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Le palme

Le palme

Michele Abiusi – L’albero della palma ha un tronco lungo e snello, con le foglie soltanto in cima. Ha radici profonde e va a cercare l’acqua negli ambienti delle oasi. Difatti, nella Bibbia, la palma è associata all’oasi, luogo di fertilità nel mezzo del deserto. Questa pianta forniva cibo grazie ai suoi frutti nutrienti, i datteri, il cui succo veniva usato come dolcificante.

La palma era simbolo di fertilità e di benedizione. “Il giusto fiorirà come la palma, crescerà come il cedro sul Libano. Quelli che son piantati nella casa dell’Signore fioriranno nei cortili del nostro Dio. Porteranno ancora frutto nella

La confessione dei peccati (parte 1)

La confessione dei peccati (parte 1)

Michele Abiusi – Il bisogno di confessare i peccati risponde a uno stato psicologico che cerca, nell’ascolto dell’altro, un modo per espiare le proprie colpe. È la voce della coscienza che spinge a rimediare ai propri errori. Dopo la confessione ci si sente meglio e, in teoria, si è pronti a iniziare una nuova vita.

Il credente sente tuttavia la necessità di conoscere l’opinione della Bibbia circa questa pratica, tenendo conto che per mantenerci spiritualmente forti abbiamo bisogno di essere perdonati quando sbagliamo. Ma cosa dice la Bibbia sulla confessione? Chi deve accordare il perdono dei peccati?

La Bibbia e la confessione 
Nelle

Il matrimonio

Il matrimonio

Prosegue il viaggio nei sacramenti.

Michele Abiusi – Il sabato e il matrimonio sono i due primi doni di Dio alla famiglia umana, secondo il racconto della Genesi. Il matrimonio, quindi, è più un’istituzione religiosa che civile (comunque importante per gli impegni civili che si assumono) e richiede la benedizione divina; particolarmente nel nostro tempo, in cui l’istituzione familiare è fortemente in crisi!

Il racconto della Genesi, il primo libro della Sacra Scrittura, lungi dall’essere una leggenda, contiene degli insegnamenti validi per ogni epoca, che elenchiamo qui di seguito:  
– Dio crea la coppia. “Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a

La cresima

La cresima

Michele Abiusi – Continuiamo a parlare dei sacramenti. La cresima, o rito della confermazione, indica nella teologia cattolica il ricevimento dello Spirito Santo e dei suoi doni, ed è legata ai riti di iniziazione cristiana che sono incentrati nel battesimo. Tale teologia si basa su alcuni testi biblici che ora esaminiamo.

“Allora gli apostoli, che erano a Gerusalemme, saputo che la Samaria aveva accolto la Parola di Dio, mandarono da loro Pietro e Giovanni. Essi andarono e pregarono per loro affinché ricevessero lo Spirito Santo; infatti non era ancora disceso su alcuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome

L’unzione degli infermi

L’unzione degli infermi

Michele Abiusi – “C'è qualcuno che è malato? Chiami gli anziani della chiesa ed essi preghino per lui, ungendolo d'olio nel nome del Signore: la preghiera della fede salverà il malato e il Signore lo ristabilirà; se egli ha commesso dei peccati, gli saranno perdonati” (Giacomo 5:14, 15).

Su questo testo biblico si basa il “sacramento” cattolico dell’estrema unzione, secondo il quale un infermo di cui si teme la morte, riceve l’unzione con l’olio di oliva benedetto dal vescovo. Ministro di questo sacramento è il sacerdote.

E la Chiesa avventista cosa insegna in materia? Per i cattolici, lo ripetiamo, l’estrema unzione è

L’imposizione delle mani

L’imposizione delle mani

Michele Abiusi – Dio rivolge, in Cristo, una chiamata a tutti i credenti e assicura: “Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra” (Atti 8:18).

Fra i “tutti”, Dio ne chiama alcuni a svolgere un particolare ministero. Ecco qualche testo del Nuovo testamento.

“Ma Dio che m'aveva prescelto fin dal seno di mia madre e mi ha chiamato mediante la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché io lo annunciassi fra gli stranieri” (Galati 1:15,16).

“È lui che

La santa Cena

La santa Cena

Michele Abiusi – Il tema della riflessione odierna è l’ultima Pasqua di nostro Signore Gesù Cristo. Erano i giorni finali della sua vita e il Maestro chiese ai discepoli di preparare la cena pasquale. Ma mentre mangiavano, Gesù compì dei gesti che avrebbero accompagnato la chiesa per duemila anni e sostituito il rituale della Pasqua ebraica: Gesù istituì quella che i primi cristiani chiamavano la “Cena del Signore” (1 Corinzi 11:20) e che oggi è conosciuta con il nome di “santa Cena”, “comunione” o “eucarestia”.

Il testo del Vangelo così si esprime: “Mentre mangiavano, Gesù prese del pane e, dopo aver

Paure e ansie

Paure e ansie

Michele Abiusi – Avete delle paure? Siete a volte ansiosi? In questo caso il tema che trattiamo è proprio per voi. Durante la sua più famosa predicazione, conosciuta come il sermone sul monte, Gesù parlò delle preoccupazioni esistenti già duemila anni fa e che non sono poi così diverse dalle nostre, oggi.

“Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano,

Non concupire. Il decimo comandamento

Non concupire. Il decimo comandamento

Michele Abiusi – L’ultimo comandamento della Torah completa e riassume il pensiero della seconda tavola della legge: “Non concupire la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo” (Esodo 20:17).

Dio parla ancora di rispetto del prossimo, della sua famiglia e delle sue proprietà, ma questa volta si situa a livello dei pensieri, dei desideri, prima ancora dell’azione. È un precetto preventivo, cioè vuol prevenire il male, il furto, l’adulterio, l’omicidio, la maldicenza o la falsa

Non attestare il falso. Il nono comandamento

Non attestare il falso. Il nono comandamento

Michele Abiusi – Il penultimo comandamento dice: “Non attestare il falso contro il tuo prossimo” (Esodo 20:16). Nella comprensione comune proibisce la bugia, la menzogna. Chi non ricorda i propri genitori con il dito puntato in occasione di una bugia infantile? A volte, da piccoli, i miei figli raccontavano sogni ed eventi incredibili. Mia moglie ed io li ascoltavamo con attenzione pur sapendo che quei racconti erano frutto della loro immaginazione. Avevano bisogno della nostra partecipazione e guai disprezzare o riprendere il bambino in un momento simile… Uccideremmo, sul nascere, la sua immaginazione, la sua libertà di viaggiare con il

Non rubare. L’ottavo comandamento

Non rubare. L’ottavo comandamento

Michele Abiusi – L’ottavo comandamento, come i due precedenti, è formato da una sola parola, un imperativo: “Non rubare” (Esodo 20:15). Dopo aver messo in guardia contro l’adulterio, che potrebbe essere considerato come il rubare la donna di un altro, il decalogo continua nell’affermare rispetto per ciò che non ci appartiene e lo fa dicendo semplicemente e categoricamente “non rubare”. Nei primi sette comandamenti viene disciplinato il rispetto per Dio, per la famiglia e per chiunque. L’ottava “parola” protegge la proprietà individuale o familiare.

È interessante notare che alcune leggi scritte da Mosè prevedevano per l’anno del giubileo, che ricorreva ogni 50

Non commettere adulterio. Il settimo comandamento

Non commettere adulterio. Il settimo comandamento

Michele Abiusi – Il settimo comandamento è, come il precedente, formato da una sola parola, un verbo, un imperativo alla forma negativa: “Non commettere adulterio” (Esodo 20:14). Dopo aver creato Adamo e Eva, Dio li unì formando la prima famiglia. “Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. Dio li benedisse; e Dio disse loro: ‘Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra’” (Genesi 1:27,28). “Perciò l'uomo lascerà suo padre e

Non uccidere. Il sesto comandamento

Non uccidere. Il sesto comandamento

Michele Abiusi – Il sesto comandamento è diretto e non lascia dubbi: “Non uccidere” (Esodo 20:13). Siamo nel cuore della seconda tavola della legge nella quale Dio stabilisce i princìpi della vita sociale. Nelle prime quattro parole della legge, Dio ci ricorda che la nostra esistenza dipende da lui, Creatore di ogni cosa. Nella quinta parola, il Signore ci ricorda nostra madre e nostro padre. È a loro che dobbiamo la nostra nascita e quindi la vita. Come potremmo non rispettare e non amare coloro che ci hanno messo al mondo e per i quali siamo stati in assoluto la

Onora tuo padre e tua madre. Il quinto comandamento

Onora tuo padre e tua madre. Il quinto comandamento

Michele Abiusi – Abbiamo visto che i primi quattro comandamenti vogliono aiutarci nella nostra relazione con Dio: siamo figli di un Padre Creatore che ci ha dato la vita, ci capisce e ci libera dal peccato. Avendo un Padre buono, siamo stimolati a rispettarlo, amarlo e ubbidirgli. Non potremo sostituirlo con persone e con immagini. Infine, ricordati, dice il Signore, del giorno che ho scelto come memoriale della nostra amicizia: il sabato.

Il quinto comandamento segna il passaggio dai principi che gettano le basi della relazione con Dio alle leggi che regolano i rapporti tra gli esseri umani.

“Onora tuo padre e

Ricordati del sabato. Il quarto comandamento

Ricordati del sabato. Il quarto comandamento

Michele Abiusi – Due istituzioni risalgono alla creazione e sono anteriori all’ingresso del peccato nel mondo: il matrimonio ed il sabato. Soffermiamoci sul sabato che Dio ha inserito nella prima tavola della legge, il quarto comandamento: “Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei

Terzo comandamento. Il nome di Dio invano

Terzo comandamento. Il nome di Dio invano

Michele Abiusi – Il terzo comandamento così come è scritto nel libro dell’Esodo, al capitolo 20, recita: “Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano. (Esodo 20:7). Nel primo precetto Dio si presenta come l’unico esistente: l’unico che salva, che libera; l’unico Dio che l’uomo può adorare. Con il secondo comandamento Dio aiuta l’uomo a combattere l’idolatria, la superstizione e le concezioni magiche che così facilmente allontanano il credente da una relazione profonda e spirituale con il divino, proibendo il culto prestato a qualsiasi immagine e a qualunque persona. Nel

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