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Conoscere la Bibbia

Conoscere la Bibbia

Michele Abiusi – “Appena ho trovato le tue parole, io le ho divorate; le tue parole sono state la mia gioia, la delizia del mio cuore, perché il tuo nome è invocato su di me, Signore, Dio degli eserciti” (Geremia 15:16). Vi è gioia nello studio della Bibbia perché incontriamo il Signore e lo conosciamo sempre meglio. Questa è stata anche la mia esperienza.

Da ragazzino insieme con mia sorella leggevamo tutta la Bibbia in un anno: tre capitoli al giorno e cinque il sabato. Quelle che consideravamo all’epoca “noiose” cronologie, si leggevano di corsa. In seguito, acquistai un quaderno con

La gioia del Padre

La gioia del Padre

Michele Abiusi – Quando la Genesi descrive la creazione dice che, prima di istituire lo Shabbath, Dio considerò l’opera fatta, ed era molto buona. Sicuramente questo gli diede gioia! Ma possiamo dire che Dio prova i nostri stessi sentimenti? Non lo so. Di certo, per aiutarci a comprendere Dio, i profeti hanno usato degli antropomorfismi (letteralmente: forme umane) e fra questi vi è la gioia. Oggi vorrei riflettere su questo sentimento,guardandolo da un’altra angolazione, quella di Dio, nostro Padre.

Chiediamoci: “Come suoi figli abbiamo la possibilità di dare gioia a Dio?”. E posso anche domandarmi: “La mia vita dà gioia a Dio?”.

Vediamo

Allegrezza nello Spirito

Allegrezza nello Spirito

Michele Abiusi – “Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo…” (Galati 5:22).

Viviamo in un’epoca in cui è difficile vedere le persone serene e sorridenti. La gente, già di prima mattina, è rabbuiata! Tutte le mattine, alle 6.30, esco con il mio cane per una passeggiata. incontro quasi sempre le stesse persone e le saluto sorridente, perché le vedo già pensierose.

Nel presentare l’immagine della vite e dei tralci, Gesù afferma: “Vi ho detto queste cose affinché la mia allegrezza dimori in voi” (Giovanni 15:11). Nella preghiera sacerdotale Gesù invoca il Padre e prega

Vado… e tornerò

Vado… e tornerò

Michele Abiusi -Gesù sapeva che si avvicinava il momento della sua morte e quindi della sua partenza da questa terra, dopo la risurrezione. Gli apostoli e la comunità dei primi credenti non avrebbero più avuto il Maestro con loro, almeno fisicamente. Gesù era stato per tutti loro un padre misericordioso, un amico fedele, un saggio incomparabile, un religioso profondo e sincero. Avrebbero perso tutto questo. Gesù doveva prepararli alla separazione, per questo parlò spesso della sua morte e di quel futuro che per i discepoli si presentava incerto.

Non preoccupatevi
Leggiamo le parole del Maestro, riportate dal Vangelo di Giovanni: “Il vostro

Cosa fare per avere la vita eterna?

Cosa fare per avere la vita eterna?

Michele Abiusi – “Cosa devo fare per avere la vita eterna?”. Questa era la preoccupazione di un giovane ricco che un giorno si avvicinò a Gesù. Ecco come ci racconta l’episodio il Vangelo di Matteo.

“Un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: ‘Maestro, che devo fare di buono per avere la vita eterna?’.  Gesù gli rispose: ‘Perché m'interroghi intorno a ciò che è buono? Uno solo è il buono. Ma se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti’. ‘Quali?’ gli chiese. E Gesù rispose: ‘Questi: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso. Onora tuo padre

Quando avverranno queste cose?

Quando avverranno queste cose?

Michele Abiusi – Vorrei condividere con voi uno dei testi più straordinari dei Vangeli, che ci parla del futuro del nostro mondo. Vi invito a immaginare Gesù e i suoi discepoli mentre uscivano dal tempio di Gerusalemme, una delle maggiori meraviglie architettoniche e artistiche di allora. I giudei ne erano più che orgogliosi. Nessuno poteva impunemente parlare contro il Santo Tempio, considerato la dimora di Dio stesso. Ebbene Gesù, mentre tutti erano incantati nell’osservare lo splendore di quella costruzione, ebbe il coraggio di predirne la totale distruzione: “… non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sia diroccata” (Matteo

Ho sete di Cristo?

Ho sete di Cristo?

Michele Abiusi – “Or nell'ultimo giorno, il gran giorno della festa, Gesù, stando in piedi, esclamò: Se qualcuno ha sete, venga a me e beva” (Giovanni 7:37).

La festa alla quale si trovava Gesù in quella circostanza era quella delle Capanne, e lui alzandosi pronunciò la frase sopra riportata, che ora analizziamo nei dettagli.

Se – Non tutti avvertono il bisogno di Dio, il desiderio di trovare risposte, di capire il senso dell'esistenza. Il "se" di Gesù ha quindi un senso in questa prospettiva. Sempre più persone scelgono di vivere assecondando il proprio bisogno di piacere, di danaro, di potere, ecc…

Qualcuno –

Il perdono. Ingrediente essenziale dell’esistenza

Il perdono. Ingrediente essenziale dell’esistenza

Michele Abiusi – Perdonare non è facile. 
Quanto il perdono sia un cammino lungo e difficile lo hanno sperimentato i figli che hanno voluto perdonare i loro genitori per le ingiustizie e le violenze subite. Le mogli e i mariti traditi conoscono la difficoltà del perdono. A volte non basta una vita intera. Eppure, il perdono è un ingrediente essenziale dell’esistenza. Portarsi dentro rancori, odi o sensi di colpa non è piacevole, anzi è dannoso anche alla salute. Ecco perché Gesù ha fatto del perdono uno dei fondamenti del cristianesimo.

Senza perdono non c’è speranza né futuro. Perdonare è offrire un’occasione di cambiamento; è

Pentecoste. Vieni Santo Spirito!

Pentecoste. Vieni Santo Spirito!

Michele Abiusi – “Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra” (Atti 1:8). Questa promessa di Gesù, pronunciata immediatamente prima della sua ascensione, si realizzò alla Pentecoste.

Vorrei riflettere sullo Spirito Santo, consapevole che quando parliamo della divinità, vi sono sempre dei limiti in noi, come la Bibbia stessa afferma: “Le cose occulte appartengono al Signore nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figli per sempre, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa

L’ascensione

L’ascensione

Michele Abiusi – Ascendere significa salire. Nell’Antico Testamento si parla di due ascensioni: quella di Enoc –  “Enoc visse sessantacinque anni e generò Metusela. Enoc, dopo aver generato Metusela, camminò con Dio trecento anni e generò figli e figlie. Tutto il tempo che Enoc visse fu di trecentosessantacinque anni. Enoc camminò con Dio; poi scomparve, perché Dio lo prese” (Genesi 5:21-24); e quella di Elia –  “Essi continuarono a camminare discorrendo insieme, quand'ecco un carro di fuoco e dei cavalli di fuoco che li separarono l'uno dall'altro, ed Elia salì al cielo in un turbine. Eliseo lo vide e si mise a gridare:

Da dubbioso a credente. Tommaso detto Didimo

Da dubbioso a credente. Tommaso detto Didimo

Michele Abiusi – Il libro degli Atti degli Apostoli ci rivela che Gesù è stato 40 giorni sulla terra prima di ascendere in cielo. E abbiamo già visto come la Scrittura descrive questo periodo vissuto dai discepoli. Vorrei ancora soffermarmi sulla prima e seconda apparizione di Gesù ai discepoli che erano riuniti nella camera alta.

La prima apparizione 
“La sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, Gesù venne e si presentò in mezzo a loro, e disse: ‘Pace a voi!’. E, detto

Fra Pasqua e Ascensione

Fra Pasqua e Ascensione

Michele Abiusi – Siamo nel periodo tra la Pasqua e l’Ascensione di nostro Signore ricordate dalla cristianità. È interessante vedere in che modo la Scrittura descrive questo periodo vissuto dai discepoli, dai primi cristiani. 

Dopo la crocifissione di Gesù i suoi seguaci erano tutti un po’ sbandati, ma il peggio venne quando si annunciò la risurrezione: “Or Gesù, essendo risuscitato la mattina del primo giorno della settimana, apparve prima a Maria Maddalena, dalla quale aveva scacciato sette demoni. Questa andò ad annunciarlo a coloro che erano stati con lui, i quali facevano cordoglio e piangevano. Essi, udito che egli viveva ed

La temperanza

La temperanza

Michele Abiusi – Per comprendere questa tematica è importante cogliere la visione olistica che la Scrittura ha dell’uomo. Secondo l’insegnamento tratto dal primo libro della Bibbia, “Dio il Signore formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente” (Genesi 2:7). Quindi possiamo così riassumere con corpo + spirito (psiche) = anima vivente (essere vivente). Noi siamo esseri psico-fisici.

Il corpo non è la prigione dell’anima (teoria di Platone, filosofo greco), ma addirittura il tempio dello Spirito Santo.
“Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?

La confessione (parte 3)

La confessione (parte 3)

Leggi qui la parte 2

Michele Abiusi – Uno dei testi biblici più usati dai sostenitori della confessione auricolare è senz’altro Giovanni 20:23, in cui Gesù dice ai discepoli: “A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti”. Può l’uomo, un ministro religioso, perdonare i peccati commessi contro Dio?

Per comprendere il nostro testo dobbiamo innanzi tutto chiederci: "In quale contesto sono situate queste parole?". Sia nel Vangelo di Giovanni sia nei Vangeli di Marco e Luca, le parole in oggetto vengono pronunciate il primo giorno della settimana ebraica, il primo giorno dell’avvenuta risurrezione di Gesù. Il Vangelo

Chi concede il perdono dei peccati? La confessione (parte 2)

Chi concede il perdono dei peccati? La confessione (parte 2)

Leggi qui la parte 1.

Michele Abiusi – La domanda che si impone ora è: “Chi deve dare l’assoluzione per i peccati confessati?”. Cercheremo di spiegare un testo fondamentale contenuto nel Vangelo di Matteo: “Se tuo fratello ha peccato contro di te, va' e convincilo fra te e lui solo. Se ti ascolta, avrai guadagnato tuo fratello; ma, se non ti ascolta, prendi con te ancora una o due persone, affinché ogni parola sia confermata per bocca di due o tre testimoni. Se rifiuta d'ascoltarli, dillo alla chiesa; e, se rifiuta d'ascoltare anche la chiesa, sia per te come il pagano

Cristo nostra Pasqua

Cristo nostra Pasqua

Michele Abiusi – La Pasqua era una delle grandi feste ebraiche che prevedeva il pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme. Era celebrata in primavera, il 14 Nisan e durava 7 giorni.

Questa festa, in effetti, ne racchiudeva due: 
– Pasqua, che significa “passaggio”, con il richiamo alla decima piaga d’Egitto, descritta in Esodo 12. Il testo dice: “Mangiatelo in questa maniera: con i vostri fianchi cinti, con i vostri calzari ai piedi e con il vostro bastone in mano; e mangiatelo in fretta: è la Pasqua del Signore. … Quel giorno sarà per voi un giorno di commemorazione, e lo celebrerete come una

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