Analfabetismo biblico

Analfabetismo biblico

BibleLa Bibbia, oltre a essere il libro più diffuso al mondo, il libro che ha affascinato intere generazioni, la stella polare che indica la via per orientarsi tra dubbi e certezze, è anche il libro che ha plasmato la storia della civiltà occidentale; l’arte, la letteratura e la filosofia sono impegnate delle narrazioni e delle poesie bibliche.

Eppure, le domande più temute nei quiz popolari sono quelle tratte da questo libro! Resiste anche nel XXI secolo una specie di analfabetismo biblico. La chiesa avventista offre gratuitamente la possibilità a chiunque lo desideri di iscriversi ai corsi biblici per corrispondenza, frequentati da migliaia di corsisti. Per iscriversi consulta il sito www.fondamentibiblici.it

Cristo è forse diviso?

Cristo è forse diviso?

M3-editorialeGiuseppe Marrazzo – Fra opere di misericordia e fiumi di bontà, la storia della chiesa ha registrato anche momenti di divisioni e scismi. Se  Cristo non è diviso (1 Cor 1:13) neanche la chiesa come corpo di Cristo può esserlo (Gv 17:21). Tuttavia, l’organizzazione umana della chiesa  è multiforme. Oggi, si grida alla scandalo della divisione (Avvenire, 21 gennaio 2014), ma ci sono state delle ragioni per giungere a questo, il più delle volte di ordine dottrinale, spesso per questioni morali e anche per problemi di potere. Nei secoli, la divisione si è cristallizzata in comportamenti ostili, soprattutto verso chi si separa. L’altro è un infedele, un eretico, uno scomunicato e in questo modo le varie confessioni religiose hanno intrapreso un percorso parallelo, concorrenziale. Ognuna di esse ha preteso di possedere una verità da salvaguardare e difendere. Ognuna crede di annunciare Gesù Cristo e sottostare alla sua autorità. Tuttavia dopo tante guerre e tanto sangue versato, nel XX secolo nasce il dialogo e i credenti appartenenti a tradizioni diverse decidono che è molto meglio pregare, meditare la Parola insieme piuttosto che delegittimarsi l’un l’altro. La settimana di preghiera per l’unità dei cristiani riguarda tutti i credenti, perché le chiese ancora proseguono un percorso separato.

La Shoah

La Shoah

M2-Editoriale_shoahGiuseppe Marrazzo – Tra pochi giorni inizia il carosello dei servizi speciali recuperati dagli archivi per ricordare i milioni di morti. Una retorica cui ci sottoponiamo ogni anno intorno al 27 gennaio, in ricordo di quel giorno del 1945 in cui l’armata rossa entrò ad Auschwitz. Gli ebrei sono innamorati della vita, la loro è una fede nella vita. «L’ebraismo non coltiva la morte», dice provocatoriamente Elena Loewenthal in un pamphlet dal titolo Contro il Giorno della Memoria, edito da Add con questo sottotitolo: «Una riflessione sul rito del ricordo, la retorica della commemorazione, la condivisione del passato». Accanto al dovere della Memoria occorre cedere il passo anche all’oblio, con la possibilità di trasformare la storia in «tracce meno tossiche». Non bisogna dimenticare i morti ma, se si potesse, dice Loewenthal, quella storia in sé: le leggi razziali, le persecuzioni, i treni con i deportati, le camere a gas, le torture, le fucilazioni di massa, le violenza assurde. Insomma, pur volendo dimenticare la Shoah, l’autrice celebra comunque il Giorno della Memoria. Il male non si esorcizza con la memoria. Occorre un intervento più radicale: la ri-creazione di un mondo nuovo, senza lacrime, senza dolore e senza la morte. Una vera Gerusalemme, città della pace, capitale di un nuovo regno senza carri armati e bombe intelligenti.

La ginestra

La ginestra

M1-Editoriale 1Giuseppe Marrazzo – Furtivo e con passo veloce, insieme a Mimì e Salvo, m’intrufolo nella villa, da una porta in ferro dai cardini arrugginiti. Un lieve stridore e poi ops! siamo dentro. L’immenso salone ornato di stucchi. Le scale ampie e sontuose portano al piano di sopra. Maioliche antiche nella cucina a legna, più avanti il bagno dalla lunga vasca dai piedi a zampa di leone, in fondo alla stanza la vecchia stufa a legna che serviva a riscaldar l’acqua. Ecco la stanza del poeta! Lo si capisce dal busto che lo ritrae, volto malinconico e triste.

Tutto il villaggio serba nella memoria il tempo in cui nella Villa Ferrigni trascorre i suoi giorni Giacomo Leopardi. Due ciabatte esigue allineate ai piedi M1-Editoriale 2del letto, una tavola tra due sponde con un pagliericcio senza lenzuola e senza coperte, tavolo sguarnito, armadio e libreria completamente disadorni. Saliamo ancora con passo felino per non essere notati, giungiamo – che emozione – al terrazzo. Guardiamo «l’arida schiena del formidabil monte, sterminator Vesevo». È imponente! Pini profumati di resina ai piedi dei quali cresce l’«odorosa ginestra». Da lato opposto all’«arenoso dorso, a cui riluce di Capri la marina e di Napoli il porto e Mergellina».

Una veduta mozzafiato. Qui e là, vedo ancora «il villanello intento ai vigneti… che leva lo sguardo sospettoso alla vetta». Intanto però la «lenta ginestra» che adorna le spoglie campagne continua a irradiare il suo profumo e non piega il capo dinanzi al minaccioso vulcano. La ginestra innocente non si ribella, si adatta alle forze, si piega ma non si spezza, M1-Editoriale 3non è né codarda né superba. Era il 1836 quando Leopardi compose «La ginestra». La rileggo ancora una volta e resto a lungo in meditazione: «La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno sopraffatta» (Gv 1:5). Ancora oggi, la speranza non viene meno per tutte le «ginestre» silenziose, odorose e fiere!

 

Messaggio di augurio del Presidente Uicca

Messaggio di augurio del Presidente Uicca

M38-Editoriale-AUGURI-DAL-PRESIDENTE-BUON-2014

Cari sorelle e fratelli delle chiese dell’Unione italiana,

Che la pace e la speranza del e nel Signore sia con voi tutti. Leggiamo il Salmo 121:

«Alzo gli occhi verso i monti… Da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto vien dal Signore, che ha fatto il cielo e la terra. Egli non permetterà che il tuo piede vacilli; colui che ti protegge non sonnecchierà. Ecco, colui che protegge Israele non sonnecchierà né dormirà. Il Signore è colui che ti protegge; il Signore è la tua ombra; egli sta alla tua destra. Di giorno il sole non ti colpirà, né la luna di notte. Il Signore ti preserverà da ogni male; egli proteggerà l’anima tua. Il Signore ti proteggerà, quando esci e quando entri, ora e sempre».

Purtroppo anche questo anno che se ne va non ha alimentato in tanti cittadini del nostro paese e del più vasto mondo la fiducia nella giustizia, nelle istituzioni, nel futuro.

La crisi economica morde ancora fortemente, soprattutto la condizione dei nostri giovani appare compromessa dalla disoccupazione che li porta spesso a diffidare dei valori di chi li ha preceduti.

Noi credenti abbiamo motivi di speranza che superano le prospettive, talora deludenti, di questo mondo; dobbiamo saperli tradurre in un linguaggio comprensibile dai giovani e dal prossimo che ci circonda.

Facciamo di questo intendimento un obiettivo importante per il 2014.

Dedichiamoci a colorare di speranza il futuro dei giovani, mostriamo con l’esempio che i soldi, o il sesso, o lo status sociale portano spesso al disincanto, mentre l’animo ha bisogno di altri, eterni, valori.

Qualche giorno fa è morto Nelson Mandela, un grande uomo che si è speso per il prossimo e per la giustizia… che siano uomini e donne come lui a orientare l’immaginazione dei nostri ragazzi e non, come spesso accade, le luci sfolgoranti del successo effimero.

L’esempio è un fattore enorme per lo sviluppo morale e spirituale delle persone.

«Così parla il Signore degli eserciti: “In quei giorni avverrà che dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni piglieranno un Giudeo per il lembo della veste e diranno: ‘Noi verremo con voi perché abbiamo udito che Dio è con voi’”» (Zc 8:23).

Un caro augurio di un 2014 vivificato dalla speranza.

Franco Evangelisti

Saluto a Mandela

Saluto a Mandela

mandelaTed Wilson – La chiesa cristiana avventista a livello mondiale si unisce agli abitanti del Sudafrica e al lutto mondiale per la scomparsa di Nelson Mandela. La sua vita di perdono e di riconciliazione serva da faro per un mondo troppo spesso avvolto dalle tenebre della rappresaglia, dell’odio e della malvagità.

Che tutti possiamo riflettere sul suo grande impegno per portare la pace a ogni uomo! Quale gioia sarebbe se ognuno di noi facesse parte di questo stesso processo mentre ci riconciliamo con Dio e gli uni con gli altri, mediante la grazia di Gesù Cristo, Principe della pace. Con simpatia esprimiamo le nostre condoglianze alla famiglia Mandela e agli abitanti del Sudafrica.

Siamo forti, ragazzi!

Siamo forti, ragazzi!

Testata-Rettangolare-300x214Giuseppe Marrazzo – Un comitato di esperti può mai decidere un’azione totalmente stupida e folle? Direi certamente di no! Invece, mi devo ricredere. Nel 1961, la decisione di invadere l’isola di Cuba da parte di 1.500 esuli cubani che vivevano negli Usa ed erano ostili al governo di Fidel Castro, fu presa da eminenti personalità che coinvolgevano la marina e l’aeronautica degli Stati Uniti, e la Cia. I membri del comitato prima di lavorare per l’amministrazione Kennedy avevano ruoli importanti. Dean Rusk era alto dirigente della Rockfeller Foundation. Robert McNamara era presidente della Ford. Douglas Dillon era segretario del Tesoro. McGeorge Bundy, rettore di Arti e scienze presso Harvard University. Arthur Schlesinger, docente di storia presso Harvard University. Il 17 aprile 1961 avviene lo sbarco della Baia dei Porci, il più grande fiasco della storia. Nel primo giorno Castro schiera 20.000 soldati contro gli invasori. Chiunque esamina i fatti deve riconoscere che fu un’azione sconsiderata e un errore madornale. Gli esperti sapevano che l’esercito di Castro contava 200.000 uomini? Sì, lo sapevano. Su cosa si basava la loro decisione? Su una pura «fantasia di gruppo»: credeva che l’esercito cubano si sarebbe dimostrato debole, confuso e sleale. Ci sono delle fantasie di gruppo anche nei comitati di chiesa o di Unione? Quali sono i rimedi da mettere in atto per non cadere nell’illusione di ritenersi i più forti, i primi della classe? Potrei elencarne almeno una decina, ma pensaci tu e mandami il tuo parere con un Sms al seguente numero: 347 4796530 (le soluzioni più originali saranno pubblicate).

Molto buono

Molto buono

M35-Editoriale«E Dio vide che tutto quel che aveva fatto era davvero molto bello (tov meod, lett. “molto buono”)» (Gn 1:31, Tilc). La prima dimora dell’uomo è un giardino in cui tutto il sistema eco biologico è così ben armonioso che viene definito «molto bello» o «molto buono», non proprio perfetto ma abbastanza simile. Con le scelte egoistiche dell’uomo anche la natura amica e benigna si è trasformata in una matrigna arcigna. Paolo spiega che la buona creazione delle origini «è stata sottoposta alla vanità» (Rm 8:20) e anch’essa oggi anela ad essere «liberata dalla corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio» (v. 21). Quale cambiamento è avvenuto nella creazione? Quante proprietà curative erano presenti in essa quando tutto era «molto buono» e quanti disastri sono, invece, possibili da quando è sottoposta «alla vanità e alla corruzione»? Fanno sorridere quei credenti che sperano di ritornare all’Eden dimenticando tutto il percorso fatto lontano da esso! La morte e la risurrezione di Cristo ci invitano a guardare non al passato ma all’avvenire, alla speranza, quella stessa che la creazione attende gemendo come fosse «in travaglio» (v. 22).

Dio non ha smesso di agire

Dio non ha smesso di agire

M34-Editoriale«Nel principio Dio…» (Gn 1:1). Il Signore continua a sostenere la sua creazione; senza il suo intervento ritornerebbe nel nulla o per lo meno nel caos. Nel presentare la creazione in un quadro temporale preciso (la settimana, mentre Dio è fuori dal tempo), l’autore biblico aveva in mente di dimostrare che Dio non ha semplicemente dato l’impulso iniziale al mondo lasciandolo poi agli elementi che in combinazione casuale terminassero la sua opera. Dio ha creato ogni cosa separatamente. La materia non nasce dalla luce né il regno animale dalla vegetazione. Dio ha creato le stelle, i pianeti, i continenti, gli oceani, il mondo vegetale, gli animali e per ultimo l’uomo; tutte le creature sono sorelle, non figlie la cui esistenza deriverebbe le une dalle altre.

Siamo forti, ragazzi!

Creazione finita

La Genesi afferma che Dio, dopo la creazione, «si riposò» (shabbat): «… benedisse il settimo giorno e disse: È mio. Quel giorno si riposò dal suo lavoro: tutto era creato» (Gn 2:3 Tilc). Dio non aveva bisogno di riposare come non ne aveva l’uomo, creato il giorno prima. Che cosa vuol dire, allora, quel riposo divino? Due significati: a. la creazione è completa; non c’è bisogno di apportare ulteriori aggiustamenti, non è l’inizio di un processo evolutivo; b. L’uomo deve ricordarsene e Dio gli offre un «memoriale», un segno che lo aiuterà a rivivere il suo status di creatura. Meraviglioso sabato che ci ricorda che il creato non è frutto del caso, ma ha un Autore eccellente! [J.M.]

Preoccupazione

Preoccupazione

Giuseppe Marrazzo –  – Ho in mano un esemplare di una Bibbia in inglese con l’aggiunta di The History of Redemption. Le pagine della King James sono 856 (37,6%) e quelle dell’aggiunta sono 1.423 (62,4%). L’editore è Everlasting Gospel Publishing Association (Seul, Corea) e il distributore è la Pacific Press (Nampa, Idaho). Credo sia una delle tante Bibbie da studio, ma potrebbe diventare il modello di una possibile eresia. Sotto la Storia della salvezza sono raggruppati i seguenti libri di Ellen G. White: Patriarchi e profeti, Profeti e re, La speranza dell’uomo, Con Gesù sul monte delle beatitudini, Le parabole, Il gran conflitto e La via migliore. Si utilizza la stessa carta indiana supersottile e l’impaginazione su due colonne sia per la Bibbia sia per l’Aggiunta, quest’ultima al margine della pagina riporta la numerazione di quella della versione originale. Se non si trattasse di una Bibbia da studio, mi verrebbe il dubbio che sia un goffo tentativo di costituire il «Terzo Testamento» (ispirato ma extracanonico)! Il malaugurato dubbio però diventa più concreto quando leggo alcuni sermoni e articoli di autorevoli personaggi della nostra chiesa, strapieni di citazioni tratte da questa «Aggiunta» a scapito di quella Parola (inspirata e canonica). Vorrei che una parola del Maestro potesse risvegliarci da questo incubo e scongiurare questo possibile pericolo: «Abraamo disse: “Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli!”» (Lc 16:29). (rivisto dall’autore il 4 novembre 2013)

Comunicare il Vangelo oggi. La sfida della produzione video

Comunicare il Vangelo oggi. La sfida della produzione video

Vincenzo Annunziata – Il nostro modello di comunicazione è sicuramente Gesù. Era diretto, autentico, originale, energico e sempre calzante con persone e situazioni. Ottimo oratore, piacevole da ascoltare, non stancava o non annoiava mai. Fu innovativo. Per interessare i suoi interlocutori raccontava spesso esperienze ed esempi usando un linguaggio «illustrato», denso di immagini. Il suo modo di fare e ciò che predicava facilitavano le relazioni fra le persone. Con il suo esempio, Gesù dimostrò che per conoscere davvero qualcuno era necessario entrare direttamente in comunicazione con lui; non si serviva di pregiudizi o chiacchiere per farsi un’idea di chi aveva di fronte.

Come comunicare oggi nel secolo della «comunicazione»?

Predomina sempre di più l’uso delle immagini. Molto si comunica tramite i video, i notiziari, i documentari. Spesso sono confezionati come racconti per attirare l’attenzione e coinvolgere emotivamente. Ma paradossalmente, uno dei più grandi disturbi della comunicazione «nell’era della comunicazione» è proprio quello di essere irrilevante e noiosa per le troppe pretese di tecnicismo e specializzazione.

Hope Channel Italia utilizza due strumenti tecnologici, il video e il web, per una migliore gestione della comunicazione sia all’interno sia all’esterno della chiesa, avendo l’obiettivo di raggiungere il maggior numero di persone possibile e di fare riferimento costantemente a Gesù come modello di comunicazione.

Le competenze tecnologiche sono necessarie nel nostro tempo. Dio ha aperto le porte per attuare una predicazione efficace e capace di raggiungere più facilmente gli abitanti della terra. Così come la nostra chiesa è favorevole sin dal 1920 all’uso del mezzo radiofonico, oggi abbiamo la possibilità di varcare un’altra soglia: il mondo video. Radio e televisione via satellite e web sono i mezzi preparati da Dio per diffondere il Vangelo (Mt 28:19,20). Serviamoci anche dei video per far conoscere a tutti Gesù Cristo.

Nella settimana che va dal 14 al 20 ottobre, sono aumentate notevolmente le visualizzazioni dei video prodotti da Hope Channel Italia: 7.988 utenti li hanno scelti. Un buon successo per noi. Un contributo particolare a questo risultato lo ha dato la serie Vintage: 10 mini video muti, della durata di pochi minuti, «divertenti» e riflessivi. Nel totale delle visualizzazioni ci sono anche alcuni studi biblici, documentari sulla natura e il video di presentazione delle opere relative alla mostra «Tanaliberatutti», alcuni programmi per bambini, oltre ovviamente al resto della produzione on demand.

I web-spettatori hanno apprezzato i prodotti che offriamo online. Vi invitiamo a continuare a seguire la nostra produzione su www.hopechannel.it e a condividerla con i vostri amici.

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