Brasile. Portiere di calcio rifiuta di giocare di sabato

Brasile. Portiere di calcio rifiuta di giocare di sabato

Adventist-soccer-Sabbath-Jan26-1Il giocatore dell’anno del paese sudamericano afferma di preferire Dio alla carriera.

ARnews/Notizie Avventiste – Un portiere emergente ha provocato una tempesta nel mondo dello sport brasiliano annunciando di non essere più disposto a giocare le partite programmate di sabato.

Carlos Vítor da Costa Ressurreição, 30 anni e membro della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno dal mese scorso, ha esposto ai giornalisti la sua decisione, scatenando un’ondata di sorpresa e simpatia, ma anche la rabbia di tifosi e commentatori sportivi che non riuscivano a capire la motivazione.

Lo scalpore è dovuto al fatto che il giocatore ha salvato la sua squadra (il Londrina Esporte Clube) con le sue parate, lo scorso anno, portandola dalla serie C alla serie B del campionato nazionale brasiliano. Ressurreição è stato anche nominato giocatore dell’anno e ha ricevuto l’offerta di passare nel Chapecoense, una squadra di serie A, con stipendio raddoppiato.

Adventist-soccer-Sabbath-Jan26-3Ressurreição ha però rifiutato il lavoro perché non gli avrebbe permesso di “osservare il settimo giorno come prescritto dal quarto comandamento”, scrive il quotidiano Lance! Inoltre, anche in serie B numerose partite si giocano di sabato e così il presidente della sua squadra ha già annunciato che non rinnoverà il contratto con il giocatore quando scadrà, a maggio.

Ma Ressurreição è sereno e resta fermo nelle sue convinzioni. Ha infatti raccontato, durante una conferenza stampa tenuta il 20 gennaio, che se non fosse per Dio non avrebbe neanche giocato a calcio. Un anno prima del suo battesimo, aveva trascorso quattro lunghi mesi a casa, a Salvador, nello stato di Bahia, senza contratto con nessuna squadra. In quel periodo, sua moglie Gabriela aveva iniziato a produrre borse insieme a un’amica. In breve le due donne hanno creato un proprio marchio e iniziato un’attività che è cresciuta rapidamente.
“In poco tempo, guadagnava più di quanto facessi io quando giocavo”, ha spiegato Ressurreição,”È stato quello il momento in cui ho capito che Dio aveva diversi modi di prendersi cura della mia famiglia”.

Adventist-soccer-Sabbath-Jan26-4Così, il giovane ha messo da parte le paure di non riuscire ad avere un contratto in una squadra di calcio e ha iniziato a studiare la Bibbia e a pregare ogni giorno.
“La mia fede non si basa sulle parole dette da un pastore o da qualcun altro”, ha aggiunto, “Ho studiato la Bibbia e sono arrivato alla conclusione che avevo bisogno di crescere spiritualmente”.
Mentre studiava, aveva capito che ciò che la suocera avventista gli aveva detto 12 anni prima sul sabato era vero e aveva così deciso di far parte della Chiesa cristiana avventista.

Le incertezze che Ressurreição deve affrontare possono sembrare scoraggianti, ma lui è sereno pensando al futuro. A un giornalista che gli chiedeva che cosa avrebbe scelto tra la fede e la carriera ha risposto: “Senza alcun dubbio, scelgo la mia fede. Molti altri sono venuti prima di me, dandomi l’opportunità di scegliere”.

Adventist-soccer-Sabbath-Jan26-2Comunque non ozia, continua ad allenarsi e, mentre il tempo vola e si avvicina la fine del suo attuale contratto, il giovane ha iniziato a studiare la Bibbia con i suoi compagni di squadra. “Sono in pace perché la mia vita è nelle mani di Dio”, ha affermato, “Se ci saranno squadre che rispetteranno le mie convinzioni, lo sport sarà sempre un’opzione valida. In caso contrario, il Signore mi ha già dimostrato in passato che si prenderà cura di me”.

La presa di posizione di Ressurreição ha provocato anche l’ammirazione di alcuni commentatori sportivi. “Non sono religioso, ma la scelta di Vitor mi commuove”, ha affermato Ayrton Baptista Jr., blogger del Globo Esporte, uno dei più noti siti web sportivi del Brasile, “La sua fede parla forte”.

 

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Boom di iscrizioni nella prima scuola avventista in Namibia

Adventist-Namibia-Maranatha-Jan29-1Costruita da volontari, ha 56 bambini e 12 aule.

ARnews/Notizie Avventiste – La Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno ha aperto la sua prima scuola in Namibia dopo 63 anni, e l’iscrizione è salita da 37 alunni, nella prima settimana di lezioni, a 56.

“La scuola elementare continuerà a fornire più classi secondo l’età dei bambini che la frequentano”, ha comunicato Maranatha Volunteers International.

I volontari di Maranatha, un organizzazione formata da avventisti, hanno costruito la scuola in sette giorni, l’anno scorso, nella proprietà della chiesa cristiana avventista di Katima Mulilo, città di circa 30.000 abitanti e capoluogo della Regione Zambesi del paese africano.

Adventist-Namibia-Maranatha-Jan29-4La scuola sorge in una zona abitata da molti avventisti e dove ci sono poche scuole pubbliche. Circa l’80 per cento dei 18.000 membri di chiesa in Namibia vivono in questa regione dove la carenza di scuole è grave: oltre 12.000 studenti sono stipati in 20 scuole, secondo i media locali.

La prima scuola avventista fu aperta nel 1920 nel territorio dell’attuale Repubblica della Namibia, che allora era una colonia tedesca. Seguirono altre 12 scuole, ma tutte furono chiuse nel 1943, durante la seconda guerra mondiale. Terminato il conflitto, il Sudafrica rivendicò il territorio, e solo nel 1990 la Namibia ha ottenuto l’indipendenza.

La chiesa cristiana avventista di Katima Mulilo aveva iniziato, sei anni fa, a organizzare un asilo nido e una scuola materna nei suoi locali, sperando di arrivare ad avere una scuola elementare completa. Ma la raccolta di fondi è stata una costante sfida e i leader avventisti della Namibia hanno chiesto a Maranatha di dare una mano. Così, il gruppo di volontari ha costruito il nuovo edificio nel marzo 2015.

Durante la cerimonia di inaugurazione, il governo della Namibia aveva espresso grande apprezzamento per l’apertura di questa nuova struttura e aveva incoraggiato la chiesa a continuare in questa direzione. Ora, i dirigenti avventisti sperano di aprire altre scuole nel paese.

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Direttore di ADRA in pensione, ricostruisce una scuola in Albania

Adventist-Albania-school-ADRA-Jan14-1John Arthur non ha permesso che una polmonite doppia e un grave ictus gli impedissero di realizzare il sogno della sua vita.

Victor Hulbert/tedNews/Notizie Avventiste – Venticinque anni dopo la sua prima visita in Albania, John Arthur è ora sulla sedia a rotelle, felice di vedere avverato il sogno di una vita. È anche un po’ sorpreso, e forse imbarazzato, che una scuola costruita da poco, in un villaggio tra le montagne albanesi, porti il suo nome: scuola “John Arthur”.

Adventist-Albania-school-ADRA-Jan14-3Arthur aveva scoperto la scuola fatiscente di Vrap, piccolo villaggio a 40 chilometri a sud di Tirana, nel 2010, circa 15 anni dopo aver iniziato a visitare il paese come direttore dell’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (ADRA) della Gran Bretagna, prima, e della Regione Trans-Europea (TED), poi, che coordina il lavoro delle chiese avventiste in 22 paesi, tra cui l’Albania.

Già in pensione quando aveva trovato la scuola, Arthur era rimasto sorpreso nel vedere che gli studenti potevano entrare nell’edificio solo attraverso un buco nel muro. “Era come vedere una scena del Medio Evo, del tutto inaccettabile per qualsiasi paese europeo nel XXI secolo”, ha raccontato Arthur.

John-Arthur-Bill-HamiltonHa quindi deciso di chiedere aiuto ad ADRA per raccogliere fondi in Gran Bretagna e realizzare la necessaria ristrutturazione dell’edificio. Ma le sue speranze non si sono concretizzate nel modo più semplice, come era avvenuto con altri progetti di ADRA. Tornato a casa, Arthur ha sviluppato la setticemia e una polmonite doppia. Ciò ha portato un grave ictus e quindi a un lungo e lento percorso verso il parziale recupero.

Arthur, però, non è un uomo che rinuncia facilmente. Pur essendo limitato su una sedia a rotelle e in grado di scrivere solo con un dito, è andato avanti con la raccolta di fondi per il suo progetto.

I fondi sono stati finalmente trovati grazie al grande sostegno della famiglia e all’incoraggiamento di un ex reporter della BBC, Bill Hamilton. I due si erano conosciuti proprio in Albania e il desiderio di entrambi di migliorare la vita in questo paese così povero, ha fatto sì che le loro abilità di giornalismo e raccolta fondi, combinate insieme, portassero al successo vari progetti di ADRA nel corso degli anni.

Adventist-Albania-school-ADRA-Jan14-2Alla fine di dicembre, Hamilton ha consegnato attrezzature e divise scolastiche alla scuola completamente rinnovata. Migliaia di vite albanesi sono state cambiate grazie all’opera umanitaria di ADRA, compresa quella di Hashmet Biba, che ha curato la ristrutturazione della scuola di Vrap.

ADRA svolge numerosi progetti in Albania. L’organizzazione gestisce un programma completo di salute dalla sua sede locale di Tirana. Lavora anche con le famiglie rom, educa le persone sulla tratta di esseri umani e collabora Adventist-Albania-school-ADRA-Jan14-4con le autorità scolastiche nazionali nel ridurre la violenza e il bullismo nelle scuole. Durante le vacanze di Natale, gli operatori di ADRA hanno distribuito pacchi dono ai bambini rom e ad altri nel bisogno, in collaborazione con gli uffici di ADRA Austria, Germania e Paesi Bassi.

ADRA Albania opera nel paese solo da 25 anni, ma il suo lavoro continua a cambiare la vita e porta speranza, grazie all’impegno di persone come Arthur. Basta chiederlo ai bambini della scuola “John Arthur”.

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Giamaica. Leader della Chiesa chiede ai candidati politici di agire con saggezza

Adventist-Jamaica-Everett-Brown-Jan13Everett Brown avverte che gli attacchi personali potrebbero condurre alla violenza elettorale.

Nigel Coke/Notizie Avventiste – Il presidente della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno in Giamaica ha chiesto ai candidati politici di scegliere con cura le parole durante le prossime elezioni nazionali.
La denominazione è una delle maggiori nella nazione caraibica, e i suoi leader si sono uniti ai rappresentanti delle altre fedi nell’appello alla calma dopo che le campagne elettorali precedenti sono diventate violente. Negli ultimi anni, la violenza è diminuita nel periodo elettorale, ma la verbosità della campagna dei candidati avversari è aumentata.

“L’amministrazione dell’Unione avventista chiede a tutti i leader politici di evitare gli attacchi personali”, ha affermato Everett Brown, da poco rieletto alla carica di presidente dell’Unione avventista giamaicana. Ha anche avvertito che gli attacchi personali alimentano “le tensioni tra gli avversari” e possono sfociare in violenza fisica e omicida.
Adventist-Jamaica-Jan13“Invitiamo a essere equilibrati”, ha affermato Brown durante la cerimonia per i dirigenti neoeletti dell’Unione avventista nel paese, tenutasi a Mandeville. Presente in assemblea anche il ministro della sicurezza nazionale della Giamaica, Peter Bunting, e il parlamentare Audley Shaw.

Dopo aver riaffermato l’impegno per Dio, la predicazione del Vangelo e la buona testimonianza nella nazione, Brown ha ricordato la posizione ufficiale della Chiesa cristiana avventista mondiale che non sostiene nessun partito, candidato o attività politica.
“Ogni avventista ha diritto, in quanto cittadino, di votare per i candidati da loro scelti, ma la Chiesa non approva o disapprova, pubblicamente o privatamente, nessun partito politico, e non sostiene nessuna attività politica di partito”, ha affermato.

Con 300.000 avventisti su una popolazione di 2,8 milioni di abitanti, la denominazione è la più numerosa in Giamaica, secondo l’ultimo censimento nazionale.
La data delle elezioni generali deve ancora essere fissata, ma la campagna elettorale è già iniziata e durerà fino ad aprile 2017.

Nel suo discorso del 3 gennaio, Brown ha spiegato che la Chiesa ha un compito spirituale verso i fedeli, ma non può ignorare le questioni sociali presenti nel paese. “Il tasso di omicidi qui è allarmante e riguarda tutti noi”, ha spiegato aggiungendo inoltre che nel paese ci sono troppi bambini che subiscono abusi, crescono in case e comunità disfunzionali, non frequentano la scuola e succede che scompaiono. “La Chiesa può fare molto per migliorare la situazione, rendendo l’istruzione superiore più accessibile al nostro popolo”.

 

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Incendio in Australia. Il fuoco raggiunge e devasta un campeggio della Chiesa

Adventist-australia-fire-6Due delle 128 case distrutte a Yarloop sono di famiglie avventiste.

Linden Chuang/AR/Notizie Avventiste – Un campeggio di proprietà della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno è stato devastato dal grave incendio boschivo scoppiato a sud di Perth, in Australia, e che ha ucciso due persone.

Adventist-australia-fire-2Camp Logue Brook ha perso tutte le strutture tranne un bungalow e altri due edifici quando il fuoco, impossibile da domare, ha raggiunto il campeggio, la notte di giovedì scorso. Le fiamme hanno anche sciolto un tubo dell’acqua, provocando una perdita. Venerdì il segretario della Federazione avventista dell’Australia occidentale, Sid Griffith, ha sorvolato la zona in aereo e ha confermato la gravità dei danni.

Adventist-australia-fire-1“È certamente un giorno triste, ma si tratta solo di edifici”, ha scritto il presidente della Federazione avventista, Terry Johnson, su Facebook, “Tutti i ricordi rimangono. Gli edifici si possono ricostruire”.

Adventist-australia-fire-3Il bungalow 7 è stato risparmiato dalle fiamme, come anche la casa dei gestori del campeggio e un capannone per la manutenzione.

Johnson ha espresso cordoglio alle famiglie dei due uomini, di 77 e 73 anni, morti quando le fiamme fuori controllo hanno devastato la vicina città di Yarloop, a due ore di macchina a sud di Perth.

La storica cittadina di 600 abitanti sembra una zona di guerra, con 128 case distrutte nell’incendio. Anche due famiglie avventiste sono tra coloro che hanno perso la casa.

Adventist-australia-fire-4L’Agenzia avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (ADRA) è intervenuta nell’emergenza della città Australind e lavora con altre organizzazioni di soccorso per trovare una sistemazione a quanti sono rimasti senza abitazione.

L’incendio boschivo divampato nella contea di Waroona, sembra sia stato scatenato da un fulmine lo scorso mercoledì mattina; impossibile da addomesticare a causa dei forti venti che alimentavano le fiamme, ha in poco tempo bruciato oltre 73.500 ettari di terreno, distruggendo infrastrutture ed edifici.

Migliaia di persone nella regione South Perth sono senza energia e diverse strade principali rimangono chiuse.

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Londra. Festività natalizie al caldo per i senza fissa dimora

02_Advent_shelterPer undici giorni il Centro avventista ha ospitato 150 persone durante il programma annuale “Un rifugio a Natale”.

Sam Davies/BucNews/Notizie Avventiste – Il Centro avventista ha accolto 150 senza tetto, provenienti da tutta Londra, durante il programma annuale “Un rifugio a Natale”, organizzato dal dipartimento dei Servizi per la collettività della Federazione avventista dell’Inghilterra meridionale.

Il direttore del dipartimento, Malika Bediako, ha affermato che quest’anno ai senzatetto non è stato offerto solo un riparo dal freddo invernale di dicembre, ma anche molta cura e la mensa. È stato fornito un servizio di taglio dei capelli per coloro che volevano essere più presentabili in vista di un colloquio di lavoro, assistenza a chi aveva bisogno di aiuto per la compilazione dei moduli per le domande di lavoro, consigli per la stesura del curriculum. Sono stati offerti vestiti dignitosi e colloqui motivazionali, molto apprezzati dagli ospiti.

I visitatori del Centro avventista provenivano da diversi paesi e background culturali: Inghilterra, Romania, Russia, Africa, Caraibi e altri luoghi. M. Bediako ha fatto notare che non erano solo gli ospiti a venire da diversi background, “anche i volontari che ci hanno aiutato nel portare avanti il programma di accoglienza erano variegati q03_Advent_shelteruanto le persone arrivate per trovarvi rifugio”.

“Ogni anno”, ha aggiunto M. Bediako, cerchiamo di fare qualcosa di nuovo, così, oltre a ricevere i doni dalle nostre chiese, siamo andati nel supermercato della zona, non una ma ben tre volte. Il personale del negozio ci ha sostenuto con generosità e abbiamo ricevuto ortaggi, latte, pane, prodotti in scatola e molto altro ancora”.

Tra i volontari c’erano anche gli scout della chiesa cristiana avventista West Green Road: bambini, ragazzi e adulti. Sono arrivati il 23 dicembre e subito si sono messi al lavoro di buona lena, preparando i letti e i kit per l’igiene personale con sapone, spazzolino, dentifricio, asciugamani e deodorante.

Alcuni ospiti hanno anche potuto partecipare a una funzione religiosa nel Centro e quando è stato loro chiesto se avrebbero avuto piacere a ripetere l’esperienza ancora una volta, la maggior parte ha risposto affermativamente.

04_Advent_shelterDomenica 3 gennaio, la squadra di volontari ha salutato gli ospiti, dando loro appuntamento al prossimo Natale.

“Rivedremo alcuni di loro alla fine di questo anno”, ha affermato M. Bediako, “Durante il 2016, però, ci piacerebbe iniziare una collaborazione con alcune delle associazioni benefiche e di altre chiese che si occupano dei senza tetto. Vorrei anche incoraggiarvi a diventare parte del volontariato e vedrete che farà la differenza nella vostra vita e in quella degli altri”.

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Kazakistan. Avventista condannato a due anni di lavori forzati a causa della sua fede

KazakistanI dirigenti della Chiesa chiedono al paese di rispettare l’impegno di garantire la libertà religiosa a tutti i cittadini.

ANN/Notizie Avventiste – Yklas Kabduakasov, avventista del settimo giorno, è stato recentemente condannato a scontare due anni in un campo di lavoro per “incitamento all’odio religioso”. Kabduakasov è stato accusato di aver fatto commenti provocatori durante le lezioni con gli studenti dell’università della capitale. Accusa che Kabduakasov ha sempre respinto.

Il 22 dicembre, il giudice ha deciso di riaprire il caso e riesaminare le prove audio e video per chiedere una pena più severa. All’inizio del 2015, Kabduakasov era stato condannato a sette anni di libertà vigilata, ma la corte d’appello ha rivisto la sentenza e condannato l’uomo a una pena detentiva.

Ganoune Diop, direttore del dipartimento Affari pubblici e Libertà religiosa (PARL) della Chiesa cristiana avventista mondiale, ha espresso preoccupazione per l’accusa e la condanna, notando che “gli avventisti subiscono restrizioni alla libertà religiosa che è il diritto di professare, praticare e diffondere la propria fede senza impedimenti”.

Diop ha poi aggiunto di aver “chiesto alle autorità del Kazakistan di mantenere gli impegni presi nei trattati internazionali, le alleanze e le convenzioni e di conseguenza garantire a tutti i cittadini la libertà di religione o di credo”.

Dwayne Leslie, direttore associato del dipartimento PARL della Chiesa mondiale, ha aggiunto: “Assistiamo a crescenti livelli di restrizioni contro le minoranze religiose in molti paesi del mondo e siamo preoccupati quando le persone di fede non possono seguire la propria coscienza come meglio credono”.

L’avvocato di Kabduakasov non è d’accordo con la decisione della corte, ritiene il verdetto “troppo severo” e presenterà ricorso. Intanto la Chiesa della Regione Euro-Asia ha chiesto di pregare per Kabduakasov e la sua famiglia.

(Foto: iStock)

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Chiesa norvegese distribuisce Bibbie ai rifugiati siriani

Norvegia_bibbie_rifugiatiGrazie alla Società Biblica che ha generosamente donato i testi in arabo e persiano.

Tor Tjerandsen/ANN/Notizie Avventiste – Natale è arrivato in anticipo per un gruppo di rifugiati siriani che hanno ricevuto Bibbie in lingua araba e persiana, sabato 19 dicembre, nella chiesa cristiana avventista del settimo giorno di Vadso, in Norvegia.

Lo scorso anno, un gran numero di rifugiati è arrivato nel paese scandinavo attraversando il confine con la Russia, che si trova vicino a Vadso, nella parte settentrionale della Norvegia. Elias Samer Nema, un profugo ospite del centro di accoglienza della città, ha chiesto a una volontaria se conoscesse una chiesa con un ambiente semplice e un servizio di culto non elaborato. “Certo che la conosco”, gli ha risposto la donna, avventista, in arabo fluente. Il sabato successivo, Elias era nella chiesa avventista locale e da allora la frequenta regolarmente.

Una delle poche cose che Elias è riuscito a portare con sé dalla Siria è la sua Bibbia. L’ha usata per raccontare di Gesù agli altri rifugiati e ha cercato di far loro avere una Bibbia. Hilde Huru, anziano della chiesa cristiana avventista di Vadso, ha parlato della cosa con la Società Biblica norvegese che ha donato diverse Bibbie in arabo e persiano per essere distribuite.

“Abbiano notato profonda gratitudine negli occhi delle persone che hanno ricevuto le Bibbie. È stato un gesto molto importante per loro”, ha affermato H. Huru.

Uno dei profughi apparteneva a una chiesa clandestina in Iran e non aveva mai posseduto una Bibbia per paura che si scoprisse la sua fede cristiana e la sua vita fosse in pericolo. È stato molto emozionato quando ha finalmente ricevuto una Bibbia che poteva definire sua.

Per sopperire alle difficoltà di comunicazione, dato che i rifugiati parlano poco l’inglese, gli avventisti locali utilizzano il traduttore di Google sugli smartphone e così interagiscono con i migranti e in qualche modo arrivano a capirsi.

Il sabato mattina, durante la condivisione della Parola in gruppi (denominata Scuola del Sabato), nella chiesa cristiana avventista di Vadso c’è un gruppo veramente multilingue. Huru prepara le copie dei temi di condivisione e discussione in arabo e persiano per i rifugiati, in modo che possano studiarli insieme. Anche se le persone del posto e i migranti faticano a capirsi, comprendono però la Parola di Dio che leggono in arabo, persiano e norvegese.

“Non ho mai incontrato nessuno in Medio Oriente con un tale amore per Dio”, ha affermato uno dei profughi. E H. Huru spera che questa impressione non svanisca.

(Foto: Hilde Huru/ADAMS)

 

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ADRA Slovenia ha aiutato 30.000 migranti in due settimane

ADRA_Slovenia_distribution_of_foodwaterI politici discutono, l’inverno è arrivato e alcune frontiere si chiudono, ma ci sono persone che non possono restare a guardare.

Victor Hulbert/tedNEWS/Notizie Avventiste – I telegiornali sono pieni di storie dei rifugiati e ogni giorno i volontari di ADRA Slovenia (Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso) ne hanno sentite tante, strazianti.
Mentre distribuiscono cibo, acqua, prodotti per l’igiene e vestiti caldi presso la stazione ferroviaria, incontrano un siriano di 28 28-year-old-kurdanni. Racconta che sette membri della sua famiglia sono stati decapitati perché curdi e un suo parente ha dovuto assistere all’uccisione delle figlie. Non sorprende che i restanti 13 membri della sua famiglia siano fuggiti. “Tutto ciò che vogliamo è una vita normale”, dice.

Queste storie motivano i volontari. Un pensionato avventista presta servizio fin da quando la crisi dei rifugiati è iniziata. “Sono in pensione quindi ho più tempo”, afferma l’uomo, “Oltre a questo, mi piace lavorare con le persone e i volontari qui sono fantastici”.

Lavora tre volte Volunteersalla settimana per 12 ore. “Facciamo dei turni, il che significa che siamo impegnati una settimana di giorno e una settimana di notte”, spiega e aggiunge che ogni giorno è diverso e ci sono anche delle cose belle, ma “alcuni giorni sono solo scioccanti. E quei colpi rimangono in noi per un po’”.

Un ragazzo parla della sua famiglia siriana andata in l’Egitto due anni fa. Il padre, ingegnere civile, non riusciva a trovare lavoro. In preda alla disperazione, hanno deciso di andare in Europa. Almeno ora sono insieme come famiglia Family-syrians-via-Egypte hanno la speranza di costruire una nuova vita in Germania. Poi il giovane si rivolge alla ragazza accanto a lui e spiega: “Questo è il mio amore. Siamo felici insieme da due anni. Stiamo aspettando che la nostra famiglia sia in un posto sicuro e poi ci sposeremo”.

Sono 280.940 i rifugiati entrati Slovenia quest’anno. E altri continuano ad arrivare nonostante l’inverno. Circa la metà di essi passa da Brežice – Dobova, l’area in cui ADRA Slovenia concentra gli aiuti. Qui si raccolgono e smistano donazioni in merci; i prodotti per l’igiene e per l’infanzia sono i più richiesti. ADRA Slovenia ha una responsabilità primaria nel prendersi cura dei rifugiati presso la stazione ferroviaria di Dobova, dove la maggior parte dei rifugiati entrano nel paese e sono registrati.

Volontari e coordinatori continuano ancora a distribuire generi di prima necessità a circa 3.000 rifugiati durante ogni turno, anche se il numero dei migranti si sta riducendo a causa del freddo. Nelle ultime due settimane di novembre ADRA si è occupata di 30.464 rifugiati, fornendo aiuti umanitari di base; mentre nei  mesi di ottobre e novembre sono stati 110.000 in totale i migranti aiutati.

Afgan-got-a-real-boatOgnuno di questi numeri è una storia. Una storia di paura, disperazione e ora di speranza, pur se con un futuro ancora incerto. Un giovane racconta di aver viaggiato in auto, in pullman, in barca e in treno per arrivare dall’Afghanistan. “Voglio andare in Germania”, dice, “ Siamo stati fortunati a fare la traversata su una barca vera e propria. Era affollata (65 persone), ma il mare era calmo e così siamo arrivati senza problemi. Lungo la strada qualcuno diceva che non avremmo potuto rimanere in Germania e che saremmo stati costretti a tornare in Afghanistan. Ma pur se c’è una minima possibilità di vita migliore, siamo disposti a correre il rischio”.

Come altri coordinamenti dell’agenzia umanitaria avventista in tutta Europa, ADRA Slovenia fornisce anche supporto a Grecia e Serbia. È solo uno dei tanti uffici del network di ADRA e di altri gruppi umanitari che offrono aiuto a Lesbo, in Grecia; a Dunkerque e Calais, in Francia; e negli altri paesi.

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Accademia avventista in Egitto offre un esempio di rispetto per l’ambiente

csm_Adventist-Egypt-garbage-Dec11-2_8d2a1abc27Studenti e docenti della scuola hanno realizzato un’iniziativa di smaltimento dei rifiuti apprezzata dalla collettività

ANN/ Notizie Avventiste – In alcune zone del Cairo, dove si trova la scuola avventista Nile Union Academy, non è raro vedere mucchi di spazzatura ai lati delle strade, che superano anche i due metri di altezza. Questi rifiuti urbani bruciano per tutto il giorno ed emettono fumi tossici pericolosi per la salute fisica e mentale degli abitanti.

Negli ultimi tre mesi, gli studenti e i docenti della scuola avventista hanno attuato un ambizioso piano per lo smaltimento e il riciclo dei rifiuti, e per l’educazione ambientale nella comunità. I risultati hanno attirato l’attenzione dei residenti, dei funzionari governativi e delle scuole egiziane.

Ronylson Freitas avventista brasiliano ed esperto di gestione ambientale, è stato chiamato dal dirigenti della chiesa locale per affrontare il problema dei rifiuti.
“Oggi, il problema numero uno della salute pubblica in Egitto è igienico-sanitario. Lo smaltimento responsabile dei rifiuti può sicuramente migliorare la vita quotidiana delle persone”, ha affermato Freitas.

Per prima cosa bisognava ripulire una zona di 80 metri lungo la parete nord della scuola, dove i mucchi di spazzatura avevano raggiunto i due metri e mezzo di altezza ed emanavano continue esalazioni tossiche. Il team dell’accademia ha impiegato dieci giorni per togliere ed eliminare 240 tonnellate di spazzatura. Su richiesta della scuola avventista, i camion municipali sono andati regolarmente a portare via l’immondizia.

L’iniziativa di pulizia ha anche aiutato gli abitanti della zona a fare scelte migliori per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti. Molte persone che vivono nel quartiere intorno alla scuola hanno smesso di gettare la spazzatura per strada e ora aspettano che arrivino i camion della nettezza urbana. La Nile Union Academy è ormai considerata un modello per i nuovi programmi di rimozione dei rifiuti nella capitale egiziana.

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È stato ritrovato il corpo del medico avventista scomparso in Ucraina due anni fa

Adventist-Jay-Sloop-Dec11I resti del dott. Jay Sloop si trovavano nelle vicinanze del parco dove era stato visto per l’ultima volta.

ANN/Notizie Avventiste – È stato rinvenuto nel pozzo di aerazione di un edificio abbandonato a Kiev, il corpo del dott. Jay Sloop, il medico americano scomparso il 14 maggio del 2013. Il dottore si trovava nella capitale ucraina da alcune settimane per aiutare la chiesa cristiana avventista locale ad aprire un centro sanitario e sullo stile di vita.

L’edificio era già abbandonato all’epoca della scomparsa di Sloop. I recenti lavori di ristrutturazione hanno permesso la scoperta dei suoi resti quando gli operai hanno rimosso un muro adiacente il pozzo di aerazione nel seminterrato dello stabile.

Adventist-Jay-Sloop-Dec11-2Il corpo del dott. Sloop, 77 anni, è stato identificato dai vestiti che indossava il giorno della scomparsa e dal portafoglio, ma è in corso anche l’esame del DNA.

Paul Hoover, presidente della Federazione Upper Columbia della chiesa Cristiana avventista, dove Jay è stato direttore del dipartimento Salute, ha espresso cordoglio alla famiglia Sloop. “Jay era una luce e un incoraggiamento per tanti a Yakima e in tutto il mondo dove ha messo al servizio degli altri la sua preparazione professionale e la sua fede. Preghiamo per tutta la famiglia di Jay in questo momento difficile”, ha affermato Hoover.

La polizia ucraina sta ancora conducendo un’indagine forense per capire le cause e ricostruire le circostanze della morte.

La mattina della scomparsa, Jay Sloop era uscito, come al solito, per iniziare la giornata con una passeggiata. L’ultima sua traccia erano le immagini di una telecamera che lo ritraevano mentre entrava nel parco da cui non era più uscito. L’allarme era stato dato quando al centro non lo avevano visto rientrare per la colazione. Alle ricerche, durate diverso tempo, hanno partecipato centinaia di persone, tra cui anche il personale dell’ambasciata degli Stati Uniti. Erano stati impiegati cani specializzati provenienti dall’Ucraina e dalla Germania e i media avevano fatto un blitz in tutta la città, ma non era stato trovata nessuna traccia che portasse le indagini verso l’edificio abbandonato.

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Una nuova scoperta archeologica porta il nome del re Ezechia

Hezekiah-seal-2Due i motivi per cui l’impronta del sigillo reale ritrovato è importante.

ARnews/Notizie Avventiste – L’Università ebraica di Gerusalemme ha annunciato una scoperta significativa: la prima impronta di sigillo mai trovata dagli archeologi a Gerusalemme su cui è inciso il nome di un re giudeo.

L’incisione dice: “Appartiene a Ezechia, [figlio di] Acaz, re di Giuda”.

La Bibbia parla di Ezechia, che regnò dal 715 al 686 a.C., nei libri 2 Re, Isaia e 2 Cronache, per le sue grandi riforme prima della campagna assira di Sennacherib. Un testo dice: “fra tutti i re di Giuda che vennero dopo di lui o che lo precedettero, non ve ne fu nessuno simile a lui” (2 Re 18:5).

L’impronta del sigillo era stato trovato nel 2009, durante gli scavi all’Ophel, diretti dalla prof.sa Eilat Mazar dell’Istituto di Archeologia presso l’Università ebraica di Gerusalemme, vicino al palazzo reale, ma è stata identificata quest’anno, mentre veniva preparata la relazione finale degli scavi.

La bulla è molto piccola, misura 9,7 per 8,6 millimetri. Il sigillo veniva apposto su un documento scritto su papiro o pergamena. Su una stringa, legata intorno al documento, veniva messo un pezzo di fango bagnato che poi il re colpiva con il suo sigillo personale. Diverse centinaia di queste bullae sono state trovate a Gerusalemme, durante gli scavi all’Ophel, grazie alla procedura di vagliatura a umido, che consiste nello spruzzare acqua in un contenitore con i sedimenti scavati.

La bulla di Ezechia è importante per due motivi.
Il significato delle immagini. Ci sono tre immagini al centro del sigillo. Un disco solare con sei raggi e con ali rivolte verso il basso, affiancato su entrambi i lati dall’ankh, il simbolo della vita eterna. Perché Ezechia li avrebbe posti sul suo sigillo quando la Bibbia dice che il re tolse da Gerusalemme le pratiche di culti sincretistici? Invece, il sigillo del suo malvagio padre, Achaz, non ha simboli, ma solo scritte in ebraico.

Ci sono due possibili spiegazioni. Ezechia può aver impiegato simboli egiziani perché era politicamente alleato con l’Egitto. Oppure, Ezechia utilizzava immagini che anche la Bibbia attribuiva al Signore. Il Salmista dice: “Dio, il Signore, è sole e scudo” (Sal 84:11). E il profeta scrive: “Ma per voi che avete timore del mio nome spunterà il sole della giustizia, la guarigione sarà nelle sue ali” (Mal 4:2). In questo caso, l’uso di queste immagini da parte di Ezechia non indica necessariamente concetti egiziani, ma ebraici.

Altre otto bullae che portano il nome di Ezechia sono conosciute nel mercato antiquario. Sei di queste recano inciso uno scarabeo alato, simbolo del potere regale. Secondo una ricerca condotta da Robert Deutsch e pubblicata nel numero di Biblical Archaeology Review, luglio-agosto 2002, ce ne sono due che sono identiche all’impronta di sigillo identificata quest’anno. Quindi le immagini su tre impronte sono state impresse con lo stesso sigillo e sembrano suggerire dei cambiamenti avvenuti nel sigillo di Ezechia forse dopo la sua guarigione da una malattia mortale descritta in 2 Re 20:1-8, anche se la datazione non è certa a causa del contesto stratigrafico misto del ritrovamento.

È stato trovato a Gerusalemme. Questa è la prima impronta di sigillo di un re giudaico rinvenuto in scavi legali a Gerusalemme. Tutte le altre impronte di sigilli trovate prima sono avvolte nell’incertezza, perché la loro origine precisa è sconosciuta. Ora, invece, è chiaro che le due impronte identiche già conosciute sono autentiche e provengono dallo stesso sigillo.

Attraverso l’archeologia possiamo andare indietro nel tempo e virtualmente stringere la mano al re Ezechia, perché è molto probabile che è dal sigillo sulla sua mano che sono state fatte queste impronte.

(© Eilat Mazar Foto: Ouria Tadmor)

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