Uganda. La Chiesa avventista prende le distanze dalla legge anti-gay

Uganda. La Chiesa avventista prende le distanze dalla legge anti-gay

Apd/Notizie Avventiste – Con un comunicato ufficiale, la Chiesa avventista in Uganda (Uganda Union Mission) ha preso le distanze dalla legge varata di recente nel Paese africano, che punisce le pratiche non eterosessuali con la reclusione e in alcuni casi con la pena di morte. La dichiarazione reca la firma del presidente della denominazione, Moses Maka Ndimukika.

Pene severe per “atti omosessuali” 
La legge chiarisce che definirsi omosessuali non è un reato penale, come invece riportava una precedente bozza della legislazione. Solo la “partecipazione ad atti omosessuali” costituisce un reato punibile anche con l’ergastolo. Contrariamente alle richieste del presidente della Repubblica ugandese, Yoweri Museveni, il parlamento ha approvato che i casi di “omosessualità aggravata” siano considerati reati capitali, ciò significa che i recidivi possono essere condannati a morte. In Uganda esiste la pena di morte, sancita dalla costituzione, ma non viene applicata da molti anni. L’omosessualità era già criminalizzata nel Paese durante il periodo coloniale. Tuttavia, non vi è mai stata una condanna dall’indipendenza nel 1962.

Tra l’altro, la nuova legge prevede fino a 20 anni di reclusione per chi è “consapevolmente promotore dell’omosessualità”, ma non prevede più una pena detentiva di sei mesi per le persone che non denunciano alla polizia sospetti atti omosessuali.

La legge è stata aspramente criticata a livello internazionale, anche da Stati Uniti, Unione europea e attivisti per i diritti umani. Tuttavia, gode di un ampio consenso pubblico in Uganda, secondo le agenzie di stampa Afp e Dpa.

Il comunicato della Chiesa avventista condanna la violenza e il fanatismo 
La recente dichiarazione della Chiesa avventista ugandese, firmata da Moses Maka Ndimukika, fa riferimento alla posizione della denominazione mondiale sul matrimonio e sui rapporti sessuali. Afferma inoltre: “Insieme ai nostri fratelli e sorelle avventisti di tutto il mondo, condanniamo ogni forma di persecuzione, violenza e fanatismo contro individui o gruppi di persone”.

Per quanto riguarda le dure sanzioni per gli atti non eterosessuali, la dichiarazione afferma: “Non chiediamo né sosteniamo la detenzione o l’uccisione di individui impegnati in pratiche Lgbtq+. Al contrario, crediamo che ogni essere umano meriti il nostro amore e la nostra compassione in quanto persona per la quale il nostro Salvatore ha dato la vita e che ha chiamato a uno stile di vita biblico e alla sessualità umana”.

Sulla partecipazione agli incontri interreligiosi 
Nella dichiarazione si fa anche cenno a un incontro interreligioso di leader di varie comunità a cui il presidente della Chiesa avventista ugandese aveva partecipato lo scorso febbraio. A questo proposito afferma: “Il nostro impegno e la nostra interazione con qualsiasi altro gruppo di persone o organizzazione rientra nel contesto della missione della Chiesa e pertanto non ha lo scopo di allinearsi, sostenere o condannare. Piuttosto, cerchiamo di raggiungere tutti con il vangelo salvifico dell’amore, della grazia e con la compassione del nostro Signore Gesù Cristo”.

“È importante notare” si legge ancora “che la Chiesa Avventista del Settimo Giorno in Uganda non si è mai riunita per esaminare la nuova legge sull’omosessualità e quindi non ha intrapreso alcuna azione. Come individuo, partecipo a vari comitati e consigli al di fuori della Chiesa avventista, e questi organismi spesso promuovono progetti e attività per la società ugandese. Ma anche io non parlo per la Chiesa in questi casi, a meno che i nostri rappresentanti della Chiesa non discutano e giungano a delle conclusioni, e un tale processo non ha avuto luogo con questa legge”.

La dichiarazione nella formulazione originale è a questo link: https://uu-adventist.org/human_sexuality.php

Gli avventisti in Uganda 
L’Uganda ha una popolazione di 47,3 milioni di residenti. Gli avventisti sono 464.080 e si riuniscono in 1.348 chiese. La denominazione è molto impegnata nel campo dell’istruzione. Gestisce una università, sei college, 30 scuole secondarie e 195 scuole elementari. Gestisce anche tre ospedali e 21 centri sanitari locali. Nel Paese sono attivi il canale televisivo  avventista Hope Channel e l’associazione umanitaria Adra. Dal 1986 al 1991, Samson Kisekka, un avventista del settimo giorno, è stato primo ministro del Paese.

[Fonte: Apd e Ann]

A Bucha la Giornata nazionale di preghiera per l’Ucraina

A Bucha la Giornata nazionale di preghiera per l’Ucraina

L’evento in una delle città più colpite dal conflitto.

Notizie Avventiste – Il 10 giugno, i rappresentanti di diverse fedi si sono incontrati a Bucha per celebrare la Giornata nazionale di preghiera per l’Ucraina. Il luogo non è stato scelto a caso, in quanto Bucha è una delle città più colpite dal conflitto. 

I credenti di varie denominazioni si sono riuniti per lodare Dio e pregare insieme per la pace, ma anche per ricevere protezione e guida. Una folla di partecipanti ha riempito ogni posto a sedere della sala polivalente dell’Istituto ucraino di arti e scienze, in cui si è svolto l’evento, tanto che in diversi sono rimasti in piedi. La celebrazione è iniziata con un minuto di silenzio in onore di tutti i morti del conflitto russo-ucraino. Poi David Hathaway, l’evangelista britannico che ha proposto l’idea di una Giornata nazionale di preghiera per l’Ucraina, ha tenuto uno stimolante discorso introduttivo.

“Durante l’evento, le parole e le preghiere sono state ascoltate dai leader spirituali, rappresentanti del Consiglio panucraino delle chiese e delle organizzazioni religiose” racconta Anastasia Keda sul sito di Adventist News Network (Ann) “I credenti hanno pregato per la rinascita dell’Ucraina, l’aiuto alle persone e il ripristino dell’integrità territoriale. Hanno anche menzionato nelle loro preghiere le richieste a Dio di conforto per le famiglie delle vittime e la guarigione dei loro cuori, così come per i bambini, gli adolescenti e i giovani ucraini, la diffusione del vangelo nella nazione e per molte altre necessità delle persone. Tutti i partecipanti si sono uniti in preghiera e , dopo ogni preghiera, hanno lodato Dio con canti eseguiti dal vivo. All’incontro hanno preso parte alcune band di musica cristiana”.

L’evento è stato trasmesso in diretta streaming per coloro che non potevano essere fisicamente presenti in sala e tradotto in lingua dei segni per permettere alle persone sorde di comprendere il significato delle preghiere e dei canti. 
"Il livello dell’organizzazione era molto alto” ha affermato Ivan Korshunov, studente dell’Istituto teologico avventista ucraino “La parte musicale era ben organizzata. Ma era alquanto insolito essere tra così tante persone".

"Questo evento ha avuto un motivo unificante di preghiera e sostegno nelle reciproche preghiere. E se guardi superficialmente, questo evento ha raggiunto il suo obiettivo. Ho visto persone che erano sincere nei loro giudizi, percepivano sinceramente le informazioni e mi sono reso conto che il Signore ha un grande piano per ognuno di noi" ha commentato lo studente Vladislav Tyshchenko “Per dirla tutta, non mi sono sentito a mio agio lì, forse perché paragonavo questo incontro di preghiera a una funzione religiosa".

L’incontro si è concluso con l’intervento e la preghiera di Hathaway.

[Foto: Oleg Vasylenko. Fonte: Ann]

 

 

Anticipare la sua venuta

Anticipare la sua venuta

Eventi di formazione pastorale in Francia e Germania.

Notizie Avventiste – L’Associazione pastorale della Regione intereuropea (Eud) della Chiesa avventista ha riunito i pastori di vari Paesi per due eventi di formazione sulla Bibbia e la missione, dal titolo “Anticipare la sua venuta”. Sono trascorsi dieci anni (era il 2013) dall’ultima convocazione di un simile incontro ed era arrivato il momento di ripetere questa esperienza interculturale.

Dal 6 all’11 giugno, 160 pastori provenienti da Spagna, Portogallo, Italia, Belgio, Lussemburgo, Francia e Svizzera francese si sono riuniti nel campus avventista di Collonges-sous-Salève (in Francia). Dal 12 al 16 giugno, 260 pastori provenienti da Germania, Svizzera tedesca, Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia si sono incontrati presso l’università avventista di Friedensau (in Germania).

È in programma anche un terzo incontro che si terrà dall’11 al 14 settembre, presso l’università avventista di Stupini (in Romania), e ospiterà i pastori provenienti da Romania e Bulgaria.

Connessi in un’atmosfera familiare 
I due eventi si sono distinti per il clima di fraternità presente tra i pastori provenienti da contesti e culture diverse, perché pur vivendo nello stesso continente, le realtà affrontate in ogni Paese e in ogni città sono peculiari. 
Secondo l’organizzatore degli eventi, past. Ventsislav Panayotov, l’obiettivo era quello di "incoraggiare i pastori, dando loro gli strumenti per sostenerli, qualificarli e aiutarli nel loro ministero".

Il programma ha proposto meditazioni del mattino, momenti di preghiera, 16 conferenze in plenaria, 20 workshop e una sessione in plenaria dedicata alla prospettiva biblica su Lgtbq+, che si è conclusa con un panel di domande e commenti aperti su ciascuna delle conferenze. 
Per il past. Josué Reta, segretario dell’Unione spagnola, "la cosa più preziosa è stato l’incontro tra colleghi, i momenti di conversazione rilassata sulle sfide che incontriamo ogni giorno, incoraggiandoci a vicenda nella preghiera. Sappiamo di non essere soli".

Il fondatore di chiese e direttore delle Comunicazioni dell’Unione svizzera, past. Marvin Brand, ha sottolineato che questo evento gli ha permesso di "entrare in contatto con pastori di diversi campi e scambiare esperienze e riflessioni sul nostro lavoro pastorale. Quello che mi è piaciuto di più sono state le presentazioni sul tema della missione. Abbiamo bisogno di ricevere applicazioni più pratiche dalla ricerca teologica e dalla discussione degli studi dei casi".

Presentazioni bibliche e workshop 
Anthony Kent, segretario dell’Associazione pastorale presso la Chiesa mondiale, si è occupato delle meditazioni del mattino e, tramite diverse esperienze bibliche, ha invitato a riflettere sulla chiamata del Signore, sul valore che Dio dà agli operai nella sua messe e sulla necessità di concentrare l’impegno sull’annunciare Gesù a un mondo bisognoso.

Le conferenze in plenaria si sono concentrate principalmente sulla dottrina del santuario, affrontata da numerose prospettive da Daniel Olariu (Università Friedensau), Denis Fortin (Andrews University), Elias Brasil de Souza (Biblical Research Institute), Ranko Stefanovic (Andrews University), Roy Gane (Andrews University) e Laurentiu Mot (Adventus University). 
Gli altri interventi hanno riguardato la fondazione di chiese in contesti contemporanei, il ritardo del ritorno di Gesù da un punto di vista avventista, le opportunità e le sfide della missione digitale, il nostro messaggio dalla prospettiva e dai bisogni di un pubblico laico, la vocazione e la salute spirituale del pastore, la salute fisica, mentale e sociale del pastore. 
Clicca qui per vedere gli incontri in plenaria.

I workshop si sono svolti contemporaneamente nei diversi spazi dei due campus, in modo che ogni pastore avesse l’opportunità di partecipare a quattro laboratori a sua scelta, su argomenti come "La teologia della missione avventista di fronte alla realtà", "Rivelazione e missione: Sogni e visioni nel mondo islamico", e "I segni della seconda venuta o i segni della fine", tra gli altri.

Infine, un incontro in plenaria è stato dedicato alla prospettiva biblica su Lgtbq+, presentata dal dott. Roy Gane, che si è conclusa con un panel di domande e un microfono aperto su ciascuna delle conferenze. L’atmosfera è stata rispettosa e partecipativa; si sono cercate le risposte bibliche ma anche sono stati considerati gli aspetti emotivi, psicologici e sociali di questa realtà, che la Chiesa avventista deve considerare e affrontare nei suoi approcci. Puoi vederlo qui.

Per l’Eud, a Collonges erano presenti il presidente Mario Brito, il segretario Barna Magyarosi, e Florian Ristea, responsabile del Dipartimento dei Ministeri Personali; a Friedensau erano presenti il tesoriere Norbert Zens, e Rainer Wanitschek, direttore dei Dipartimenti della Famiglia, dei Bambini e delle Pari Possibilità. 
Clicca qui per ulteriori informazioni.

[Foto e fonte: Eud News]

 

 

 

 

 

150 bambini ucraini in campeggio in Austria

150 bambini ucraini in campeggio in Austria

Un progetto dell’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso.

Notizie Avventiste – Offrire un’estate felice a 150 bambini ucraini provenienti dalle zone più colpite dalla guerra è l’obiettivo di Adra Austria, l’agenzia umanitaria avventista, che ha organizzato da luglio ad agosto cinque campi estivi in bellissime località nelle province di Salisburgo (Lago Wolfgang), Carinzia (Lago Klopeiner), Alta Austria (Selker) e Vorarlberg (Schwarzenberg).

I bambini, dai 7 ai 12 anni, potranno vivere spensierati nella natura e lasciarsi alle spalle, almeno per due settimane, lo stress del conflitto in corso nel loro Paese. Accuditi da assistenti qualificati, saranno coinvolti in attività quali nuoto, arrampicate, realizzazione di ponti tibetani, speleologia, nonché la costruzione di comunità attraverso giochi, storie intorno al fuoco, attività manuali e canti. L’attenzione è rivolta soprattutto al supporto psicologico.

Adra Ucraina si occupa di selezionare i piccoli partecipanti, tenendo conto di criteri sociali e psicologici, in questo progetto congiunto con Adra Austria.

[Fonte: Apd/Eud News]

 

 

 

Centri lifestyle. Migliorare la vita delle persone

Centri lifestyle. Migliorare la vita delle persone

Si è svolto in Portogallo il Congresso europeo.

Notizie Avventiste – In 226 si sono radunati a Coimbra (Portogallo), dal 30 maggio al 3 giugno, in occasione del Congresso europeo dei centri avventisti per lo stile di vita. Arrivati da tutto il mondo, i partecipanti hanno dialogato sul ruolo, la funzione e le opportunità di missione di questi centri guidati dal messaggio avventista sulla salute. Numerose e varie sono state le presentazioni, i dibattiti e i seminari che hanno affrontato anche gli aspetti più pratici su come aprire, sviluppare e far funzionare queste strutture.

I centri per lo stile di vita sono uno strumento inestimabile per il messaggio avventista sulla salute in quanto, oltre a fornire trattamenti su misura per ogni persona, insegnano e promuovono sane abitudini da cui trarre beneficio. Nel suo intervento, il presidente della Chiesa mondiale, Ted Wilson, ne ha sottolineato il ruolo missionario. 
“I centri per lo stile di vita sono uno dei metodi per portare il messaggio di Dio nelle grandi città del mondo” ha affermato Wilson “Le persone li frequentano per ricevere un rinnovamento, un cambiamento completo dello stile di vita. È un modo importante in cui le persone possono imparare a vedere gli avventisti del settimo giorno che li aiutano, in un ambiente accogliente e premuroso, a superare le sfide che affrontano, specialmente per quanto riguarda la loro salute".

Queste strutture sono quindi strumenti molto utili per la promozione della salute e come forma di primo contatto con le persone e la comunità in cui si vivono. È quindi molto importante per la Regione intereuropea (Eud) della Chiesa sostenere, in un ambiente secolare come quello del Vecchio Continente, questi centri e i ministeri di sostegno che generalmente li realizzano.

"Il nostro obiettivo è migliorare la vita delle persone e portarle a conoscere l’intero messaggio del vangelo" ha spiegato Mário Brito, presidente dell’Eud, "La salute delle persone sta peggiorando, per questo sono alla ricerca di soluzioni. Ora è il momento di venire in loro aiuto".

"Sono stupito da quante persone sono qui e ciò dimostra l’interesse esistente in questo ambito. Siamo molto felici di vedere la grande risposta che abbiamo ricevuto" ha detto Norbert Zens, tesoriere dell’Eud.

Il Congresso si è svolto nel Convento di San Francesco, monumento seicentesco situato nella storica città di Coimbra, nel centro del Portogallo. A poco più di 30 chilometri si trova Vita et Salus, un centro per lo stile di vita aperto da circa due decenni. I congressisti hanno avuto l’opportunità di visitare il centro, mercoledì pomeriggio, e di conoscerne le strutture, le modalità di lavoro e i risultati concreti conseguiti nella vita delle centinaia di persone che vi sono passate.

Secondo Viriato Ferreira, direttore dei Ministeri per la promozione della Salute all’Eud e direttore di Vita et Salus, "il ruolo di un centro per lo stile di vita è quello dare alle persone, avventiste e non, l’opportunità di vivere un’esperienza di rafforzamento totale: prima di tutto nel rapporto con Dio, in secondo luogo nel rapporto con gli altri, e infine con il loro corpo. Ciò implica dieta, esercizio fisico, esposizione alla luce del sole, e anche la guarigione delle relazioni”.

Clicca qui per guardare il video con i momenti salienti del Congresso.

[Fonte: Eud News]

 

“Hope in Action” aiuta la popolazione di Dubno

“Hope in Action” aiuta la popolazione di Dubno

Il progetto dell’Adventist World Radio fornisce assistenza al popolo ucraino. Dal 2 al 9 maggio ha fatto tappa a Dubno, nella regione di Rivne.

Notizie Avventiste – Da un po’ di tempo un semirimorchio attraversa le città dell’Ucraina per fornire vari tipi di assistenza. È “Hope in Action” il progetto sostenuto dall’Adventist World Radio (Awr). A Dubno, circa 200 persone, tra residenti locali e profughi, hanno approfittato di questa opportunità.

“Hope in Action non è solo attrezzature” spiega Valerii Levytskyi su Adventist News Network “ma soprattutto specialisti e volontari che aiutano a superare le conseguenze del conflitto”.
Oltre alle consulenze mediche e psicologiche, alla massoterapia e al servizio di parrucchiere, le persone possono ricevere sostegno spirituale con l’iscrizione al corso biblico online per conoscere meglio la Scrittura.

“A Dubno, il semirimorchio ha sostato nel centro della città, davanti alla Casa della Cultura; questa è una buona posizione perché nelle vicinanze ci sono supermercati, pizzerie, una stazione degli autobus, un centro fitness e altri locali molto frequentati. Di conseguenza, sono state tante le persone che si sono registrate per usufruire dei nostri servizi” continua Levytskyi che aggiunge “Grazie all’attivo lavoro sociale della comunità avventista locale, le autorità cittadine hanno risposto positivamente a questa iniziativa perché Hope in Action è una grande opportunità per sostenere i residenti della città”.

Nell’ambito del progetto sono stati organizzati anche due eventi speciali: il “Paese della salute”, un gioco divertente ed educativo per bambini; e un concerto di beneficenza per raccogliere fondi per Ihor Polishchuk, soldato della guarnigione di Dubno, che ha bisogno di protesi agli arti inferiori.

[Foto: Unione avventista ucraina. Fonte: Ann]

“Hope in Action” aiuta la popolazione di Dubno

“Hope in Action” aiuta la popolazione di Dubno

Il progetto dell’Adventist World Radio fornisce assistenza al popolo ucraino. Dal 2 al 9 maggio ha fatto tappa a Dubno, nella regione di Rivne.

Notizie Avventiste – Da un po’ di tempo un semirimorchio attraversa le città dell’Ucraina per fornire vari tipi di assistenza. È “Hope in Action” il progetto sostenuto dall’Adventist World Radio (Awr). A Dubno, circa 200 persone, tra residenti locali e profughi, hanno approfittato di questa opportunità.

“Hope in Action non è solo attrezzature” spiega Valerii Levytskyi su Adventist News Network “ma soprattutto specialisti e volontari che aiutano a superare le conseguenze del conflitto”.
Oltre alle consulenze mediche e psicologiche, alla massoterapia e al servizio di parrucchiere, le persone possono ricevere sostegno spirituale con l’iscrizione al corso biblico online per conoscere meglio la Scrittura.

“A Dubno, il semirimorchio ha sostato nel centro della città, davanti alla Casa della Cultura; questa è una buona posizione perché nelle vicinanze ci sono supermercati, pizzerie, una stazione degli autobus, un centro fitness e altri locali molto frequentati. Di conseguenza, sono state tante le persone che si sono registrate per usufruire dei nostri servizi” continua Levytskyi che aggiunge “Grazie all’attivo lavoro sociale della comunità avventista locale, le autorità cittadine hanno risposto positivamente a questa iniziativa perché Hope in Action è una grande opportunità per sostenere i residenti della città”.

Nell’ambito del progetto sono stati organizzati anche due eventi speciali: il “Paese della salute”, un gioco divertente ed educativo per bambini; e un concerto di beneficenza per raccogliere fondi per Ihor Polishchuk, soldato della guarnigione di Dubno, che ha bisogno di protesi agli arti inferiori.

[Foto: Unione avventista ucraina. Fonte: Ann]

Bulgaria. Concluso il primo anno scolastico per i rifugiati ucraini

Bulgaria. Concluso il primo anno scolastico per i rifugiati ucraini

Un progetto di Adra finanziato da Unicef.

Notizie Avventiste – La Giornata dell’alfabeto e della cultura slava ha segnato la chiusura del primo anno scolastico per i rifugiati ucraini in Bulgaria. L’agenzia umanitaria avventista (Adra) del Paese ha festeggiato con gli studenti e gli insegnanti ucraini che hanno partecipato ad “Ali per i nostri bambini”. Il progetto, finanziato da Unicef, offre istruzione, supporto psicologico e assistenza sociale a più di 1.100 bambini ucraini in otto centri educativi nei pressi di Varna, capitale marittima della Bulgaria.

Il programma ha interessato anche asili nido e centri sportivi, e ha fornito mezzi e occupazione a diversi profughi adulti. Circa 60 insegnanti ucraini e bulgari sono stati coinvolti in attività extrascolastiche. Hanno insegnato bulgaro, inglese, matematica, chimica, storia della Bulgaria, alfabetizzazione finanziaria, materie fondamentali del programma didattico nazionale, musica, tecnologia, arteterapia, psicoterapia… Sono stati organizzati anche festival musicali e vacanze per i bambini. Il progetto ha fornito libri di testo, materiale scolastico, lavagne interattive, computer, proiettori e stampanti. Tutto è stato fatto con l’obiettivo di formare i bambini in età scolare e di favorire la loro inclusione nel sistema educativo della Bulgaria.

“Quando si vive in hotel, diventiamo davvero come una famiglia” ha affermato Natalia Kuzmenko, una delle organizzatrici della parte ucraina “È molto positivo che ci siano così tanti bambini, in questo modo possono adattarsi, trovare amici e godere della vita comunitaria. Ed è fondamentale”.

“Quello che mi piace di più è la compagnia e la possibilità di formazione. Attualmente, l’istruzione in Ucraina si è interrotta e, qui, abbiamo la possibilità di continuare il nostro sviluppo, di imparare qualcosa di nuovo. Ora non vedo l’ora che arrivino le vacanze estive ma, allo stesso tempo, continueremo a studiare le lingue inglese e bulgaro” ha detto Odessa Anna, un’adolescente che già parla bulgaro.

Finora, il finanziamento del progetto è stato di 190.000 euro. Ma questo è solo il primo passo. Preghiamo tutti per la pace. Tuttavia, se la guerra dovesse continuare, il progetto proseguirebbe anche l’anno prossimo.

La buona notizia è che alcuni dei genitori e degli insegnanti partecipano già alle funzioni religiose organizzate da un pastore avventista rifugiato. Si tratta di un effetto a catena: il progetto continua a toccare e a cambiare la vita delle persone.

[Foto: Adra Bulgaria. Fonte: Eud News]

Licenziata, viene richiamata per spiegare la sua fede

Licenziata, viene richiamata per spiegare la sua fede

L’esperienza di una rifugiata.

Notizie Avventiste – Sophia è rifugiata in un Paese del Medio Oriente. Le sue preghiere erano state già esaudite quando aveva finalmente trovato lavoro come cuoca in un’azienda. Non parlava la lingua locale e nemmeno quella della maggior parte dei lavoratori, ma le piaceva cucinare e servire. L’azienda prosperava e gli affari andavano sempre meglio. Arrivavano infatti così tanti ordini che il presidente una mattina annunciò che tutti avrebbero lavorato anche di sabato.

Sophia non ci pensò due volte, la sua decisione era certa. Dio le aveva dato questo lavoro e lui poteva proteggerlo. Fece un respiro profondo, si aggiustò il grembiule e si diresse verso l’ufficio dell’azienda. Non conosceva bene la lingua, quindi il suo messaggio fu breve: “Non posso lavorare il sabato. Per me è il giorno di culto, dedicato a Dio”.

La risposta del capo la scosse. “Se non puoi lavorare il sabato, non abbiamo più bisogno dei tuoi servizi. Mi dispiace, ma non venire più al lavoro”.

La donna fu sopraffatta da confusione e paura. Come avrebbero potuto vivere, lei e suo marito, senza il suo lavoro? In quanto rifugiati, avevano pochissime opportunità di lavoro. Vivere nel nuovo Paese era costoso. Il guadagno del marito non copriva nemmeno le spese basilari. Sophia iniziò a pregare Dio ancor prima di tornare a casa e raccontare alla sua famiglia cosa era successo. Anche Dio iniziò a rispondere immediatamente e la pace riempì il suo cuore. Quel primo sabato si rallegrò di essere riuscita a prendere la decisione giusta, di aver trovato la forza per rimanere fedele al Signore e ai suoi comandamenti.

La domenica mattina, il cellulare di Sophia squillò. Era il suo capo. Cautamente rispose. L’uomo le disse: “Sophia, ho deciso di considerare il tuo giorno santo. Puoi tornare al lavoro lunedì e avere tutti i sabati liberi”. “Oh”, rispose incredula “Grazie, grazie mille”".

La sua mente correva ancora, il lunedì mattina, mentre disponeva i piatti per la colazione e apparecchiava il tavolo da tè. Erano gesti che ripeteva da mesi, ogni giorno lavorativo, ma quella mattina sembrava diversa. Come al solito, chinò il capo per pregare prima di servire il pasto che aveva preparato. Per ragioni che ancora non conosce, i suoi colleghi le avevano chiesto di pregare anche per loro. Tutti mangiavano quando il capo le fece un cenno. "Per favore, parla allo staff della tua fede“ le chiese “di ciò in cui credi come cristiana e anche qual è la differenza tra il cristianesimo e le altre fedi".

Sofia deglutì. Come poteva spiegare una cosa così complicata quando riusciva a malapena a parlare una delle due lingue di coloro che ascoltavano? Ma con semplicità, iniziò a parlare di Gesù Cristo e di tutto ciò che aveva fatto mentre era sulla terra. Raccontò anche i miracoli che aveva ricevuto nella sua stessa vita. Percepì la potenza dello Spirito Santo dentro di lei mentre condivideva con dettagli, ben oltre il suo vocabolario in entrambe le lingue. Nella stanza c’era silenzio, i volti erano fissi su di lei mentre parlava. Si rese conto che avevano capito. Quando terminò, i suoi colleghi erano meravigliati.

"Hai parlato con un’eccellente grammatica nella mia lingua"; "Ma hai anche usato correttamente la mia lingua e hai parlato molto bene”, le dissero. Tutti avevano compreso e questo era davvero incredibile. Ma una donna era andata oltre la presentazione di Sophia. "Mi hai fatto venire la pelle d’oca" le disse "Dio è davvero come hai raccontato?". Un altro collega le chiese con cautela: "Dio ama davvero?". E un altro: "È vero che Dio non fa per niente paura?". 
La sua risposta: “Certo. Dio è amore e l’amore di Dio è il cuore del cristianesimo”.

Era la prima volta per Sophia, dopodiché non sarebbe più stata la stessa. “Prima di quella mattina pensavo che il mio ministero fosse quello di fare amicizia con le persone, di essere d’aiuto, persino di invitarle a casa mia. Ma dopo questa esperienza ho capito che Dio vuole che io parli di Cristo ogni volta che posso, e lui tradurrà se necessario. Sì, ha messo alla prova la mia fedeltà, ma poi ha mostrato la sua potenza”.

Anche i colleghi di Sophia non saranno più gli stessi. Continuano a dialogare con lei sulla sua fede, su Gesù. Alcuni vengono accusati a causa del sabato e diventano sempre più forti ogni volta che decidono di essere fedeli a Dio. 
Intanto Sophia ha imparato che la sua testimonianza può essere specifica, audace e pronta ad andare oltre la costruzione di ponti di amicizia, per parlare di ciò che Dio ha fatto per lei, di ciò che ha fatto in Cristo. “Vi chiedo di pregare affinché i miei colleghi di lavoro aprano i loro cuori a Dio e lo accettino completamente” è il suo invito.

[Fonte: Adventist Review]

 

 

 

Trasmettere la gioia di avere Gesù

Trasmettere la gioia di avere Gesù

Si è concluso con una proposta di missione personale l’incontro di metà anno dell’Eud.

Notizie Avventiste – Il Campus Adventiste du Saléve, in Francia, ha ospitato il comitato di metà anno della Regione intereuropea (Eud), l’incontro amministrativo ordinario della Chiesa in questo territorio d’Europa.
“L’amministrazione regionale, i direttori di dipartimento, i direttori delle istituzioni, i presidenti e i rappresentanti di pastori e laici di ogni Unione si sono riuniti per votare sulle questioni amministrative, valutare l’andamento del piano annuale e discutere i mezzi migliori per portare avanti la missione nel territorio dell’Eud” spiega Paulo Macedo, direttore regionale delle Comunicazioni, sul sito Eud News.

La missione ha avuto un punto centrale nel lavoro di questo comitato tenuto dal 21 al 23 maggio, e in particolare l’attenzione che dobbiamo avere per ogni persona e le sue necessità.
“Andiamo tra le persone. Auguriamo loro ogni bene. Offriamo loro buone parole e azioni. Sorridiamo! Trasmetteremo la gioia di avere Gesù solo se viviamo veramente in Gesù”, ha affermato Mário Brito, presidente dell’Eud.

Invitato speciale all’incontro, Rick McEdward, presidente dell’Unione di missioni del Medio Oriente e del Nord Africa (Mena), ha condiviso le notizie provenienti da quel campo di missione così impegnativo.
“Questa è stata anche l’occasione per rinsaldare i vincoli di fraternità e di cooperazione tra i due territori della Chiesa, così vicini geograficamente e, pur presentando profonde differenze culturali e religiose nelle società a cui si rivolgono, con un’immensa affinità di intenti e di obiettivi riguardo alla annuncio del Vangelo” commenta Macedo.

Informazioni sugli ultimi dati finanziari sono arrivati dal tesoriere dell’Eud, Norbert Zens, che non ha perso l’occasione di ringraziare Dio per la fedeltà dei membri di chiesa. Le decime hanno registrato una crescita del 6% nel 2022 rispetto al 2021 e del 26% rispetto al 2017, mentre le offerte sono cresciute rispettivamente del 21% e del 26% negli stessi anni.

“Zens ha anche sottolineato il lavoro svolto per mitigare le perdite e sostenere la missione nonostante le sfide dell’inflazione e dell’instabilità del mercato, e, inoltre, che dovremmo essere molto grati a Dio per i risultati ottenuti, rispetto a molte altre istituzioni della società. Ha quindi indicato la necessità di attenzione e zelo nella gestione in vista del futuro” informa ancora il direttore su Eud News.

Nel suo intervento, il segretario esecutivo dell’Eud, Barna Magyarosi, si è soffermato sulle celebrazioni dei 160 anni della costituzione ufficiale della Chiesa Avventista del Settimo Giorno, e ha sottolineato quanto sia importante conoscere e rievocare la storia del movimento avventista. È stato anche avviato il progetto per commemorare il 150° anniversario dell’inizio della presenza avventista in Europa, che avverrà nel 2024. Nel campus della scuola francese è stato allestito il Museo dell’avventismo europeo, che è stato visitato dai partecipanti al comitato. Per un tour virtuale del museo vai su: https://www.campusadventiste.edu/recherche/musee.

L’incontro si è concluso con i ringraziamenti del presidente Brito alle Unioni, alle Federazioni e alle chiese locali per tutta la dedizione e l’impegno nell’avanzamento della missione in questo territorio. Ha ricordato l’incontro di Gesù con la Samaritana (Giovanni 4:5-27) e l’appello dell’apostolo Paolo in Romani 12. Ha poi esortato i dirigenti a proseguire nella sfida missionaria, invitandoli a essere collegati a Dio, a pregare per lo Spirito Santo, a impegnarsi con le persone, sostenerle nelle loro necessità e manifestare apertamente e con gioia l’amore di Gesù.

“Mi addolora tanto, e so che addolora anche voi” ha detto Brito “vedere la sofferenza di tante persone intorno a noi. Ognuna di esse è un potenziale contenitore dell’amore di Dio, simboleggiato dall’acqua della vita che Gesù offrì alla donna samaritana. E noi siamo i vasi scelti per versarlo nei loro cuori”.

[Foto e fonte: Eud News]

Scelti per la missione

Scelti per la missione

La Chiesa avventista mondiale celebra 160 anni. Una denominazione che guarda al futuro, puntando sull’unità, l’identità e la missione.

Notizie Avventiste – Il 21 maggio, la Chiesa Avventista del Settimo Giorno ha compiuto 160 anni dalla sua organizzazione. Nonostante le sfide, il movimento avventista ha raggiunto moltissime comunità nel mondo con il messaggio del vangelo, tutto grazie all’impegno dei missionari. 
"Siamo straordinariamente grati per il privilegio di aver portato gli ultimi messaggi di Dio in questi 160 anni", ha affermato Ted N. C. Wilson, presidente della Chiesa avventista mondiale

Il motto selezionato per questa occasione, “Scelti per la missione”, ricorda in qualche modo un’altra ricorrenza importante che attende la denominazione nel 2024: i 150 anni della missione avventista nel mondo.

La nascita della Chiesa avventista 
Nel presentare la celebrazione dei 160 anni della denominazione al Comitato di primavera, lo scorso aprile, Ertön Kohler, segretario della Chiesa a livello mondiale, aveva sottolineato quanto fosse saggio guardare al passato per informare e guidare verso il futuro. Usando un’analogia, aveva affermato: "Le organizzazioni sane vanno avanti guardando il parabrezza mentre allo stesso tempo non perdono di vista lo specchietto retrovisore".

Il nostro "specchietto retrovisore", come Chiesa, risale al 20 maggio 1863, quando 20 delegati provenienti da tutti gli Stati Uniti si riunirono a Battle Creek, nel Michigan, per dare un’organizzazione al movimento avventista. Avevano la visione e l’impegno condivisi di predicare il messaggio dei tre angeli, di Apocalisse 14, e riconobbero la necessità di organizzarsi per portare avanti la missione.

Il 21 maggio 1863, un comitato selezionato, composto da otto delegati, sviluppò uno statuto che delineava la struttura di quella che sarebbe diventata la Conferenza Generale (CG) degli avventisti del settimo giorno. (o Chiesa mondiale). Lo storico David Trim, direttore dell’Ufficio archivi, statistiche e ricerca (Astr) della denominazione, ha fatto notare che lo statuto includeva un preambolo in cui si tratteggiava lo scopo e l’obiettivo alla base dello sviluppo della CG: “Per garantire l’unità e l’efficienza nel lavorare e promuovere l’interesse generale della causa della verità presente". 
“L’articolo 5 del primo statuto della CG” ha aggiunto “affermava che il Comitato esecutivo doveva avere la supervisione speciale di tutto il lavoro missionario e, come consiglio missionario, il potere di decidere dove tale lavoro fosse necessario e chi dovesse andare a svolgerlo come missionario”. 
In sintesi, lo scopo della CG era quello di promuovere “l’unità, l’identità e la missione”, ha sottolineato Trim.

La Chiesa avventista oggi 
Oggi, la Chiesa avventista si dedica ad aiutare le persone a trovare libertà, guarigione e speranza in Gesù tramite una profonda comprensione della Bibbia. Dopo 160 anni, l’impegno della denominazione nell’attuare il mandato evangelico ha avuto un impatto sull’istruzione, l’assistenza sanitaria e l’evangelizzazione tramite i media. Il movimento, iniziato con 3.500 membri e sei Federazioni di chiese, è ora cresciuto fino a raggiungere un’adesione globale di oltre 22 milioni di persone, in più di 200 Paesi.

Con oltre 9.000 scuole e università in tutto il mondo, la Chiesa ha nutrito le menti e i cuori di più di 2 milioni di studenti. Il sistema sanitario è un altro aspetto significativo. Con oltre 200 ospedali e sanatori e più di 1.000 cliniche, l’approccio olistico delle istituzioni sanitarie avventiste ha contribuito alla salute fisica, mentale e spirituale delle comunità globali.

Inoltre, la presenza della Chiesa tramite i media è aumentata molto negli ultimi anni. Dall’evangelizzazione con la carta stampata alle case editrici, ai canali televisivi e radiofonici in oltre 80 lingue, e ora la sua presenza sul web e sui social media. Tutti strumenti fondamentali per la diffusione del vangelo, che la denominazione ha usato e continua a usare a piene mani.

“La notevole crescita della Chiesa negli ultimi 160 anni è una testimonianza dell’impegno e del coinvolgimento di ogni avventista nella sua comunità locale. Ciascun individuo svolge un ruolo vitale nella nostra missione”, ha affermato Paul Douglas, tesoriere della denominazione a livello mondiale.

“Nel celebrare questo anniversario” ha continuato “invitiamo tutti gli avventisti a prendersi per mano, facendosi avanti con rinnovata passione e dedizione. Insieme riflettiamo su cosa significa essere scelti per la missione, sapendo che i nostri sforzi collettivi possono trasformare la vita delle persone in tutto il mondo".

Una visione per il futuro 
Quando la Chiesa riflette sulla sua ricca eredità del passato, “riceviamo nuovo impegno, nuova energia e una nuova visione per il futuro”, ha affermato Köhler. 
Tre i punti chiave evidenziati nei 160 anni trascorsi: unità, identità e missione.

160 anni fa, gli avventisti si unirono con lo scopo di realizzare la loro missione. Ora i dirigenti invitano le Regioni, le Unioni, le Federazioni e le chiese locali a unirsi per portare avanti la missione oggi, domani e negli anni a venire. 
"La nostra identità ci è stata data da Dio", è fondata sulla Bibbia ed è sottolineata nei punti dottrinali, ha detto Köhler. “Questo messaggio deve essere condiviso con il mondo”, da seguaci di Cristo con un’identità unica.

La missione è anche al centro della visione della Chiesa. Köhler ha affermato: "I nostri 160 anni rappresentano un invito a rilanciare l’incrollabile impegno dei nostri pionieri e ad abbracciare gli straordinari risultati che il Signore ha preparato per questi tempi cruciali. Nel mezzo della polarizzazione, andiamo avanti uniti, rafforzando la nostra identità biblica nonostante le sfide del relativismo e rinvigorendo la nostra incrollabile dedizione alla missione”.

I dirigenti avventisti condivideranno ed evidenzieranno i nuovi progetti e le iniziative per il 160° anniversario durante il Consiglio annuale del 2023, che si terrà a ottobre.

"Fermiamoci un momento in questo anniversario e chiediamoci: stiamo davvero facendo tutto il possibile per raggiungere ogni persona nel mondo, in modo da poter assistere al ritorno del nostro Signore durante la nostra vita?” è la riflessione del presidente Wilson per l’intera famiglia della Chiesa "Oh, quanto desideriamo che tu venga, Signore Gesù!".

[Fonte: Ann]

 

 

 

 

Brasile. Progetto di una scuola avventista per le donne ammalate di cancro

Brasile. Progetto di una scuola avventista per le donne ammalate di cancro

La campagna ha raccolto 80 donazioni di capelli che diventeranno parrucche per le pazienti oncologiche.

Notizie Avventiste – In occasione della festa della mamma, la scuola avventista di Ibes, a Vila Velha (Espírito Santo, Brasile) ha realizzato una campagna a beneficio di diverse donne che lottano contro il cancro. Studenti, dipendenti e l’intera comunità sono stati coinvolti nel progetto e, in una piazza della città, hanno organizzato uno spazio per tagliare i capelli. Le donazioni saranno poi trasformate in parrucche per le pazienti assistite dal Grupo de Apoio a Pessoas com Câncer (Gapc).

“La campagna ‘I tuoi capelli sono così forti che possono cambiare la vita di qualcuno’ voleva essere un punto di riferimento per la donazione di capelli, fazzoletti e prodotti per l’igiene personale, oltre a offrire servizi di misurazione della pressione sanguigna e una merenda ai donatori” ha spiegato Mairon Hothon, sul sito noticias.adventistas.org.

L’iniziativa è stata il risultato di una collaborazione tra la scuola, il salone di bellezza Dondocas, la rete ospedaliera Meridional e lo stesso Gapc, e si è svolta nella piazza centrale del quartiere Ibes, a Vila Velha, il 12 maggio. In tre ore sono state donate più di 80 ciocche di capelli, 30 foulard e 20 articoli per l’igiene personale.
“Tutto questo materiale è stato destinato a Gapc che realizzerà le parrucche e indirizzerà le donazioni alle oltre 100 donne assistite dall’organizzazione non governativa” ha aggiunto Horthon.

Diversi media di Espírito Santo hanno dato notizia di questa iniziativa che ha mobilitato tanti giovanissimi.
“In tutte le date commemorative, creiamo di solito una campagna di sensibilizzazione che coinvolge i nostri studenti, non solo per far conoscere il motivo della celebrazione stessa, ma anche per avere un impatto sociale” ha sottolineato la prof.ssa Marina Farias, direttrice della scuola “Stiamo pensando di fare di questa campagna di donazione di capelli un programma scolastico annuale, per aiutare sempre Gasp e creare questa catena del bene. È stato bellissimo vedere i nostri piccoli studenti portare i capelli”.

Le donazioni si trasformeranno in parrucche 
Una delle studentesse donatrici è stata Alice Bolzan, di appena 10 anni. Incoraggiata dalla madre si è fatta tagliare 30 cm di capelli.
“Avevo già donato una volta, ma è stato tanto tempo fa, credo sia stato quattro o cinque anni fa, poi quando ho saputo dell’iniziativa di questi giorni ho detto a mia madre che volevo tagliarmi i capelli e li ho donati perché contribuiranno a realizzare una bellissima parrucca per una mamma che ne ha bisogno. E per questo mi sento molto bene” ha detto la bambina che frequenta la quinta elementare.

Per Suzana Castro, assistente sociale presso Gapc, iniziative come questa aiutano a cambiare la mentalità delle persone, che siano bambini o familiari, e hanno un impatto sulla vita di coloro che hanno bisogno di affetto concreto in questo momento della vita.
“Assistiamo tante donne che vengono dalle campagne, che sono povere e bisognose. Queste donazioni sono importanti per alleviare le loro sofferenze. Collaborazioni come questa arricchiscono la società, creano una consapevolezza del bene e avvicinano Gapc alle persone. Le donazioni di capelli andranno a un’azienda di San Paolo che fa le parrucche e poi torneranno qui. I fazzoletti e i prodotti per l’igiene saranno distribuiti a chi ne ha bisogno” ha affermato.

[Foto: Davner Toledo. Fonte: noticias.adventistas. org]

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