Santo mentre leggevo La speranza dell’uomo. Ma lo Spirito non si è fermato lì. Mi ha invitato a entrare in una relazione profonda con Dio. Dopo quel primo libro, ne ho letto molti altri e sono giunto alla convinzione che le persone possono incontrare Cristo attraverso le pagine dei libri ispirati. Così motivato e desideroso di condividere Cristo, ho contattato i colportori evangelisti dell’Unione avventista dell’Europa sud-est (Seeuc).

Pochi mesi dopo il mio battesimo, durante l’estate, sono andato a svolgere attività evangelistica da solo in Montenegro, con un notevole successo, per grazia di Dio. Al termine della stagione estiva, insieme a un gruppo di membri di chiesa, ho organizzato la distribuzione di libri gratuiti davanti all’ospedale e al centro termale di Belgrado, . Ogni sabato pomeriggio condividevamo libri con i cittadini, fino all’arrivo dei mesi invernali più freddi, ed è stata un’esperienza davvero commovente.

Attualmente, insieme al pastore di una comunità avventista vicina, seguo e formo due membri della mia chiesa affinché diventino colportori evangelisti. Il potere trasformativo dello Spirito Santo attraverso le pubblicazioni è innegabile, e sono convinto che sia contagioso!

“È un risveglio attraverso la preghiera” dice Mirjana Vukasović 
“Come membri dello staff della casa editrice e tipografia serba (Eurodream), riconosciamo l’importanza di rimanere strettamente collegati con i colportori evangelisti e con i membri di chiesa impegnati nella divulgazione delle pubblicazioni. È fondamentale comprendere le loro esigenze e sfide quando si visitano case, aziende e scuole” dice Mirjana Vukasović, responsabile marketing di Eurodream.

“Per questo motivo” aggiunge “ogni martedì mattina un piccolo gruppo si riunisce su Zoom per parlare delle esperienze vissute nella settimana precedente, condividere le benedizioni e discernere la guida di Dio per il futuro. Soprattutto, preghiamo con fervore per i colportori evangelisti, per i membri di chiesa impegnati nella distribuzione dei libri e per ogni lettore che usufruisce della nostra letteratura. Attraverso questi incontri e preghiere, abbiamo assistito a una rinascita dell’opera missionaria tramite le pubblicazioni in tutta l’Unione Seeuc.

Le chiese e le pubblicazioni 
Le comunità avventiste, in Serbia, partecipano attivamente alle iniziative di condivisione di libri in vari eventi locali, distribuendo le pubblicazioni più volte in molte città e villaggi. Questo loro impegno ha prodotto bellissime esperienze spirituali e successi, a dimostrazione della potenza di Dio.
“Siamo grati a Dio per la sua protezione e guida nel ministero delle pubblicazioni!” conclude Mirjana “A Belgrado, in Serbia, abbiamo non solo una casa editrice avventista, ma anche una tipografia che fornisce i materiali per sostenere i bisogni dei colportori e delle chiese. Vedere come libri stimolanti cambiano la vita è una benedizione enorme. Grazie a tutti per le vostre preghiere!”.

[Foto: Mirjana Vukasović/Vanesa Pizzuto/Adventist Media Exchange. Fonte: tedNews. Traduzione e adattamento: L. Ferrara]

Il letto più grande del mondo

Il letto più grande del mondo

L’agenzia umanitaria avventista in Cile ha stabilito il nuovo guinness dei primati.

Notizie Avventiste – Adra Cile (Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso) ha montato il letto più grande del mondo, stabilendo il nuovo record registrato dal guinness dei primati e superando il precedente di tredici anni fa nei Paesi Bassi. L’impresa è stata possibile grazie al lavoro congiunto di Adra e dei 6.000 scout che hanno partecipato al loro incontro nazionale nel campus dell’Università avventista del Cile, e che hanno aggiunto i loro materassini.

Per realizzare il super letto, sono stati utilizzati: 148 ponteggi, 380 assi metalliche, 6.447 viti, 680 ore tecniche, 56 volontari per il montaggio, 171 litri di vernice, 18 rulli da 4 pollici, 184 copriletti, 250 metri di lenzuola, 180 materassi. Con 8 metri di altezza per la testiera e 4 per il materasso, 19,52 metri di larghezza e 32,6 metri di lunghezza, il letto record ha raggiunto le dimensioni di un campo di calcetto (o calcio a 5). Proporzionato anche il cuscino lungo 18 metri (pari a 4 automobili familiari). Peso totale del letto: 13.800 kg.

Grazie a questo grande impegno da parte dei volontari, di aziende private (come Incatex Ltda) e di una società di costruzioni, è stato assemblato questo un letto gigante per attirare l’attenzione su un bisogno di bambini e ragazzi di famiglie indigenti del Paese. Adra, infatti, porta avanti la campagna “Un bambino, un letto” e raccoglie fondi per fornire letti completamente nuovi a bambini e adolescenti che versano in povertà perché colpiti da disastri e calamità, o che si trovano in condizioni di vulnerabilità (violenza, abusi, abbandono, negligenza, ecc.)

“Quando si lavora e si collabora insieme, il risultato è incredibile” ha commentato Diego Trincado, direttore nazionale di Adra Cile, a proposito del record.
“La sfida è stata immensa, 14 tonnellate di materiale e 400 metri quadrati, insieme al contributo dei materassi da parte dei campeggiatori, per battere il record precedente. Più che raggiungere i risultati, alquanto spettacolari, siamo motivati a lavorare per il benessere dei bambini e degli adolescenti del nostro Paese” ha aggiunto Trincado.

L’agenzia umanitaria avventista opera in tutto il mondo da più di 40 anni e in Cile da 37. Il suo lavoro consiste nel rispondere alle emergenze quando si verificano disastri e nell’intervenire negli ambiti di vulnerabilità sociale con aiuti e progetti di solidarietà.

[Foto e fonte: Adra Cile]

Il Centro per la risoluzione dei conflitti supporta i pastori ucraini

Il Centro per la risoluzione dei conflitti supporta i pastori ucraini

Testimoniano coraggio, resilienza, gentilezza e fede.

Notizie Avventiste – In due anni di conflitto, l’attività dei pastori avventisti è notevolmente aumentata In Ucraina sia per quanto riguarda gli interventi di assistenza alla popolazione sia nel loro servizio nelle chiese, nell’incoraggiare i membri, nutrire la loro vita spirituale in un periodo di incertezza e portare speranza alle persone con cui vengono in contatto.

Ma chi sostiene e forma i pastori in modo che possano affrontare questa particolare crisi?
Il Centro per la risoluzione dei conflitti dell’Università La Sierra (Stati Uniti) e dell’Unione avventista britannica (Buc)  prepara i pastori nel Paese in guerra. Di recente, il past. Dan Serb, presidente della Chiesa avventista in Irlanda, si è recato in Ucraina per tre giorni di formazione.
“Dopo un viaggio notturno in macchina da Budapest, ho raggiunto Polyana, nell’Ucraina occidentale. Lì ho incontrato John-Robert Curtin e Tony Belak, due professori americani che avevano già iniziato a insegnare il modulo pratico sulla mediazione. Questa formazione aveva preso il via due mesi prima con i moduli online” racconta Serb sul sito tedNews.
“Il programma è stato offerto gratuitamente ai pastori ucraini, a sostegno del loro ministero nel difficile contesto della guerra. E si è rivelato un evento molto arricchente per tutti i partecipanti” aggiunge.

La formazione
Le tre giornate di formazione hanno coinvolto 21 pastori e amministratori. Tutti si sono immersi nello studio dei casi presentati e nei giochi di ruolo di mediazione. Terminato il corso, hanno espresso apprezzamento per le utili competenze acquisite. È stata un’esperienza gratificante anche per i formatori, i quali sperano “che la conoscenza impartita venga messa a frutto per portare guarigione a una comunità ecclesiale e a una società drasticamente colpite dalla tragedia” afferma Serb.

Poi fa notare: “Di tanto in tanto, qualche pastore lasciava la stanza con un’espressione di ansia sul volto e quando tornava lo vedevo incerto nella decisione di portare a termine la lezione. ‘Hanno ricevuto notizie da casa’, mi dicevano… Meno male che durante il corso di formazione non sono arrivate brutte notizie, solo la preoccupazione quotidiana di un attentato che poteva accadere in qualsiasi momento mentre erano via”.

Né d’inverno né di sabato 
In seguito, Serb ha visitato altri luoghi dell’Ucraina, come l’Istituto avventista di Bucha. In questa città, il past. Sasha, suo accompagnatore e dipendente di Hope Channel Ucraina, ha raccontato come è riuscito a sfuggire all’assedio della città insieme alla sua famiglia.
“Il terzo giorno dell’assedio” ricorda Sasha “la gente mi diceva che avrei fatto meglio a lasciare Bucha. Volevo che la mia famiglia fosse al sicuro, ma ho esitato. Perché? Perché mi sono ricordato del versetto che dice che dobbiamo pregare affinché la nostra fuga non avvenga d’inverno né di sabato. Poiché era la fine dell’inverno e il giorno successivo sarebbe stato sabato, ho deciso di essere fedele a Dio e di aspettare altri due giorni. Intanto l’assedio si era rafforzato e i soldati russi camminavano per le nostre strade. Tuttavia, cinque giorni dopo l’invasione, Dio ha fornito a me e alla mia famiglia un modo sicuro per lasciare Bucha”.

Una riflessione 
Rientrato nella sua camera nel campus avventista, Serb si è sentito quasi sopraffatto da un sentimento di profondo apprezzamento e di solidarietà. Ecco la sua riflessione: “Diamo così tanto per scontato, ma quando la tragedia colpisce, gli esseri umani trovano il modo di resistere. Questa capacità di adattamento è innata in tutti noi. La fede la accresce; le conferisce un significato transitorio. La tragedia ci scuote e può spezzarci, ma può anche rivelare le capacità che Dio ci ha dato di affrontare e sopravvivere all’inimmaginabile”.

Le situazioni che viviamo di portano a riorganizzare ulteriormente le nostre priorità, come testimonia, purtroppo, l’esperienza vissuta da uno dei dipendenti dell’Istituto avventista di Bucha: “Quando ho perso la casa, ho pensato che fosse la cosa peggiore che potesse accadermi. Poi mio figlio è stato ucciso e la perdita della mia casa non ha significato nulla in confronto”.

Un senso di unità e fratellanza
Dopo aver visitato altri luoghi e predicato in una chiesa, ecco arrivare il momento della partenza e dei saluti. Serb ha capito di essersi già affezionato alle persone che aveva incontrato e che lo avevano accompagnato in questa esperienza.
“Ho imparato a rispettare e ad ammirare queste persone. Il loro coraggio, la loro resilienza, il loro comportamento gentile e la loro fede tranquilla mi hanno toccato profondamente e hanno risvegliato in me un senso di unità e fratellanza che raramente avevo sperimentato. Non ho sentito nessuno lamentarsi o mostrare un atteggiamento da vittima durante il mio soggiorno. Anche se ero andato lì per sostenere e incoraggiare, sono stato io a partire incoraggiato e rafforzato nella mia fede in Dio e nella fiducia nell’umanità. Come cristiani, come credenti in un Dio che trascende la sfera della geopolitica umana, dovremmo astenerci dallo schierarci sui fronti politici: ci sono vittime innocenti da ogni parte. Ma dovremmo stare dalla parte degli oppressi, dei sofferenti e di coloro che sono privati dei diritti civili”.

I progetti del Centro per la risoluzione dei conflitti in Europa sono sostenuti dalla Regione transeuropea della Chiesa, dall’Unione avventista britannica e dalla Versacare Foundation (Stati Uniti), ed è partner del Centro per la risoluzione dei conflitti dell’Università La Sierra (Stati Uniti). 

[Foto e fonte: tedNews. Traduzione e adattamento: Lina Ferrara]

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