Concluso in Germania il XIV Camporee dell’Eud

Concluso in Germania il XIV Camporee dell’Eud

I giovani partecipanti hanno lasciato il campus portando nel cuore gioia speranza e progetti personali per mettersi in gioco nella missione.

Notizie Avventiste – Il campo internazionale degli scout avventisti dell’Europa occidentale e meridionale si è concluso. Ieri, 6 agosto, i ragazzi e i loro animatori hanno riempito gli zaini, smontato le tende e hanno lasciato il campus dell’Università di Friedensau, in Germania, per rientrare nei loro Paesi.

Clicca qui per guardare il video del quarto giorno del Camporee.

Le luci e gli altoparlanti si sono spenti, ma l’impatto e l’influenza sulla vita dei giovani daranno frutti per sempre. Sono stati sei giorni di intensa attività, fisica, mentale e sociale, insieme all’approfondimento del loro rapporto con Gesù.

Clicca qui per guardare il video conclusivo del Camporee.

Le serate finali, venerdì e sabato, hanno avuto due momenti di grande significato spirituale. Venerdì, al tramonto all’inizio del sabato, 14 giovani dei Paesi rappresentati hanno deciso di seguire Gesù nella loro vita e lo hanno fatto in un’indimenticabile cerimonia battesimale, testimoniata da 2.800 giovani uniti nella preghiera e nei canti di lode. Sabato sera, il gruppo ha assistito alla presentazione della produzione musicale cristiana “Jesus, The Musical”, che ha svelato tutte le sue 11 canzoni, dopo averne eseguita una ogni sera.

“Vedere i giovani scegliere Gesù nella loro vita è la motivazione più profonda per l’intero ministero della gioventù avventista ” afferma Jonatan Tejel, direttore dei giovani presso la Regione intereuropea (Eud) della Chiesa avventista e primo organizzatore del XIV Camporee.

In una intervista, Tejel, originario della Spagna, sposato con Daniela, un’italiana e padre di due figlie, parla con ardore del ministero che ha nel cuore, del movimento degli scout avventisti, dei progetti in corso e futuri del Dipartimento per la Gioventù. Rivela la sua visione delle attuali generazioni di giovani e fa appello, con esperienza e senso pastorale, all’azione familiare e giovanile.

Un’intervista da ascoltare con attenzione. E un’opportunità per rendersi conto della profondità dell’amore per i giovani e per la missione che questa visione rivela.

Clicca qui per seguire l’intervista in inglese a Jonatan Tejel.

[Foto: Ângelo Bártolo, Mariana Bártolo, Simão de Abreu. Fonte: Paulo Macedo-Eud News

Perù. Ascoltare Radio Nuevo Tiempo su un mezzo pubblico a Lima

Perù. Ascoltare Radio Nuevo Tiempo su un mezzo pubblico a Lima

La bigliettaia sintonizza l’apparecchio radiofonico del bus in modo che i passeggeri possano ascoltare i programmi durante tutto il percorso.

Notizie Avventiste – Marleny Mijahuanga vive a Lima ed è una assidua ascoltatrice di Radio Nuevo Tiempo. Alle 5 del mattino sale sul bus dove lavora come bigliettaia e comincia a incoraggiare i passeggeri a salire. Questi mezzi pubblici si chiamano “chosicanos” e sono caratterizzati dalla musica ad alto volume trasmessa durante il tragitto che va dal quartiere Chosica fino al centro di Lima (due-tre ore di viaggio).

Marleny ha davanti a sé una lunga giornata eppure è di buon umore. “È un lavoro faticoso, ma trascorro la giornata ascoltando Radio Nuevo Tiempo” dice.
Nonostante abbia un passato difficile che non vuole ricordare, avere due figlie da crescere le dà la forza di andare avanti.

All’età di 11 anni, Marleny aveva lasciato la sua casa per paura di essere abusata sessualmente da uno dei suoi zii. Aveva 17 anni quando era arrivata a Lima e aveva incontrato un uomo che sembrava darle la sicurezza e la felicità che cercava. Poi era rimasta incinta e tutto era cambiato. Dopo aver subito violenza fisica ed emotiva per diverso tempo, aveva deciso di porre fine alla sua vita e a quella delle sue figlie. Ma non poteva, perché Dio aveva un piano migliore per lei.

L’incontro con la radio 
Un giorno Marleny è uscita per cercare lavoro e ha incontrato Brayan, l’autista di un chosicano, che le ha offerto un posto da bigliettaia a condizione che non lavorassero il sabato. All’inizio non ha fatto domande e ha semplicemente accettato l’accordo. Con il passare dei giorni, Brayan ha consigliato a Marleny di ascoltare Radio Nuevo Tiempo sul suo cellulare e ha scaricato l’applicazione. “Mentre mi stavo preparando, ho ascoltato la radio e ha iniziato a darmi tranquillità, a farmi sentire più sicura. Così il mio atteggiamento nei confronti della vita è pian piano cambiato” racconta.

Quando è sul bus per lavorare, Marleny posiziona la radio sulla stazione di Nuevo Tiempo in modo che i passeggeri possano beneficiare della programmazione che porta pace e speranza. Alle persone che le chiedono di sintonizzarsi su un’altra frequenza, lei risponde: “Cosa vi insegna quella musica? Niente! Non vi insegna niente. Invece questa radio vi rafforza”.

Durante il percorso, Marleny si sintonizza su 103.3 FM, l’ultima frequenza acquisita da Nuevo Tiempo Perù grazie al contributo della Chiesa avventista mondiale, sudamericana e peruviana, tramite l’offerta del 2022 destinata a Nuevo Tiempo.

Per approfondire la sua conoscenza biblica e rafforzare la sua fede in Dio, Marleny ha iniziato a studiale la Scrittura con l’aiuto di Brayan ed è stata battezzata nella Chiesa avventista il giorno in cui si celebrava l’acquisizione della frequenza 103.3 FM.

Oggi, Marleny è molto grata di aver conosciuto la radio che le sta cambiando la vita. La sua storia è raccontata in un cortometraggio per incoraggiare più persone a trovare Gesù attraverso Radio Nuevo Tiempo Perù. Guarda il video in spagnolo qui.

[Foto: Ruth Chalco. Fonte: Ann]

XIV Camporee, giorno 3. Non siamo soli in questo mondo

XIV Camporee, giorno 3. Non siamo soli in questo mondo

Gli scout sostengono i progetti umanitari di Adra. Anteprima sul musical di sabato sera.

Notizie Avventiste – Durante il Camporee, i dirigenti sottolineano con forza l’approccio globale e olistico del movimento degli scout avventisti. L’obiettivo centrale è che i giovani approfondiscano la loro conoscenza e relazione con Gesù. Ma gli aspetti fisici, intellettuali e sociali hanno un posto importante nell’approccio a tutte le iniziative. Nell’ampio spazio del campus di Friedensau, dal 31 luglio teatro di questo evento internazionale, si moltiplicano i punti di attività dove ogni mattina e pomeriggio arrivano con entusiasmo gli Esploratori (scout dai 12 ai 15 anni).

Il terzo giorno si è distinto per la Delegation Challenge, un’attività in cui sono stati formati gruppi di dieci ragazzi e ragazze di almeno tre diverse delegazioni, con il compito di completare tredici mansioni insieme. La capacità di interagire e cooperare, mettendo da parte le differenze culturali e valorizzando l’unità nel movimento, sono obiettivi facilmente raggiungibili per questi giovani aperti e solidali.

Ci sono anche attività speciali che portano particolare interesse e gioia. Qui troverai ad esempio l’equitazione, il calcio con le bolle e il trampolino elastico. Per partecipare, gli scout dovranno utilizzare i talenti acquisiti partecipando ai workshop.

I workshop sono attività centrali nello sviluppo dello spirito e delle abilità degli Esploratori; sono suddivisi in cinque aree che prendono il nome da luoghi biblici. Qui i giovani imparano di più sul movimento, sviluppano e applicano le conoscenze del mondo e della società in modo divertente e didattico. Quattro di questi workshop sono organizzati dall’agenzia umanitaria avventista Adra Europa, con la collaborazione diretta di Adra Germania.

Clicca qui per guardare il video della terza giornata.

Il lato sociale 
Per la seconda volta, il Camporee è anche un luogo in cui gli scout sostengono direttamente uno progetto speciale di Adra con la loro azione e attraverso la loro decisione personale. Seguendo i workshop, si guadagnano i talenti (in forma di sfere colorate) che possono poi essere utilizzati per partecipare ad attività speciali o acquistare prodotti nella City Life, l’area social del campo. Ma ognuno può anche decidere di donarli ad Adra. Ogni sfera colorata vale 2 euro e una Golden Card del valore di 25 euro, offerta da un donatore ai progetti.

João Martins, direttore di Adra Europa e scout da sempre, presenta i progetti e rileva l’enorme importanza della formazione alla responsabilità personale e sociale che il movimento scout avventista sviluppa nei giovani. Ad aiutarlo nei workshop vi è anche Viktoria Pedchen, giovane rifugiata ucraina, trasferitasi in Germania nel 2022. La sua vita è cambiata a causa della guerra e ha deciso di cambiare la vita degli altri attraverso la pace e il servizio.

Nel 2019, il Camporee in Portogallo ha incassato 80mila euro. Nota bene: sono 80.000 euro in piccole sfere donate dai ragazzi di loro spontanea volontà, rinunciando a prodotti e attività di cui potevano godere, in modo che i bambini di São Tomé, ai quali era rivolto il progetto Adra, potessero avere accesso a un’istruzione migliore. Che bell’esempio, vero?

Quest’anno le aspettative non sono da meno. E anche la disponibilità a contribuire cresce ogni giorno. Gli Esploratori, insieme con Adra, cambiano il mondo, una vita alla volta, con giustizia, compassione e amore.

Clicca qui per guardare l’intervista in inglese a João Martins.

Una sola volta nella vita 
Ci vogliono anni per organizzare un Camporee e sono centinaia le persone coinvolte, tra dirigenti, staff e volontari. Per 6 giorni, quasi 2800 persone condividono uno spazio dove dormono, mangiano, partecipano ad attività, fanno esercizio; uno spazio che necessita di organizzazione, pulizia, manutenzione, sicurezza e assistenza medica. E in cui c’è un palcoscenico multimediale, logistico, tecnologico, servizi di supporto umano e tanto altri. Tutto richiede molto lavoro, tempo, impegno, dedizione e, naturalmente, pazienza in abbondanza.

Tra gli organizzatori vi è Ruben Grieco, direttore del Dipartimento per la Gioventù delle due Unioni avventiste in Germania e anche delle Comunicazioni. Incarna e applica la sua vasta visione, la sua esperienza pratica e la sua straordinaria passione in tutto ciò che fa. Nella sua vita ha partecipato a diversi di questi eventi come animatore, accompagnatore e organizzatore. Alla domanda “Qual è stato il miglior Camporee?”, non ha dubbi. “Ogni Camporee è il migliore e il più speciale per ciascun Esploratore”, dice. E questo perché, essendo un evento che si svolge ogni quattro, “quasi tutti hanno l’opportunità di viverne uno solo “. E spiega che questa settimana può fare la differenza nei ragazzi ed è per fare questa differenza che ogni organizzatore lavora.

Tutti i leader si riferiscono al tema del Camporee nella sua formulazione più breve “Seguimi”. Ma Ruben pone l’accento sulla seconda parte che dà significato e scopo: “Condividi la tua storia. Racconta di Gesù nella tua vita”, afferma con convinzione. E agisce di conseguenza.

Clicca qui per guardare l’intervista in inglese a Ruben Grieco.

Sabato sera il musical su Gesù 
In questi giorni, un cast di 83 persone ha mostrato lentamente, nelle prove, il musical che verrà presentato sabato, ultimo giorno del Camporee. Saray Vega è la regista di “Jesus, The Musical” (Gesù, il musical); è una perfezionista, attenta ai dettagli, un tratto indispensabile quando si mettono insieme musica, luci, guardaroba e persone sul palco in modo artistico e armonioso.

L’idea di realizzare un musical sulla vita di Gesù è nata quando ha ascoltato per la prima volta il CD “Jesus” del gruppo Canta y Rie, nel 2015. Ha immaginato che questi canti prendessero vita in un’opera musicale. Nel 2013, la comunità della chiesa avventista di lingua spagnola a Ginevra aveva eseguito il musical “Il principe d’Egitto”, sulla vita di Mosè. Saray sapeva che, con le persone di talento presenti nella loro chiesa, avrebbero potuto creare qualcosa di grande “e condividere la vita di Gesù, con l’obiettivo di portare il suo messaggio alle persone in modo contemporaneo”.

Con il sostegno del marito, Antonio Gonzalez (direttore tecnico), questa infermiera di professione ha intrapreso un lavoro di creazione, organizzazione e leadership, unendo attorno a sé amici, conoscenti e membri della chiesa di Ginevra, tra cui Renée Reynolds (direttore vocale e musicale), Eloi Comabella (produzione audiovisiva e design grafico), Luis Anton (coreografia e messa in scena), Noemi Aloy (logistica, costumi e oggetti di scena) e Ana Anton (coreografia e messa in scena).

Il punto d’incontro è diventato il Campus Adventiste du Salève, nei pressi di Ginevra ma in Francia, dove si sono svolte le prove, la preparazione dei materiali e la logistica.

“Siamo molto grati al Campus. È diventato la casa da cui usciamo per condividere Gesù” afferma Saray. Il cast è formato da persone provenienti da 23 Paesi, dall’Argentina alla Polinesia, dalla Germania allo Zambia, di età, interessi e professioni diverse. Sono uniti dallo scopo comune di far conoscere meglio Gesù e la sua storia agli spettatori. E lo hanno realizzato.

Dopo aver tradotto i testi in francese e creato la coreografia, si sono esibiti più volte nella zona di Ginevra, con più di 2.000 persone che li hanno sentiti cantare e li hanno visti recitare la vita di Gesù nel 2016 e nel 2017. Perché questo lavoro? “Perché Gesù se lo merita” ribadisce Saray.

Grazie al Dipartimento per la Gioventù della Regione intereuropea (Eud) della Chiesa avventista, sono stati possibili traduzione e adattamento del musical in inglese. Per il gruppo è un grande privilegio esibirsi al Camporee, davanti a tanti giovani che vogliono lodare Gesù. “Siamo benedetti e molto grati!” conclude la regista.

Sabato sera, 5 agosto, alle ore 21.15, puoi guardare “Jesus, The Musical” in streaming al link: https://youtube.com/@EUDYouthMinistries

[Foto: Ângelo Bártolo, Mariana Bártolo, Simão de Abreu. Fonte: Paulo Macedo-Eud News]

XIV Camporee, giorno 2. “Accetta l’invito. Non esitare. Seguilo”

XIV Camporee, giorno 2. “Accetta l’invito. Non esitare. Seguilo”

Relazione e missione in primo piano.

Notizie Avventiste – I primi momenti del Camporee 2023 degli scout Esploratori (12-15 anni) sono pieni di gioia e di sollievo: gioia per essere nel campo e sollievo per il fatto che la pioggia non è stata così tanta come annunciavano le previsioni meteo. La natura che circonda Friedensau, in Germania, invita i partecipanti ad approfondire il rapporto con Cristo e i momenti di lode accrescono il sentimento di appartenenza a un gruppo unito dalla fede, dalla volontà di seguire Gesù e dall’azione di condividere lo scopo di cambiare il mondo.

Tutto questo è racchiuso nel tema “#Seguimi. Condividi la tua storia”, coniugato in vari modi in tutte le iniziative e le attività del Camporee.
“Il personaggio centrale di questo incontro è Gesù! È colui con cui tutti vogliamo stare. Ora e sempre” sottolinea Jonatan Contero, relatore principale dell’evento.

Nato a Valencia 39 anni fa e sposato con Abigail che condivide con lui la dedizione per la missione oltre a essere direttamente coinvolta nei momenti spirituali del Camporee, Jonatan svolge il suo ministero presso il Centro di Studi Secolari e Postmoderni per Missione Globale della Chiesa avventista mondiale ed è responsabile della chiesa “Cero” a Madrid.

La vita di molti di questi giovani cambierà in questo Camporee. Sentiranno la chiamata di Gesù ad affidare a lui le loro decisioni più importanti. E saranno canali del suo amore e del suo messaggio verso gli altri.
La testimonianza del Camporee, infatti, è già cominciata. La tranquilla comunità di Mockern, nel centro della Germania, è animata negli ultimi giorni prima dall’arrivo di decine di autobus e ora dal chiacchiericcio di migliaia di giovani e dalla musica che arriva dal palco principale ogni mattina e sera.

All’inaugurazione era presente la sindaca, Doreen Kruger, che ha rivolto un saluto di benvenuto a tutti i partecipanti. Alcune organizzazioni dei media hanno programmato notizie e interviste sul campo. In Germania, dove la libertà religiosa è diffusa ma le persone non praticano molto la fede, gli scout avventisti hanno fatto notizia e il loro messaggio è stato pubblicizzato.

La pioggia non ferma gli scout né tanto meno gli altri ostacoli. Non nelle attività del campo e mai nella missione.

La Chiesa deve molto ed è grata ai suoi Esploratori.

Clicca qui per guardare il video del secondo giorno.

Guarda i servizi video in inglese:
primo giorno;
secondo giorno (con una brevissima incursione nella mensa del campo Italia).

[Foto: Ângelo Bártolo, Mariana Bártolo, Simão de Abreu. Fonte: Paulo Macedo/Eud News.]

XIV Camporee Eud. A Friedensau per divertirsi e incontrare Gesù

XIV Camporee Eud. A Friedensau per divertirsi e incontrare Gesù

Notizie Avventiste – “La cosa più importante è che i ragazzi abbiano un incontro personale con Gesù”. A parlare è Jonatan Tejel, direttore del Dipartimento per la Gioventù presso la Regione intereuropea (Eud) della Chiesa avventista, riferendosi al Camporee degli scout Esploratori in corso nel campus dell’Università di Friendensau in Germania. Oltre 2.700 ragazzi dai 12 ai 15 anni e dirigenti, provenienti da 14 Paesi, sono impegnati in numerose attività fisiche, intellettuali e sociali, “ma quello che vogliamo è che la loro vita sia caratterizzata dall’incontro con Gesù” ribadisce con entusiasmo Tejel, principale organizzatore dell’evento.


Friedensau è una città verde, calma e organizzata, situata a 130 chilometri a est di Berlino. Il 31 luglio, è stata una giornata intensa e in contrasto con l’ambiente circostante per il brulicare di scout intenti a montare le tende e a ultimare i preparativi per l’inizio del Camporee 2023.
Clicca qui per guardare il video della prima giornata.

A detta di tutti, questo è un Camporee storico, evidenzia Paulo Macedo, direttore intereuropeo delle Comunicazioni, sul sito Eud News. Si svolge a Friedensau, luogo centrale dell’avventismo in Europa, dove una università ha dato vita a una vera e propria comunità avventista a Mockern, caso raro da queste parti. Qui ci sono un campus, una casa di riposo, le abitazioni dei residenti e infrastrutture civili e religiose. È una vivace comunità dalla fine del XIX secolo.

“Il Camporee quest’anno è davvero un incontro speciale, anche per noi cittadini di Friedensau” ha affermato il sindaco Rüdiger Schröter “È fantastico che, dopo il 2001, qui si svolga di nuovo un evento della gioventù avventista e che così tanti scout possano conoscere Friedensau con tutte le sue possibilità”.

Il primo Camporee a Friedensau si svolse nel 1904 e l’ultimo 22 anni fa. Fu un evento funestato dal maltempo, infatti venne interrotto a causa di una tempesta e delle successive inondazioni.
“Non dimenticherò mai quel Camporee” dice Marcos Infante, responsabile del gruppo media del Camporee. “È andata bene per tutto, ma quell’evacuazione ha segnato la nostra vita. Abbiamo pregato, ci siamo organizzati e abbiamo dormito nelle aule scolastiche perché il nostro campo era allagato. Eravamo insieme, vicini a Dio e gli uni agli altri” ricorda con emozione. Sì, il movimento degli scout serve anche a insegnare come affrontare le avversità.

Il 31 luglio scorso le previsioni del tempo annunciavano anche molta pioggia, in questa estate mite di circa 20 gradi. “Ci sono stati davvero alcuni spruzzi al mattino, ma al momento della cerimonia di apertura nel tardo pomeriggio, i cieli pesanti e grigi hanno tenuto lontano l’acqua in modo che si potessero sentire le voci di presentazione e gli inni di lode di tutte le delegazioni” afferma Macedo

Jonatan Contero, pastore, missionario e leader avventista il cui obiettivo è lavorare con le comunità contemporanee e secolari, è il responsabile dei messaggi spirituali. Parla di Gesù, di quanto è bello trovare la sua strada, di vivere il suo progetto e di come si fida di noi.

“#FollowMe – Segui Gesù”, è il tema di questo XIV Camporee, con la più grande partecipazione di sempre, che si chiuderà il 5 agosto.

“Un Camporee storico” conclude Macedo “non solo per le ragioni già dette. Questo Camporee sarà storico nella vita di ciascuno dei giovani che sono venuti qui seguendo Gesù e che vogliono imparare a seguirlo con più desiderio, motivazione e conoscenza. Questo Camporee è per ciascuno di loro”.

[Foto e fonte: Eud News]

Chiesa e istituzioni avventiste al Congresso protestante in Germania

Chiesa e istituzioni avventiste al Congresso protestante in Germania

Allestito il tabernacolo dell’Antico Testamento nella serata degli incontri alla vigilia del Kirchentag.

Notizie Avventiste – Al Congresso della Chiesa protestante tedesca, tenuto dal 7 all’11 giugno a Norimberga, la Chiesa avventista e le sue istituzioni hanno fornito informazioni sul lavoro che svolgono. Erano presenti anche l’agenzia umanitaria Adra Germania, Hope TV e l’Università avventista di Friedensau. 

Il Congresso della Chiesa protestante tedesca è uno dei più grandi eventi religiosi in Germania. Secondo gli organizzatori, circa 70.000 persone hanno preso parte al "programma Kirchentag" negli ultimi cinque giorni e circa 130.000 sono stati coloro che hanno girato per il centro di Norimberga nella serata dell’incontro di mercoledì.

"Abbiamo vissuto giorni intensi e molti incontri positivi. È stato un piacere che noi, come rappresentanti della nostra Chiesa, abbiamo potuto prendere parte a questo evento" hanno detto Johannes Naether e Werner Dullinger, presidenti delle Unioni avventiste tedesche del nord-est e del sud.

La denominazione è sorta dal movimento di risveglio del XIX secolo. Attualmente ha oltre 22 milioni di membri in più di 200 Paesi del mondo. In Germania, sono circa 34.000 gli avventisti che si riuniscono in 542 chiese. La loro unica base di fede è la Bibbia.

Un tabernacolo da visitare 
All’inizio del Congresso protestante, le comunità avventiste di Norimberga hanno partecipato alla "Serata degli incontri" con una riproduzione del tabernacolo dell’Antico Testamento. Il modello era uno dei tanti stand informativi presenti nella zona pedonale della città tedesca alla vigilia del Kirchentag.

Entrati nella tenda, i visitatori hanno seguito un percorso di dieci minuti per conoscere gli oggetti e le funzioni di questo tabernacolo. Alla fine, hanno potuto gustare una focaccia e qualcosa che ricordava la “manna” (popcorn) preparati dagli scout. È stata così trasmessa un’esperienza olistica piena di simbolismo, secondo gli organizzatori.

"Con questo modello, abbiamo voluto offrire ai visitatori una nuova prospettiva sul tabernacolo dell’Antico Testamento" ha spiegato il past. Matthias Griesshammer, co-promotore dell’iniziativa, “Abbiamo voluto incoraggiare un nuovo pensiero sulla relazione con Gesù Cristo, utilizzando i simboli del santuario”.

Gli avventisti del settimo giorno ritengono che ci siano profonde lezioni che i cristiani possono apprendere dal santuario descritto nella Bibbia e dai servizi che si svolgevano al suo interno. Questi servizi annunciavano il piano di salvezza di Cristo che redime l’umanità.

La tenda del tabernacolo era grande la metà dell’originale mentre gli oggetti sono stati riprodotti nelle loro dimensioni naturali: altare degli olocausti e conca di rame all’esterno della tenda; candelabro a sette braccia, tavolo con i dodici pani e altare dell’incenso nel luogo santo; arca dell’alleanza con il coperchio nel luogo santissimo. Al progetto hanno lavorato molte persone, tra capomastri, sarte, comparse, scout e pastori delle chiese avventiste della zona.

Tra gli stand erano presenti anche tre istituzioni della Chiesa. 

Adra 
L’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (Adra) è un’organizzazione umanitaria internazionale che opera in diverse zone del mondo a favore delle persone e delle famiglie fragili. Il suo motto è "Giustizia, Compassione, Amore". Adrta Germania è stata fondata nel 1987 dalla Chiesa avventista e fa parte di una rete mondiale con oltre 130 sedi nazionali.

Università di Fridensau 
L’Università avventista di Friedensau è un’istituzione riconosciuta dallo Stato. Offre otto corsi di laurea e laurea magistrale, alcuni dei quali part-time, nel campo del servizio sociale cristiano e della teologia. 40 sono le nazioni rappresentate nel campus, tra studenti e insegnanti.

Hope TV Germania 
Anche l’emittente televisiva cristiana Hope TV Germania appartiene al centro multimediale HopeMedia Europa, con sede ad Alsbach-Hähnlein. Fa parte della famiglia internazionale di Hope Channel, fondata negli Stati Uniti nel 2003 e composta da circa 50 canali televisivi nazionali. I programmi di Hope TV Germania possono essere seguiti via satellite, cavo Unitymedia e internet.

[Fonte e foto: Adventistischer Pressedienst-Apd] 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il miglior ministero dei piccoli gruppi nella chiesa locale

Il miglior ministero dei piccoli gruppi nella chiesa locale

Rudy Salazar – Nel mio ministero pastorale ho notato, nel corso degli anni, che uno dei motivi principali per cui le persone smettono di andare in chiesa è la mancanza di amici e di relazioni significative. Solitudine e chiesa dovrebbero essere un ossimoro.
“La Chiesa avventista del settimo giorno sta perdendo membri a un ritmo allarmante. Anche se l’evangelizzazione nelle nostre chiese convince le persone, perdiamo circa 49 battezzati su 100”, scrive Kirk Thomas.[1] Sono molti coloro che vanno via a causa della mancanza di amicizie forti create nella chiesa.

Di recente un amico che presto andrà in pensione e si trasferirà è andato a visitare una chiesa in cui nessuno lo guardava negli occhi. Il sabato successivo è andato in un’altra chiesa. Le persone erano amichevoli. Un signore gli ha chiesto se avesse programmi per il pranzo e gli ha detto di non farne perché sarebbe andato a mangiare da lui, con la sua famiglia. Questo è ciò che definisco un caloroso benvenuto!

La nostra attuale cultura post-pandemica rende più difficile sviluppare relazioni personali importanti. Il centro commerciale è Amazon. Il cinema è Netflix. L’ufficio è Zoom. E il servizio religioso è su Internet.

La chiesa come club sociale 
Alcuni dicono che andiamo in chiesa per incontrare Dio e che non dovrebbe essere usata come un club sociale. Non sono d’accordo. Nel libro degli Atti leggiamo: “Ed erano perseveranti nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere” (At 2:42). L’aspetto sociale nelle nostre chiese è più importante e profondo di quanto ci rendiamo conto. Infatti, questo versetto dice che, pur se la dottrina è importante, non è l’unica cosa in cui i primi cristiani si impegnavano. Essi vivevano costantemente la koinonia (in greco “comunione”).
Atti 2 prosegue: “rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Il Signore aggiungeva al loro numero ogni giorno quelli che venivano salvati” (vv. 46, 47).

Le persone dovrebbero entrare in chiesa per le dottrine (o la verità), ma dovrebbero rimanere per gli amici che vi trovano.

Dopo la pandemia, le persone sono più disunite che mai e alcune di loro non torneranno. Ma per quelli che tornano, dovrebbe esserci un ministero dei piccoli gruppi in cui possono essere immediatamente accolti, non solo per lo studio della Bibbia, ma anche per socializzare e divertirsi insieme. Questo piccolo gruppo dovrebbe essere creato per studiare la teologia ma anche per sviluppare amicizie profonde.

Le classi della Scuola del Sabato come ministero dei piccoli gruppi 
Alcuni anni fa, io e mia moglie Janet ci eravamo da poco trasferiti a Columbia, nel Maryland, e stavamo cercando una chiesa in cui sentirci a casa. Dopo aver visitato diverse comunità, abbiamo trovato quella che stavamo cercando grazie alla classe della Scuola del Sabato. Ci hanno dato subito un caloroso benvenuto nel loro gruppo. Partecipiamo ai loro pranzi e alle passeggiate del sabato pomeriggio. Ci ritroviamo insieme per i giochi da tavolo il sabato sera; andiamo in campeggio e festeggiamo insieme le occasioni speciali. La nostra classe della Scuola del Sabato va oltre il tempo del sabato mattina, perché c’è koinonia.

Se ogni gruppo della Scuola del Sabato fosse così coinvolgente, molte delle nostre chiese dovrebbero avere un paio di servizi. Perché? Le persone cercano amicizie cristiane significative che vadano oltre il sabato mattina. Dovrebbe essere un obbligo per la chiesa locale inserire ogni nuovo battezzato in una classe attiva della Scuola del Sabato.

Nel mese di gennaio di quest’anno, il Maryland è stato colpito da un’ondata di contagi della variante omicron del Covid-19. Mia moglie e io ci siamo ammalati. Il nostro gruppo della Scuola Sabato ci ha mostrato attenzione portandoci del cibo. La migliore medicina contro la solitudine da Covid è una classe della Scuola Sabato attiva che si prende cura gli uni degli altri.
E per noi, andare alla Scuola del Sabato non è un dovere, ma un piacere.

(Rudy Salazar è direttore associato dei Ministeri per la Gestione Cristiana della Vita presso la Regione nordamericana della Chiesa avventista)

Nota
[1] Kirk Thomas, ” Nurture, Retention, Reclamation: Can You Hear Their Cry?”, Ministry, aprile 2019,

[Fonte: nadadventist.org. Traduzione: L. Ferrara]

HopeMedia Europa celebra 75 anni di speranza

HopeMedia Europa celebra 75 anni di speranza

Dirigenti e ospiti hanno partecipato al servizio di ringraziamento presso la sede centrale in Germania.

Notizie Avventiste – 75 anni di speranza. È questo il motto con cui HopeMedia Europa ha festeggiato, lo scorso primo luglio, il suo importante anniversario. Circa 130 partecipanti, tra dirigenti e ospiti, si sono riuniti presso il centro media di Alsbach-Hähnlein, in Germania, per partecipare al servizio di ringraziamento, al tour della struttura e al concerto finale. Il sabato mattina, Guillermo Biaggi, vicepresidente della Chiesa avventista mondiale e presidente del consiglio di amministrazione di HopeChannel International, ha tenuto il sermone. La storia di HopeMedia è “piena di miracoli”, ha affermato Biaggi che ha parlato di sette miracoli menzionati nella Bibbia: la creazione, la salvezza, la vita, la missione, la fede, la speranza e l’amore.

Nelle sue osservazioni introduttive, Klaus Popa, presidente di HopeMedia Europa, ha reso omaggio all’impegno dei fondatori che si sono adoperato per realizzare la rete media avventista. Ha anche ricordato Arno Patzke, scomparso recentemente, che ha guidato la Voce della Speranza, poi diventata HopeMedia Europe, dal 1978 al 1993.

“Abbiamo sempre desiderato che le persone conoscessero Dio, scegliessero di credere in lui e godessero di una vita piena di speranza” ha affermato Popa nel descrivere ha descritto gli obiettivi di HopeMedia.

Alla celebrazione erano presenti anche Norbert Zens, tesoriere della Regione intereuropea della Chiesa avventista e presidente del consiglio di amministrazione di HopeMedia Europa; Jörg Dechert, presidente del consiglio di amministrazione della società di media evangelici Erf Medien; Beate Busch, responsabile della programmazione di Bibel TV; e Sebastian Bubenzer, sindaco di Alsbach-Hähnlein.

Zens ha espresso il suo grande apprezzamento per il lavoro di HopeMedia. Ha ringraziato gli sponsor e i donatori, e il team di HopeMedia, che, in termini di tecnologia, gioca “in Champions League”, ha scherzato.

Da 10 minuti di radio alla TV a tutti gli effetti 
Nel 1948, Max Busch fondò la Voce della Speranza a Berlino-Wilmersdorf e produceva trasmissioni radiofoniche. Quello stesso anno, gli avventisti lanciarono un corso biblico per corrispondenza, esistente ancora oggi con il nome di Corso di Speranza (Hope Kurse).

Inizialmente, il tempo di trasmissione radiofonica settimanale durava solo 10 minuti. Dopo il trasferimento a Darmstadt nel 1959, il lavoro aumentò costantemente. Nel 1968 venne aggiunta l’audioteca dei ciechi, con materiale audio pensato proprio per le persone cieche e ipovedenti.

Dal 2006, il centro media ha sede nell’attuale edificio ad Alsbach-Hähnlein, la cui costruzione è stata possibile grazie a un’inaspettata donazione di 1 milione di euro.

Nel 2009 è stata lanciato il canale televisivo Hope Channel, ribattezzato Hope TV nel 2019. Attualmente, più di 70 dipendenti lavorano in HopeMedia.

Progetti di espansione della produzione 
Dopo il sermone e un momento di preghiera dei dipendenti di HopeMedia Europa, il programma è continuato con la visita all’edificio. Durante il tour, i dirigenti hanno parlato del rinnovamento in corso nel centro media, che dovrebbe consentire di passare da 5 a 20 ore di nuovi contenuti ogni settimana a partire dal prossimo autunno.

La giornata si è conclusa con un concerto di musica classica. Lynn My Lin Trinh (violino), Simon Scheibe (violoncello) ed Eva Paul (pianoforte) hanno suonato opere di Camille Saint-Saëns, Bach, Mozart, Beethoven, Mendelssohn e Johan Halvorsen.

Di più su HopeMedia 
HopeMedia Europa gestisce il canale televisivo Hope TV, l’Hope Bibelstudien-Institut (i corsi biblici per corrispondenza) e l’audioteca Hope Hörbücherei. Il centro media tedesco fa parte della rete internazionale di Hope Channel, fondata nel 2003 dalla Chiesa avventista negli Stati Uniti. Ora Hope Channel comprende più di 60 centri di trasmissione a livello internazionale. Hope TV può essere ricevuta via satellite, in tutta la Germania via cavo e su Internet.

HopeMedia in Italia
Nel nostro Paese è presente il centro unico media avventista “HopeMedia Italia” che offre contenuti multimediali: video, audio, notizie. Raggruppa infatti la produzione quotidiana della radio Rvs-Accendi la Speranza in diretta e in podcast, quella video di Hope Channel, e l’informazione scritta.
HopeMedia Italia, con il suo piccolo centro di produzione, riesce ad essere presente tutti i giorni su diversi social media con notizie aggiornate, a produrre 10 ore di diretta radiofonica a settimana e servizi video a completamento dei servizi offerti da alcuni dipartimenti dell’Unione e da alcune istituzioni avventiste italiane.

Puoi seguire HopeMedia Italia sul sito hopemedia.it.

[Foto: Magdalena Lachmann/Hope Media. Fonte: Adventistische Pressedienst e Hmi] 

Da una grotta a una chiesa

Da una grotta a una chiesa

La ricerca di un luogo di culto permanente per una comunità avventista in Perù.

Notizie Avventiste – Sono centinaia le storie sui luoghi di culto insoliti che Maranatha Volunteers International può raccontare, dalle chiese costruite usando del tessuto ad altre fatte con ramoscelli di legno, erba e plastica. L’organizzazione avventista di volontariato si occupa proprio di riparare chiese e scuole, o di costruirne di nuove, in modo da fornire strutture solide e dignitose per le funzioni religiose e l’istruzione.
“In tutto il mondo” dicono da Maranatha “ci sono migliaia di comunità che pregano per avere un edificio adeguato da chiamare chiesa, mentre si riuniscono in capannoni o sotto gli alberi”.

Una delle storie più insolite che i volontari hanno incontrato negli ultimi anni riguarda la comunità avventista di Laraquere in Perù.
Gli avventisti di questo luogo non volevano incontrarsi in una grotta, ma, non avendo un edificio adeguato, erano diventati “nomadi”, in quanto si spostavano da un luogo all’altro per il culto del sabato. All’inizio si radunavano a casa di qualcuno. Quando quel luogo diventò troppo piccolo, si spostarono fuori, esponendosi alle varianti atmosferiche che andavano dal caldo estremo alla pioggia torrenziale.

Poi trovarono una grotta in una grande formazione rocciosa piena di buchi e cavità interessanti, che sporgeva dalle colline nella città di Puno. In precedenza, l’apertura era stata utilizzata come luogo di accoglienza, in cui i viaggiatori stanchi potevano riposare. Chi la utilizzava, accendeva il fuoco durante la notte per scaldarsi e cucinare, come testimoniavano le pareti annerite.

Quella grotta sarebbe stata utilizzata come luogo di culto. Non era perfetta, ma era spaziosa e asciutta. La congregazione ripulì le pareti rocciose, costruì un muro di pietre accatastate e fondò la chiesa. Circa 30 persone vi si radunavano ogni sabato, arrivate a piedi da tutta la zona per lodare e adorare Dio. A nessuno sembrava importare che il posto fosse strano per una chiesa.
“Non era raro. Tutti erano ansiosi di ascoltare la Parola di Dio” racconta Papias Chipanamamani a Maranatha. Lui ricorda quando si riunivano nella grotta, perché è uno dei membri fondatori di quella chiesa che iniziò a riunirsi nel 1975.

Diversi anni dopo, uno dei fedeli donò una proprietà nella vicina città di Poquellani. La posizione era più centrale ed era un luogo in cui si poteva costruire una struttura vera.
“Siamo usciti dalla grotta perché il vangelo non veniva predicato solo all’interno della famiglia. I membri lo condividevano anche con i loro parenti e amici” dice Chipanamamani. Inoltre, la maggior parte delle persone che si erano unite alla chiesa proveniva da una città vicina, situata a otto chilometri di distanza. Dovevano quindi percorrere un lungo tragitto a piedi per andare partecipare alle riunioni e questo era davvero stancante.

Nella nuova sede, gli avventisti lavorarono instancabilmente per costruire una struttura con una sala progettata per svariati scopi, incluso il servizio di culto sabbatico. I fondi erano scarsi, ma il gruppo si impegnò per realizzare un edificio semplice che potesse soddisfare i loro bisogni immediati, almeno temporaneamente. Il sogno, ovviamente, rimaneva quello di edificare una chiesa più solida in futuro ma era sempre fuori portata.

Con il passare degli anni, la scarsa qualità dei materiali da costruzione utilizzati si fece sentire.
“Poiché la chiesa che avevamo era stata fabbricata con materiali rustici, si è deteriorata nel tempo. Non erano solo le pareti a essere in cattive condizioni. Il tetto non era più quello originale che il vento aveva portato via ed era stato rifatto” spiega Chipanamamani “Non era più in buone condizioni. Era deteriorato. Quando pioveva entrava l’acqua. Entrava anche dal pavimento. Si bagnava dappertutto, quindi non era più un posto agibile”.

Non avendo altra scelta, la comunità demolì l’edificio. Chipanamamani aprì un umile luogo per le riunioni religiose nella sua proprietà. Nel frattempo, lui e altri membri della chiesa elaboravano delle strategie su come potersi permettere una nuova struttura.

Qualche anno fa, la Chiesa avventista in Perù ha invitato i volontari di Maranatha a lavorare nel Paese. Poi è arrivata la pandemia e ora, dopo due anni, il piano è che Maranatha costruisca una chiesa solida e stabile a Laraquere.
“È una benedizione di Dio perché non ce l’aspettavamo. È una grande benedizione di Dio” conclude Chipanamamani.

La chiesa di Laraquere è solo uno dei 100 progetti che Maranatha Volunteers International si è impegnata a costruire in Perù entro la fine del 2023. Gli avventisti continuano ad aumentare nella regione e in altre parti del Paese, di conseguenza cresce anche la necessità di avere luoghi di culto adeguati.

[Foto: Julie Z. Lee. Fonte: Adventist News Network]

Acqua potabile alle famiglie in Ucraina

Acqua potabile alle famiglie in Ucraina

Gli avventisti continueranno il rifornimento idrico alle comunità nella regione di Mykolaiv.

Notizie Avventiste – La Fondazione di beneficenza del quartier generale del coordinamento dei volontari, insieme ai rappresentanti della Chiesa avventista, ha consegnato 42 tonnellate di acqua a Kherson, in Ucraina e nel resto della regione. Parte dell’acqua è stata distribuita ai residenti nel centro della città, mentre il resto è andato agli ospedali locali, ai rappresentanti del Servizio di emergenza statale e ai volontari. Anche gli abitanti di Chornobaivka, Vysoke e Burgunka hanno usufruito di questo essenziale rifornimento idrico. Altre due tonnellate d’acqua sono state consegnate ad Afanasievka e Snigurivka, nell’oblast di Mykolaiv.

“La reazione è diversa, come sempre. Si passa dalla sincera gratitudine e dalle lacrime di gioia al ‘finalmente qualcuno ha dato qualcosa’ da persone di mentalità sovietica, quando tutti glielo devono” afferma il pastore avventista Vladislav Kucheryavenko “L’acqua si ritira gradualmente (dalle zone alluvionate), ma emergono ulteriori problemi, soprattutto nei villaggi in cui molte case sono costruite in mattoni. L’acqua si ritira e le case sono distrutte. Le persone rimangono completamente senza proprietà e senza un tetto sopra la testa. Non tutti i capi delle comunità sono preoccupati per i problemi della popolazione, sono soprattutto gli attivisti con cui abbiamo già collaborato a cercare aiuto”.

Quattro persone, Vasily Chabanov, Sergey Pigur, Vladislav e Artur Kucheryavenko, formano il gruppo di volontari che si occupano della distribuzione idrica. Prima della tragedia della centrale idroelettrica di Kakhovka, da più di un anno fornivano acqua potabile ai residenti di Mykolaiv. Ora prevedono di continuare con i rifornimenti alle comunità nella regione. Gli avventisti sono impegnati anche nella raccolta di aiuti per le famiglie colpite.

[Foto: Unione avventista ucraina. Fonte: Adventist News Network]

Non giudicare, ma amare

Non giudicare, ma amare

“Non giudicate, affinché non siate giudicati”.

Shawn Brace – Per oltre un decennio il mio libro preferito della scrittrice Ellen White è stato La via migliore. Lo leggevo almeno una volta all’anno. Acquistavo una nuova copia ogni volta per leggerlo "daccapo". È stato un elisir per la mia anima, mentre cercavo di radicarmi nell’amore di Dio e nel suo piano di salvezza per me.

Tutto è cambiato qualche anno fa, a causa di due pagine di un altro libro della stessa autrice, che ho finalmente letto. Il titolo? Con Gesù sul monte delle beatitudini. Le pagine? Le prime due pagine del capitolo intitolato “Non giudicare, ma amare”.

Lì, riflettendo sulle parole di Gesù "Non giudicate, affinché non siate giudicati” (Matteo 7:1), White spiega che essere insicuri dell’amore di Dio porta le persone a giudicare gli altri. Tali individui, scrive, "sono indotti, inevitabilmente, a moltiplicare i precetti umani per erigere delle barriere contro il nemico". Costruiscono "sistemi inventati dagli uomini" e creano "tutte le loro prescrizioni”, diventando "giudici orgogliosi e spie impietose" e giudicando "chi se ne discosta". Inoltre, " forzando la coscienza", giudicano "le persone in merito alla loro relazione con Dio".

Quanto descrive è essenzialmente ciò che gli ebrei chiamano chumra, o "costruire un recinto attorno alla Torah". Temendo di avvicinarsi a violare la legge e di perdere così il loro status di popolo eletto di Dio, accumulano regole su regole, credendo che la loro sicurezza derivi dallo stare il più lontano possibile dalla disobbedienza ai comandi di Dio. Tale pratica porta inevitabilmente a un atteggiamento di giudizio nei confronti di coloro che ignorano il recinto.

Riflettendo su questo modo di agire, Ellen White scrive: "non fate di voi stessi il metro di misura degli altri, non fate delle vostre opinioni e del vostro punto di vista sul dovere, della vostra interpretazione delle Scritture, un criterio con cui giudicare gli altri e condannarli se non corrispondono al vostro ideale”.

“Non criticate gli altri facendo congetture sulle motivazioni delle loro azioni” dice. Dopotutto, possiamo vedere solo "l’apparenza esteriore" e non possiamo "leggere nei cuori". Dovremmo quindi lasciare tali preoccupazioni a Cristo, che solo "conosce la vera motivazione delle azioni, e agisce con compassione e dolcezza".

Potrei, ovviamente, moltiplicare gli esempi di come spesso giudichiamo gli altri, cercando di costringerli a misurarsi con le nostre "interpretazioni della Scrittura". Ma così agendo mi renderei colpevole proprio della cosa contro cui scrivo.

Basti dire, tuttavia, che nessuna "fazione" della nostra comunità di fede ha l’esclusiva su un tale spirito. Guardare gli altri con condiscendenza e giudicarli in base ai nostri standard è endemico in tutti noi, liberali e conservatori allo stesso modo, me compreso.

Invece, mi chiedo cosa accadrebbe se ci impegnassimo tutti a leggere regolarmente le due pagine del libro di Ellen White, domandando sinceramente allo Spirito Santo di farci capire in che modo partecipiamo a questo comportamento, e poi chiedendo a Cristo di farci crescere nel suo amore e lontano da un simile atteggiamento. Penso che se ci impegnassimo in questo esercizio regolare il mondo verrebbe attratto da una così bella comunità d’amore.

[Fonte: Adventist Review. Traduzione: L. Ferrara]

 

 

Scienza e religione possono andare insieme? Sì, dice una scienziata avventista

Scienza e religione possono andare insieme? Sì, dice una scienziata avventista

Marcos Paseggi – “Scienza o religione?… Non c’è bisogno di scegliere l’una o l’altra” ha detto la scienziata avventista Noemí Durán, nella sua conferenza tenuta a Madrid davanti a un pubblico cristiano e laico, il 20 maggio. Il suo intervento, sul tema “Scienza e religione: Una coppia improbabile?”, è stato organizzato dalla Iglesia Cero, una chiesa avventista che si rivolge a una fascia demografica prevalentemente laica e urbana.

Durán è direttrice della sezione europea del Geoscience Research Institute. È anche una biologa esperta, interessata alle interazioni tra la fede biblica e gli attuali sviluppi scientifici, in particolare quando si tratta delle origini della vita e degli esseri umani. In questo contesto, non vede un conflitto tra ciò in cui crede e il suo impegno scientifico. “Noemí Durán scienziata è la stessa persona di Noemi Durán cristiana” ha affermato “Ma non solo. In quanto scienziata e cristiana, Noemí Durán è anche creazionista. Molte persone hanno difficoltà a capirlo”.

Nella sua presentazione, Durán ha spiegato perché sente di poter essere scienziata, cristiana e creazionista. “Qui, non cerco di convincere nessun, ma questa è la mia esperienza, la mia logica nel credere che si possa essere tutte e tre le cose insieme” ha sottolineato.

Scienza e religione sono incompatibili? 
Ci sono parole che si collegano naturalmente alla scienza (realtà, empirico, oggettivo) e alla religione (soprannaturale, esperienza personale, soggettivo). In genere, è solo la scienza ad essere etichettata come empirica, ma non è sempre così.

Dopo aver fornito alcuni esempi tratti dalla Bibbia, Durán ha detto: “Il Dio in cui credo è molto più empirico di quello che di solito appare riflesso nella nostra comprensione della religione”. E ha spiegato al suo pubblico che la scienza non è poi così obiettiva come afferma di essere. “Vi è la convinzione che, in quanto scienziati, siamo obiettivi e non diamo spazio alle nostre opinioni e sentimenti, ma questa è una bugia. Siamo persone come chiunque altra e siamo influenzati dalle nostre idee, dalle aspettative e dai desideri per poter raggiungere un risultato”.

Inoltre, ormai da più di un secolo, i ricercatori hanno riconosciuto che gli scienziati hanno spesso delle “ipotesi preferite”, quelle che prediligono. E senza accorgersene, svolgono sovente la loro presunta ricerca obiettiva in modo che confermi i risultati che si aspettano.

Scienza e soprannaturale 
La stessa nozione di soprannaturale cambia con il tempo, ha ricordato Durán: “A volte definiamo soprannaturali quegli elementi che non possiamo spiegare con le leggi naturali che attualmente conosciamo. Ci sono fenomeni che riteniamo reali perché derivano dall’osservazione, ma non sappiamo davvero come funzionano, almeno non ancora”.

Al giorno d’oggi, la comunità scientifica accetta fenomeni che non molti anni fa sarebbero stati usati per deridere le persone che li sostenevano, ha aggiunto la relatrice e ha citato le attuali discussioni scientifiche in cui si approfondisce la possibilità che la vita su questo pianeta sia il risultato di attività extraterrestri. Considerata l’improbabilità statistica del pianeta Terra, dove le costanti fisiche, quali velocità della luce, costante gravitazionale, ecc., coincidono in modo tale da rendere possibile la vita, gli scienziati discutono in sedi ed eventi rispettati la possibilità di universi multipli.

“Lo dico solo per dimostrare che la nozione di oggettività della scienza è in realtà piuttosto soggettiva” ha chiarito Durán.

Quando e come scienza e religione sono diventate opposte 
Secondo diversi autori, la scienza moderna era un sottoprodotto della teologia cristiana. Citando il prof. Antonio Fernández Rañada, ha spiegato: “La scienza si basa sulla credenza cristiana di un Dio che non solo ha creato il cosmo, ma gli ha anche dato un ordine e determinate leggi da seguire… Il mondo ha un ordine che gli permette di essere oggetto di studio”.

Durán ha ricordato al suo pubblico che quei rivoluzionari della scienza del XVI e XVII secolo erano anche cristiani impegnati: Francesco Bacone, Isaac Newton e Michael Faraday. Nel contesto di una convinzione cristiana predominante secondo cui i cambiamenti nelle specie non sono possibili, Charles Darwin si propose di dimostrare che le specie, in realtà, cambiano nel tempo. Iniziò anche a sostenere un antenato comune per tutte le specie. “La comunità scientifica dell’epoca era ansiosa di abbracciare Darwin perché stavano aspettando una tale opportunità per sbarazzarsi dell’oppressione della chiesa su di loro” ha sottolineato la relatrice.

Un impegno per il materialismo 
Al giorno d’oggi, la spiegazione naturalista è accettata a priori anche contro la logica e il buon senso. Ha quindi citato il defunto biologo evoluzionista Richard Lewontin che ha affermato: “La nostra disponibilità ad accettare affermazioni scientifiche contrarie al buon senso è la chiave per comprendere la vera lotta tra scienza e soprannaturale. Ci schieriamo dalla parte della scienza nonostante l’evidente assurdità di alcuni dei suoi costrutti, nonostante il suo fallimento nel mantenere molte delle sue stravaganti promesse di salute e vita, nonostante la tolleranza della comunità scientifica per storie prive di fondamento, perché abbiamo un impegno precedente, un impegno per il materialismo… Quel materialismo è assoluto, perché non possiamo permettere che un Piede Divino entri dalla porta”.

L’obiettivo finale della scienza 
“Ma qual è il fine ultimo della scienza?” ha chiesto Durán. Secondo lo scienziato evoluzionista Richard Dawkins, ad esempio, “la scienza è la ricerca disinteressata della verità oggettiva sul mondo materiale”.

In questo contesto, qualsiasi ricerca della verità scientifica dovrebbe mantenere una mente aperta, favorendo una mentalità fuori dagli schemi. “C’è stato un tempo in cui pensare fuori dagli schemi significava considerare la non esistenza di Dio. Oggi, pensare fuori dagli schemi suggerisce che Dio esista davvero. Quindi, dobbiamo mantenere aperte le nostre opzioni e seguire le prove ovunque ci portino” ha suggerito la relatrice.

Mantieni aperte le tue opzioni 
Durán ha spiegato che gli scienziati atei e cristiani lavorano in modo molto simile poiché seguono i metodi accettati di osservazione e analisi scientifica. “È solo quando affrontano la ‘singolarità’ di un fenomeno, di un evento che potrebbe essere accaduto solo una volta, che escogitano spiegazioni divergenti”.

In tal senso, Durán ha consigliato a qualsiasi scienziato o persona in cerca della verità di tenere aperte tutte le opzioni, analizzare le prove e quindi scegliere la conclusione che meglio concorda con esse, e riconoscere che potrebbero sbagliarsi su una particolare questione e che devono modificarla.

Scienziato e credente 
Nell’ultima parte della sua conferenza, Durán ha condiviso alcuni degli elementi che l’hanno aiutata a scegliere di essere scienziata e credente allo stesso tempo. Ha menzionato la biomimetica (sistemi o macchine che hanno funzioni che imitano i processi biologici), le macchine molecolari (molecole naturali o sintetiche che convertono l’energia chimica in forze meccaniche e movimento) e l’altruismo animale.

“Tutto questo mi aiuta a essere una credente” ha concluso “Ciò che dice la Bibbia, che Dio ha creato un mondo perfetto in cui tutte le interazioni erano basate sull’amore, si adatta molto bene alle mie osservazioni sul mondo naturale”.

[Foto e fonte: Adventist Review. Traduzione: L. Ferrara]

Pin It on Pinterest