Francia. Adra Nantes nella Guida all’emergenza sociale della città

Francia. Adra Nantes nella Guida all’emergenza sociale della città

Notizie Avventiste – Adra Nantes è uno degli attori di solidarietà a cui si fa riferimento nella Guida all'emergenza sociale 2022/2023 della metropoli francese.

Da diversi anni la città di Nantes mette a disposizione dei suoi abitanti una guida all’emergenza sociale, strumento di riferimento per le persone in crisi. Presenta le diverse strutture di supporto disponibili a livello locale, nonché i servizi offerti da ciascuna di esse.

La guida è destinata alle persone in difficoltà, qualunque sia la loro situazione. Possono essere senzatetto, famiglie in situazioni precarie, giovani tossicodipendenti o persone in crisi. Questo manuale consente loro di trovare rapidamente le informazioni di cui hanno bisogno per ricevere aiuto e supporto. Permette loro di orientarsi verso le strutture più adatte alla loro situazione. È utile anche per gli operatori dell’assistenza sociale, che possono trovare informazioni sulle diverse strutture disponibili e sui servizi offerti.

Vero e proprio strumento di prevenzione, la guida contribuisce a sensibilizzare l'opinione pubblica sulle sfide dell’emergenza sociale e a favorire l'inclusione. Mette in luce le iniziative e i progetti realizzati dalle diverse strutture della città, per favorire l’accesso all’aiuto e al sostegno per tutti.

La guida in francese si trova al seguente link: Guide de l’urgence sociale – français

[Fonte: Bia francese]

 

 

 

 

Aggiornamenti sugli aiuti in Ucraina

Aggiornamenti sugli aiuti in Ucraina

Notizie Avventiste – In questo mese di gennaio, l’agenzia umanitaria Adra Europa ha diffuso alcune notizie sugli interventi alla popolazione ucraina stremata da un conflitto che ormai dura da 11 mesi nel Paese.

Operativi i centri di accoglienza 
Tre regioni dell’Ucraina dispongono di centri di accoglienza per gli sfollati e rispondono ai bisogni delle persone che hanno dovuto trovare un riparo per sfuggire agli effetti della guerra. Ogni centro offre un confortevole soggiorno, con cucina e sala da pranzo, e le camere sono fornite di doccia. Gli ospiti ricevono tre pasti al giorno, servizi di lavanderia e asciugatura, e la fornitura di servizi comuni e di altro tipo: legna da ardere, cibo, medicine e articoli per la casa.
Le porte dei centri sono aperte a persone con disabilità, famiglie numerose e a basso reddito, sfollati, persone che hanno perso familiari o che hanno perso la casa a causa delle ostilità nella loro regione.
I centri operano con il supporto dei partner della rete europea e mondiale di Adra (Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso).

In partenariato per la distribuzione dell’acqua 
Adra Repubblica Ceca e Atlas Copco, partner di lunga data nel campo dell’acqua potabile, hanno provveduto alle forniture idriche nelle zone dove l’acqua scarseggia. I residenti delle regioni di Kherson e Kharkiv hanno ricevuto circa 6.500 bottiglie di acqua potabile, ovvero 39.000 litri.
Durante la guerra molte infrastrutture sono state distrutte. Le persone hanno perso la casa e l’accesso ai beni primari, come l’acqua. Adra lavora in collaborazione con molte organizzazioni e aziende private per fornire agli ucraini acqua potabile sicura. La consegna di acqua potabile in diversi villaggi è stata possibile grazie al supporto di Atlas Copco, che collabora da tempo con Adra Repubblica Ceca per fornire acqua alle persone bisognose.

Doni a 600 bambini ucraini  
Nel periodo natalizio, più di 600 bambini ucraini hanno trovato una sorpresa sotto l’albero, grazie alla generosità di donatori. Oltre 2.000 famiglie hanno preso parte alle attività natalizie per alleviare le sofferenze dei bambini ucraini che trascorrono le vacanze lontano da casa.
Quando un punto di aiuto umanitario situato nel centro commerciale Aupark di Bratislava ha annunciato che cercava donatori di regali per bambini per Natale, non si aspettava, nemmeno nei suoi sogni più sfrenati, una risposta così importante.
“È stato un vero ‘miracolo’ natalizio, avvenuto grazie ai nostri donatori ai quali esprimiamo la nostra immensa gratitudine. Anche un piccolo dono può regalare un grande sorriso. Grazie anche ai nostri volontari, colleghi e a tutti voi che continuate a sostenerci!”, hanno affermato da Adra Slovacchia.

Pacchi per l’inverno 
Adra Ucraina, Adra Germania e il Ministero federale degli esteri tedesco hanno finanziato oltre 200 pacchi di beni invernali per gli sfollati in Ucraina. Inoltre, alcuni centri di accoglienza hanno ricevuto delle attrezzature. I residenti dei centri di accoglienza nei villaggi di Poltava e Stepok, nella regione di Kiev, hanno ricevuto 235 pacchi invernali contenenti thermos, sacchi a pelo e coperte. Molti sfollati vivono in questi centri, tra cui le persone in età pensionabile e con disabilità. Adra Ucraina li aiuta ad affrontare il rigido inverno. Le persone hanno accolto i pacchi a braccia aperte.
Inoltre, i centri di accoglienza di Tulcyn, nella regione di Vinnytsia, e di Zhytomyr (per l’alloggio aggiuntivo di 120 persone) hanno ricevuto letti e attrezzature domestiche, rendendo più confortevole il soggiorno degli sfollati.

Grazie perché vi ricordate di noi 
La signora Yevgeniia, di Sloviansk, nella regione di Donetsk, è in pensione da tempo. Non avrebbe mai potuto pensare di dover affrontare la vecchiaia sotto un costante bombardamento. Ha problemi di salute e non può camminare molto bene. È costretta a vivere senza elettricità e acqua. Con le lacrime agli occhi, la signora Yevgeniia ha ringraziato tutti coloro che l’hanno sostenuta in un momento così difficile: “Cari volontari, grazie per non averci dimenticato e per averci aiutato da marzo” il suo messaggio.

Assistenza che salva la vita 
La famiglia Smyrensky viveva a Bakhmut, nella regione di Donetsk, finché non divenne chiaro che la situazione sarebbe solo peggiorata. Ha così deciso da alcuni parenti. La situazione non si è rivelata migliore lì. Ben presto il cortile venne parzialmente distrutto dai bombardamenti e uno dei membri della famiglia rimase ferito. “Ci siamo resi conto allora che non potevamo andare avanti così” ricordano i Smyrensky.
Presso il centro di volontariato hanno appreso degli aiuti alimentari d’emergenza forniti da Adra Ucraina. La famiglia è molto grata a tutte le persone che hanno offerto questo sostegno che ha salvato loro la vita in questo momento molto difficile.

[Foto: Adra Europa. Fonte: Bia francese]

Repubblica Ceca. Avventisti pubblicano il Nuovo Testamento in lingua rom

Repubblica Ceca. Avventisti pubblicano il Nuovo Testamento in lingua rom

Il progetto, durato 12 anni, è stato definito uno dei più importanti nel Paese.

Notizie Avventiste – La chiesa avventista di Trebechovice pod Orebem, nella Repubblica Ceca, ha tradotto e pubblicato il Nuovo Testamento in lingua rom. Lo ha reso noto Gustav-Adolf-Werk, della Chiesa evangelica in Germania. Anche la radio Deutschlandfunk ha riportato la notizia lo scorso 6 gennaio, precisa l’agenzia stampa Apd.

Tre persone di madrelingua rom hanno lavorato alla traduzione "O Névo Zákonos" per 12 anni: il traduttore Koloman Stanek, lo studioso Zbynek Andrs e il coordinatore Daniel Hrdinka. Il Nuovo Testamento è stato tradotto nel cosiddetto dialetto Abov, parlato a Košice e nell'area circostante, e compreso dalla maggior parte dei rom della Repubblica Ceca e della Slovacchia. In Cechia, circa il 3% della popolazione appartiene alla minoranza rom.

La pubblicazione è stata presentata con una conferenza stampa a cui hanno partecipato i traduttori e i promotori. L'evento ha incluso anche una tavola rotonda sul significato della Bibbia nella società di oggi, una cerimonia di consegna dei libri ai lettori, un concerto di musica ebraica e rom, e una cena a base di specialità rom.

“Caro lettore, ho tradotto per te il libro che mi sta a cuore, la Bibbia, in lingua rom. Ringrazio Dio per avermi dato forza e comprensione, e ringrazio anche le persone che mi hanno aiutato” ha scritto il traduttore Stanek nella sua prefazione.

Il coordinatore Hrdinka ha spiegato: “La traduzione ha riunito persone con storie di vita e conoscenze diverse, inclusi alcuni semplici credenti, con i quali Stanek ha verificato la chiarezza delle espressioni. Inoltre, vi erano specialisti in grammatica rom, in correzione di bozze, in composizione e stampa, e i donatori che hanno contribuito ai costi di stampa. Desidero sinceramente che i lettori sentano in questo libro un legame spirituale con il Padre celeste e, altresì, un legame con le radici della loro cultura”.

Il past. Mikuláš Vymetal, della Chiesa evangelica dei Fratelli cechi (Ekbb) considera “la pubblicazione del Nuovo Testamento in rom uno degli eventi religiosi più importanti del 2022 nella Repubblica Ceca. “Finalmente” ha aggiunto “potranno leggere l’intero Nuovo Testamento nella loro lingua. Allo stesso tempo, attirerà anche l’attenzione dei non rom sul fatto che ci sono molti rom nella Repubblica Ceca che professano la fede cristiana”.

Daniela Cincibusová, membro della Commissione per i rom dal Consiglio ecumenico delle chiese in Cechia, ha sottolineato che la lingua rom è oggi a rischio di estinzione nel Paese. “La pubblicazione della traduzione ‘O Névo Zákonos’ può, oltre a rafforzare spiritualmente la minoranza rom, rafforzare anche la sua lingua in modo che non scompaia”, ha dichiarato.

[Foto: Eud News. Fonte: Adventistischer Pressedienst – Apd]

 

 

 

 

Sono 244 milioni i bambini non scolarizzati nel mondo

Sono 244 milioni i bambini non scolarizzati nel mondo

Lo ricorda Adra Europa in occasione del 24 gennaio, Giornata internazionale dell’educazione.

Notizie Avventiste – L’istruzione è un diritto umano, un bene e una responsabilità pubblica. Lo afferma l’agenzia umanitaria avventista Adra Europa in occasione del 24 gennaio, Giornata internazionale dell’educazione, proclamata dalle Nazioni Unite.

L’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura) sottolinea che, oggi, 244 milioni di bambini e giovani non vanno a scuola e 771 milioni di adulti sono analfabeti. Senza un’istruzione di qualità inclusiva ed equa, che dia a tutti l’opportunità di un apprendimento permanente, è impossibile interrompere il ciclo della povertà e raggiungere l’uguaglianza di genere, e impedire di lasciare indietro milioni di bambini, giovani e adulti. L’apprendimento può dare potere alle persone, preservare il pianeta, costruire una prosperità condivisa e favorire la pace.

Meno del 40% delle ragazze nell’Africa subsahariana completa la terza media e circa quattro milioni di bambini e giovani rifugiati non vanno a scuola (dati Unesco 2023). Un bambino, o una bambina, che non frequenta la scuola è più vulnerabile ai trafficanti di esseri umani, al reclutamento da parte delle milizie ed è a maggior rischio di matrimoni precoci, gravidanze adolescenziali e lavoro minorile.

“Non accettiamo che il loro diritto all’istruzione venga violato e ci impegniamo come rete globale di Adra a migliorare la qualità e l’accesso all’istruzione” dichiara Adra Europa in un comunicato stampa.

Oggi, insieme all’Unesco, Adra Europa vuole sottolineare l’importanza di “investire nelle persone e dare priorità all’istruzione”. L’educazione scolastica significa molto per ogni bambino. Se tutte le ragazze completassero l’istruzione secondaria, ci sarebbero il 49% in meno di morti infantili, il 64% in meno di matrimoni precoci e il 59% in meno di gravidanze giovanili, e guadagnerebbero fino al 45% in più di una donna senza istruzione.

Adra invita la comunità globale a prendere tutte le misure possibili per garantire che tutti i bambini possano frequentare la scuola, completare la loro istruzione e avere un futuro migliore. L’appello dell’agenzia umanitaria affinché tutti i bambini vadano a scuola è un riconoscimento del valore e del potenziale di ogni individuo. 
“Tutti i bambini sono figli di Dio, preziosi ai suoi occhi, e meritano l’opportunità di vivere una vita dignitosa e motivata, liberi dallo sfruttamento e dalle catene della povertà” si legge ancora nel comunicato stampa.

Oltre a chiedere che vengano apportati cambiamenti politici, i vari uffici nazionali della rete Adra si impegnano nella promozione pratica dell’istruzione. 
Nel 2021, grazie alla generosità dei sostenitori, Adra ha portato avanti 179 progetti educativi in tutto il mondo, con un impatto sulla vita di 547.816 individui. Questi progetti, ad esempio, sono stati attuati per diminuire l’elevato tasso di abbandono scolastico e per integrare in classe i bambini con bisogni speciali. Hanno aumentato la frequenza a scuola attraverso un servizio di mensa nelle regioni colpite dalla fame, hanno migliorato l’istruzione primaria e secondaria e le strutture scolastiche, hanno assistito i Paesi con lo sviluppo di programmi per un’istruzione di qualità per tutti, hanno promosso la formazione professionale dei giovani. Inoltre, i progetti di Adra, che affrontano la povertà alle radici, consentono ai genitori di mandare i propri figli a scuola.

Per saperne di più sull’opera di Adra in Italia e nel mondo in campo educativo, clicca qui.

[Fonte: Adra Europa/Eud News]

 

 

Grazie!

Grazie!

In una lettera indirizzata alla Chiesa globale, l'Unione avventista ucraina esprime gratitudine per il sostegno ricevuto dall’inizio della guerra.

Notizie Avventiste – La Chiesa avventista in Ucraina ha voluto concludere il 2022 esprimendo gratitudine per la solidarietà e il sostegno ricevuti nel difficile periodo di guerra che è ancora in corso. Pubblichiamo la lettera indirizzata alla denominazione in tutto il mondo.

“A nome dell'Unione di Federazioni delle Chiese Avventiste del Settimo Giorno in Ucraina, dei suoi amministratori, pastori e membri, esprimiamo la nostra sincera gratitudine a voi, cari fratelli e sorelle della Chiesa globale e dirigenti dei diversi livelli della denominazione.

Non avete lasciato sola la Chiesa in Ucraina davanti alla terribile tragedia della guerra che porta tanto dolore, afflizione, distruzione, sofferenza e morte nella nazione. Il vostro sostegno, che è stato dato e continua ad arrivare dalle varie Regioni della Chiesa nel mondo, nei suoi vari livelli, semplicemente ci stupisce per il vostro amore, le vostre costanti preghiere e il vostro sacrificio. Questo ispira noi amministratori, direttori di dipartimenti e istituzioni, e pastori a servire Dio e le persone. Ciò ispira la Chiesa ucraina a compiere la missione di Cristo nonostante le circostanze difficili.

Oggi nel Paese ci sono gravi interruzioni nella fornitura di energia elettrica o manca del tutto. Quasi il 50% del sistema energetico ucraino è stato distrutto o danneggiato da missili e attacchi di droni sulle infrastrutture critiche del Paese, con conseguenti interruzioni di Internet e comunicazioni mobili. Mancano l’elettricità, il riscaldamento, l’acqua, ecc. In generale, le difficoltà sono notevoli, sia per il Paese nel suo insieme sia per la Chiesa in particolare.

Tuttavia, nonostante questi problemi, la Chiesa in Ucraina, grazie al Signore, grazie al sostegno della famiglia avventista globale e grazie alla dedizione e lealtà dei pastori e dei membri, continua a svolgere la missione e a condividere il messaggio di salvezza di Cristo. La Chiesa rimane attiva nel ministero sociale ed evangelistico.

Il mondo intero aiuta il nostro Paese e il popolo ucraino in ogni modo possibile affinché possiamo resistere e sconfiggere il male che è arrivato nella nostra terra. Come Chiesa, comprendiamo che oltre al servizio sociale, è nostro dovere dare al nostro popolo, bambini, soldati e funzionari, il pane spirituale, che è la Bibbia. Purtroppo, a parte noi, nessuno se ne occuperà, per questo è stato creato il progetto ‘1.000.000 di Bibbie per l’Ucraina’. Se qualcuno nelle vostre Regioni, Unioni, Federazioni o chiese locali volesse aiutare l'Ucraina in qualche modo, allora il sostegno a questo progetto è ciò di cui abbiamo bisogno. Condividiamo con voi il link del sito web di questo progetto, www.bibleforukraine.com, dove potete trovare il sogno straordinario che lo ha ispirato, gli aggiornamenti e i rapporti.

Ancora una volta, ringraziamo profondamente Dio e vi chiediamo di accettare la nostra gratitudine per ciò che avete fatto. Avete dimostrato che siamo veramente una famiglia mondiale. Apprezziamo il vostro supporto nel rendere questo momento meno difficile.

Possa il Signore benedire abbondantemente voi, le vostre famiglie e le vostre chiese. Possa il Salvatore portare la pace in Ucraina e nel mondo intero. Possa Gesù Cristo tornare in questo miserabile mondo per distruggere per sempre il peccato e le sue conseguenze, e stabilire il suo regno eterno di pace, felicità e gioia. Vogliamo essere lì con voi un giorno! Maranatha: Vieni, Signore Gesù!”.

Per il Comitato esecutivo dell'Unione avventista ucraina
Stanislav Nosov, presidente; Volodymyr Velechuk, segretario generale; Vitalii Kryvoi, tesoriere.

 

 

 

 

Restaura giocattoli per i bambini vulnerabili

Restaura giocattoli per i bambini vulnerabili

L’attività preferita di Jandira, volontaria dell’associazione Azione solidale avventista (Asa) in Brasile, ha reso felici 200 bambini a Natale.

Notizie Avventiste – Un orsacchiotto di peluche sporco e lacerato, una bambola con il vestito strappato e i capelli arruffati, è questo lo stato dei giocattoli usati che di solito arrivano a casa di Jandira de Quadros, 65 anni, per essere rimessi a nuovo. La donna vive a Fazenda Rio Grande, nell’area metropolitana di Curitiba, in Brasile. La stanza della sua abitazione sembra un vero e proprio ospedale dei balocchi. Quest’anno, oltre a restaurare più di 300 oggetti, ha realizzato anche berretti, coperte e vestiti per neonati, da donare alle persone bisognose.

“Ho cominciato realizzando le bambole. Compravo le teste e le attaccavo. La prima volta ne ho fatte quasi 150, ma poi ho iniziato a ricevere donazioni di giocattoli usati che non erano in buone condizioni; quindi, li ho rimessi a nuovo” ricorda Jandira.

Lo scorso dicembre, prima delle festività, Jandira ha inviato 200 di questi giocattoli e 200 pacchetti di caramelle all’associazione Azione solidale avventista (Asa), dove opera anche come volontaria. Secondo Elvira de Oliveira, direttrice Asa presso la chiesa avventista centrale della città, il lavoro di volontariato era già qualcosa in cui Jandira era impegnata prima di diventare avventista e si è intensificato ancora di più dopo il suo battesimo.

Jandira fa parte di un gruppo di circa 26 persone che operano tutto l’anno per i bisognosi. “La mia vita” afferma “è molto impegnata, ma sono così felice di fare questo lavoro e vedere i sorrisi dei bambini”.

Oltre alla consegna di giocattoli per i bambini, circa 40 famiglie hanno ricevuto anche dei cesti natalizi contenenti panettoni, biscotti, latte condensato e altre golosità, e beni di prima necessità, senza dimenticare i prodotti per l’igiene e la pulizia. Tutto questo per rendere le festività natalizie ancora più speciali.

[Foto: Jandira de Quadros. Fonte: Adventist News Network

Germania. Ospedale avventista firma la Carta per i malati terminali

Germania. Ospedale avventista firma la Carta per i malati terminali

Notizie Avventiste – Il 15 dicembre 2022, il Waldfriede Hospital, istituzione della Chiesa avventista, e altri cinque ospedali berlinesi hanno firmato la “Carta per la cura dei pazienti gravi e dei malati terminali in Germania”.

La Carta riguarda le persone che devono affrontare la morte a causa di una malattia non curabile, che limita la vita. Mira a uno sviluppo sostenibile della cultura dell'hospice nella società, nelle case di cura, in altre forme di alloggio e negli ospedali. L’attenzione è sulla persona interessata.

“Comprendere la morte e il dolore come parte della vita, ancorarli nella coscienza sociale e consentire a tutte le persone in Germania di avere un accesso equo a un sostegno e a cure dignitose alla fine della vita secondo i loro bisogni individuali è l’obiettivo della Carta quale parte integrante di una strategia nazionale” si legge sul sito charta-zur-betreuung-sterbender.de.

Nel commentare la firma, il dott. Thomas Götz (Bündnis 90/Die Grünen), segretario di Stato per la salute e la cura, dell'Amministrazione del Senato di Berlino, ha sottolineato: “È un segnale importante che vogliono dare altri sei ospedali firmando la Carta per sostenerne gli obiettivi e i contenuti. Si uniscono a più di 2.700 organizzazioni a livello nazionale che si sono pubblicamente impegnate a rispettare la Carta e sono disposte a promuovere l'impegno sociale e istituzionale nei confronti dei fenomeni esistenziali della morte e del lutto, e a lavorare specificamente per un buon hospice e per le cure palliative".

Da quando è stata approvata nel settembre del 2010, la Carta ha ricevuto ampio sostegno da più parti, pur rimanendo una grande sfida per tutti coloro che sono coinvolti.

[Foto: Juliane Ghadjar, Berliner Krankenhausgesellschaft. Fonte: Adventistischer Pressedienst-Apd

 

 

 

La morte e la risurrezione. Video del past. Ted Wilson

La morte e la risurrezione. Video del past. Ted Wilson

Notizie Avventiste – Nel video di questa settimana, il past.  Ted Wilson, presidente della Chiesa avventista mondiale, parla della morte e della promessa della risurrezione, oggetto del ventiseiesimo punto dottrinale della denominazione.

Perdere una persona cara è una delle cose più dolorose e devastanti che possiamo sperimentare. Se il dolore può diminuire nel tempo, il ricordo di quella persona speciale rimane sempre con noi.

“Ma abbiamo la straordinaria speranza di rivedere i nostri cari” sottolinea Wilson.

Gesù disse “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà” (Giovanni 11:25). Questa promessa ci assicura che la morte non è la fine di tutto. In Gesù c’è la vita eterna.

“Quando inizia l’eternità?”, chiede il presidente. 1 Timoteo 6:16 ci dice che Dio "solo possiede l'immortalità, e che abita una luce inaccessibile". Al contrario, gli esseri umani sono mortali. Nel libro della Genesi leggiamo che Dio “formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente” (Gn 2:7). Per essere un'anima vivente, bisogna avere il respiro della vita e un corpo.

Clicca qui per guardare il video del past. Ted Wilson.

 

 

 

 

Nuova Zelanda. Membro di una gang ucciso davanti alla chiesa avventista di Auckland

Nuova Zelanda. Membro di una gang ucciso davanti alla chiesa avventista di Auckland

Cercava guarigione spirituale e la possibilità di una vita migliore.

Notizie Avventiste – Daniel Eliu, 46 anni, apparteneva alla gang neozelandese “The Mongrel Mob”. Sabato 17 dicembre è stato ucciso a colpi di arma da fuoco fuori dalla chiesa avventista “Papatoetoe” di Auckland, in quello che la polizia ha definito un attacco mirato. Eliu aveva partecipato all’incontro “True Stories”, un programma gestito dalla Grace Foundation che cerca di migliorare la vita delle persone provenienti da contesti emarginati. Secondo il quotidiano Newshub New Zealand, l'incontro era rivolto a coloro che cercavano di cambiare la propria vita.

Le persone all'interno dell’edificio “hanno detto di aver sentito dei botti e di non essersi resi conto di cosa fosse successo fino a quando non hanno visto Eliu cadere" all’esterno, riporta il giornale. Il co-fondatore della Grace Foundation, David Letele Sr., è stato uno dei primi ad arrivare sulla scena e ha soccorso Eliu praticando la rianimazione cardiopolmonare prima dell’arrivo dell’ambulanza. Purtroppo è stato tutto inutile, Eliu è deceduto.

Secondo la polizia, che ha avviato le indagini, la sparatoria sembra essere un incidente isolato, poiché la vittima è stata deliberatamente presa di mira.

Dopo l’omicidio, il past. Eddie Tupa’i, presidente della Unione avventista neozelandese, ha dichiarato: “La Chiesa avventista di Papatoetoe è profondamente addolorata per la morte di una persona avvenuta oggi in circostanze tragiche nella sua proprietà. I nostri pensieri vanno alle famiglie e agli amici del defunto, in questo momento così difficile. Pregheremo affinché la grazia di Dio sia su tutti coloro che sono stati colpiti da questa disgrazia. Apprezziamo il supporto e la guida forniti dalla polizia neozelandese e continueremo a collaborare con le loro richieste”.

[Fonte: Adventist Today e Adventist Record]

 

 

 

Si è spento B. B. Beach, pioniere della libertà religiosa

Si è spento B. B. Beach, pioniere della libertà religiosa

Per decenni ha rappresentato la Chiesa avventista presso le altre denominazioni e gli organismi civili.

Lina Ferrara – Vi è una persona che, per oltre mezzo secolo, ha “costruito ponti di fede, amicizia e libertà” in diversi ambienti istituzionali del mondo. È Bert Beverly Beach, pastore avventista e plurilaureato, che ha servito la Chiesa come responsabile del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa e ha saputo creare relazioni interconfessionali su scala globale, basate sul reciproco rispetto.
Il 14 dicembre, all’età di 94 anni, B. B. Beach si è addormentato nel Signore a Silver Spring, in Meryland, negli Stati Uniti. Era un uomo di fede, dal carattere aperto e amichevole, con una verve umoristica che lo ha accompagnato nell’intera sua vita.

Come Notizie Avventiste lo avevo intervistato nel 2013, in occasione della pubblicazione del suo libro Ambassador for Liberty (Ambasciatore della libertà) che raccoglie il ricco bagaglio di esperienze e di consigli dell’autore, ma anche un pezzo significativo della storia della libertà religiosa nel mondo. Un capitolo è dedicato all’Italia, perché B. B. Beach è stato direttore dell’Istituto avventista “Villa Aurora” di Firenze per sei anni.

In suo ricordo, riproponiamo l’intervista.

Notizie Avventiste: Nel suo libro di memorie ha riassunto il grande lavoro svolto in favore della libertà religiosa. Come si è evoluta la libertà religiosa negli ultimi cinquant’anni? 
Bert Beverly Beach: Mezzo secolo è un bel numero pieno. Esattamente 55 anni fa lasciai l’Italia, dopo sei anni felici e fecondi come direttore della scuola avventista di Firenze. Tuttavia, vorrei iniziare a rispondere alla domanda andando indietro di 65 anni, e cioè al 1948, quando mi laureai al Pacific Union College in California. Fu un anno di speranza. La Seconda guerra mondiale si era da poco conclusa e la democrazia e la libertà avevano vinto sulle dittature e la tirannia. Pochi mesi dopo la mia laurea, le Nazioni Unite, da poco istituite, approvarono la Dichiarazione universale dei diritti umani che all’articolo 18 affermava chiaramente e con forza la libertà religiosa. Il 1948 fu anche l’anno della fondazione del Consiglio Mondiale delle Chiese. Nella sua prima assemblea, le 147 chiese fondatrici approvarono un buon documento in sostegno della libertà religiosa.

Il cammino in favore della libertà religiosa proseguì nel 1965, quando il Concilio Vaticano II approvò la sua dichiarazione sulla libertà religiosa. Questo fu davvero un punto di svolta per la Chiesa cattolica romana che, dopo una lunga storia di persecuzione nei confronti dei non-cattolici, ora afferma che nessuno ha il diritto di impedire a una persona di credere e praticare la propria religione. Ho vissuto e visto i risultati di questo passo da gigante in posti come la Spagna e l’Italia.

Quando arrivai in Italia, nel 1952, per servire come direttore dell’Istituto “Villa Aurora”, due delle nostre chiese erano state chiuse dalle autorità governative. I miei mobili e i beni a un certo punto rimasero in dogana a Firenze per oltre quattro mesi, senza dubbio a causa della mia religione. Oggi, vi è una legge che regola i rapporti tra la Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno e lo Stato italiano che, tecnicamente parlando, non hanno nemmeno negli Stati Uniti. Essa riconosce molti diritti, compresa l’osservanza del sabato. Inoltre, ora c’è anche la separazione tra Chiesa e Stato in Italia. Chi avrebbe mai pensato, 50 anni fa o giù di lì, che ciò sarebbe stato possibile?

Il maggior successo per la libertà religiosa fu la Dichiarazione delle Nazioni Unite sulla libertà religiosa del 1981, per la quale lavorammo per diversi decenni. I nostri sforzi ebbero successo grazie anche al mio collega, il dott. Gianfranco Rossi, che riuscì a far includere una frase in cui si afferma il diritto di ogni persona a osservare i giorni di riposo in conformità con i precetti della propria religione. Vi è anche l’Atto finale di Helsinki sulla sicurezza e la cooperazione in Europa, che permette a qualsiasi Paese firmatario di esaminare la situazione della libertà religiosa in un altro Paese firmatario. Una novità nelle relazioni diplomatiche internazionali.

Poi arrivò il maremoto di libertà seguito al crollo del comunismo totalitario nell’Europa orientale e la fine dell’Unione Sovietica. La Chiesa avventista fu ammessa con status consultivo presso il Consiglio economico e sociale dell’Onu (Ecosoc), obiettivo molto difficile da raggiungere quando il comunismo controllava ancora i governi di molti Paesi.

Quindi, ci sono stati progressi nella libertà religiosa ma sono sorti anche nuovi problemi. L’ondata di libertà religiosa nell’Europa orientale si è un po’ ritirata. Ciò è dovuto in gran parte alla collaborazione tra nazionalismo e desideri storicamente radicati di riconoscimento e supremazia delle ex chiese di stato. In un’altra parte del mondo, in India, dove la libertà religiosa è riconosciuta ufficialmente, ci sono forze indù all’opera, a volte con violenza, che mirano a limitare le chiese cristiane e la testimonianza.

Nei Paesi musulmani del Medio Oriente e del Nord Africa (e anche in altre parti dell’Africa), ora che l’influenza del colonialismo europeo non protegge più il cristianesimo, vi sono crescenti sforzi per limitare la presenza e la testimonianza cristiana. Infatti, islamisti e altri estremisti vogliono eliminare il cristianesimo in quei Paesi. Il risultato è che decine di migliaia di cristiani vanno via da queste zone.

Un altro problema che si è manifestato recentemente è il conflitto, potenziale e reale, tra la libertà religiosa e gli altri diritti umani. Si discute e sostiene che quando vi è conflitto tra diritti umani “concreti”, come guadagnarsi da vivere, controllo delle nascite o diritti degli omosessuali, ed “eterei e celestiali” diritti di libertà religiosa, è quest’ultima che perde!

N. A.: Quali sono stati i problemi più difficili che ha dovuto affrontare? 
B. B. B.: Certamente, i problemi di libertà religiosa nei Paesi comunisti e quelli nei Paesi cattolici prima del Concilio Vaticano II sono stati a volte molto difficili. In Albania, poi, erano “super difficili”. Vi era stato un martire avventista collegato alla Chiesa italiana. A Tirana, dopo la caduta del regime ateo di Enver Hoxha, abbiamo organizzato e condotto, insieme con Ray Dabrowski, il primo congresso sui diritti umani e la libertà religiosa realizzato nel Paese, a cui hanno partecipato ministri del governo, leader religiosi, il rettore dell’Università. È stato uno dei momenti più edificanti della mia vita. In quella occasione ho tenuto il discorso di apertura.

Senza dubbio, il maggiore e più difficile problema di libertà religiosa da affrontare è stato nei Paesi musulmani. L’islam non comprende e non accetta il concetto di separazione tra Chiesa e Stato. Vi sono difficoltà nel praticare il culto cristiano tra i musulmani, che aumentano notevolmente se si vuole evangelizzare. Diversi Paesi prevedono la pena di morte per chi si converte dall’islam al cristianesimo. La Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 sostiene chiaramente “il diritto di cambiare religione”. Se la dichiarazione non fosse stata votata 65 anni fa, non credo che oggi sarebbe stato possibile includere tale diritto. Troppo forte sarebbe l’opposizione di decine di nazioni musulmane. Anche i “musulmani liberali” in generale non approvano l’evangelizzazione cristiana tra i musulmani.

Un problema che abbiamo dovuto affrontare, e di cui non mi piace parlare, è un problema interno della chiesa. In diverse parti del mondo, gli avventisti supportano poco il Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa. Ciò avviene specialmente nei Paesi in cui la situazione della libertà religiosa sembra relativamente buona e tranquilla. In alcune chiese, il dipartimento difficilmente esiste, o è quasi pro forma, affidato a volte a qualcuno con altre responsabilità che hanno un’attenzione prioritaria. Non è il caso dell’Unione italiana, dove da molti anni vi è un dipartimento della libertà religiosa veramente forte e sono grato per questo. Complimenti da un vecchio uomo della libertà religiosa.

La cosa che mi ha sbalordito di più è quando ho sentito di volta in volta delle voci, non troppo forti per fortuna, secondo cui lottando per la libertà religiosa si ritarda la seconda venuta di Cristo. Certamente non sono quelli che soffrono le persecuzioni a fare tali affermazioni prive di senso. Dio, al contrario, invita gli avventisti a tenere alta la bandiera della libertà religiosa per poter portare a termine la missione.

N. A.: Nel frequentare ambienti molto diversi da quello della sua Chiesa, ha mai avuto la sensazione di perdere la sua identità e le sue radici? 
B. B. B.: Nella mia vita ho avuto il privilegio di incontrare e conoscere alcuni dei leader politici e soprattutto religiosi più importanti del mondo. Ho avuto la fortuna di avere alcuni di loro come amici personali. Ho scoperto che gli alti dirigenti sono spesso semplici e meno consapevoli della loro importanza rispetto a quelli che ricoprono incarichi di livello minore. Ho scoperto che i grandi leader possono essere veramente amichevoli. La cosa importante, se si vuole avere degli amici, è essere noi stessi amichevoli, come è scritto nel testo biblico di Proverbi 18:24.

Nei 32 anni in cui sono stato segretario della Conferenza dei Segretari delle Comunioni Cristiane internazionali, ho fatto tantissime cose utili per “i miei amici”. Non ho mai sentito di perdere la mia identità. Ho sempre difeso la mia Chiesa e le sue convinzioni, e preso posizione per esse quando necessario. Sì, l’ho fatto sempre con rispetto e spero con umiltà, con un sorriso e, a volte, con humor, ma sempre con sincerità e correttezza.

Non ho mai perso le mie radici linguistiche. Ho parlato in italiano con i vescovi italiani e spagnoli. Mi ricordo che a un pranzo a Santa Marta in Vaticano, dato da papa Giovanni Paolo II, il vescovo incaricato delle Cerimonie Liturgiche Pontificie (che sta accanto alla sedia o soglio pontificio) mi disse quanto fosse contento di avere, seduto al suo tavolo, un americano che gli parlava in italiano! Ho parlato brevemente in tedesco con papa Benedetto XVI e un grande sorriso ha attraversato il suo volto quando gli ho detto che venivo dall’“Autunno d’oro” della Germania. Mi sono divertito a parlare in dialetto svizzero tedesco con le guardie svizzere, entrando in Vaticano, la sera in cui ero ospite.

A volte mi sono sentito un po’ solo, l’unico avventista in una riunione o sala, circondato da estranei, ma per fortuna alcuni sono presto diventati amici.

N. A.: Secondo lei, la crisi economica può avere delle conseguenze sulla libertà religiosa soprattutto delle confessioni di minoranza? 
B. B. B.: Qualcuno ha affermato che la guerra, soprattutto quella che si protrae, è pericolosa per la libertà. La crisi economica è una sorta di guerra latente. Più a lungo dura, più si colpisce tutti, specialmente i più deboli, i poveri e le minoranze. È evidente, quando il lavoro scarseggia, che i datori di lavoro sono meno disponibili a riconoscere il riposo del sabato o a trovare una soluzione in tal senso per i dipendenti avventisti. La migliore protezione che ho trovato, con l’aiuto di Dio, è quella di essere il migliore dipendente possibile. Da oltre trent’anni faccio parte del Rotary, uno dei principali club di servizio, e l’attuale presidente ama usare l’espressione giapponese “Ichiban”, che significa “fare del tuo meglio”. Questa è una buona parola per ogni avventista. Credo che un bravo datore di lavoro non vorrà perdere un dipendente coscienzioso e fidato. Nelle mie memorie cito un esempio eccezionale in Italia.

N. A.: Viviamo nell’era della globalizzazione; eppure, ovunque nascono nazionalismi radicali. Avendo vissuto, studiato e lavorato in diversi Paesi dei vari continenti, si sente un cittadino del mondo? Quale consiglio darebbe ai giovani in questo senso? 
B. B. B.: Considerando l’escatologia della Chiesa avventista, abbiamo affermato fin dagli inizi del nostro movimento che alla fine ci sarebbero state due superpotenze: una politica e l’altra religiosa. Questa visione profetica sembrava molto improbabile nel 1863, quando è stata organizzata la Chiesa Avventista del Settimo Giorno così come la conosciamo oggi. Gli Stati Uniti erano nel bel mezzo della più grande guerra del XIX secolo, la guerra civile, e si preoccupavano quasi esclusivamente del continente americano. La Chiesa cattolica sembrava implodere, stava perdendo il suo potere come Stato ed era sul punto di perdere la stessa Roma. La “globalizzazione”, di cui si parla nella domanda, era praticamente inesistente. Oggi abbiamo solo due superpotenze mondiali, una è uno stato politico, l’altra una religione, una chiesa veramente “cattolica”. I giovani avventisti devono rendersi conto di ciò e riconoscere l’influenza della globalizzazione, nel bene e nel male.

Un grande potere e una grande influenza producono sempre una reazione che, purtroppo, a volte prende la forma di cieco nazionalismo incondizionato e di una contro-globalizzazione sotto forma di fondamentalismo religioso, meglio inteso come “estremismo religioso”. Il terrorismo attira alcuni giovani, mentre altri scivolano nel dogmatismo religioso e nell’isolazionismo. Io mi considero americano e mi vedo anche come un uomo con una visione globale. Gesù ha detto: “il campo è il mondo”, ma ognuno di noi deve contribuire al “raccolto”, che è “la fine del mondo”. Credo che sotto il cielo italiano Dio abbia un compito da realizzare per ogni persona, un compito che puoi essere in grado di svolgere meglio di chiunque altro. Ellen G. White dice nel libro Educazione cristiana che Cristo scorge in ogni essere umano “infinite possibilità”. Infinito è più grande di nazionalismo, ma è anche più grande di globalizzazione. Invito il lettore a dirigere la propria vita in alto, verso la stella dell’”infinita potenzialità”.

Il ritorno di Cristo. Video di Ted Wilson

Il ritorno di Cristo. Video di Ted Wilson

Notizie Avventiste – Questa settimana, il past. Ted Wilson, presidente della Chiesa avventista mondiale, parla della seconda venuta di Cristo, tema del venticinquesimo punto dottrinale della denominazione.

Il profeta Isaia descrive questo evento glorioso: “In quel giorno, si dirà: ‘Ecco, questo è il nostro Dio; in lui abbiamo sperato, ed egli ci ha salvati. Questo è il Signore in cui abbiamo sperato; esultiamo, rallegriamoci per la sua salvezza!’” (Isaia 25:9). E il salmista aggiunge: “Il nostro Dio viene e non se ne starà in silenzio; lo precede un fuoco divorante, intorno a lui infuria la tempesta” (Salmo 50:3).

Mentre era sulla terra, Gesù disse ai suoi discepoli: “Vado a prepararvi un luogo. Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi” (Giovanni 14:2,3).

Questa promessa vien ripetuta in Apocalisse 22, evidenziando l’imminenza: “Ecco, io vengo presto. Beato chi custodisce le parole della profezia di questo libro” (v. 7). “Ecco, io vengo presto e con me avrò la mia ricompensa da dare a ciascuno secondo le sue opere” (v. 12). “Sì, vengo presto!” (v. 20).

Quando Gesù ascese al cielo, dopo la risurrezione, gli angeli rassicurarono i discepoli con queste parole: “Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo” (Atti 1:11).

Sarà un ritorno visibile. “Ecco, egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà” (Apocalisse 1:7). E tutti potranno udirlo: “il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo” (1 Tessalonicesi 4:16).

Clicca qui per guardare il video di Ted Wilson.

 

 

 

 

 

Terzo video del past. Wilson sul ministero di Cristo nel santuario del cielo

Terzo video del past. Wilson sul ministero di Cristo nel santuario del cielo

Notizie Avventiste – Questa settimana, il past. Ted Wilson, presidente della Chiesa avventista mondiale, completa il tema del ministero di Cristo nel santuario del cielo, ventiquattresimo punto dottrinale della denominazione.

Il santuario terreno e i suoi servizi indicavano Cristo, l'Agnello di Dio. Ma quando Gesù venne sulla terra e prese su di sé, al nostro posto, le conseguenze del peccato morendo sulla croce, divenne il compimento delle offerte cerimoniali. Quindi, non vi è stato più bisogno di sacrifici animali.

Dopo la risurrezione e l’ascensione, Cristo iniziò il suo ministero nel santuario del cielo in qualità di nostro Sommo Sacerdote, Avvocato e Intercessore. “Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi” (Romani 8:34).

Ma se è bastato il sacrificio di Cristo, cosa resta da fare nel santuario celeste?

Clicca qui per guardare il video del past. Wilson.

 

Clicca qui per guardare la seconda parte.

Clicca qui per guardare la prima parte.

 

 

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