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Francesco Zenzale – In occasione dell’ultima piaga – motivata dall’ostinazione del faraone –  che avrebbe colpito i primogeniti (Esodo 11:4-8) prima del giorno della liberazione, gli israeliti sono invitati a compiere due azioni: sgozzare un agnello e spruzzarne il sangue sugli stipiti e sull’architrave della porta come segno dell’accettazione per fede del dono della vita in favore dei primogeniti; arrostire l’agnello al fuoco con la testa, le gambe e le interiora e mangiarlo insieme con pane azzimo ed erbe amare, senza lasciare alcun avanzo, fino alla mattina, e mangiarlo in fretta, con i fianchi cinti, i calzari ai piedi e il bastone in mano, pronti per partire (Esodo 12: 5-11).

Questi due gesti di fiducia sono intimamente legati al concetto di redenzione che fluisce in favore dei primogeniti, come anche del popolo d’Israele. Infatti, la liberazione che Dio opera altro non è che un atto redentivo. Ciò significa che liberazione e redenzione indicano l’azione tramite la quale Dio redime il suo popolo. In primo luogo nei confronti dei primogeniti, mediante spargimento di sangue quale simbolo della vita; in secondo luogo mediante un atto creativo, liberando Israele dalla schiavitù egiziana (Genesi 12:12; 46:3; Salmo 102:18; Isaia 43:1-5, 21; ecc.). La Pasqua, dunque, altro non è che azione redentrice, dove Dio nella sua grazia permette a Israele di “oltrepassare” (Pesah, deriva dal verbo pâsah: passare oltre) la morte e la schiavitù.

In tal senso Gesù celebrò l’ultima Pasqua, istituendo il nuovo rito: la cena eucaristica (dal greco eucharisto: “rendo grazie” – Luca 22:14-19). L’espressione “finché sia compiuta nel regno di Dio”, associata al mangiare il pane, simbolo del suo corpo, e a bere il frutto della vigna, raffigurante il suo sangue o la sua vita che fluisce in favore all’umanità, è in perfetta armonia con la Pasqua: “l’oltrepassare” la morte e la schiavitù del peccato.

Ma ancor più, le due immagini messianiche, primogenito e agnello, rinvengono nella persona di Gesù. Pertanto Gesù, come primogenito dei morti, primizia di quelli che dormono, e come agnello senza difetto, ha oltrepassato la morte e la schiavitù del peccato, liberando se stesso come uomo. Essendosi caricato dei nostri peccati, ha oltrepassato la profondità o il dramma della morte e, per questo, chiunque crede in lui avrà vita eterna (Giovanni 3:16).

Per saperne di più: assistenza@avventisti.it

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